Politica
Video del figlio di Biden nudo che fuma una pipa da crack in un centro benessere
Emerge dal famoso «pc portatile dall’inferno» un nuovo video che ritrae Hunter Biden, figlio del presidente degli Stati Uniti Joe Biden, in una posizione poco opportuna.
Secondo il quotidiano britannico Daily Mail, il video di sette minuti sarebbe stato registrato in un centro benessere del Massachusetts, dove l’Hunter aveva prenotato una sessione di terapia galleggiante nel gennaio 2019.
Nel video, Hunter può essere visto bere e fumare quella che sembra essere una pipa di crack e «toccandosi i genitali», come scrive la testata inglese, mentre si trova all’interno di una vasca di deprivazione sensoriale. Tra la mistica luce verde e la musica ambient, nel video le pudenda del Biden jr. vengono pixellate.
Secondo quanto riferito, il video è stato registrato sulla fotocamera del cellulare di Hunter ed è stato recuperato dai dati del telefono di backup trovati sul suo ormai famigerato laptop, che quando emerse prima delle elezioni 2020 venne definito come «disinformazione russa». Ora invece anche le testate principali, come il New York Times, ammettono la sua veridicità.
Secondo quanto riporato, solo un mese prima, Hunter aveva mandato un messaggio a suo padre, Joe, lamentandosi di non avere abbastanza soldi per il programma di dinsintossicazione che doveva seguire oltre a bollette e gli alimenti per il divorzio.
«Ehi papà, ho cercato di risolvere alcuni problemi finanziari immediati – le tasse sugli alimenti e il conto per questo programma, ma i soldi su cui conto non arriveranno fino alla fine della settimana».
«È possibile farmi un altro prestito a breve termine dello stesso importo e lo rispedirò entro e non oltre 10 giorni».
«Sono davvero imbarazzato a chiederlo e so che è ingiusto da parte mia metterti in quella posizione in questo momento», avrebbe scritto Hunter in un messaggio il 4 dicembre 2018.
«Hunter dimmi di cosa hai bisogno. Nessun problema», ha risposto il futuro presidente. «Ok, come vuoi farlo, posso pagare direttamente le tasse scolastiche e il loro alloggio e darti il resto».
Biden senior ha inviato un messaggio di nuovo il 6 dicembre per confermare: «75 è stato inviato oggi. Ti voglio bene».
In un altro scambio settimane dopo, poco prima della vigilia di Capodanno, Hunter ha inviato un messaggio a suo padre convincendolo a finanziare un programma di tre mesi da 20.000 dollari in una «casa sobria» e una struttura di disintossicazione a New York City.
Si tratterebbe di SMS rinvenuti del laptop Apple all’origine di questi scandali, che però sembrano non interessare davvero i media, nonostante i contenuti talvolta allucinanti e eventuali prove di misfatti del clan e dei suoi oscuri legami internazionali.
Abbandonato in un’officina di riparazione di computer del Delaware – lo Stato di origine dei Biden – nel 2019, il laptop di Hunter è finito nelle mani dell’avvocato dell’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump Rudy Giuliani, in seguito ai tentativi del proprietario del negozio di consegnare il computer all’FBI.
Il laptop si è rivelato essere un vero e proprio tesoro di informazioni potenzialmente dannose per Hunter, come materiali che fanno luce sul suo abuso di droghe e su storie con prostitute, nonché dati su possibili attività criminali che coinvolgono lui e il suo potente padre.
Come riportato da Renovatio 21, purché al verde (mistero) Hunter Biden ha avuto grandi vantaggi dalla presenza di suo padre alla Casa Bianca, venendo assunto – senza nessun background nel settore, né vera presenza in Ucraina – nel board dal colosso energetico ucraino Burisma.
Incredibilmente, i traffici di Hunter in Ucraina sembrano aver toccato anche la questione dei laboratori biologici finanziati dagli americani.
