Cina
Esplode la rivolta del popolo cinese contro il lockdown zero-COVID
![](https://www.renovatio21.com/wp-content/uploads/2022/11/cina-protest-scaled.jpg)
Sono immagini mai viste quelle che arrivano da un gran numero di città cinesi.
La popolazione scende in strada in protesta contro la politica dei lockdown totali perseguita da Xi Jinping, fautore del famoso approccio zero-COVID, che di fatto ha confinato qualcosa come 412 milioni di cinesi.
Dopo la strage di Urumqi, dove 44 persone avrebbero perso la vita in un condominio che per lockdown era stato chiuso dall’esterno (sì…), in varie città – megalopoli – cinesi sta avvenendo qualcosa di semplicemente impensabile. La popolazione scende in strada e chiede apertamente al presidente Xi di dimettersi.
Si tratta di un livello di polemica politica che non si era mai visto in Cina – almeno dai tempi della rivolta di Piazza Tien’anmen…
Per chi conosce la discrezione con cui la popolazione cinese, che subisce censure e torture, desaparecidos e la costante minaccia del credito sociale onnipervandente, ha cercato di trasmettere alle autorità in questi decenni il proprio sentimento, si tratta di un salto quantico, di un argine che si rompe per sempre: ora i cinesi criticano apertamente i vertici del loro Paese.
I video che stanno in qualche modo uscendo dalla Cina sono, quindi, documenti di portata storica.
Thread/1
Massive protest happened in Ulumuqi,Xinjiang,China after more than 100 days zero-covid city lockdown.
People are chanting ‘stop lockdown’ ‘we are human being’ pic.twitter.com/trQhDSZLXr
— 巴丢草 Bad ї ucao (@badiucao) November 25, 2022
Protests in China are not rare. What *is* rare, are multiple protests over the same issue, at the same time, across the country. The protest below, apparently in central Beijing’s liangmaqiao, is astounding #China #protests pic.twitter.com/UHJCqqF1YG
— Tom Mackenzie (@TomMackenzieTV) November 27, 2022
Manifestation ce soir à Hangzhou en Chine contre la politique zéro-covid. La police a procéder a plusieurs interpellations #China #China pic.twitter.com/k5WuhBTFiu
— Anonyme Citoyen (@AnonymeCitoyen) November 28, 2022
La protesta dilaga negli atenei, come la prestigiosa università pechinese Tsinghua
WATCH: Large protest at Beijing’s Tsinghua University in China over Covid lockdowns pic.twitter.com/BjoEcFKN2I
— Insider Paper (@TheInsiderPaper) November 27, 2022
Durante le manifestazioni del sabato sera a Shanghai, la più grande città del Paese, si sono sentite persone gridare apertamente slogan antigovernativi come «Xi Jinping, dimettiti!» e «Partito comunista, dimettiti!» lo riferisce la BBC.
Chilling. The national anthem. Especially that phrase ‘qi lai!’ (‘stand up!’). Never seen anything like this. Well, except in #HongKong… pic.twitter.com/OGYZwNgnKi
— Eva Rammeloo (@eefjerammeloo) November 26, 2022
A Wuhan, capitale globale del COVID – dove le autorità del Partito Comunista Cinese ci volevano far credere che tutto andava sempre benissimo – la popolazione ha tirato giù i muri piazzati per il lockdown della città.
NOW – People tear down barricades in #Wuhan. Anti-lockdown protests are spreading to more and more cities in China.pic.twitter.com/BpIfRCZ07Q
— Disclose.tv (@disclosetv) November 27, 2022
La polizia cinese, con elementi in borghese a dar man forte, sta portando via i manifestanti più focosi. Ma la protesta non pare a questo punto controllabile.
Flower vs. Police: A protestor in Shanghai, #China, gets taken by security as he was preparing to give a speech. Residents try to grab him back… pic.twitter.com/py9y3iIjEY
— Joyce Karam (@Joyce_Karam) November 27, 2022
Zero Covid rules in China…
This is what happens when you don't have a 2nd Amendment ⚠️⚠️
🔊sound… 😳#chinaprotests #covid pic.twitter.com/8AUKyLRIr4
— Libs of TikTok (@LibFails) November 27, 2022
The CCP is going to have to crack down hard in order to survive, similar to the Tiananmen square massacre in 1989. These videos are happening all over China.
