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Thailandia, la polizia reprime le proteste contro il governo

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Oggi i leader del movimento pro-democrazia sono tornati in strada presentando una denuncia contro gli ufficiali coinvolti nelle violenze. I manifestanti chiedevano la cancellazione del summit economico e le dimissioni del generale e primo ministro Prayut Chan-o-cha. Secondo gli esperti una debole opposizione di piazza potrebbe continuare fino alle elezioni dell’anno prossimo.

 

 

 

La polizia thailandese è stata criticata per la dura repressione delle proteste che si sono svolte ieri nella capitale Bangkok in occasione dell’inizio del summit APEC (Cooperazione economica Asia-Pacifico).

 

Gli scontri tra manifestanti e forze dell’ordine si sono verificati su Din So Road e sono iniziati dopo che un gruppo di attivisti che si fa chiamare «Citizens Stop APEC 2022» ha provato a condurre una marcia dal luogo designato dalla città metropolitana di Bangkok per la manifestazione verso la sede del vertice APEC, a qualche chilometro di distanza.

 

Ai giornalisti – alcuni dei quali sono stati leggermente feriti – era stato ordinato di andarsene.

 

I manifestanti volevano consegnare al governo una lettera in cui chiedevano la cancellazione del vertice economico e le dimissioni del primo ministro Prayut Chan-o-cha. Per opporsi alla polizia hanno bruciato in strada con un fornelletto da campo del peperoncino (v. immagine).

 

Secondo il direttore di Amnesty International Thailandia, Piyanut Kotsan, l’azione della Royal Thai Police «non ha affatto rispettato gli standard internazionali come ripetutamente affermato» dalle forze di sicurezza.

 

La polizia ha spinto gli attivisti in una strada stretta e utilizzato gas lacrimogeni e proiettili di gomma, ferendo gravemente a un occhio almeno un manifestante. 25 persone che erano state arrestate oggi sono state rilasciate. Questa mattina alcuni leader del movimento sono scesi nuovamente in piazza presentando una denuncia alla polizia contro gli ufficiali coinvolti nelle violenze.

 

«Questo è ciò che accade sotto il governo guidato dal generale Prayut Chan-o-cha. La polizia non ha spina dorsale e sceglie di usare la violenza contro le persone. Cinque manifestanti sono rimasti feriti e molti arrestati», ha dichiarato la giovane attivista Patsaravalee Tanakitvibulpon che si oppone all’attuale amministrazione.

 

Secondo alcuni commentatori, le proteste di ieri si richiamavano a quelle pro-democrazia del 2020, che chiedevano nuove leggi per riformare la monarchia thailandese e la fine de governo salito al potere nel 2014 dopo il colpo di Stato dei militari.

 

Per alcuni il movimento di protesta, seppur indebolito rispetto a un paio di anni fa, potrebbe continuare a opporsi al generale e premier Prayut Chan-o-cha almeno fino alle elezioni previste per il prossimo anno.

 

 

 

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Immagine da AsiaNews

 

 

 

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