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Misteri

Storia commerciale della tavoletta per evocare gli spiriti

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Tutti abbiamo una qualche immagine delle tavolette usate per evocare gli spiriti: su supporto cartonato o ligneo, sono stampate l’alfabeto, i numero dallo zero al nove, le parole «sì» e «no», talvolta, in una variazione possibile, la parola «addio».

 

Si tratta dello strumento per eccellenza per le sedute spiritiche. Non sappiamo se sia quello utilizzato anche da Prodi e dagli amici nel 1978 per conoscere l’ubicazione del presidente DC Aldo Moro, in quei giorni rapito, ma immaginiamo fosse qualcosa di simile. (Gli spiriti peraltro ci avevano azzeccato: avevano detto Gradoli, e di fatto Moro stava in via Gradoli, nel palazzo in odore di servizi segreti dove anni dopo fu trovato il governatore del Lazio Marrazzo con alcuni trans sudamericani)

 

Da numerosi film, telefilm e altri prodotti della cultura popolare dell’ultimo secolo abbiamo imparato che il suo uso consiste nel «chiedere» allo spirito una determinata domanda, e vedere come risponde attraverso un indicatore, che è un tappo, o un pezzo di vetro, o qualcosa di simile sul quale i partecipanti pongono il dito. L’indicatore si muove attraverso la tavoletta andando a formare lettera per lettera la risposta.

 

Secondo alcuni questo rito era già in uso nell’età antica, durante la dinastia Song in Cina (960–1279) e forsanche da Pitagora. Tuttavia al fenomeno fu data una struttura e trovato un nome da due businessmen statunitensi di fine Ottocento, Elijah Jefferson Bond e Charles Kennard, che la misero in commercio nel 1890. Dieci anni dopo un impiegato del Kennard di nome William Fuld acquistò i diritti dell’«invenzione» dei due imprenditori, e ricominciò a confenzionarla dandole il nome con cui è ancora oggi conosciuta nel mondo anglofono, Ouija Board, «Tavoletta Ouija».

 

Si prega di notare, quindi, che si tratta di un vero marchio commerciale, che nel 1991 passò al produttore di giocattoli Hasbro.

 

Ouija, quindi è un brand, esattamente Kleenex, Mars o Coca Cola. Al momento Ouija non ha competitor: nessuna Pepsi osa introdursi in questo mercato. Perché, come spiega un recente articolo della newsletter di economia e marketing The Hustle, è un mercato a tutti gli effetti.

 

Le origini della tavoletta spiritica vanno ricercate nella storia del cosiddetto «burned-over district» (il «quartiere bruciato»), una serie di regioni centrali ed occidentali dello Stato di New York che nella prima parte dell’Ottocento furono segnate da inusuali fervori religiosi e spirituali. Lì ha avuto le sue visioni Joseph Smith, profetico fondatore del mormonismo. Lì avrebbero preso piede alcune sette apocalitiche come quella dei milleriti, che credevano che la Seconda Venuta di Gesù Cristo si sarebbe realizzata il 22 ottobre 1844. Lì avvenne l’esperimento utopico-distopico dell’Oneida Society, che prevedeva matrimoni di gruppo con coppie decise dalle commissioni e i bambini cresciuti dalla collettività invece che da padre e madre. L’elenco va avanti per molto.

 

Sempre nel burned-over district fecero la propria comparsa le sorelle Fox, che conducevano le prime sedute spiritiche intorno al 1848, portando alla formazione del Movimento Americano di Spiritualismo, che insegnava la comunione con i morti.

 

Le sorelle Fox sono solitamente considerate l’origine dell’interesse americano per lo spiritismo. Le Fox sostenevano di essere in grado di interpretare colpi su mobili e pareti come messaggi mandati dagli spiriti.

 

Tuttavia, già all’epoca alcuni cominciavano a sostenere che era possibile comunicare con il mondo dei morti tramite le «tavolette parlanti». Un articolo del 28 marzo 1886 del New York Daily Tribune descriveva quanto fosse facile costruire il «nuovo schema per la comunicazione misteriosa»: c’era solo bisogno di una tavola contrassegnata da lettere e numeri e una planchette (francese per “piccola tavola”) per indicarli.

