Geopolitica
Truppe tedesche schierate sul fronte orientale per combattere la Russia: prima volta dalla Seconda Guerra Mondiale

Truppe tedesche sono ora di stanza in prima linea in Lituania come schieramento permanente, la prima volta che ciò accade in territorio straniero da quando lo fecero i nazisti durante la seconda guerra mondiale.
Il generale di brigata tedesco Christoph Huber, comandante della 45a brigata corazzata, ha tenuto un discorso durante una cerimonia fuori Vilnius,
«Abbiamo una missione chiara. Dobbiamo garantire la protezione, la libertà e la sicurezza dei nostri alleati lituani qui sul fianco orientale della NATO».
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Il generale Huber ha riecheggiato la precedente dichiarazione del ministro della Difesa tedesco Boris Pistorius: «Con questa brigata pronta alla guerra, stiamo assumendo la responsabilità della leadership sul fianco orientale della NATO».
La Lituania è al confine con uno stretto alleato russo, la Bielorussia, e Kaliningrad, un’exclave russa sul Mar Baltico. Germania e Lituania avevano concordato nel 2023 di creare la Brigata corazzata, una parte della quale sarà di stanza nel campo di addestramento lituano di Rudninkai, a 12 miglia dal confine con la Bielorussia.
Il piano è di dislocare 4.800 militari e circa 2.000 armi pesanti, oltre a porre il gruppo tattico Forward Presence dei due paesi sotto il comando della brigata tedesca.
Come riportato da Renovatio 21, la Germania aveva espanso la sua presenza militare in Lituania ancora due anni fa.
La Germania sta con evidenza tentando in modo evidente una rimilitarizzazione (fenomeno per evitare il quale, si diceva, era stata creata la NATO) con espansione in Paesi vicini e investimenti in munizioni (22 miliardi entro il 2031), nonostante i problemi di reclutamento e i malumori delle truppe. Solo tre mesi fa Berlino aveva messo sul piatto altri 12 miliardi per l’esercito.
Nel 2022, partito il conflitto ucraino, la Germania ha cambiato la Grundgesetz, la Costituzione tedesca, per potere allocare più danaro alle forze armate. Nel giugno 2023 il ministero della Difesa tedesco ha dichiarato che nelle sue scorte sono rimasti solo 20.000 proiettili di artiglieria ad alto esplosivo. Calcoli precedenti avevano fatto notare che il Paese avrebbe avuto, in caso di guerra, munizione per due giorni di combattimenti. Kiev all’epoca aveva appena donato altri 2,7 miliardi in armamenti a Kiev.
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Un sondaggio di due anni fa mostra che solo il 17% dei tedeschi è disposto a imbracciare le armi e morire per il proprio Paese.
Come riportato da Renovatio 21, tre mesi la Lituania ha definito Kaliningrado come «città lituana». Negli stessi giorni il Paese canvellava il balletto Lo Schiaccianoci perché musicato da Petr Il’ic Tchaikovskij, che era russo.
L’anno passato, la Lituania aveva accusato l’Ungheria di Vittorio Orban di esser «contro l’Europa». Un anno prima aveva convocato il nunzio apostolico per chiedere conto di alcune parole di Bergoglio ritenute filo-russe.
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Immagine di NATO North Atlantic Threaty via Flickr pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-NonCommercial-NoDerivs 2.0 Generic
Geopolitica
Netanyahu: «uno Stato palestinese non si realizzerà». All’ONU dicono il contrario

JUST IN:
🇮🇱🇵🇸 Netanyahu with a warning to the whole world after the recognition of Palestine: “There will be NO Palestinian state west of the Jordan” He Promises to aggressively expand the illegal settlements on the Palestinian territory “We have doubled the Jewish… pic.twitter.com/EYZeFkBb20 — Megatron (@Megatron_ron) September 21, 2025
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Anche Gran Bretagna, Lussemburgo, Slovenia, Andorra, Irlanda, Norvegia, Belgio, Spagna, Canada, Australia, Principato di Monaco, Portogallo e altri Paesi hanno dichiarato di riconoscere lo Stato Palestinese.I declare that today, France recognizes the State of Palestine. pic.twitter.com/8kg6xukuO0
— Emmanuel Macron (@EmmanuelMacron) September 22, 2025
🇵🇸 🇬🇧 “I stand before you today, beneath the emblem of the United Nations, to confirm the historic decision of the British Government to recognize the State of Palestine.” pic.twitter.com/10h1zQSWKS
— State of Palestine (@Palestine_UN) September 22, 2025
