Protesta
Ottawa, continuano le violenze della polizia: pallottole di gomma, spray chimici
I camion stanno venendo rimossi, molte persone arrestate: magari rompendo i finestrini per tirarli fuori ed ammanettarli.
Nonostante la protesta si stia già spostando a Quebec City (e a Calgary) un manipolo di manifestanti continua anche nella capitale canadese Ottawa.
La reazione della polizia proietta perfettamente la posizione del premier Justin Trudeau: nessun compromesso, nessun confronto, chi protesta va trattato alla stregua di un terrorista.
E di fatto unità di élite dell’antiterrorismo sono state utilizzate assieme ai reparti anti-sommossa.
Vi sono racconti di pallottole di gomma sparate sui manifestanti (come in Francia). E ci sono video che mostrano l’uso di spray urticanti (come in Germania)
Police begin pushing protesters even further back in Ottawa.
Some people appear to get hit with a chemical irritant in the process by police. pic.twitter.com/hKyJgmnkVH
— Marie Oakes (@TheMarieOakes) February 20, 2022
Ottawa Police use pepper spray on protesters pic.twitter.com/XgJaqAWGI0
— GuyFrees (@GuyFrees) February 19, 2022
OTTAWA: Police pepper spray protestors after pushing them into the wall.https://t.co/NxAr5V5Iko pic.twitter.com/49T8iRrf86
— K2🍁🚛 (@kiansimone44) February 19, 2022
👀👀👀
Police in Ottawa continue to deploy pepper spray against protesters, they think this is normal. pic.twitter.com/gcAsSmgpj3— everton1878 (@scottefc) February 19, 2022
Il colpiti dallo spray urticante hanno cercato di bagnarsi gli occhi usando la neve.
Canada 🇨🇦
Ottawa
Police Have begun to
Pepper Spray the protesters pic.twitter.com/9DTXW8coZ3— Marcko.V. PPC (@Marckovvvvv2) February 19, 2022
Cavalli e spray al peperoncini. Più manganelli. È incredibile.
Police using pepper spray and trampling peaceful protesters. Ottawa 18.02.22. pic.twitter.com/BONilPkdlm
— Open1 (@open1uk) February 19, 2022
Police advance towards protestors with batons and pepper spray. Ottawa. 19.02.22.
#FreedomConvoy #Canada #FreedomConvoy2022 #FreedomConvoyCanada#ConvoyForFreedom #Trudeau #TrudeauMustGo pic.twitter.com/jzwHGctk0d
— SmlPplAgstBigGov (@SPABG2) February 19, 2022
Tutto questo quando i manifestanti avevano deposto fiori ai piedi degli agenti
Protesters have put flowers at the police line in Ottawa.
https://t.co/DEN7zzSz9G for more. pic.twitter.com/IjApkX0LiD
— Rebel News (@RebelNewsOnline) February 20, 2022
Police in #Ottawa rip goggles off protestors face and jam pepper spray into their eyes. After this fails, they drag them by their goggles/head through to police line to who knows where, doing who knows what else. #cndpoli #ontpoli #PoliceBrutality #EqualBeatment pic.twitter.com/vCc3lShlI7
— Jackal (@RagingJackal) February 19, 2022
Uno strano video mostra un aereo dell’ONU atterrato nel Nord dell’Ontario. L’utente Twitter si chiede se trasportasse truppe. Difficile da verificare, fino a ieri impensabile. Ma dopo aver visto i conti bancari congelati ai manifestanti, cosa è impensabile?
We have seen UN in Ottawa. pic.twitter.com/usbYWb31DC
— Nicolepriaulx (@nicolepriaulx) February 19, 2022
Intanto, emergono da Ottawa immagini struggenti come questa: i manifestanti si inginocchiano e pregano mentre i reparti antisommossa stringono su di loro.
In Ottawa, protesters kneel in prayer and ask for strength in the face of heavy-handed policing and authoritarian rule. pic.twitter.com/6ZiW3nLFnA
— The Vigilant Fox 🦊 (@VigilantFox) February 19, 2022
Protesta
Gli agricoltori polacchi bloccano le strade verso Varsavia e i valichi di frontiera
Ieri gli agricoltori polacchi hanno intensificato le proteste a livello nazionale, denunciando le politiche agricole dell’UE e il flusso di importazioni esentasse dall’Ucraina. Secondo quanto riportato dai media, decine di migliaia di lavoratori agricoli stanno bloccando le strade in diverse centinaia di località in tutto il Paese.