Police arrest residents in China's Xinjiang province. They smash this guys cellphone for recording ⚠️⚠️⚠️
🔊sound …😰 pic.twitter.com/GmcChiqIo5
— Wall Street Silver (@WallStreetSilv) November 27, 2022
#Breaking: Chinese police brutality#China #internationalleaks #chinalockdown #ChinaUprisingThread #ChinaUprising #ChinaProtests #chinacovid pic.twitter.com/8tTjRYA0xF
— The HbK (@The5HbK) November 27, 2022
In China pic.twitter.com/nUGgROJcjn
— president strijd voor het volk en onze kinderen ♥️ (@PieterJanse5) November 24, 2022
Guangzhou, China. pic.twitter.com/DoplXyyyWr
— Shiv Aroor (@ShivAroor) November 25, 2022
CHINA – Government has changed all protestors Covid QR codes to RED. Effectively locking them down.
Now you know what those thousands of camps they are building were for!
China doesn’t like dissent.. and that’s catching on in your country too!pic.twitter.com/fs6caMiyqw
— Bernie's Tweets (@BernieSpofforth) November 23, 2022
People still marching through the streets of Beijing only 4km away from the Tiananmen Square, next to some embassies of the world. #Beijing #China pic.twitter.com/hCZ9UwCOww
— (((Tendar))) (@Tendar) November 27, 2022
Nel frattempo, emergono spaventosi video come questo che segue: a Canton, una struttura di quarantena – cioè un lager pandemico – per 80 mila persone…
For the second day in a row, China has recorded an explosive increase in coronavirus infections.
In the city of Guangzhou, the capital of Guangdong province, which has the largest number of cases, the construction of a quarantine center for 80,000 people has begun. pic.twitter.com/LnOZdVdVjO
— NEXTA (@nexta_tv) November 25, 2022
Come finirà tutto questo non siamo in grado di dirlo. Tuttavia è facile che immagine che, nonostante la censura che impedisce anche solo di parlare della protesta con conseguente strage a Tienan’men, la popolazione sa bene cosa è successo. Quindi, chi in questo momento va in strada in Cina, sa cosa sta rischiando.
Un coraggio non da poco.
Cina
Pechino dà più autonomia fiscale agli enti locali in piena crisi finanziaria
![](https://www.renovatio21.com/wp-content/uploads/2024/07/Pechino-veduta-2013.jpg)
Renovatio 21 pubblica questo articolo su gentile concessione di AsiaNews. Le opinioni degli articoli pubblicati non coincidono necessariamente con quelle di Renovatio 21.
Tra le decisioni adottate del terzo Plenum del Partito tenutosi nei giorni scorsi, il via libera a una «maggiore capacità fiscale autonoma» per far fronte al pesante squilibrio tra entrate e uscite. Su prefetture e contee gravano debiti ingenti che l’esplosione della bolla immobiliare in Cina ha reso ancora più insostenibili. Intanto la Banca centrale ha ritoccato nuovamente al ribasso i tassi per stimolare la crescita al di sotto delle attese.
Di fronte all’ammontare del debito delle amministrazioni locali in Cina – che secondi i dati ufficiali (da molti analisti indipendenti ritenuti addirittura sottostimati) ammonta a ben 5.600 miliardi dollari – il Partito Comunista Cinese intende dare più poteri ai governi locali nell’imposizione e nella gestione delle entrate fiscali.
È la decisone più significativa che compare tra le risoluzioni adottate dall’atteso terzo Plenum del Comitato centrale del Partito comunista cinese, tenutosi la scorsa settimana e ce aveva al centro proprio il rallentamento della crescita economica cinese che continua anche ormai finita la fase della pandemia.
Nelle oltre quaranta pagine del comunicato pubblicato domenica 21 luglio dall’agenzia statale Xinhua – nel quadro di una «chiara divisione delle responsabilità», si dice verrà concessa ai governi locali una maggiore «capacità fiscale autonoma», consentendo loro di aumentare le fonti fiscali e di espandere «in modo appropriato» la loro autorità di gestione in materia di tasse.
