Un senatore repubblicano americano ha suggerito che gli Stati Uniti potrebbero utilizzare armi atomiche in una guerra massiva con la Russia in difesa dell’Ucraina.
Il senatore Roger Wicker, il secondo repubblicano di rango più alto nel Comitato per i servizi armati del Senato USA, ha affermato che gli Stati Uniti non possono escludere alcuna opzione per rispondere all’aggressione russa in Ucraina, incluso l’invio di truppe di terra o persino un attacco nucleare.
«L’azione militare potrebbe significare che stiamo a distanza con le nostre navi nel Mar Nero, e facciamo piovere distruzione sulla capacità militare russa», ha dichiarato il senatore senior del Mississippi durante un’intervista con il conduttore di Fox News Neil Cavuto .
«Potrebbe significare questo. Potrebbe significare che partecipiamo, e non lo escluderei, non escluderei le truppe americane sul campo. Non escludiamo il primo utilizzo dell’azione nucleare».
«Potrebbe significare che partecipiamo, e non lo escluderei, non escluderei le truppe americane sul campo. Non escludiamo il primo utilizzo dell’azione nucleare»
«Penso che la cosa da fare sia non togliere nulla dal tavolo» ha detto il senatore.
«Sapete, quando si tratta della nostra politica nucleare, se ricorderete, non togliamo le cose dal tavolo. Mettiamo in chiaro che ogni opzione è aperta. Questa è stata una politica di Democratici e Repubblicani, amministrazione dentro e amministrazione fuori».
«Chiunque proponga o consideri ciò che sta dicendo come un’opzione deve essere un pazzo, un sociopatico o un sadico», ha detto l’ex deputata democratica delle Hawaii Tulsi Gabbard.
La Gabbard ha inoltre ricordato che, a quanto consta, la Russia dispone di più armi atomiche degli USA.
Il livello di follia e di irresponsabilità è senza pari: il senatore probabilmente non pensa a cosa significherebbe una ritorsione della Russia – anche per l’Europa, e l’Italia, che ospita tante, tantissime basi americane, alcune delle quali dotate di armi atomiche, quindi bersagli legittimi della controffensiva atomica russa in caso di attacco.
«Chiunque proponga o consideri ciò che sta dicendo come un’opzione deve essere un pazzo, un sociopatico o un sadico»
Come riportato da Renovatio 21, la famiglia Biden potrebbe avere qualche cadavere nell’armadio in Ucraina: nel board di Burisma, una grande azienda energetica, sedeva infatti il figlio drogato e pervertito del presidente, Hunter Biden. Lo stesso Biden, in un incontro pubblicò, si vantò di aver obbligato il governo ucraino (con la minaccia di sospendere un finanziamento da un miliardo di dollari) a fermare un giudice che stava investigando suo figlio.
Bisogna spiegare la persistenza, la natura e l’opera della setta neoconservatrice, che ancora infesta i gangli del potere militare ed economico di Washington
A chi si chiede, perché questo odio per la Russia, bisogna spiegare la persistenza, la natura e l’opera della setta neoconservatrice, che ancora infesta – non importa quale amministrazione, Reagan, Clinton, Bush, Obama, Trump, Biden – i gangli del potere militare ed economico di Washington.
I neocon sono per lo più provenienti da famiglie dell’Europa Orientali, gruppi di persone che hanno in odio lo zar da generazioni.
Dice tutto la continua presenza nelle questioni diplomatiche ucraine di Victoria Nuland, discendente dall’ebraismo ucraino (vero nome Nudelman) e moglie dell’intellettuale «falco» neocon Robert Kagan (famiglia di ebrei ucraini), tra i principali teorici della guerra in Iraq.