Vi era stato, un anno fa, un tentativo in grande stile di rifare l’immagine di Hunter, macchiata di squallori anche famigliari (si era messo con la cognata vedova, per poi essere da lei mandato via per il suo comportamento in presenza dei bambini, con l’aggiunta di un episodio oscuro che coinvolgeva un’arma da fuoco). Hunter fece il giro dei talk show a sorridere a parlare della sua vita di drogato ora risolta. Pubblicò un libro, Beautiful Things («Cose belle»). In Italia lo pubblica Solferino, la casa editrice del gruppo del Corriere della Sera.
La storia della depravazione di Biden si è arricchita di recente di un nuovo capitolo: la sorellastra di Hunter, Ashley, 41 anni, avrebbe anche lei problemi di dipendenza, anche dal sesso. In un diario, finito ai media e poi cercato dall’FBI con raid in casa dei giornalisti, Ashley Biden avrebbe scritto che la sua dipendenza dal sesso potrebbe provenire dalle «docce con mio padre (probabilmente non appropriate)» effettuate «in giovane età».
Gender
«Vescova» episcopaliana predica contro Trump ad una funzione in sua presenza
Una «vescova» della diocesi episcopaliana di Washington ha attaccato duramente Donald Trump durante un sermone tenuto in sua presenza.
Gli episcopaliani sono una sorta di versione americana degli anglicani, dove pure le vescove (o vescovesse) sono state grottescamente introdotte da anni.
La vescova Mariann Edgar Budde, durante una funzione alla Cattedrale di Canterbury della capitale americana, ha criticato severamente dal pulpito Donald Trump, che era presente con la famiglia e con il vicepresidente JD Vance, per le sue posizioni su LGBT, sui bambini trans, e sugli immigrati. Si tratta delle grandi priorità della sinistra globale, divenuta letteralmente per gli anglicanoidi, e più o meno anche per i cattolici fedeli a Bergoglio.
«Ci sono bambini gay, lesbiche e transgender in famiglie democratiche, repubblicane e indipendenti, alcuni dei quali temono per la propria vita» ha predicato la Budde, sostenendo che «la grande maggioranza degli immigrati non sono criminali», ma «buoni vicini» e «fedeli membri» di comunità religiose.
Here is the bishopess going off on Trump, telling him to protect gay, lesbian and transgender children, and to not conduct deportations pic.twitter.com/ZQexFBLIQ0
— Jack Poso 🇺🇸 (@JackPosobiec) January 21, 2025
Mercoledì il presidente Donald Trump ha criticato duramente la reverenda vescova, dopo che ha pronunciato un sermone politicizzato di sinistra durante la funzione di preghiera inaugurale di martedì mattina presso la cattedrale nazionale di Washington.
«Il cosiddetto vescovo che ha parlato al National Prayer Service martedì mattina era un radicale di sinistra che odiava Trump in modo duro. Ha portato la sua chiesa nel mondo della politica in modo molto scortese. Era cattivo nei toni, e non convincente o intelligente», ha scritto Trump su Truth Social.
«Non ha menzionato il gran numero di migranti illegali che sono entrati nel nostro Paese e hanno ucciso persone. Molti sono stati trasferiti da prigioni e istituti psichiatrici. È un’ondata di criminalità gigantesca quella che sta avvenendo negli USA. A parte le sue dichiarazioni inappropriate, il servizio è stato molto noioso e poco stimolante. Non è molto brava nel suo lavoro! Lei e la sua chiesa devono delle scuse al pubblico!»
Mercoledì la Budde è apparsa anche al programma The View, – seguitissimo programma per casalinghe noto per l’odio assoluto contro Donald Trump (da quando è in politica: prima era accolto con gioia come ospite che faceva salire gli ascolti – dove ha affermato che è stato Trump a politicizzare il suo discorso.
Perché Trump (che sulla carta è segnato come un protestante nondenominational, cioè senza affiliazione precisa) e Vance (che è convertito cattolico, e accanto aveva la moglie Usha, induista) debbano sottoporsi al ridicolo rito di una vescovessa, prima ancora che sentire le sue omelie, rimane un mistero.
