Controllo delle nascite
Scienziato prevede una brutale «correzione della popolazione»

La popolazione del pianeta sta iniziando lentamente a stabilizzarsi e gli esperti prevedono che non raggiungerà il picco prima dei 10 miliardi.
L’enorme massa di persone potrebbe portare a un’imminente «correzione della popolazione», come ha avvertito l’ecologo demografico William Rees dell’Università della British Columbia in Canada in un recente articolo pubblicato sulla rivista World.
«L’umanità sta mostrando le dinamiche caratteristiche di un ciclo unico di espansione e contrazione della popolazione», afferma l’autore, il quale aggiunge che «L’economia globale subirà inevitabilmente una contrazione e l’umanità subirà una grande “correzione” demografica in questo secolo».
La parola «correzione», che ha solitamente un’accezione positiva, si rivela interessante assai quando deve significare la morte di miliardi di esseri umani.
Nelle previsioni degli accademici apocalittici, mica sarebbe solo l’umanità in gioco. All’inizio di quest’anno, il biologo di Stanford Tony Barnosky ha avvertito che il mondo sta affrontando il peggiore episodio di estinzione di massa globale dai tempi dei dinosauri.
«L’Homo sapiens si è evoluto per riprodursi in modo esponenziale, espandersi geograficamente e consumare tutte le risorse disponibili» ha scritto il Rees viaggiando sui consueti argomenti dell’endoplanetarismo antiumanista, i cambiamenti che sono stati «contrastati da feedback negativi».
Il Rees ci avverte inoltre che non dovremmo considerare i tassi di crescita in calo come un motivo per «non preoccuparci», anche se si prevede che la popolazione mondiale raggiungerà il picco di 10,4 miliardi tra la metà e la fine degli anni 2080. Inoltre il saggio sottolinea, ovviamente, che «anche il tenore di vita materiale medio è corrosivamente eccessivo».
«I feedback negativi di ritorno – caos climatico, carenza di cibo e altre risorse, disordini civili, guerre per le risorse, etc. – potrebbero eliminare le prospettive di una civiltà mondiale avanzata» sostiene con grande originalità l’esperto.
Siamo quindi informati dall’esperto che l’avvento dell’agricoltura industriale e l’uso dei combustibili fossili, l’umanità ha ridotto «molte forme di feedback negativo», consentendo alla popolazione di espandersi rapidamente per diverse centinaia di anni, tuttavia tutta l’energia necessaria per mantenere questo numero di persone deve essere «dissipata» da qualche parte secondo Rees, il che significa che mentre continuiamo a estrarre risorse, i rifiuti vengono scaricati «di nuovo nel loro ospite».
L’«ospite» sarebbe la Terra, che già dalla parola usata, si capisce quanto sia oramai apertamente «umanizzata» o esotericamente «divinizzata» dalla scienza, quella cosa che aiuta l’uomo a vincere le superstizioni e le false credenze – eccerto. La Terra come organismo, Gaia, la Terra come «madre», la Pachamama, la Terra come dea da adorare nel ritorno del matriarcato.
Al professorone pare mancare completamente qualsivoglia idea dell’uomo come portatore della ragione, capace cioè non solo di estrarre risorse, ma di efficientarle (estrarre l’uranio e ottenere quantità di energia immani, creare pannelli solari e avere energia pulita ciclica) e di disporre degli eventuali rifiuti in modo razionale e sostenibile – come in teoria ci dicono che stanno facendo quando prepariamo loro la spazzatura differenziata.
La questione sta tutta qui: i professori, gli esperti di cui dovremmo fidarci esattamente come per il coronavirus, oramai hanno finito ogni argomento dall’aspetto vagamente scientifico per promuovere la riduzione della popolazione (satanico fine installato secoli fa con Malthus e ancora perseguito a suon di miliardi dall’oligarcato globale) e quindi si risolvono a esposizioni che hanno sempre più chiaramente carattere religioso.
Non avendo più nulla da dire – le bufale sulla sovrappopolazione di Paul Ehrlich che prevedeva la fine dell’umanità per gli anni Novanta sono esplose da sole – cade ogni maschera, e gli «scienziati» si mostrano per quello che sono, agenti della Cultura della Morte, crassi e inutili sacerdoti della religione della Necrocultura.