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La crisi finanziaria degli enti locali è uno dei problemi principali che gravano oggi sull’economia cinese. Da questi enti dipendono i servizi pubblici ai cittadini, come l’istruzione e la sanità, e dunque le loro difficoltà finanziarie possono portare a tagli che indirettamente riducono la capacità di spesa delle famiglie, rallentando così anche i consumi interni.
Da quando Pechino ha avviato le riforme del mercato, oltre quarant’anni fa, la tassazione e le riforme dei rapporti tra centro e territori sono state costantemente uno degli elementi più spinosi.
La riforma della ripartizione fiscale del 1994, lanciata dall’allora premier Zhu Rongji, ha alleviato il deficit di entrate del governo centrale, ma è stata accusata di aver causato l’aumento degli oneri per i governi locali. Di conseguenza, le amministrazioni locali si sono rivolte alla vendita all’asta dei diritti di utilizzo dei terreni per ottenere maggiori entrate. Ma l’esplosione della bolla immobiliare in questi ultimi anni gli si è ritorta contro.
Secondo i dati ufficiali del ministero delle Finanze, l’anno scorso le entrate fiscali dei governi locali hanno rappresentato il 54% del totale nazionale, a fronte di una spesa che è pari all’86% del totale. Uno squilibrio dovuto al rallentamento economico post-pandemia che ha aumentato le preoccupazioni per i rischi di stabilità finanziaria delle oltre 300 prefetture e delle circa 3.000 contee della Cina, alcune delle quali si trovano impantanate in un debito gravoso.
In questo quadro il Plenum del Partito ha deciso di istituire un «meccanismo a lungo termine» per disinnescare il rischio di debito nascosto e un’espansione «ragionevole» del denaro raccolto attraverso obbligazioni speciali emesse dai governi locali. Tra le misure in cantiere figurano anche l’aumento dei trasferimenti generali dal governo centrale alle autorità locali, il passaggio della riscossione dell’imposta sui consumi ai governi locali e il miglioramento della ripartizione delle entrate fiscali condivise, come l’imposta sul valore aggiunto.
Nel frattempo oggi la banca centrale cinese ha nuovamente ritoccato oggi due tassi di interesse di riferimento che erano già ai minimi storici per il Paese, nel tentativo di rilanciare la crescita economica che resta al di sotto del 5% indicato come obiettivo.
Il tasso prime sui prestiti a un anno, che costituisce il parametro di riferimento per i tassi più vantaggiosi che le banche possono offrire a imprese e famiglie, è stato ridotto dal 3,45% al 3,35%, dopo essere stato abbassato l’ultima volta in agosto.
Il tasso a cinque anni, il parametro di riferimento per i prestiti ipotecari, è stato ridotto dal 3,95% al 3,85%, dopo la riduzione di febbraio.
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Immagine di edward stojakovic via Flickr pubblicata su licenza CC BY 2.0
Cina
Test di gravidanza obbligatori nelle aziende cinesi
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Cina
L’internet cinese e l’attentato a Trump
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Renovatio 21 pubblica questo articolo su gentile concessione di AsiaNews. Le opinioni degli articoli pubblicati non coincidono necessariamente con quelle di Renovatio 21.
Anche sui social network della Repubblica popolare cinese la notizia e le immagini del tentato omicidio del Tycoon sono diventate subito virali. Magliette con l’iconico scatto col volto insanguinato già in vendita sulle piattaforme di e-commerce. Ma c’è anche chi ironizza sul pugno chiuso, rispolverando il nomignolo «Compagno Janguo» con cui Trump veniva schernito in Cina durante la sua presidenza.
La notizia dell’attentato all’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump – avvenuto sabato 13 luglio durante un comizio a Butler, in Pennsylvania – ha scatenato numerose reazioni anche tra i netizen cinesi, diventando presto un trending topic sui social network del Paese di mezzo.