 

Tra questi primi appassionati delle tavolette parlanti c’era il Charles Kennard, un imprenditore di fertilizzanti a Chestertown, nel Maryland, il quale, si dice, avesse in realtà pochi interessi oltre che al business. Il Kennard collaborò quindi con un becchino e falegname di nome E.C. Reiche per produrre e vendere una dozzina di tavolette spiritiche. Quando suggerì di avviare un’attività insieme, il Reiche non riuscì a vedere un profitto in qualcosa che le persone, pensava, potevano tranquillamente realizzare da sole.

 

Il Kennard tuttavia non demorse. Dopo che la sua attività di fertilizzanti si esaurì a causa della concorrenza e della siccità nel 1889, si trasferì a Baltimora per ricominciare. Lì, incontrò l’avvocato specializzato in brevetti Elijah Bond, il quale invece mostrò interesse per l’idea, anche perché la cognata Helen Peters sosteneva di essere una medium.

 

In alcune lettere scoperte dal presidente della Talking Board Historical Society (un’associazione che si occupa di storia della tavoletta) Robert Murch, il Kennard scrisse di una seduta spiritica tenuta dalla Peters nell’aprile 1890, durante la quale affermò di aver chiesto alla tavoletta come voleva essere chiamata. «O-U-I-J-A», scandì la tavola, aggiungendo al gruppo spiritista che l’espressione significava «buona fortuna».

 

Ouija non è una parola in alcuna lingua conosciuta. Alcuni hanno pensato che possa essere la crasi della parole francese oui («sì») e quella tedesca ja (sempre «sì»), tuttavia non vi è conferma. Lo storico della tavoletta Murch ha ipotizzato che potrebbe essere stato un errore di ortografia: forse volevano scrivere «Ouida», il soprannome di Maria Louise Ramé, una scrittrice che la medium Peters ammirava. Non c’è verso di capire se questa teoria dica il vero.

 

La fede nel prodotto crebbe nel Kennardo, che fondò la Kennard Novelty Company il 30 ottobre 1890, con altri investitori investitori: il colonnello Washington Bowie, John F. Green, Harry Welles Rusk e William H.A. Maupin. La missione dell’azienda era vendere tavolette Ouija come non ci fosse un domani.

 

L’avvocato Bond quindi depositò Ouija come marchio registrato; fu inoltre depositato anche un brevetto (ebbene sì) della tavoletta spiritica. Secondo le ricerche di Murch, l’ufficio brevetti aveva rifiutato dispositivi simili perché i loro creatori non potevano provare che evocassero gli spiriti. Bond risolse il problema portandosi appresso la cognata medium, incontrando impiegato dopo impiegato dell’ufficio brevetti fino ad arrivare al capo ufficio. Il quale disse che se quell’«aggeggio» avesse saputo scandire il suo nome, avrebbe rilasciato il brevetto. Il Bond e la Peters si misero all’opera e diedero la dimostrazione richiesta. Il brevetto fu ottenuto, e non solo quello: grazie all’episodio, era possibili pubblicizzare la tavoletta con la frase «proven at the patent office», «testato all’ufficio brevetti».

 

 

Immagine da Google Patent

 

 

Nel 1892, le tavolette Ouija erano così popolari che la Kennard Novelty Company costruì ulteriori fabbriche a New York, Londra e Chicago e una seconda filiale a Baltimora. Le tavolette erano vendute per 1 dollaro, prezzo che corrisponde a circa 33 dollari di oggi. Non tutto andò liscio. Il becchino Reiche tornò a farsi vedere per chiedere una fetta dei ricavi. Il Kennard e il Mapin uscirono dall’azienda nel 1892, mentre l’avvocato Bond uscì dopo aver fallito la supervisione di una filiale nel Regno Unito.

 

Rimase il colonnello Bowie, che ribattezzò l’azienda come Ouija Novelty Company e vi arruolò tale William Fuld, suo amico e già verniciatore dell’azienda, per produrre le tavolette assieme al fratello Isaac. Per ragioni non conosciute, nel 1901 l’azienda siglò un accordo esclusivo con William Fuld, l’uomo che fece da vero propulsore al business degli strumenti medianici.

 

Nel 1918, il Fuld costruì una fabbrica a tre piani a Baltimora, spendendo 100 mila dollari dell’epoca (oggi sarebbero, 1,9 milioni). Lo fece per un motivo preciso: la tavoletta Ouija gli aveva detto di «prepararsi per il grande business».

 

Di fatto, la tavoletta divenne un fenomeno sociale che interessava gran parte della società. Hustle scrive che divenne un gioco popolare per gli appuntamenti romantici, cosa dipinta da Norman Rockwell in una copertina del 1920 della rivista Saturday Evening Post.

