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Thailandia, la polizia reprime le proteste contro il governo

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Renovatio 21 pubblica questo articolo su gentile concessione di AsiaNews. Le opinioni degli articoli pubblicati non coincidono necessariamente con quelle di Renovatio 21.

 

 

Oggi i leader del movimento pro-democrazia sono tornati in strada presentando una denuncia contro gli ufficiali coinvolti nelle violenze. I manifestanti chiedevano la cancellazione del summit economico e le dimissioni del generale e primo ministro Prayut Chan-o-cha. Secondo gli esperti una debole opposizione di piazza potrebbe continuare fino alle elezioni dell’anno prossimo.

 

 

 

La polizia thailandese è stata criticata per la dura repressione delle proteste che si sono svolte ieri nella capitale Bangkok in occasione dell’inizio del summit APEC (Cooperazione economica Asia-Pacifico).

 

Gli scontri tra manifestanti e forze dell’ordine si sono verificati su Din So Road e sono iniziati dopo che un gruppo di attivisti che si fa chiamare «Citizens Stop APEC 2022» ha provato a condurre una marcia dal luogo designato dalla città metropolitana di Bangkok per la manifestazione verso la sede del vertice APEC, a qualche chilometro di distanza.

 

Ai giornalisti – alcuni dei quali sono stati leggermente feriti – era stato ordinato di andarsene.

 

I manifestanti volevano consegnare al governo una lettera in cui chiedevano la cancellazione del vertice economico e le dimissioni del primo ministro Prayut Chan-o-cha. Per opporsi alla polizia hanno bruciato in strada con un fornelletto da campo del peperoncino (v. immagine).

 

Secondo il direttore di Amnesty International Thailandia, Piyanut Kotsan, l’azione della Royal Thai Police «non ha affatto rispettato gli standard internazionali come ripetutamente affermato» dalle forze di sicurezza.

 

La polizia ha spinto gli attivisti in una strada stretta e utilizzato gas lacrimogeni e proiettili di gomma, ferendo gravemente a un occhio almeno un manifestante. 25 persone che erano state arrestate oggi sono state rilasciate. Questa mattina alcuni leader del movimento sono scesi nuovamente in piazza presentando una denuncia alla polizia contro gli ufficiali coinvolti nelle violenze.

 

«Questo è ciò che accade sotto il governo guidato dal generale Prayut Chan-o-cha. La polizia non ha spina dorsale e sceglie di usare la violenza contro le persone. Cinque manifestanti sono rimasti feriti e molti arrestati», ha dichiarato la giovane attivista Patsaravalee Tanakitvibulpon che si oppone all’attuale amministrazione.

 

Secondo alcuni commentatori, le proteste di ieri si richiamavano a quelle pro-democrazia del 2020, che chiedevano nuove leggi per riformare la monarchia thailandese e la fine de governo salito al potere nel 2014 dopo il colpo di Stato dei militari.

 

Per alcuni il movimento di protesta, seppur indebolito rispetto a un paio di anni fa, potrebbe continuare a opporsi al generale e premier Prayut Chan-o-cha almeno fino alle elezioni previste per il prossimo anno.

 

 

 

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Renovatio 21 offre questo articolo per dare una informazione a 360º. Ricordiamo che non tutto ciò che viene pubblicato sul sito di Renovatio 21 corrisponde alle nostre posizioni.

 

 

 

Immagine da AsiaNews

 

 

 

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Protesta

Un morto e oltre 100 feriti in una protesta dei giovani del Perù

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Secondo le autorità, violenti scontri antigovernativi avvenuti mercoledì nella capitale peruviana Lima hanno provocato almeno un morto e oltre 100 feriti.

 

La settimana scorsa, il Congresso peruviano ha destituito la presidente Dina Boluarte a seguito dell’indignazione popolare per l’aumento della criminalità e numerosi scandali di corruzione, nominando il capo del Congresso José Jeri come presidente ad interim. Jeri, che ha presentato il suo gabinetto martedì, ha promesso di concentrarsi sulla lotta alla criminalità, ma si è trovato di fronte a proteste che ne chiedevano la rimozione.

 

Mercoledì sera, migliaia di manifestanti, prevalentemente giovani, insieme a rappresentanti sindacali, hanno marciato per le strade di Lima per contestare il nuovo governo di Jeri. La protesta è degenerata in violenza quando i dimostranti hanno cercato di abbattere le barriere di sicurezza fuori dal Congresso, spingendo la polizia antisommossa a intervenire.

