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Rivolte in strada dei francesi contro l’obbligo vaccinale

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Rivolta massiva in Francia: così i cittadini hanno risposto ai piani del presidente Macron di imporre ai passaporti dei vaccini di entrare in luoghi come centri commerciali, ristoranti, bar, ospedali, bar, caffè e accedere ai trasporti pubblici.

 

Secondo in piani del presidente Macron, da agosto in poi il cittadino dovrà fornire la prova della vaccinazione o un test COVID negativo per entrare in un luogo pubblico o per usufruire di treni, aerei, bus etc.

 

I cittadini francesi sarebbero tenuti a pagare per i test PCR: un  ulteriore pressione economica, oltre che sociale, per fare del vaccino un obbligo de facto

Da notare la data: lo Stato-padrone, paternalisticamente, lascia ai figlioli l’estate per sfogarsi con gozzoviglie come la libertà di movimento, di associazione, etc. Lo Stato di diritto è calpestato per sempre: questo lo hanno capito i cittadini in rivolta così come, a differenza che in Italia, anche alcuni intellettuali: pesanti attacchi a Macron e alla sua politica liberticida sono venuti dal quotidiano Le Figaro, che ha parlato di «dissoluzione del contratto sociale»

 

I cittadini francesi, inoltre, sarebbero tenuti a pagare per i test PCR: un  ulteriore pressione economica, oltre che sociale, per fare del vaccino un obbligo de facto.

 

A questa follia coercitiva, la gente a Parigi e in altre città francesi ha risposto scendendo in piazza il 14 luglio, giorno della presa della Bastiglia. La protesta si è fatta molto tesa: la polizia francese a usare gas lacrimogeni per disperdere i manifestanti. Alcuni avevano cartelli che inneggiavano alla ghigliottina.

La protesta si è fatta molto tesa: la polizia francese a usare gas lacrimogeni per disperdere i manifestanti. Alcuni avevano cartelli che inneggiavano alla ghigliottina

 

Lo Stato di diritto è calpestato per sempre: questo lo hanno capito i cittadini in rivolta così come, a differenza che in Italia, anche alcuni intellettuali: pesanti attacchi a Macron e alla sua politica liberticida sono venuti dal quotidiano Le Figaro, che ha parlato di «dissoluzione del contratto sociale»

«La polizia è intervenuta poco dopo che decine di manifestanti hanno marciato lungo un viale nel centro di Parigi mercoledì senza il permesso delle autorità parigine», ha giustificato l’agenzia Reuters . «Alcuni indossavano distintivi che dicevano “No alla tessera sanitaria”».

Sono stati avvistati anche blocchi formati da furgoni della polizia antisommossa, usati per sbarrare le strade nel tentativo di impedire il corteo della protesta.

Sono stati avvistati anche blocchi formati da furgoni della polizia antisommossa, usati per sbarrare le strade nel tentativo di impedire il corteo della protesta.

Non è la prima volta che Macron ci prova

Non è la prima volta che Macron ci prova. Poco tempo fa vi erano state  rivolte e proteste quando il governo francese  aveva cercato di rendere la vaccinazione una condizione per l’utilizzo dei trasporti pubblici. In seguito alle manifestazioni, la proposta di legge fu annullata. Con evidenza, qualcuno spinge perché il marchio vaccinale sia imposto in ogni modo possibile – con l’obbligo, con il ricatto, in attesa dell’arrivo della vaccinazione forzata manu militari – e Macron vuole solo obbedire.

A Macron il COVID ha fatto un non piccolo favore: «la Francia era assediata da molti mesi di proteste dei Gilet Gialli che sono iniziate alla fine del 2018 e si sono concluse solo a marzo 2020 a causa del primo lockdown COVID-19»

Non è pensabile, questa volta, che Macron torni indietro.