I manifestanti hanno bloccato le strade principali che portano fuori dalla capitale Varsavia con trattori e altre attrezzature agricole, hanno riferito numerose testate.
Sono state bloccate anche le strade che portano al confine tedesco-polacco. Le riprese della zona mostrano decine di veicoli parcheggiati sull’autostrada, bloccando il traffico.
La polizia è stata chiamata nei luoghi dove si sono radunati i manifestanti, ma finora non ci sono notizie di scontri.
🚨🇵🇱 Meanwhile in Poland
Farmers block the Ukrainian border in protest of cheap imports vs. Their indigenous home grown produce.
All over Europe the Farmers aren’t backing down. pic.twitter.com/NSlX8cZRRw
— Concerned Citizen (@BGatesIsaPyscho) March 20, 2024
#WATCH 🔴 #FarmersProtest : Today Polish #farmers plan to block roads across #Poland, totaling approximately ~500 points nationwide. Around 70,000 farmers are expected to participate in the protests ‼️
Join ‘Voice of Europe’ on Telegram https://t.co/zGkDc3ZuJr pic.twitter.com/4OV8TIdIg2
— Voice of Europe 🌍 (@V_of_Europe) March 20, 2024
🇵🇱 The main road to Warsaw is blocked by farmers.#ProtestRolnikow pic.twitter.com/UUzxb5IP9c
— Expat in Poland 🇵🇱 (@BasedPoland2) March 20, 2024
THE PITCHFORK PROTESTS IN POLAND PERSIST.
Polish farmers have organized a convoy and are heading to Kraków to protest against grain dumping by Ukraine and the EU’S FARM-TO-FORK POLICIES that are designed to DESTROY Europe’s agriculture industry.
pic.twitter.com/HBKZ6pMSJU— Steve Hanke (@steve_hanke) March 21, 2024
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Secondo quanto riportato dai media, gli agricoltori polacchi avrebbero pianificato un totale di oltre 500 blocchi stradali, promettendo di «paralizzare» il Paese. La polizia polacca ha dichiarato di essere a conoscenza di oltre 580 proteste previste per mercoledì e di aspettarsi la partecipazione di circa 70.000 persone.
Da settimane in Polonia e in altri stati dell’UE si verificano proteste da parte degli agricoltori. I manifestanti chiedono modifiche alle restrizioni imposte loro dalle politiche ambientali del blocco – il cosiddetto Green Deal – e la sospensione delle importazioni di prodotti agricoli dall’esterno del blocco, principalmente dall’Ucraina. Gli agricoltori lamentano di non essere in grado di competere con le importazioni ucraine a basso costo che stanno inondando i mercati dell’UE.
Nonostante le proteste degli agricoltori, mercoledì scorso Bruxelles ha raggiunto un accordo provvisorio per estendere l’accesso esentasse dell’Ucraina ai suoi mercati fino a giugno 2025. Tuttavia, l’accordo introduce un «freno di emergenza» sulle importazioni di pollame, uova, zucchero, avena, mais, semole e miele se superano i livelli medi del 2022 e del 2023.
I manifestanti polacchi si sono comunque opposti all’accordo, affermando che vogliono che il punto di riferimento per i limiti di importazione siano gli anni precedenti al conflitto in Ucraina, poiché i volumi erano molto più bassi Poi.
La scorsa settimana, i legislatori dell’UE hanno anche proposto di allentare alcune norme ambientali, come le misure relative alla rotazione delle colture, nel tentativo di arginare le proteste. Questo sarà uno degli argomenti di discussione dei ministri dell’Agricoltura degli Stati membri nel prossimo incontro del 26 marzo.
Come riportato da Renovatio 21, i vescovi polacchi si sono schierati con gli agricoltori. Nel mirino della protesta vi è apertamente l’Ucraina, testimoniando la tensione fra i due Paesi, difficilmente sanabile nonostante l’elezione a Varsavia di un governo filo-occidentale e quindi, teoricamente, filo-Kiev.
Sei mesi fa l’Ucraina aveva minacciato la Polonia per il blocco del grano. Al termine del discorso di Zelens’kyj alle Nazioni Unite, in cui alludeva molto criticamente a Varsavia, l’allora premier Mateusz Morawiecki aveva avvertito che non avrebbe tollerato più insulti.
Le tensioni tra i due Paesi hanno portato perfino alla convocazione degli ambasciatori.
