Cina
Pechino ricorda i 130 anni dalla nascita di Mao per celebrare Xi Jinping
Renovatio 21 pubblica questo articolo su gentile concessione di AsiaNews. Le opinioni degli articoli pubblicati non coincidono necessariamente con quelle di Renovatio 21.
Gli alti dirigenti del Partito comunista al potere hanno reso omaggio a Mao. Fra gli eventi anche un raduno di massa nella città natale del grande timoniere. Rimosso l’editoriale di una rivista che invocava riforme e apertura. Tuttavia, le autorità continuano a diffidare di un eccessivo culto della persona, che potrebbe sfociare in critiche nei confronti degli attuali leader.
Il leader cinese Xi Jinping ha visitato il mausoleo di Mao Zedong al centro di Piazza Tiananmen per commemorare il 130° anniversario della nascita del grande timoniere.
Insieme a Xi, anche altri sei membri del Politburo, il massimo organo decisionale del Partito Comunista Cinese (PCC), sono entrati nel mausoleo che ospita il corpo di Mao. Eventi in suo onore si sono svolti in molte parti del Paese a partire dalla città natale di Shaoshan, dove si è tenuto un raduno di massa.
Mao, nato il 26 dicembre 1893, è ancora una figura importante per la società cinese dopo la sua morte avvenuta oltre 40 anni fa. Come tradizione del Partito Comunista al potere, la commemorazione si tiene di solito ogni 10 anni dalla sua nascita. Dopo aver visitato il mausoleo e aver reso omaggio al «Grande timoniere», Xi e gli alti dirigenti comunisti sono entrati nella Grande Sala del Popolo per un simposio.
Nel suo discorso, l’attuale presidente ha ricordato la vita di Mao e ha sottolineato l’importanza di portare avanti la causa da lui inaugurata. Xi ha anche rimarcato la guida del governo centrale sull’ex governatorato di Hong Kong, l’unificazione della Cina e la prevenzione dell’indipendenza di Taiwan.
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Il Mausoleo di Mao è stato chiuso ai turisti dal 24 dicembre, alimentando le speculazioni sulla imminente visita di Xi Jinping per le celebrazioni in programma in concomitanza con l’anniversario. Qiushi, la principale rivista teorica ufficiale del partito al potere, ha elogiato l’eredità di Mao in un articolo pubblicato nel mese di dicembre. A seguire, il pezzo ha analizzato l’attuale leadership di Xi Jinping celebrando il leader che rappresenta la fortuna del partito e dello Stato.
Da quando Xi è salito al potere, l’atteggiamento delle autorità nei confronti di Mao ha subito un sottile cambiamento. Il presidente ha affermato che la storia precedente alla Riforma e all’Apertura non può essere negata. I testi di storia non attribuiscono la Rivoluzione Culturale ad una colpa di Mao. Xi intende anche far rivivere alcune pratiche politiche ed economiche dell’epoca, come l’abbandono del limite di mandato del presidente e l’enfatizzazione del controllo statale sull’economia anche se il padre di Xi, Xi Zhongxun, fu perseguitato da Mao.
Inoltre, la rivista Caixin ha pubblicato il giorno di Natale un editoriale in cui sottolinea e traccia il percorso di Deng Xiaoping. L’editoriale ricordava la storia della Cina nella fase in cui essa ha spostato l’attenzione dalla Rivoluzione culturale alla crescita economica, ma lo stesso articolo è stato rimosso alcune ore dopo la sua pubblicazione online.
Nella città natale di Mao, Shaoshan, vi era una folla enorme e persone provenienti da diverse parti della Cina si sono riunite per la commemorazione in programma a mezzanotte. Video online hanno mostrato alcune persone impegnate a tenere dei discorsi e a intonare slogan e canti risalenti al periodo della Rivoluzione culturale, invocando a gran voce il ritorno al socialismo.
L’economia cinese ha conosciuto un boom dopo la morte di Mao, ma il malcontento sociale sta aumentando per il crescente divario tra ricchi e poveri.
Negli ultimi anni un numero sempre maggiore di giovani si sta unendo alla schiera dei fedeli di Mao per l’alto tasso di disoccupazione, la mancanza di welfare e di protezione per i lavoratori e l’intensificarsi dei conflitti sociali.
Nel frattempo, le autorità sono diffidenti nei confronti dell’eccessivo culto della sua persona, soprattutto per le attività svolte dai giovani maoisti, di cui le autorità hanno represso senza esitazioni le proteste e lo stesso movimento per i diritti dei lavoratori legato all’associazione.