Come ricorda Summit News, a Macron il COVID ha fatto un non piccolo favore: «la Francia era assediata da molti mesi di proteste dei Gilet Gialli che sono iniziate alla fine del 2018 e si sono concluse solo a marzo 2020 a causa del primo lockdown COVID-19».

L’Italia sta arrivando: avevamo aperto la pista noi, nel 2017, con la legge Lorenzin, che subito la Francia si adoperò a copiarci. Ora i transalpini ci stanno superando: orgoglio francese, quello che li fa desiderare di superare gli italiani anche nell’abisso schifoso della dittatura pandemica.

Come noto, anche la Grecia (che di recente sta completando l’arresto di vari elementi del partito Alba Dorata) sta implementando leggi del tutto simili a quelle della Francia.

 

L’Italia sta arrivando: avevamo aperto la pista noi, nel 2017, con la legge Lorenzin, che subito la Francia si adoperò a copiarci. Ora i transalpini ci stanno superando: orgoglio francese, quello che li fa desiderare di superare gli italiani anche nell’abisso schifoso della dittatura pandemica.

 

 

 

 

Immagine screenshot da Twitter.

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Putin ha licenziato anche il massimo funzionario della sicurezza russa

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Il presidente russo Vladimir Putin ha firmato un decreto che nomina il ministro della Difesa Sergej Shoigu a segretario del Consiglio di Sicurezza, andando così a sostituire Nikolaj Patrushev, ha detto domenica il Cremlino.

 

Il Patrushev è stato quindi sospeso dal suo incarico con un altro decreto specifico.

 

Secondo il portavoce Dmitrij Peskov, Putin ha scelto di assegnare un «civile» alla guida del ministero della Difesa, citando la necessità per l’agenzia di abbracciare innovazione e concetti di progresso. Peskov ha inoltre affermato che Shoigu, in qualità di segretario del Consiglio di Sicurezza, fungerà da vice del presidente all’interno della commissione sul complesso militare-industriale.

 

Il portavoce del Cremlino ha aggiunto che Valerij Gerasimov, capo dello stato maggiore del ministero della Difesa, manterrà il suo ruolo attuale.

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Peskov ha sottolineato che nei prossimi giorni verrà rivelato chi sarà il successore di Patrushev dopo il suo addio alla carica di segretario del Consiglio di Sicurezza.

 

In precedenza era stato rivelato che tra i candidati nominati da Putin per i posti di gabinetto nel rimpasto di governo, il vice primo ministro ad interim Andrej Belousov era stato scelto per assumere il ruolo di ministro della difesa. Durante l’ultimo mandato del presidente, ha supervisionato il settore socioeconomico.

 

Come riportato da Renovatio 21, Patrushev in questi anni si era fatto notare per le sue dichiarazioni. Due anni fa, nei primi mesi del conflitto russo-ucraino, aveva detto che gli USA stanno cercando di far rivivere il fascismo in Europa.

 

L’anno scorso in un’intervista data al settimanale russo Argumenti i Fatkti l’alto funzionario del Cremlino aveva detto che quattro omicidi di presidenti USA erano «legati alle multinazionali».

 

Il mese scorso Patrushev, dopo aver fatto il nome dell’Ucraina sin dalle prime ore dopo l’attacco terrorista, aveva dichiarato che il legame tra la strage del Crocus e Kiev era stata confermata.

 

Il suo figlio maggiore, Dmitrij, è banchiere e ministro dell’Agricoltura russo dal 18 maggio 2018. Il suo figlio più giovane, Andrej, si è laureato nel 2003 all’Accademia del servizio di sicurezza FSB dove ha studiato legge con il suo compagno di classe Pavel Fradkov, figlio dell’ex primo ministro russo ed ex direttore del servizio segreto estero SVR Mikhail Fradkov, e ha lavorato in ruoli di leadership presso Gazprom Neft.