 

Illustrazione di Norma Rockwell per il Saturday Evening Standard

 

Analogo uso spiritico-romantico era fatto, si racconta, nelle festicciole di ragazze nubili, che chiedevano all’ al di là previsioni sul proprio destino sentimentale. Fiorirono canzoni come «Weegee Weegee Tell Me Do» (dove «weegee» è una pronuncia di «ouija»), «Ouija Mine» e «Ouija Board» che decantavano le meraviglie di questo utensile per la comunicazione spiritica. Saltava fuori, tuttavia, anche qualche caso bizzarro, come quello, invero molto particolare, di una modella di origine nativo-americana che nel 1930 riuscì a convincere un’amica ad uccidere una rivale in amore dicendole che ciò era stato ordinato da uno spirito attraverso la tavoletta…

 

Il successo spinse l’arrivo della concorrenza e la riemersione di vecchie figure, come i fratelli dei vari Kennard, Bond e dello stesso Fuld. Tuttavia William Fuld li sconfisse con un mix di querele e tattiche sul prezzo. La sua fabbrica non aveva veri nemici.

 

Il Fuld fu tuttavia ucciso proprio da essa. Nel 1927 cadde dal tetto e una costola rotta gli trafisse il cuore. Sul suo letto di morte, chiede ai figli di non vendere mai più le tavolette Ouija. Gli eredi assecondarono il desiderio paterno, fino a che più nessuno in famiglia voleva portare avanti il business. Nel 1966, la famiglia Fuld vendette la Ouija ad un noto produttore di giuochi da tavolo, Parker Brothers.

 

Secondo un’intervista del 1986 all’allora presidente dell’azienda, la Parker Brothers sborsò per la tavoletta Ouija qualcosa come 975 mila dollari, 8,9 milioni al cambio di oggi. Si trattava dell’acquisizione più costosa mai intrapresa dall’azienda, che nel 1935 per il Monopoli (un altro loro gioco da tavolo) aveva sborsato circa 500 dollari (cioè 10.800 dollari odierni). Tuttavia, l’investimento pagò, e l’azienda andò a breakeven due anni dopo, ripagandosi completamente della folle spesa.

 

La Parker arrivò a produrre qualcosa come 400 mila tavolette spiritiche all’anno, senza contare gli ordini dall’anno precedente: una quantità che non era affrontabile per l’azienda. Nel 1967 Parker Brothers vendette 2 milioni di Ouija, divenendo di gran lunga il prodotto più venduto del suo catalogo di 134 giochi da tavolo – incluso, incredibilmente, il Monopoli.

 

Nonostante il successo del suo prodotto medianico, la Parker, incapace di tenere il passo con il mercato dei giochi in pieno boom, fu ceduta alla corporation General Mills, dove Parker fu fusa con il marchio di forni Kenner. Una società chiamata Tonka acquisì Kenner Parker nel 1987 con un accordo del valore di 627 milioni di dollari (1,6 miliardi odierni).

 

Infine fu rivenduta al colosso dei giocattoli USA Hasbro per 516 milioni (1,1 miliardi attuali) nel 1991. Al momento, quindi, Hasbro dispone il brevetto e il marchio registrato Ouija, che occasionalmente dà in licenza ad altre aziende. Una versione ancora disponibile è fatta dalla Winning Moves, mentre scopriamo che esiste anche una versione lenzuolo del fantasmagorico strumento. Aziende che vogliono mettere sul mercato prodotti per Halloween basate sulla Ouija, devono pagare i diritti: candele, tazze, calzetti, portachiavi, vassoi…

 

La Hasbro non si è limitata allo sfruttamento della proprietà intellettuale dell’Ouija solamente con licenze date all’esterno. Nel 2014 ha prodotto il film horro Ouija, che ha avuto un tale successo da poter mandare in sala due anni dopo anche il sequel, Ouija: Origin of Evil, pure un discreto successo. Il primo Ouija, costato tra i 5 e gli 9 milioni di dollari, ha ottenuto incassi per 103,6 milioni, nonostante pessime recensioni.

 

Nel 1960 vi era già stato un film sul tema, chiamato 13 Ghosts, dove la planchette levitava indicando la disgrazia in arrivo.

