Scuola
Putin: i sistemi educativi occidentali si stanno degradando
Le scuole e le università in Occidente hanno abbandonato le arti liberali a favore dei gender studies e di altre «pseudoscienze», ha osservato martedì in un discorso il presidente russo Vladimir Putin.
«In Occidente, ora stanno praticando non solo la politica della “cultura della cancellazione”, ma anche l’effettiva abolizione dell’educazione alle arti liberali», ha detto Putin durante una riunione del Consiglio mondiale dei popoli russi a Sochi.
«Di conseguenza, sia la cultura [occidentale] che l’istruzione stanno diventando primitive», ha continuato. «Molte materie classiche vengono semplicemente espulse dai programmi di studio occidentali, sostituite da qualche tipo di genere e scienze simili – pseudoscienze, ovviamente».
Il fenomeno evidenziato da Putin è stato ampiamente condannato anche dai conservatori occidentali, che hanno denunciato i tentativi degli accademici di sinistra di cancellare lo studio dell’antica Grecia e di Roma a causa della cosiddetta «bianchezza» di queste antiche società, e di inserire l’ideologia transgender nei campi della medicina, dell’archeologia e della psicoterapia, tra innumerevoli altri esempi.
Spiegando che l’istruzione influenza la cultura, Putin ha raccomandato che invece di seguire queste tendenze occidentali, i russi dovrebbero «imparare dai nostri antenati, che sia nell’arte tradizionale che in quella d’avanguardia, costituiscono un esempio per il mondo intero».
«Sono convinto che la sovranità del Paese e il rafforzamento del suo ruolo nel mondo sono impossibili senza il fiorire della sua cultura originaria», ha dichiarato.
Come riportato da Renovatio 21, discorsi sulla tossicità dell’attuale cultura propagata in occidente sono stati tenuti da Putin durante varie edizioni del Club Valdai. All’edizione del 2021 dell’importante forum di discussione russo, il presidente paragonò il gender al coronavirus.
«Mi attengo all’approccio tradizionale secondo cui una donna è una donna, un uomo è un uomo, una mamma è una mamma e un papà è un papà» aveva detto Putin.
Durante lo stesso incontro definì il gender come un crimine contro l’umanità, frutto della decadenza conclamata dell’Occidente. L’idea che ai bambini «si possa insegnare che un ragazzo può diventare una ragazza e viceversa» è mostruosa e «sull’orlo del crimine contro l’umanità» disse Putin. «Siamo sorpresi di vedere accadere cose in paesi che si considerano fiori all’occhiello del progresso… La lotta per l’uguaglianza e contro la discriminazione si trasforma in un dogmatismo aggressivo che rasenta l’assurdo».
Nel 2021 ebbe infine parole per la questione del «nuovo razzismo».
«Combattere il razzismo è una cosa necessaria e nobile, ma la nuova “cultura della cancellazione” si trasforma in “discriminazione alla rovescia”… Qui in Russia alla maggioranza assoluta dei nostri cittadini non importa di che colore sia la pelle di una persona».
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Immagine di President of Russia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 4.0 International (CC BY 4.0)
Scuola
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Militaria
I bambini «devono essere preparati alla guerra»: parla il ministro dell’Istruzione tedesco
I bambini tedeschi dovrebbero essere costretti a prepararsi alla guerra per aumentare la «resilienza», ha dichiarato sabato il ministro dell’Istruzione Bettina Stark-Watzinger.
In questo nuovo, incontrovertibile segno della rimilitarizzazione in corso nel grande Paese europeo, il ministro germanico, membro del Partito Liberale Democratico (FDP) che fa parte del governo ampel («semaforo») del cancelliere Olao Scholz, ha dichiarato che ai bambini dovrebbe essere insegnato cosa fare in caso di conflitto e ha suggerito di introdurre esercitazioni di «difesa civile» nelle scuole in modo che i giovani siano preparati per gli anni a venire.
«La società nel suo insieme deve prepararsi bene alle crisi, dalla pandemia ai disastri naturali fino alla guerra. La protezione civile è estremamente importante e appartiene anche alle scuole. L’obiettivo deve essere quello di rafforzare la nostra resilienza», ha dichiarato la Stark-Watzinger in un’intervista alla testata tedesca Funke.