 

Secondo i resoconti, i manifestanti hanno attaccato gli agenti con pietre, bombe molotov e fuochi d’artificio, mentre la polizia ha risposto utilizzando gas lacrimogeni e razzi per disperdere la folla.

 

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Lo Jeri ha criticato la protesta sui social media, etichettandola come «irresponsabile» e affermando che criminali si erano infiltrati nella folla per «seminare disordine». Ha assicurato che i colpevoli della violenza dovranno subire «tutto il rigore della legge».

 

Le manifestazioni contro corruzione e criminalità si sono acuite a Lima, dove i casi di estorsione sono passati da poche centinaia annue nel 2017 a oltre 2.000 mensili nel 2025, causando la morte di decine di autisti di autobus e attentati con bombe contro imprese. Questa ondata di violenza ha indotto la proclamazione dello stato di emergenza all’inizio dell’anno.

 

Tuttavia, molti ritengono lo Jeri inadeguato a gestire la crisi. Un sondaggio Ipsos del mese scorso ha rilevato che solo il 5% approva il suo lavoro come presidente del Congresso, mentre quasi l’80% lo critica. Il Perù ha visto sette governi negli ultimi dieci anni, compreso l’ultimo in ordine di tempo.

 

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Protesta

La polizia usa lacrimogeni e idranti contro i manifestanti a Brusselle

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Episodi di protesta con violenza sono emersi durante le manifestazioni delle ultime ore a Brusselle.   Le immagini della protesta mostrano i manifestanti che si scontrano con le forze dell’ordine, lanciano fuochi d’artificio e sventolano bandiere e cartelli.   Poliziotti in tenuta antisommossa sono stati visti utilizzare gas lacrimogeni e cannoni ad acqua per disperdere la folla.  

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Secondo HLN, Gert Truyens, presidente del sindacato CGSLB, ha dichiarato che la manifestazione è stata interrotta a causa degli scontri provocati da una minoranza violenta tra i dimostranti.   «Questi non sono manifestanti, ma individui che causano disordini», ha riportato il giornale.   Durante la giornata, lo sciopero generale ha fortemente compromesso i servizi di trasporto pubblico e ha bloccato le partenze nell’aeroporto principale di Bruxelles.   De Wever, eletto a febbraio, ha proposto misure di austerità per affrontare il crescente deficit di bilancio del Belgio.  

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Protesta

I giovani della generazione Z protestano anche in Marocco: le immagini

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Proteste guidate da giovani per chiedere migliori ospedali e scuole si sono diffuse in diverse città del Marocco nella tarda serata di lunedì. Secondo testimoni e organizzazioni per i diritti umani, decine di persone sono state arrestate a Rabat, Casablanca, Agadir, Tangeri e Oujda.

 

Le manifestazioni, coordinate online dal gruppo informale «GenZ 212» tramite TikTok, Instagram e Discord, hanno visto anche il coinvolgimento di Morocco Youth Voices, che ha invitato i partecipanti a radunarsi pacificamente per stimolare il dibattito sulle politiche sociali.

 

I disordini sono iniziati ad Agadir, dove la frustrazione per le condizioni degli ospedali si è rapidamente propagata tramite i social media ad altre città. L’Associazione Marocchina per i Diritti Umani, citata dall’*AP*, ha riportato oltre 120 arresti nel fine settimana.

 


 

 

 

 

 

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Le autorità hanno smentito le accuse secondo cui i preparativi per la Coppa del Mondo 2030, co-ospitata da Marocco, Spagna e Portogallo, avrebbero sottratto risorse ai servizi essenziali.

 

Il premier marocchino Aziz Akhannouch, anche sindaco di Agadir, ha difeso l’operato del governo: «Abbiamo portato avanti riforme, aumentato la spesa e stiamo costruendo ospedali in tutte le regioni del Paese», ha dichiarato, come riportato dall’agenzia AP. Ha ammesso, tuttavia, che l’ospedale principale di Agadir soffre di carenze croniche e infrastrutture obsolete.

 

La popolazione marocchina è prevalentemente giovane, con metà degli abitanti sotto i 25 anni.

 

Come riportato da Renovatio 21, proteste simili guidate da giovani hanno recentemente scosso altri paesi. In Madagascar, le dimostrazioni per la carenza di energia e acqua hanno portato lunedì allo scioglimento del governo. In Nepal, a inizio settembre, proteste contro il divieto di piattaforme social e la corruzione hanno costretto alle dimissioni il Primo Ministro KP Sharma Oli.

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