 

Tuttavia il film che veramente è stato fondamentale per la Ouija in era moderna è stato, senza dubbio, L’esorcista (1973). La pellicola, considerata una delle vette del cinema horror e non solo, ancora oggi incute in molti spavento estremo se non riverenza. Nella trama, la 12enne Regan dice a sua madre che usa una tavoletta Ouija per parlare con uno spirito chiamato Capitan Howdy. Poco dopo viene posseduta da un demone che compirà cose atroci e preternaturali.

 

Con L’esorcista si ebbe la prima volta che la Ouija veniva descritta pubblicamente come possibile porta alle forze maligne, sentimento che prima era solo diffuso tra i gruppi religiosi ma non condiviso dalla società civile. L’idea del film di Friedkin, tuttavia, attechì.

 

Quindi, nel 2008, quando Hasbro ha rilasciato una Ouija rosa commercializzata per le ragazze e venduta esclusivamente presso la catena Toys R Us, alcuni chiesero il boicottaggio del colosso della distribuzione dei giocattoli, che peraltro ha dichiarato bancarotta nel 2017 (dopo anni, notarono i gruppi pro-life, in cui aveva contribuito a sostenere l’abortismo, che è ciò che uccide i loro clienti finali, i bambini).

 

I tempi sono decisamente cambiati: per una volta, in meglio.

 

Quanto al reale funzionamento della tavola, gli scientisti danno come spiegazione l’effetto ideomotorio, ciò la possibilità di condurre alcuni movimenti senza che ne siamo davvero consapevoli.

 

Altri osservatori, meno scientisti ma attenti a negare il soprannaturale, dicono che i movimenti sono veri, ma non indotti da spiriti, quanto piuttosto dall’inconscio dei partecipanti, come in una sorta di lettura junghiana per cui ad ogni realtà spirituale corrisponde sempre l’energia dell’inconscio personale e collettivo.

 

Altri ancora, sostengono che si tratti proprio degli spiriti: cioè, che la tavoletta si uno strumento davvero a buon mercato per mettersi in contatto con la dimensione ulteriore.

 

Qui si può innestare quello che era il pensiero cattolico fino a pochi decenni fa: i morti non possono in alcun modo comunicare con i vivi, insegnava la teologia.

 

E quindi, se qualcuno risponde articolatamente, e non può essere lo spirito di un morto (per esempio: gli spiriti di Don Sturzo e La Pira evocati da Prodi nel 1978), di chi si tratta?

 

La risposta, semplice semplice, la potete intuire: si tratta dei demòni.

 

Con la Ouija, in pratica, hanno brevettato e venduto a milioni di persone la negromanzia, un tempo praticata solo da stregoni e satanisti, oggi, nella catastrofe spirituale del mondo moderno, diffusa alle masse inconsapevoli. Intere popolazioni necromantizzate, stregonizzate. Pensate la distanza dai tempi della caccia alle streghe…

 

Qualcuno può vedere l’ironia di questo disegno che si dipana sulla storia, che è solo la risultanza della battaglia del bene contro i piani del Signore del Male.

 

Il quale non ha disdegnato, nel processo, di far pure qualche soldo. Del resto lo chiamano sterco del demonio, e agli uomini privi di fede piace tantissimo.

 

Il commercio tout court può essere commercio con i demoni. È una lezione da tenere a mente.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Misteri

Il disastro di Baltimora come «evento cigno nero»

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Si assiste increduli alla portata del disastro del ponte di Baltimora, l’accesso ad uno dei porti più trafficati degli Stati Uniti.

 

La nave portacontainer Dali, battente bandiera singaporiana ma operata dal colosso norvegese Maersk. ha colpito il Francis Scott Key Bridge a Baltimora, facendo crollare in acqua quasi l’intera struttura stradale.

 

«La nave ha informato il Dipartimento dei trasporti dell’MD (MDOT) di aver perso il controllo della nave e che era possibile una collisione con il ponte», riporta l’emittente TABC citando la Cybersecurity and Infrastructure Security Agency degli Stati Uniti, aggiungendo: «la nave ha colpito il ponte causando un collasso completo».

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Le immagini sono impressionanti. È un grande disastro collettivo, con distruzione massiva di infrastrutture, come visto l’11 settembre 2001.

 

 

 

 

 

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Kevin Cartwright, direttore delle comunicazioni dei vigili del fuoco della città di Baltimora, ha detto a Fox Baltimore che almeno 20 persone e diversi veicoli erano caduti nel fiume.