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Il ministro scholziano ha quindi domandato che venga favorita una «relazione rilassata» tra gli scolari e le forze armate tedesche (Bundeswehr), suggerendo che gli ufficiali militari dovrebbero visitare le scuole per spiegare cosa «fa la Bundeswehr per la nostra sicurezza».
La settimana scorsa il presidente dell’Associazione degli insegnanti tedeschi, Stefan Dull, ha dichiarato alla Bild che la proposta del ministro «ha senso».
«Mi aspetto che il ministro federale cerchi ora un dialogo con i ministri dell’istruzione dei Länder federali», ha affermato, aggiungendo che «una dichiarazione di intenti non è sufficiente: ora le lezioni di politica devono insegnare sulla guerra in Ucraina e sullo scenario paneuropeo, anche una situazione di minaccia globale».
L’iniziativa di Stark-Watzinger riflette la politica del governo tedesco volta a rendere il Paese «pronto alla guerra» di fronte a un potenziale conflitto Russia-NATO, che potrebbe verificarsi entro pochi anni, secondo alti funzionari della difesa tedeschi.
A febbraio, il ministro della Difesa tedesco Boris Pistorius ha affermato in un’intervista a Bloomberg che la Russia potrebbe attaccare la NATO «tra cinque o otto anni». Anche il capo della difesa tedesco, generale Carsten Breuer, aveva sottolineato l’importanza «fondamentale» di preparare l’esercito del Paese entro i prossimi cinque anni. «Chiamiamo questo Kriegstuchtigkeit – essere pronti, capaci e disposti a combattere. Siamo sulla strada giusta», ha dichiarato.
Il progetto dello Stato tedesco non è dissimile da quanto visto in Ucraina, con bambini di tutte le età coinvolti a scuola in attività di preparazione militare. Le immagini, circolate qualche mese fa, suscitarono una piccola fiammata di inquietudine, per poi spegnersi subito – come ogni dissonanza cognitiva proveniente da Kiev.
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Con la mossa di coinvolgere i bambini nella guerra in partenza la rimilitarizzazione della Germania – uno dei fattori per evitare il quale, in teoria, era stata creata la NATO – è oramai non solo un fatto certo, ma un qualcosa di impudico e parossistico.
Come riportato da Renovatio 21, l’euro deputata socialista tedesca Katarina Barley è arrivata a suggerire che l’UE potrebbe doversi dotare di armi atomiche.
I giornali tedeschi riportano sempre più spesso di scenari di guerra Russia-NATO che trapelano di vertici militari, con documenti che parlano di Terza Guerra Mondiale. Impressionante anche l’audio, pubblicato in Russia e non smentito dai tedeschi, dove generali germanici discutono della distruzione del ponte di Crimea.
Come riportato da Renovatio 21, la Germania sta tentando in modo evidente una materiale rimilitarizzazione (fenomeno per evitare il quale, si diceva, era stata creata la NATO) con espansione in Paesi chiave come la Lituania e investimenti in munizioni (22 miliardi entro il 2031), nonostante i problemi di reclutamento e i malumori delle truppe.
Nel frattempo, la popolazione non sembra affatto pronta per il conflitto con la Russia, che sarebbe il secondo in meno di un secolo, e quello precedente si è concluso per Berlino molto male. Un sondaggio a fine 2023 aveva indicato che solo il 17% dei tedeschi è pronto a difendere il proprio Paese; un sondaggio condotto da Civey per conto della popolare rivista Focus pochi giorni fa aveva mostrato l’imbarazzante dato per cui circa il 30% dei tedeschi non ha alcuna fiducia nella capacità dell’esercito di resistere ad un potenziale avversario, mentre un altro 45% ha «scarsa fiducia» nell’esercito, mentre il 15% è indeciso. Solo il 2% ha affermato che la propria fiducia è «molto alta», mentre l’8% ha affermato che è «piuttosto alta».
Registriamo, ad ogni modo, l’ulteriore evoluzione scolastica, forse in arrivo anche in Italia: nelle aule si è passati per direttissima dal gender alla guerra antirussa.
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