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Immagine screenshot da YouTube
Politica
Elenco completo delle azioni presidenziali firmate da Trump il primo giorno
- Ritirare gli Stati Uniti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità
- Applicazione della legge sulla protezione degli americani dalle applicazioni controllate da avversari stranieri a TikTok
- Concessione di perdoni e commutazione di pene per determinati reati relativi agli eventi accaduti presso o in prossimità del Campidoglio degli Stati Uniti il 6 gennaio 2021
🚨 President Trump has pardoned approximately 1500 January 6th political prisoners of the Biden era pic.twitter.com/LwL2S7l5Ft
— Trump War Room (@TrumpWarRoom) January 21, 2025
- Mettere l’America al primo posto negli accordi ambientali internazionali
- Fornire un sollievo di emergenza sui prezzi per le famiglie americane e sconfiggere la crisi del costo della vita
- Blocco delle assunzioni
- Blocco normativo in attesa di revisione
- Ritorno al lavoro in presenza
- Porre fine alla strumentalizzazione («weaponisation») del governo federale
🚨 BREAKING: Trump signs slate of executive orders undoing Biden policies in front of massive Capital One arena crowd… – Federal workers must return to in-person work immediately – Withdrawal from Paris Climate treaty – Government censorship directed to halt – Ending… pic.twitter.com/bDGNqBrxVE
— Eric Daugherty (@EricLDaugh) January 20, 2025
- Ripristinare la libertà di parola e porre fine alla censura federale
- Proteggere i nostri confini
- Proteggere il significato e il valore della cittadinanza americana
- Riorganizzare il programma di ammissione dei rifugiati degli Stati Uniti
- Liberare l’energia americana
- Chiarire il ruolo dell’esercito nella protezione dell’integrità territoriale degli Stati Uniti
- Politica commerciale America First
- Promemoria per risolvere l’arretrato delle autorizzazioni di sicurezza per il personale dell’ufficio esecutivo del Presidente
- Dichiarare un’emergenza nazionale al confine meridionale degli Stati Uniti
- Ritenere responsabili gli ex funzionari governativi per interferenza elettorale e divulgazione impropria di informazioni governative sensibili
- Ripristinare la responsabilità delle posizioni che influenzano le politiche all’interno della forza lavoro federale
- Proteggere il popolo americano dall’invasione
- L’accordo fiscale globale dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE) (Global Tax Deal)
- Organizzazione del Consiglio di sicurezza nazionale e dei sottocomitati
- Rivalutazione e riallineamento degli aiuti esteri degli Stati Uniti
- Ritiro temporaneo di tutte le aree sulla piattaforma continentale esterna dalla concessione di locazione di energia eolica offshore e revisione delle pratiche di concessione e autorizzazione del governo federale per i progetti eolici
- Dichiarare un’emergenza energetica nazionale
- Ripristinare la responsabilità per i dirigenti senior di carriera
- Promuovere la bella architettura civica federale
- Ripristinare la pena di morte e proteggere la sicurezza pubblica
- Mettere le persone al di sopra dei pesci: fermare l’ambientalismo radicale per fornire acqua alla California meridionale
- Garantire la protezione degli Stati contro le invasioni
- Ripristinare i nomi che onorano la grandezza americana
- Designazione di cartelli e altre organizzazioni come organizzazioni terroristiche straniere e terroristi globali appositamente designati
BREAKING: President Trump signs an Executive Order designating the cartels as foreign terrorist organizations pic.twitter.com/Pc6pbMsbBo
— Libs of TikTok (@libsoftiktok) January 21, 2025
- Riformare il processo di assunzione federale e ripristinare il merito nel servizio governativo
- Porre fine ai programmi DEI del governo radicali e dispendiosi e dare la preferenza
- Difendere le donne dall’estremismo dell’ideologia di genere e ripristinare la verità biologica al governo federale
- Istituzione e attuazione del “Dipartimento per l’efficienza governativa” del Presidente
- Direttiva politica America First al Segretario di Stato
- Proteggere gli Stati Uniti dai terroristi stranieri e da altre minacce alla sicurezza nazionale e alla sicurezza pubblica
- Sfruttare lo straordinario potenziale delle risorse dell’Alaska
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Politica
«L’ordine globale del dopoguerra» è «un’arma usata contro di noi»: le parole antiglobaliste del nuovo segretario di Stato USA Rubio
Durante la sua audizione di conferma al Senato, il candidato alla carica di Segretario di Stato di Donald Trump, il senatore repubblicano Marco Antonio Rubio, ha messo in guardia contro l’adozione da parte degli Stati Uniti di un ordine globale al di sopra dei propri interessi nazionali fondamentali e ha affermato che il Paese è sulla buona strada per diventare totalmente dipendente dal Partito Comunista Cinese per soddisfare i propri bisogni quotidiani.