 

Oltre agli automobilisti caduti in acqua e dati per dispersi, si teme che il disastro possa avviare «uno sconvolgimento economico lungo la costa orientale degli Stati Uniti», scrive Bloomberg. «Nei giorni a venire si porranno domande difficili sugli effetti sulle imprese, sui pendolari, sui vacanzieri e sull’economia dell’intera regione».

 

La questione attuale ruota attorno a un’interruzione emergente nelle catene di approvvigionamento del Medio Atlantico. Il principale porto della costa orientale è ora paralizzato a causa del ponte distrutto che blocca l’unica corsia di navigazione in entrata e in uscita dal porto.

 

«Il porto di Baltimora – il più grande centro di movimentazione delle importazioni ed esportazioni statunitensi di automobili e autocarri leggeri – sembra essere fuori servizio a tempo indeterminato. Il conseguente collo di bottiglia potrebbe accelerare lo spostamento delle merci attraverso i porti della costa occidentale» continua la testata economica di Nuova York. «Un’altra domanda cruciale: quali altri porti hanno capacità inutilizzata per gestire le navi che trasportano automobili se Baltimora rimane chiusa per un periodo prolungato».

 

Bloomberg riferisce che la catena di fornitura automobilistica statunitense sarà interrotta. I dati mostrano che Mazda Motor e Mercedes Benz, Subaru of America, Mitsubishi Motors of North America e Volkswagen Group hanno la maggiore esposizione al porto.

 

Ulteriori questioni riguardano temi specifici, che ora divengono interessanti ed inquietanti, come quello del trasporto su strada del materiale pericoloso, che avveniva solo via ponte, perché non consentiti nella rotta alternativa che è via tunnel.

 

Ma cosa è accaduto davvero?

 

Un rapporto non classificato del DHS National Operations Center afferma che la nave portacontainer «ha perso la propulsione» prima di speronare il Francis Scott Key Bridge.

 

Su internet circolano analisi video che mostrano le luci della nave spegnersi poco prima dell’impatto. Altri video si avventurano in ipotesi fantasiose su cariche di esplosivo che sarebbero scattate lungo le giunture del ponte.

 

 

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Molti osservatori in rete hanno notato l’inadeguatezza delle apparizioni del sindaco della città e del governatore del Maryland davanti alla situazione. L’ultimo accenna perfino a sorrisi mentre parla alla stampa dell’immane catastrofe.

 

 

 

Nel frattempo, la Casa Bianca e le agenzie governative federali si sono affrettate a dichiarare che non si è trattato di un attacco terroristico.

 

In rete in molti parlano di un possibile attacco cibernetico come causa del disastro. Tra queste voci, quella della giornalista ex inviata di guerra Lara Logan.

 

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Come riportato da Renovatio 21, una scena con una nave hackerata che si arenava su una spiaggia della Costa Occidentale degli Stati Uniti era presente nello strano film Netflix Leave the World Behind, prodotto dai coniugi Obama, che qualcuno ha definito come un esercizio di predictive programming, cioè di rivelazione tramite film e romanzi dello scenario che il potere vuole concretizzare.

 

 

Il discorso più tetro lo ha fatto tuttavia il generale Michael Flynn, consigliere di Trump finito poi nelle pastoie di una persecuzione giudiziaria. Il Flynn negli scorsi giorni aveva parlato della possibilità di un «Black Swan Event» («evento cigno nero») in questi mesi prima delle cruciali presidenziali 2024. Il disastro di Baltimora, con le sue conseguenze economiche a breve, medio, lungo termine potrebbe rientrare nella categoria.

 

 

«Possiamo togliere dal tavolo l’idea che questo sia stato un attacco terroristico… e non possiamo assolutamente farlo», ha detto Flynn ad Alex Jones di Infowars in una intervista a caldo.

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In rete circola uno screenshot in cui la società di collocamento marittimo mostrerebbe che il capitano della nave portacontainer è ucraino. Utenti Twittter hanno rilanciato post in cui ipotetici utenti ucraini farebbero ironie sul crollo del ponte americano, lamentando il mancato arrivo dagli USA di armi con cui tirare giù il ponte di Crimea.

 

 

Siamo decisamente davanti ad un nuovo grande mistero della storia americana recente.

 

Tuttavia, ci sentiamo di dire, si tratta di un mistero che sembra già visto.

 

La nebbia che ora seguirà è il risultato di 23 anni in cui la versione ufficiale del disastro dell’11 settembre non si è spostata di un millimetro: era l’evento «cigno nero» di inizio millennio, il black swan che ha cambiato il mondo, con guerre internazionali e milioni di morti, e una catena di sangue e caos che ancora oggi non si è esaurita.