🇵🇸 🇱🇺 “ That is why, I solemnly declare that as of today, Luxembourg formally recognizes the State of Palestine.” pic.twitter.com/NFWOrS1SVa
— State of Palestine (@Palestine_UN) September 22, 2025
🇵🇸 🇸🇮 “Slovenia has acted, we recognized the State of Palestine.” pic.twitter.com/EezLwgNbup
— State of Palestine (@Palestine_UN) September 22, 2025
🇵🇸 🇦🇩 “The Government of Andorra approved the recognition of the State of Palestine.” pic.twitter.com/AbUdRmg1Zt
— State of Palestine (@Palestine_UN) September 22, 2025
🇵🇸 🇮🇪 “The only way to end the appalling cycle of violence is to forge a political path. That is why Ireland, last year, recognized the state of Palestine.” pic.twitter.com/BNBqYq0ETi
— State of Palestine (@Palestine_UN) September 22, 2025
🇵🇸 🇳🇴 “Last year, Norway recognized the State of Palestine.” pic.twitter.com/pnp09sEyUg
— State of Palestine (@Palestine_UN) September 22, 2025
🇵🇸 🇧🇪 “Belgium is giving out a strong diplomatic and political signal to the world today by joining the group of countries that announced the recognition of the State of Palestine.” pic.twitter.com/bO6HRgaJ7u
— State of Palestine (@Palestine_UN) September 22, 2025
🇵🇸 🇪🇸 “The State of Palestine must be a fully fledged member of the United Nations. As soon as possible we must conclude the procedure to admit the state of Palestine to this organization on an equal footing with the rest of states here in.“ pic.twitter.com/wkNBDYnkYU
— State of Palestine (@Palestine_UN) September 22, 2025
🇵🇸 🇨🇦 “Canada recognizes the State of Palestine.” pic.twitter.com/VFypk90xPB
— State of Palestine (@Palestine_UN) September 22, 2025
🇵🇸 🇦🇺 “We must break the cycle of violence. Yesterday, Australia recognized the State of Palestine.” pic.twitter.com/s83cSgKt3X
— State of Palestine (@Palestine_UN) September 22, 2025
🇵🇸 🇲🇨 “We wish to recognize Palestine as a State under international law.” pic.twitter.com/vDIMRdBcCd
— State of Palestine (@Palestine_UN) September 22, 2025
🇵🇸 🇵🇹 “Portugal formally recognized the State of Palestine as a sovereign State with full rights.” pic.twitter.com/Mzk5vd5xAa
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Il segretario generale dell’ONU Antonio Guterres ha dichiarato, facendo circolare la massima sui canali social ufficiali delle Nazioni Unite, che «uno Stato per i palestinesi è un diritto, non una ricompensa».🇵🇸 🇮🇹 “Italy strongly supports the dream of the Palestinian people to have a State.” pic.twitter.com/NIvqVzCM2L
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🇵🇸 🇺🇳 “Let’s be clear: statehood for the Palestinians is a right not a reward.” pic.twitter.com/UpPMxkSg95
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“Statehood for the Palestinians is a right, not a reward.”
At #UNGA, @antonioguterres calls on world leaders to ensure the two-State solution prevails for the people of Israel, Palestine and all of humanity.https://t.co/9cqvyO5mBF pic.twitter.com/U3eAuh1tkZ — United Nations (@UN) September 22, 2025
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Geopolitica
L’account di Maduro rimosso da YouTube

Il canale YouTube del presidente venezuelano Nicolas Maduro è stato rimosso dalla piattaforma, in un contesto di crescenti tensioni tra Caracas e Washington.
Secondo l’emittente statale Telesur, il canale è stato disattivato venerdì. Da allora, non appare più nei risultati di ricerca ed è inaccessibile anche tramite link diretto.
«Questa pagina non è disponibile», recita il messaggio che ora compare al posto del canale di Maduro.
Google, la società madre di YouTube con sede negli Stati Uniti, non ha commentato la rimozione. Il canale di Maduro, che contava oltre 233.000 iscritti, trasmetteva principalmente i suoi discorsi e il suo programma televisivo settimanale. YouTube dichiara che gli account possono essere rimossi per «violazioni ripetute», come la diffusione di disinformazione, l’incitamento all’odio o l’interferenza nei «processi democratici». Caracas non ha ancora rilasciato dichiarazioni ufficiali riguardo alla rimozione.
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La sospensione del canale avviene in un momento di crescente attrito tra Stati Uniti e Venezuela. Le relazioni si sono deteriorate quando Washington ha rifiutato di riconoscere la rielezione di Maduro, e la tensione è aumentata con il recente dispiegamento di navi da guerra e aerei da combattimento americani nei Caraibi meridionali.