Nel corso di oltre 4 ore e mezza dinanzi alla Commissione per gli affari esteri del Senato, il repubblicano della Florida ha parlato con coraggio dei pericoli derivanti dalla sottomissione al nuovo ordine globale e dalla continua obbedienza degli Stati Uniti al Partito comunista cinese.
L’idea bipartisan post-Guerra Fredda secondo cui «l’interesse nazionale poteva ora essere sostituito da uno che servisse l’ordine mondiale liberale» e «che tutta l’umanità era ora destinata ad abbandonare la sovranità nazionale e l’identità nazionale e sarebbe invece diventata un’unica famiglia umana e cittadini del mondo» era una «pericolosa illusione», ha affermato il Rubio.
«Qui in America e in molte delle economie avanzate del mondo, un impegno quasi religioso per un commercio libero e senza restrizioni a spese della nostra economia nazionale ha ridotto la classe media, lasciato la classe operaia in crisi, fatto crollare la nostra capacità industriale e ha spinto catene di approvvigionamento critiche nelle mani di avversari e rivali», ha sottolineato.
«Uno zelo irrazionale per la massima libertà di movimento delle persone ha portato a una crisi migratoria di massa storica. Qui in America, ma anche in tutto il mondo, è una crisi che minaccia la stabilità delle società e dei governi», ha ammonito.
«In tutto l’Occidente, i governi ora censurano e persino perseguono gli oppositori politici interni», ha detto Rubio. «Nel frattempo, i jihadisti radicali marciano apertamente per le strade e, purtroppo, guidano veicoli contro la nostra gente», riferendosi ai recenti attacchi durante le festività a New Orleans e a Magdeburgo.
«Mentre l’America ha continuato fin troppo spesso a dare priorità all’ordine globale rispetto ai nostri interessi nazionali fondamentali, altre nazioni continuano ad agire nel modo in cui i paesi hanno sempre agito e sempre agiranno in quello che percepiscono come il loro miglior interesse. E invece di piegarsi all’ordine globale post-Guerra fredda, lo hanno manipolato per servire i loro interessi a spese dei nostri».
«L’ordine globale del dopoguerra non è solo obsoleto; è ora un’arma usata contro di noi. E tutto questo ha portato a un momento in cui dobbiamo affrontare il più grande rischio di instabilità geopolitica e di crisi globale generazionale nella vita di chiunque sia vivo e presente in questa sala oggi».
Marco Rubio says it was a “dangerous delusion” to believe “that all mankind was destined to abandon national sovereignty and national identity” to “instead become…citizens of the world.”
“The postwar global order is not just obsolete—it is now a weapon being used against us.” pic.twitter.com/McsoonQdT2
— Nate Hochman (@njhochman) January 15, 2025
Come sottolinea LifeSite, durante l’udienza il Rubio ha anche richiamato l’attenzione sulla crescente vulnerabilità degli Stati Uniti alle capricciose politiche commerciali del Partito Comunista Cinese.
«Se continuiamo sulla strada che stiamo percorrendo ora, in meno di 10 anni praticamente tutto ciò che conta per noi nella vita dipenderà dal fatto che la Cina ci permetterà di averlo o meno», ha detto Rubio. «Tutto, dai farmaci per la pressione sanguigna che prendiamo ai film che vediamo e tutto il resto, dipenderà dalla Cina per questo».