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Immagine screenshot da YouTube

 

 

 

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Militaria

Rapporto della Difesa USA propone ancora la retroingegneria UFO

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Un nuovo rapporto mostra che al Dipartimento della Difesa americano (DOD) è stato chiesto di prendere in considerazione l’ipotesi di indagare sulla questione della retroingegneria aliena.   Uno studio condotto dall’All-domain Anomaly Risoluzione Office (AARO) del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti, riportato per la prima volta da Politico, ha esaminato i fenomeni anomali non identificati (UAP), comunemente indicati come UFO, dal 1945 ad oggi. Lo studio è stato pubblicato la scorsa settimana.   Come già riportato da Renovatio 21, il rapporto sostiene che non si è trovata nessuna prova che alcuna indagine o ricerca sponsorizzata dal mondo accademico o comitato di revisione ufficiale abbia confermato che qualsiasi avvistamento di un UAP rappresentasse una tecnologia extraterrestre.   Secondo il rapporto, questi presunti velivoli alieni potrebbero essere considerati «oggetti e fenomeni ordinari e il risultato di un’errata identificazione».

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Sebbene il rapporto abbia ampiamente sfatato gli avvistamenti di UAP, ha scoperto che un programma intitolato «Kona Blue» è stato proposto al Dipartimento per la Sicurezza Nazionale (DHS) negli anni 2010, che avrebbe esaminato i vantaggi della retroingegneria di velivoli extraterrestri recuperati. Secondo il rapporto, la proposta sarebbe stata respinta dal DHS «per mancanza di merito» perché non è stata recuperata alcuna imbarcazione.   «È fondamentale notare che non è mai stato raccolto alcun velivolo o corpo extraterrestre, questo materiale è stato presunto esistente solo dai sostenitori di Kona Blue e dai suoi attesi esecutori a contratto», afferma il rapporto. Kona Blue è stata desecretato per la prima volta nel rapporto AARO.   Secondo il direttore ad interim dell’AARO, Tim Phillips, il programma non è mai stato approvato perché nessun dipartimento «possedeva materiale o informazioni». Il Phillips in seguito attribuì gli avvistamenti a false rappresentazioni della cultura popolare e a programmi militari classificati.   «Queste sono persone razionali che fanno osservazioni e si riferiscono solo a ciò che sanno», ha detto Phillips. «Siamo riusciti a tornare dai proprietari del programma in quell’intervallo e chiedere, “a proposito, cosa abbiamo volato durante questa settimana?” Mio Dio, anch’io avrei pensato che sarebbe stato un UAP quando ne ho visto la foto”».   Il rapporto contraddice gran parte di ciò che David Grusch, un ex ufficiale dell’Intelligence USA diventato «gola profonda» della questione UFO, ha affermato nel 2023 discutendo di ciò che il governo degli Stati Uniti sapeva sulla tecnologia extraterrestre.   Ha affermato che fazioni segrete all’interno del governo degli Stati Uniti possedevano navi e corpi alieni. Grusch, che è stato apertamente critico nei confronti di AARO, ha parlato dell’UAP Disclosure Act, una legislazione allo studio del Congresso che potrebbe consentire una maggiore trasparenza riguardo a ciò che il governo sa sugli UAP.   Secondo Grusch, la legislazione è stata modellata sul modello dell’Assassination Records Collection Act del 1992, che ordinò alla National Archives and Records Administration (NARA) di istituire l’Assassination Records Review Board per raccogliere tutti i documenti relativi all’omicidio del presidente John Fitzgeraldo Kennedy.   Sebbene il consiglio non abbia mai soddisfatto le aspettative di coloro che mettevano in dubbio la versione ufficiale, il Grusch ha affermato che questo disegno di legge aveva più «denti» per «forzare la questione».   Nel novembre 2023, i rappresentanti repubblicani Tim Burchett, Anna Paulina Luna, Matt Gaetz , e i democratici Jared Moskowitz e Andy Ogles  hanno tenuto una conferenza stampa in cui hanno criticato con veemenza lo stallo della legislazione. Alcuni hanno sottolineato i loro problemi con la legislazione stessa, che consente di rendere pubblica la raccolta dei record UAP 25 anni dopo la data di creazione del record, a meno che il presidente non ritenga tale divulgazione una minaccia alla sicurezza nazionale.   Più recentemente, un rapporto non classificato dell’ispettore generale del Pentagono ha affermato che il DOD non aveva un «approccio coordinato» per indagare sulla questione UAP. A causa di questa mancanza di coordinamento, il rapporto afferma di lasciare gli Stati Uniti esposti a minacce militari esterne, che compromettono la sicurezza nazionale.   Ci sono state molteplici testimonianze di funzionari governativi che affermano che i velivoli UAP recuperati sono stati sottoposti a ingegneria inversa per il progresso tecnologico.   Nel 1997, il controverso tenente colonnello Philip Corso fece un’affermazione sorprendente nel suo libro di memorie Il giorno dopo Roswell, dove affermava che durante il suo mandato come membro del Consiglio di sicurezza nazionale del presidente Dwight D. Eisenhower e come capo dell’ufficio tecnologico straniero presso il dipartimento di ricerca e sviluppo dell’esercito americano, ha guidato il progetto di ingegneria inversa aliena dell’esercito.   Tale progetto presumibilmente utilizzava la tecnologia recuperata dall’incidente di Roswell del 1947 e diffondeva le informazioni alle principali società private americane . Utilizzando le informazioni fornite, queste aziende hanno prodotto «laser, circuiti integrati, reti in fibra ottica, dispositivi a fascio di particelle accelerato e persino il materiale Kevlar in giubbotti antiproiettile», scrive il colonnello Corso.   L’incidente di Roswell fu inizialmente segnalato come un disco volante recuperato confermato dalle forze aeree dell’esercito americano prima che la storia venisse rapidamente ritrattata e segnalata come un pallone meteorologico caduto.