 

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Immagine di President of Russia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 4.0 International (CC BY 4.0)

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Putin rimuove Shoigu dal ministero della Difesa

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Il presidente della Federazione Russa Vladimir Vladimirovich Putin ha proposto di sostituire Sergej Shoigu come ministro della Difesa russo con il vice primo ministro ad interim Andrei Belousov, ha annunciato domenica sera il Consiglio della Federazione.   Shoigu è stato nominato segretario del Consiglio di sicurezza russo, andando a prendere il posto di Nikolaj Patrushev, ora rimosso senza che vi sia segnale su cosa andrà a fare.   I senatori dovrebbero avviare consultazioni riguardo alle candidature presentate dal presidente durante le sessioni della commissione il 13 maggio e durante una riunione del Consiglio della Federazione il 14 maggio, come annunciato dalla camera alta del Parlamento russo.   Non sono state apportate ulteriori modifiche alla lista dei candidati che Putin ha presentato per le posizioni di gabinetto. Le sue candidature includono Vladimir Kolokoltsev per la carica di ministro degli Interni, Alexander Kurenkov per ministro delle situazioni di emergenza, Sergej Lavrov per ministro degli Esteri e Konstantin Chuichenko per ministro della Giustizia.

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Denis Manturov, vice primo ministro e capo del Ministero dell’Industria e del Commercio durante l’ultimo mandato di Putin, è stato nominato primo vice primo ministro.   Sergej Kuzugetovic Shoigu, che ha il grado di generale ed è di etnia tuvana, era in carica da 12 anni. Aveva assunto l’incarico nel 2012 dopo essere stato ministro per l’emergenza e, brevemente, governatore dell’oblast’ di Mosca. Nel 1999 aveva ricevuto l’encomio di eroe della Federazione Russa.   La situazione di Shoigu sembrava potersi incrinare quando pochi giorni fa era stato arrestato un suo vice, Timur Ivanov, per tangenti del valore di un miliardo di rubli, cioè circa 10 milioni di euro.   Alcuni osservatori ora notano che Shoigu viene rimosso in un momento del conflitto ucraino che pare favorevole ai russi.   Belousov, un civile, è noto per essere un cristiano ortodosso devoto, uso a frequentare i monasteri locali. Shoigu ha dichiarato nel 2008 di essere battezzato a cinque anni, voce che ha confutato la credenza secondo cui, come vari abitanti di Tuva, sua terra di origine, sarebbe stato praticante del buddismo o di una religione sciamanica.   Come prescritto dalla Costituzione russa, il governo guidato dal premier Mikhail Mishustin, si era dimesso dopo il giuramento del presidente lo scorso 7 maggio. Il Mishustin è stato riconfermato. Putin, prima del giuramento, avrebbe avuto un incontro con i ministri in ci avrebbe detto che l’esperienza di molti di loro sarebbe stata conservata per l’esecutivo seguente.   Il rimpasto non ha riguardato il ministro degli Esteri Sergej Lavrov, 74 anni, che guida la diplomazia moscovita da due decenni.

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Immagine di Mil.ru via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 4.0 International 
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Accusano Kennedy di avere un verme morto nel cervello. Mentre Facebook censura il video sulla sua vita

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Robert F. Kennedy Jr. una volta pensava di avere un tumore al cervello, ma la macchia scura sulle scansioni si rivelò essere un verme parassita morto, ha riferito il New York Times citando documenti legali.

 

Il nipote del presidente John Fitzgerald Kennedy, che attualmente sta conducendo una campagna presidenziale indipendente, ha affermato di essere più giovane e più sano del presidente in carica Joe Biden e del suo principale rivale Donald Trump.

 

Nel 2010, tuttavia, RFK Jr. soffriva di «brain fog» (cioè «nebbia mentale», uno stato che previene la chiarezza di pensiero) e di perdita di memoria così grave che si rivolse ai migliori neurologi per un consiglio su un possibile tumore. Un medico di Nuova York, tuttavia, gli diede un’opinione diversa: si trattava di un parassita morto.