Come riportato da Renovatio 21, il mese scorso, gli Stati Uniti hanno inviato almeno otto navi della Marina, un sottomarino d’attacco e circa 4.000 soldati vicino alla costa venezuelana, dichiarando che la missione mirava a contrastare i cartelli della droga. Washington ha sostenuto che l’armata ha affondato tre imbarcazioni venezuelane, senza però fornire prove che le persone a bordo fossero criminali.
I funzionari venezuelani hanno denunciato il dispiegamento come un attacco alla sovranità e un tentativo di rovesciare Maduro. All’inizio di questo mese, Maduro ha inviato una lettera a Trump, sottolineando che il Venezuela aveva smantellato le reti di traffico e le principali bande di narcotrafficanti, respingendo le notizie contrarie come fake news e si è offerto di avviare colloqui diretti con Washington sulla questione.
«Presidente, spero che insieme possiamo sconfiggere le falsità che hanno macchiato il nostro rapporto, che deve essere storico e pacifico», ha scritto Maduro nella lettera condivisa su Telegram dalla vicepresidente Delcy Rodriguez.
Trump ha dichiarato di non voler perseguire un cambio di regime in Venezuela, ma non ha escluso azioni contro i cartelli. Il mese scorso, la sua amministrazione ha raddoppiato la ricompensa per l’arresto di Maduro, portandola a 50 milioni di dollari, in seguito a un’incriminazione del 2020 a New York per cospirazione nel traffico di cocaina, accuse che Maduro ha definito un tentativo di colpo di Stato. Interrogato domenica sulla lettera di Maduro, Trump ha evitato di confermare di averla ricevuta, limitandosi a dire: «Vedremo cosa succederà con il Venezuela».
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La Casa Bianca accusa da tempo Maduro di guidare una rete di narcotrafficanti nota come «Cartel de los Soles», sebbene non vi siano prove schiaccianti o prove concrete che lo dimostrino, tuttavia lo scorso anno gli USA sono arrivati a sequestrare un aereo presumibilmente utilizzato dal presidente di Carcas. È stato anche accusato di aver trasformato l’immigrazione in un’arma, sebbene Maduro si sia mostrato pronto a dialogare con le delegazioni diplomatiche americane sulla questione.
Come riportato da Renovatio 21, a inizio anno Maduro aveva dichiarato che Washington ha aperto il suo libretto degli assegni a una schiera di truffatori e bugiardi per destabilizzare il Venezuela, quando gli Stati Uniti si sono rifiutati di riconoscere le elezioni del 2024 in Venezuela.
Secondo Maduro, almeno 125 militanti provenienti da 25 Paesi sono stati arrestati dalle autorità venezuelane. Aveva poi accusato Elone Musk di aver speso un miliardo di dollari per un golpe in Venezuela. Negli stessi mesi si parlò di un piano di assassinio CIA di Maduro sventato.
Settimane fa il presidente venezuelano ha definito il premier britannico Keir Starmer come «pazzo diabolico». I rapporti sono tesi anche con Buenos Aires, con Milei a chiedere alla Corte Penale Internazionale l’arresto del Maduro.
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Geopolitica
I talebani contro l’ultimatum di Trump, che rivuole la base aerea di Bagram: sennò «accadranno cose brutte»

⚡️BREAKING
Afghanistan responds to Trump. Qari Fasihuddin Fitrat, Chief of Staff of the Afghan Ministry of Defense, responding to reports about talks regarding the handover of Bagram Air Base, stated: “It is not possible to negotiate over even one inch of Afghanistan’s soil.” pic.twitter.com/gRQNB7xhfX — Warfare Analysis (@warfareanalysis) September 21, 2025
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L’ultimatum di Trump ha scatenato una protesta armata fuori dall’ambasciata USA a Kabul.The 🇦🇫Afghan Foreign Minister responds to Trump on the demand to get back the Bagram airbase:
“We will not give the Americans even a grain of our soil, let alone the airbase. If necessary, we will fight them for another 20 years.” Yesterday, Trump said Americans are RESPECTED… pic.twitter.com/LqCTZ7j9Tm — Megh Updates 🚨™ (@MeghUpdates) September 21, 2025
😄😄😄
Taliban protests outside US🇺🇸 embassy in Afghanistan 🇦🇫 They danced outside the so-called embassy throughout the night. 😅 Trump’s statement on BAGRAM met with strong counters from TALIBAN’s side. Including the demonstration below. 👇👇👇 https://t.co/txd2BjhlJH pic.twitter.com/DZdrVY1kM5 — Levina🇮🇳 (@LevinaNeythiri) September 22, 2025
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