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Come riportato da Renovatio 21, il recente rapporto che nega le prove di vita extraterrestre in realtà rivela anche la costruzione di sistemi sensoristici chiamati «Gremlin» per il rilevamento degli UFO.   A novembre alcuni giornali come il Daily Mail, dicendo di avere fonti anonime, avevano scritto che la CIA sarebbe riuscita a recuperare almeno nove veicoli potenzialmente alieni, due dei quali «completamente intatti».   Il tema degli UFO sta scaldando molti animi a Washington in questi ultimi anni, con vari senatori americani che parlano apertis verbis della loro possibile minaccia agli interessi militari americani. «Ci sono cose che volano sopra installazioni militari, e nessuno sa cosa sia e non sono nostre», ha dichiarato il senatore repubblicano Marco Rubio.   Il tema della retroingegneria aliena era già stato toccato altre volte, con discrezione, dalla politica americana.   Come riportato da Renovatio 21, nel 2021 al Congresso USA era stato presentato un disegno di legge sulla Difesa che per finanziare il reverse engineering della tecnologia UFO.   Lo scorso autunno lo Sean Kirkpatrick, il responsabile degli UFO presso il Pentagono (o per lo meno, quello che apparentemente fa questo mestiere), arrivato al termine del suo incarico ha fatto un bilancio della sua attività e dichiarato possibile l’esistenza della vita extraterrestre.   In questi anni è emerso anche che vi sarebbe una piccola guerra civile in corso tra i funzionari del governo su quanta parte delle loro informazioni sugli UFO dovrebbero consegnare al Congresso e al pubblico, una presunta piccola «società segreta» di potenti custodi di materiale classificato interna al Pentagono che rifiuterebbe di divulgare qualsiasi informazione a riguardo.

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Misteri

Il Pentagono nega l’esistenza della vita extraterrestre, ma spunta per gli UFO il sistema di sensori «Gremlin»

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Uno studio del Pentagono pubblicato venerdì che ha esaminato gli avvistamenti di UFO nel corso di quasi il secolo scorso non ha trovato prove di alieni o intelligenze extraterrestri, una conclusione coerente con gli sforzi passati del governo degli Stati Uniti per valutare l’accuratezza delle affermazioni che hanno attirato l’attenzione del pubblico per decenni.

 

Lo studio dell’All-Domain Anomaly Risoluzione Office (AARO) del Dipartimento della Difesa ha analizzato le indagini del governo degli Stati Uniti dal 1945 sugli avvistamenti segnalati di fenomeni anomali non identificati, più popolarmente conosciuti come UFO. Non è stata trovata alcuna prova che qualcuno di essi fosse segno di vita aliena, o che il governo degli Stati Uniti e le società private avessero effettuato l’ingegneria inversa della tecnologia extraterrestre e la stessero nascondendo.