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L’anomalia riscontrata nelle scansioni «è stata causata da un verme che è entrato nel mio cervello e ne ha mangiato una parte e poi è morto», ha detto Kennedy in una deposizione del 2012.

 

Negli stessi documenti, il Kennedy aveva detto che aveva «chiaramente» problemi cognitivi, inclusa la perdita di memoria a breve e lungo termine. In una successiva intervista al Times, tuttavia, li ha attribuiti all’avvelenamento da mercurio, causato dalla sua dieta ricca di pesce in quel momento.

 

Gli esami del sangue hanno rilevato livelli di mercurio 10 volte superiori a quelli considerati sicuri dalla Environmental Protection Agency (EPA) degli Stati Uniti, ha detto Kennedy, aggiungendo che si è completamente ripreso dopo essersi sottoposto a terapia chelante per rimuovere il metallo pesante dal suo corpo.

 

Secondo l’articolo del Times, la ciste contenente il verme morto è rimasta nel cervello di Kennedy e non ha richiesto cure, né ebbe alcun effetto collaterale. Ha detto che non sapeva che tipo di parassita potesse essere o come lo avesse contratto, anche se sospettava che fosse durante un viaggio nell’Asia meridionale.

 

Il documento del 2012 era relativo alla procedura di divorzio di Mary Richardson Kennedy, la seconda moglie. Kennedy sosteneva all’epoca che il suo potenziale di guadagno era stato diminuito a causa dei problemi cognitivi. La donna, madre dei primi quattro figli di RFK jr., si sarebbe impiccata nel 2010 dopo una battaglia con l’abuso di alcol e sostanze. L’autopsia ha rivelato la presenza di psicofarmaci antidepressivi nel sangue.

 

Kennedy ha parlato apertamente di un’altra evidente condizione un disturbo neurologico chiamato disfonia spasmodica che fa sì che la sua voce diventi rauca e tesa. Per migliorare la sua voce RFK ha fatto un’operazione laringoiatrica a base di titanio in Giappone. In un attacco vile citato ridendo dallo stesso Kennedy, un giornale ha scritto che la voce sarebbe invece una «voce da pipa di crack». Dopo l’assassinio del padre, Robert era diventato dipendente dalle droghe, ma, secondo la terminologia degli Alcolisti Anonimi, è considerato «sobrio» da decenni.

 

In recenti dichiarazioni, il Kennedy ha dichiarato che, dopo tanti anni passati con la malattia alla voce, si era reso conto, preparando un caso in tribunale, che la disfonia era tra gli effetti collaterali di un vaccino, che egli aveva assunto.

 

La campagna di Kennedy mercoledì ha confermato l’articolo del New York Times.

 

La stessa campagna sta affrontando ora la prospettiva di denunciare Meta, cioè Facebook, per la rimozione di un video sulla vita di Kennedy, narrato dall’attore Woody Harrelson, che spiegava in dettaglio le sue battaglie e le sue proposte per gli Stati Uniti.

 

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Il video è stato rimosso da Facebook.

 

Secondo quanto riferito dalla campagna Kennedy, vari utenti avrebbero segnalato l’impossibilità di condividere il video, ottenendo dalla piattaforma messaggi di natura diversa sull’infrazione degli standard della comunità, in alcuni casi relativamente anche all’incitazione della violenza.

 

Ancora una volta il New York Times ha raccolto la storia e chiesto a Facebook di commentare la decisione. La società di Mark Zuckerberg ha risposto che si trattava di un errore e che avrebbe rimediato.

 

American Values ​​2024, un cosiddetto «super PAC» a sostegno della candidatura presidenziale di Robert F. Kennedy Jr., ha quindi deciso di intentare una causa contro Meta.

 

«Meta Platforms sta sfacciatamente censurando i discorsi a sostegno del candidato presidenziale indipendente Robert F. Kennedy, Jr.», si leggerà nella denuncia civile, ha affermato il PAC in una dichiarazione inviata a Forbes.

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