«Sono arrivati a dominare le forniture essenziali dell’industria mineraria in tutto il mondo, ovunque nel mondo hanno ormai stabilito diritti minerari criminali», ha affermato prima di divenire segretario di Stato. «Anche coloro che vogliono vedere più auto elettriche, non importa dove le produci, quelle batterie dipendono quasi interamente dalla capacità dei cinesi e dalla volontà del Partito comunista cinese di produrle ed esportarle».
«Se non cambiamo rotta, vivremo in un mondo in cui molto di ciò che conta per noi quotidianamente, dalla nostra sicurezza alla nostra salute, dipenderà dal fatto che i cinesi ce lo permettano o meno», ha dichiarato Rubio.
«Decenni di deindustrializzazione hanno reso l’America dipendente dal principale avversario della nazione, la Cina comunista, per tutto, dagli ingredienti delle nostre medicine agli input per i nostri sistemi d’arma», aveva scritto Rubio in un saggio su Compact Magazine lo scorso ottobre, aggiungendo:
«Nel frattempo, l’incessante esportazione di lavori manuali e l’importazione di manodopera a basso costo hanno lasciato innumerevoli uomini nati negli Stati Uniti senza un lavoro dignitoso, minando le loro opportunità e la loro forza. Nessuna società può prosperare a lungo senza uomini forti».
«Il tempo stringe per tracciare una nuova rotta. Dobbiamo abbandonare il consenso post-Guerra fredda, rompere il tabù tariffario delle multinazionali, reinvestire nella produzione nazionale e, cosa fondamentale, riprendere il controllo dei nostri confini. In breve, dobbiamo anteporre gli interessi della nostra nazione a quelli delle nostre élite. Più a lungo non lo faremo, più grave sarà il danno che faremo alla cittadinanza americana: le stesse persone che ci hanno votato e, così facendo, hanno affidato il loro benessere alle nostre mani».
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Le parole di Rubio riflettono un’inversione di tendenza epocale negli affari internazionali americani, in cui dal globalismo – che ha una radice evidente nel XX secolo proprio a Yalta, dove si stabilì l’Ordine mondiale postbellico – gli USA passano ad un nazionalismo concentrato sul popolo americano stesso, e semmai – in una rivampata della dottrina Monroe e di quella del «Destino Manifesto» – nel continente e nelle sue prossimità (Groenlandia, Panama, Canada, Messico…).
Secondo il pensiero anti-globalista emerso negli ultimi anni dai bassifondi – cioè, senza che fosse spendibile da politici e giornalisti mainstream – l’internazionalismo americano ha penalizzato il popolo deindustrializzando il Paese e creando così crisi sociali di portata gigantesca. In particolare, l’ingresso della Cina nell’Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC, o WTO) sotto Bill Clinton fu il colpo di grazia alla classe media americana e non solo quella, consentendo ai cinesi di divenire la «fabbrica del mondo» a discapito delle imprese, piccole e medie, delle famiglie occidentali.
È stato detto che Rubio fosse uno dei candidati della fazione neocon alle elezioni 2016, nella cui campagna elettorale fu canzonato senza alcuna pietà dal concorrente Donald Trump, che, in sketch formidabili, lo accusava di essere iperidrotico (cioè, di sudare assai copiosamente).
Sull’ex senatore americano, di origine cubane e con una lunga serie di religioni esperite, circolavano voci oscure, come quella su un suo coinvolgimento nella scena dei «party saponati» dei gay in Florida. L’uomo è ora sposato con quattro figli.
Rubio ha poi giurato l’altro giorno come segretario di Stato – cioè come ministro degli esteri USA – in una cerimonia officiata dal neovicepresidente JD Vance – un ragazzo cresciuto tra i monti Appalachi, zona industriale di fatto distrutta dalla deindustrializzazione mondialista, come visibile nel suo libro di memorie Elegia americana.
Come riportato da Renovatio 21, Rubio è altresì uno degli esponenti politici che ha chiesto a gran voce la fine della guerra ucraina e che prende sul serio il tema della minaccia UFO.
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