La Nuland ebbe una certa eco quando fu intercettata al telefono con l’ambasciatore americano a Kiev Pyatt durante il colpo di Stato in Ucraina nel 2014. La si sentiva, con tranquillità, fare il toto-nomi per il nuovo governo ucraino fantoccio dopo la defenestrazione violenta del «filorusso» Yanukovich. Poi ricordava che gli USA stavano investendo nella questione 5 miliardi di dollari. Infine, rimase memorabile l’espressione riguardo la necessità di mettersi d’accordo con Bruxelles; «Fuck the EU», «vaffanculo l’Unione Europea».
Il marito Kagan è nemico giurato, al punto da mollare il partito repubblicano per sostenere Hillary Clinton, del «fascista» Donald Trump,
Il quale Donald Trump, ricordiamo, è uno dei pochi, se non l’unico, che mai ha iniziato nessuna guerra – anzi ne ha disinnescate più di una.
Vuoi vedere che lo hanno tolto di mezzo proprio per fare una bella guerra? Stavolta seria, però.
Gli Stati Uniti non «regaleranno» armi nucleari all’Ucraina.
Questo principio è emerso ieri nel corso di un’audizione della commissione per le relazioni estere del Senato alla quale, tra i testimoni, c’era l’assistente del segretario di Stato per gli affari europei ed eurasiatici Karen Donfried.
«Gli Stati Uniti non sono una parte in questo conflitto», ha detto Donfried, aggiungendo che «gli Stati Uniti stanno fornendo assistenza alla sicurezza e armi all’Ucraina, ma non c’è dubbio che gli Stati Uniti possano fornire armi nucleari all’Ucraina».
Tuttavia, come scrive la testata russa RT, alla Donfried non è stato chiesto se gli Stati Uniti avrebbero mai «regalato» armi nucleari a Kiev.
Piuttosto, il senatore democratico del Massachusetts Ed Markey l’aveva sollecitata a dichiarare pubblicamente che gli Stati Uniti non «vogliono rappresentare una minaccia esistenziale» per la Russia e non sarebbero la prima parte a sparare armi nucleari.
Donfried non ha risposto direttamente a nessuna delle due domande, insistendo invece sul fatto che gli Stati Uniti non stanno partecipando direttamente al conflitto ucraino, e quindi non sono in guerra con la Russia.
Come nota EIR, lo scambio di Donfried con il senatore Markey, in merito alle armi nucleari e all’Ucraina, non sembra essere stato coperto da nessuna testata giornalistica occidentale.
In un’intervista dell’agenzia di stampa russa RIA Novosti, al vice ministro degli Esteri di Mosca Alexander Grushko è stato chiesto della probabilità che la Russia usi armi nucleari contro i suoi nemici.
Come noto, i discorsi intorno al possibile utilizzo di armi atomiche stanno riempiendo discorsi a tutti i livelli, dai monologhi dei politici alle conversazioni delle famiglie a tavola.
L’idea è che, nella Finestra di Overton chiaramente in corso, l’uso dell’atomo sia uscito dalla categoria del concetto impensabile.
Il viceministro Grushko ha chiarito che non c’è stato assolutamente alcun cambiamento nella posizione militare della Russia.
«Abbiamo una dottrina militare, tutto è scritto lì. Non dà nessun’altra interpretazione, tranne ciò che c’è nero su bianco», ha detto.
«Secondo i principi ufficiali del dispiegamento militare della Russia, il Paese è autorizzato a usare armi nucleari quando i nemici della Russia usano armi nucleari o altri tipi di armi di distruzione di massa sui territori russi e/o sui suoi alleati; se la Russia riceve dati affidabili su un lancio di missili balistici che attaccano il suo territorio o quello degli alleati russi; se il governo russo o i siti militari critici vengono attaccati dal nemico in un modo che minerebbe le azioni di risposta delle forze nucleari; o se il Paese deve affrontare una minaccia esistenziale attraverso l’uso di armi convenzionali».
Esponenti di spicco della nomenklatura moscovita come il ministro degli Esteri Sergej Lavrov e l’ex presidente Dmitrij Medvedev hanno più volte rilanciato e poi ritirato l’idea di una guerra nucleare.