Secondo quanto riporta il sito What’s on Weibo, quello del tentato omicidio al Tycoon è stato uno degli argomenti più cercati sull’omonima piattaforma di microblogging nel pomeriggio di domenica. Nel giro di poche ore hashtag come «Hanno sparato a Trump», «Trump dice che un proiettile gli ha perforato l’orecchio destro», «Reporter riprende un proiettile che sfiora l’orecchio di Trump», «Confermata l’identità dell’attentatore di Trump» sono diventati virali su Weibo, ottenendo milioni di visualizzazioni.
Leggendo alcuni commenti apparsi, è parere diffuso anche tra gli utenti del più popolare social network cinese che questo drammatico evento giocherà a favore del candidato repubblicano, aumentandone la popolarità e agevolando la sua corsa per le elezioni presidenziali del prossimo novembre.
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A tal proposito, Hu Xijin, noto giornalista e commentatore politico cinese, ha scritto: «credo istintivamente che questo incidente farà guadagnare a Trump molta simpatia, portandolo a un passo dal ritorno alla Casa Bianca».
Ripostando un tweet dell’influencer americano Jackson Hinkle che accosta l’immagine di Trump con il pugno chiuso dopo la sparatoria a quella di Joe Biden caduto a terra dalla bicicletta mentre era in vacanza nel Delaware due anni fa, aggiunge: «La traiettoria del proiettile è così chiara, proprio come gli sforzi della campagna [elettorale], che saranno ora lisci come il proiettile che vola».
Ricordando le recenti gaffe dell’attuale presidente americano al summit NATO, altri utenti hanno commentato: «la persona più danneggiata dal ferimento di Trump non è Trump stesso, ma il suo avversario, Biden» e ancora: «voterei Trump solo per la rapida reazione e la velocità con cui si è accovacciato. Se fosse stato Biden, probabilmente non sarebbe stato in grado di farlo».
Oltre alle dinamiche e alle implicazioni politiche dell’incidente, tra gli utenti cinesi di Weibo c’è molto interesse anche per l’ormai iconica foto scattata dal Premio Pulitzer Evan Vucci, che ritrae Trump con il pugno alzato e il sangue che scorre sul lato destro del volto. Secondo il noto blogger Pingyuan Gongzi Zhao Sheng, la scena del «figlio destinato dell’America che affronta un pericolo mortale, con il volto imbrattato di sangue, con il pugno chiuso, ruggendo: “Combattere! Combattere!” […] corrisponde all’immagine americana più tradizionale dei film di Hollywood. Alla gente non interessa chi sia o chi serva, il presidente deve essere un duro, difficile da sconfiggere, un “barbaro” senza paura, un “uomo d’acciaio”».
L’immagine scattata da Vucci ha raggiunto una popolarità tale sul web che alcuni commercianti hanno addirittura pensato di mettere in vendita sulle piattaforme di e-commerce cinesi delle magliette che la ritraggono, a un prezzo compreso tra 20 e 49 yuan (2,5- 6 euro). Essa è stata inoltre fonte di ispirazione per meme che paragonano Trump a un eroe comunista, con le didascalie: «Lavoratori di tutto il mondo, unitevi!», oppure «Lunga vita al grande e glorioso Partito Comunista Cinese!» e «Il proiettile mi ha perforato l’orecchio, ma riesco ancora a sentire la voce del Partito».
Altri utenti cinesi hanno ironizzato sul fatto che Trump sia stato ferito all’orecchio destro proprio come il celebre panda A Bao, morso da un suo simile, quasi a sottolineare ulteriormente la presunta fedeltà del Tycoon alla Cina.
Con tono canzonatorio, un commentatore ha scritto: «auguro al Compagno Jianguo una pronta guarigione, che possa continuare a lavorare duramente per la missione finale affidatagli dal Partito». «Compagno Jianguo» (Jianguo tongzhi), letteralmente «compagno edificare il Paese», è l’appellativo con cui il Tycoon è spesso schernito sui social media cinesi, per suggerire che le azioni intraprese durante la sua leadership non avrebbero fatto altro che affossare gli Stati Uniti, accelerando così l’ascesa della Cina.
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Immagine da Weibo via AsiaNews.
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