 

L’AARO del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti sta lavorando su nuovi kit di rilevamento portatili che presumibilmente aiuteranno a indagare in modo più approfondito le segnalazioni di fenomeni anomali non identificati (o UAP in breve, come vengono spesso definiti gli UFO al giorno d’oggi) e avvistamenti, secondo i media statunitensi.

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Questi cosiddetti sensori «Sistema Gremlin» sono in fase di test in un sito in Texas, per essere infine implementati nelle aree in cui sono stati segnalati numerosi avvistamenti UAP.

 

«Se disponiamo di un sito di sicurezza nazionale e vengono segnalati oggetti che si muovono all’interno di uno spazio aereo limitato, o all’interno di un raggio marittimo, o in prossimità di una delle nostre astronavi, dobbiamo capire di cosa si tratta. Ed ecco perché stiamo sviluppando una capacità di sensore che possiamo implementare in risposta alle segnalazioni», ha detto ai giornalisti il ​​capo ad interim dell’AARO Tim Phillips all’inizio di questa settimana.

 

Secondo lui, «devono davvero fare una sorveglianza iperspettrale per cercare di catturare questi incidenti» poiché la firma UAP «non è chiaramente definita».
Ironicamente, un rapporto AARO pubblicato venerdì sostiene che nessuno degli avvistamenti UAP riportati fino ad oggi ha prodotto prove di tecnologia extraterrestre.

 

Il rapporto afferma inoltre che «tutti gli sforzi investigativi, a tutti i livelli di classificazione, hanno concluso che la maggior parte degli avvistamenti erano oggetti e fenomeni ordinari e il risultato di un’errata identificazione», e ha sottolineato l’assenza di «prove empiriche per le affermazioni secondo cui il governo americano e le società private hanno decodificato la tecnologia extraterrestre».

 

Come riportato da Renovatio 21un militare americano ha rivelato la scorsa primavera l’esistenza di un programma di recupero di relitti UFO da parte delle autorità di Washington. È altresì vero che due anni fa il Congresso USA doveva approvare un disegno di legge per il finanziamento della retroingegneria di tecnologia aliena.

 

Un programma non dissimile era stato istituito dall’Italia fascista con il nome di Gabinetto RS/33, guidato, secondo rivelazioni uscite una ventina di anni fa, dall’inventore della radio Guglielmo Marconi.

 

Il termine «Gremlin» corrisponde ad una creatura del folclore del XX secolo, originariamente introdotta per spiegare i malfunzionamenti negli aerei e successivamente in altri macchinari, processi e i loro operatori. Le raffigurazioni di questi esseri variano ampiamente. Storie su di loro e riferimenti ad essi come cause di problemi tecnici e mentali particolarmente inspiegabili dei piloti furono particolarmente popolari durante e dopo la Seconda Guerra Mondiale.

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L’uso del termine nel senso di una creatura dispettosa che sabota gli aerei è apparso per la prima volta nello slang della Royal Air Force (RAF) tra i piloti britannici di stanza a Malta, nel Medio Oriente e in India negli anni ’20, con la prima testimonianza stampata in una poesia pubblicata nella rivista Airplane in Malta il 10 aprile 1929.  Fonti successive hanno talvolta affermato che il concetto risalirebbe alla Prima Guerra Mondiale, ma non ve ne sono testimonianze scritte di ciò. Ci sono tuttavia prove di precedenti riferimenti della RAF negli anni ’20 a una persona umile e servile, in altre parole un ufficiale di basso rango o un uomo arruolato gravato di incarichi oppressivi.

 

Sebbene la loro origine si trovi nei miti tra gli aviatori che affermavano che i Gremlin erano responsabili del sabotaggio degli aerei, il folclorista John W. Hazen afferma che alcune persone fanno derivare il nome dalla parola inglese antico gremian, «vessare», mentre Carol Rose, nel suo libro Spirits, Fairies, Leprechauns, and Goblins: An Encyclopedia, attribuisce il nome a una combinazione alla parola Grimm (dai celebri fratelli scrittori di favole) e la birra Fremlin. L’enciclopedia online riporta plausibile l’idea che il termine sia una miscela della parola «goblin» (minuta e grottesca creatura umanoide del folclore europeo) e della Fremlin, che era la birra più comunente disponibile al personale della RAF negli anni ’20. Altri ancora fanno risalire la parola a Kremlin, cioè Cremlino, ma non vi sono prove di questa derivazione.

 

I Gremlin trovarono popolarità mondiale con la geniale commedia horror di Joe Dante del 1984.

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