Bisogna quindi chiedersi: la scienza divenuta ancella della religione dello sterminio, poteva non trovare sponda definitiva nel papato infiltrato dalle forze del Male?
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Bioetica
Feticidi femminili in uno Stato indiano: 910 bambine ogni mille maschi nati, cresce di nuovo l’aborto selettivo

Renovatio 21 pubblica questo articolo su gentile concessione di AsiaNews. Le opinioni degli articoli pubblicati non coincidono necessariamente con quelle di Renovatio 21.
Nel 2024 lo Stato dell’India settentrionale ha fatto registrare il peggiore rapporto alla nascita dal 2016. Pascoal Carvalho: «Feticidi femminili praticati clandestinamente». Una campagna promossa da Modi nel 2015 ha frenato solo temporaneamente la tendenza.
«Il radicato pregiudizio di genere dell’India nei confronti delle bambine permane». Lo afferma ad AsiaNews il dott. Pascoal Carvalho, già membro della Pontificia Accademia per la Vita, istituita da san Giovanni Paolo II nel 1994, a commento di nuovi allarmanti dati che giungono dallo Stato settentrionale dell’Haryana, uno tra quelli economicamente più avanzati in India, sul numero di femmine per mille maschi alla nascita. Nel 2024 lo stato dell’Haryana ha registrato il più basso rapporto in otto anni, con 910 bambine ogni 1000 bambini nati (nel 2023 erano state 916).
Il rapporto tra i sessi biologici alla nascita rappresenta un indicatore fondamentale dell’uguaglianza di genere ed è ricavato dai dati raccolti dai Servizi di registrazione civile (CRS), che monitorano l’andamento statistico delle morti e delle nascite. Secondo i dati provvisori preparati dalle autorità sanitarie statali per il 2024, lo scorso anno sono nati 516.402 bambini, di cui 270.354 (52,35% del totale) erano maschi e 246.048 (47,64%) femmine. Ciò indica che il numero di bambine è stato inferiore di 24.306 rispetto a quello dei bambini nei dodici mesi in questione.
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«La diminuzione del rapporto tra i sessi potrebbe indicare che le bambine vengono uccise nel grembo materno. La pratica del feticidio femminile, in contrasto con la legislazione che vieta i test di determinazione del sesso e gli aborti selettivi, viene praticata clandestinamente», ha sottolineato Carvalho, commentando i dati. «La Chiesa cattolica in India sottolinea instancabilmente il valore e la dignità della vita umana», ha aggiunto. La stessa Pontificia accademia per la vita ha come fine del suo servizio la difesa e la promozione del valore della vita umana e della dignità della persona, ma «i pregiudizi della società nei confronti delle bambine continuano, nonostante i progressi».
Secondo i dati, il numero massimo di nascite (57.961) in Haryana nel 2024 è avvenuto nel distretto di Nuh, uno dei più arretrati del Paese. Tuttavia, il rapporto alla nascita a Nuh, pari a 928, è tra i migliori nei 22 distretti dello Stato, dietro solo a Yamunanagar (936) e Sirsa (936). Gurgaon ha registrato 45.344 nascite nel 2024, ma con un rapporto di soli 899. Gurgaon è uno dei distretti con un rapporto tra i sessi biologici inferiore a 900. Con un rapporto simile (899) è anche Faridabad, con 48.777 nascite nel 2024.
Per arginare il calo del rapporto tra i sessi biologici in Haryana, il primo ministro Narendra Modi ha avviato nel 2015 la campagna Beti Bachao, Beti Padhao («Salva le figlie, educa le figlie»), per affrontare tutte le questioni correlate all’emancipazione delle donne nell’arco dell’intero ciclo di vita. L’indice dello Stato era migliorato dopo la campagna e aveva toccato quota 923 nel 2019. Ma dal 2020 ha ricominciato a diminuire, tendenza che è continuata fino ad oggi.
«La Chiesa è stata molto attiva nel dare potere alle donne attraverso l’istruzione, l’assistenza legale, l’assistenza sanitaria, lo sviluppo sostenibile per educare la madre a proteggere la vita della bambina», conclude Carvalho.
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