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Immagine di pubblico dominio CC0 via Wikimedia
Cina
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Cina
Pechino, la Germania e lo scontro sulle spie
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Quattro arresti in poche ore tra i quali anche uno stretto collaboratore del leader di Alternative für Deutschland nella corsa al Parlamento europeo. Le criticità nei programmi di ricerca congiunti tra università tedesche e istituti cinesi con background militare. La replica del portavoce del ministero degli Esteri cinese: «diffamazioni».
L’arresto per spionaggio di quattro persone in Germania a pochi giorni dal viaggio a Pechino del cancelliere tedesco Olaf Scholz ha portato in primo piano in queste ore in Europa la questione già caldissima della sicurezza dei rapporti con la Repubblica popolare cinese.
Il caso più clamoroso è quello del cittadino tedesco di origine cinese Guo Jian (郭建), 42 anni, assistente di un politico del partito populista di estrema destra Alternative für Deutschland (AfD), arrestato martedì mattina nella sua residenza di Dresda.
Guo Jian lavorava per Maximilian Krah, il candidato di spicco dell’AfD alle prossime elezioni europee di giugno. Secondo il procuratore, Guo è accusato di aver fornito all’agenzia di Intelligence cinese informazioni su discussioni e negoziati nel Parlamento Europeo e di aver spiato i dissidenti cinesi che vivono in Germania
Il cancelliere Scholz ha commentato: «Non possiamo accettare lo spionaggio contro di noi, da qualsiasi Paese provenga». Ha inoltre affermato che le accuse contro l’AfD sono «molto preoccupanti».
Maximilian Krah – che continua la sua campagna elettorale – ha dichiarato di aver saputo dell’arresto di Guo solo dai notiziari e ha affermato di non essere a conoscenza delle sue attività. Nella sua azione politica al Parlamento europeo, però, Krah ha votato contro una risoluzione che denunciava gli abusi dei diritti umani nello Xinjiang e ha affermato che Taiwan appartiene al governo di Pechino.
Guo Jian era attivo nella cerchia dei dissidenti cinesi in Germania. Raramente, però, si trovano online dettagli e informazioni pubbliche su di lui. Pur avendo lavorato come assistente di un politico, non è un personaggio pubblico e usa raramente i social network. Una sua foto con il Dalai Lama sta circolando sui social network dopo l’arresto. Guo si è occupato di commercio con la Cina dopo essersi laureato in un’università tedesca e aveva un’azienda che importava prodotti LED dalla Cina. Nel 2019 è diventato assistente di Krah. I media tedeschi hanno rivelato che Krah ha visitato Pechino nel 2019 e le spese di viaggio sono state coperte da aziende cinesi.
L’arresto di Guo è avvenuto un giorno dopo quello di tre cittadini tedeschi per presunto spionaggio. I tre sono accusati di aver passato tecnologia militare ai servizi segreti cinesi in cambio di un pagamento. I procuratori hanno confermato che una coppia residente a Düsseldorf e un uomo di Bad Homburg sono stati reclutati dal ministero della Sicurezza di Stato cinese e hanno esportato tecnologia sensibile in Cina senza autorizzazione. Le operazioni sono durate circa due decenni, almeno fino al giugno 2022.
I tre sono stati accusati di aver acquistato un laser per la Cina. Inoltre, la coppia, che lavorava per una società affiliata a un’università, ha trasferito le informazioni di una parte di un macchinario che può essere utilizzato nelle navi militari. I servizi segreti tedeschi hanno dichiarato che il caso potrebbe essere «solo una punta dell’iceberg». Le università sono considerate un punto debole sotto l’influenza straniera e lo spionaggio industriale. I rapporti dicono che molte università tedesche hanno programmi di ricerca congiunti con istituti cinesi con background militare.
Interpellato su queste vicende il portavoce del ministero degli Esteri cinese Wang Wenbin ha risposto che stanno «diffamando e intimidendo» la Cina. Wang ha anche accusato i Paesi europei di diffondere «false informazioni sulle cosiddette spie cinesi».
Questa settimana anche due uomini britannici sono stati accusati di aver consegnato documenti e informazioni alla Cina nel Regno Unito. Uno di loro lavorava come ricercatore per il Parlamento.
Negli ultimi mesi, i massicci attacchi informatici della Cina hanno attirato l’attenzione dei Paesi occidentali. Gli obiettivi degli attacchi vanno dalle aziende con tecnologie all’avanguardia nell’industria, ai politici e ai dissidenti cinesi all’estero.
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