Il ministero della Difesa polacco Wladyslav Kosiniak-Kamysz due settimane fa aveva detto che il Paese si rifiutava di inviare truppe in Ucraina.
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Protesta
I vescovi polacchi si schierano con gli agricoltori nella battaglia contro normative UE e importazioni dall’Ucraina
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Protesta
Il Brasile scosso da dimostrazioni di massa pro-Bolsonaro
Domenica scorsa milioni di brasiliani sono scesi domenica nelle strade di San Paolo per protestare contro la persecuzione politica del presidente socialista Luiz Inácio Lula de Silva nei confronti dell’ex presidente brasiliano Jair Messias Bolsonaro.
I sostenitori di Bolsonaro vestiti del giallo e verde della bandiera brasiliana hanno riempito la città per difenderlo dalle azioni legali che potrebbero vederlo messo in prigione per le rivolte dell’8 gennaio 2023 contestando le elezioni del Paese, definite da alcuni oppositori di Lula come un colpo di Stato.
«Continuano ad accusarmi di colpo di Stato. Ora il colpo di Stato avviene perché c’è la bozza del decreto sullo stato di emergenza. Un colpo di Stato? Usando la Costituzione? Abbi santa pazienza. Un colpo di stato usando la Costituzione», ha detto Bolsonaro davanti ad una folla oceanica che lo acclamava in visibilio.
Brazilian patriot friends take back Brazil. pic.twitter.com/Q1NskOd14v
— RadioGenoa (@RadioGenoa) February 25, 2024
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«Cos’è un colpo di Stato? Un colpo di Stato sta mettendo i carri armati nelle strade, le armi, la cospirazione. Ciò non è accaduto in Brasile», ha detto. «Quello che voglio è la pacificazione. Per cancellare il passato e trovare un modo per vivere in pace».
🚨URGENTE – Imagens de helicóptero da avenida Paulista! pic.twitter.com/MbbuIeWqji
— SPACE LIBERDADE (@NewsLiberdade) February 25, 2024
Secondo i primi resoconti, avrebbero partecipato oltre 185.000 persone, ma la polizia militare ha stimato che le dimensioni sarebbero molto maggiori.
La manifestazione evidenzia quanto sia diffuso il sostegno di Bolsonaro in Brasile, nonostante gli sia stato impedito di candidarsi fino al 2030 a causa dei disordini.
Curiosamente, il presidente del ramo internazionale del partito Likud, già membro della Knesset (il Parlamento israeliano) Danny Danon, ora 17° Rappresentante permanente presso l’ONU, ha frainteso la dimostrazione pro-Bolsonaro con una manifestazione di «supporto per lo Stato di Israele e per il popolo ebraico».
Thank you to over a million Brazilians who, in an incredible and heartwarming demonstration last night, expressed their unwavering support for the State of Israel and the Jewish people 🇧🇷 pic.twitter.com/dsGgjbWwm0
— Danny Danon 🇮🇱 דני דנון (@dannydanon) February 26, 2024
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A Bolsonaro è stato impedito di candidarsi fino al 2030 a causa di due condanne per abuso di potere, ma rimane attivo nella politica brasiliana come principale avversario del centrosinistra Lula. Mentre si avvicinano le elezioni del sindaco di quest’anno, i candidati si sono divisi tra i due leader.
Alla protesta hanno partecipato anche alcuni degli alleati di Bolsonaro che mirano a spodestare Lula alle elezioni del 2026, tra cui gli influenti governatori Tarcisio de Freitas dello stato di San Paolo e Romeu Zema dello stato di Minas Gerais. Ma altri politici chiave e dirigenti aziendali che si sono allineati con lui durante la sua presidenza 2019-2022 non si sono presentati.
Come noto, una settimana dopo che Lula era entrato in carica con un margine ristretto, migliaia di sostenitori di Bolsonaro hanno preso d’assalto il palazzo presidenziale, il Congresso e la Corte Suprema, chiedendo di ribaltare quella che sostenevano fosse un’elezione rubata. Seguirono, in pieno stile J6, arresti di massa.
Nelle settimane precedenti, vi erano stati episodi con la polizia che sparava contro i sostenitori di Bolsonaro. È emerso poi che, molto significativamente, il direttore della CIA William Burns era volato a Brasilia per dire a Bolsonaro di non toccare le imminenti elezioni.
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Il governo Lula ha quindi avviato un’indagine su Bolsonaro, gli ha sequestrato il passaporto e successivamente gli è stato impedito di candidarsi fino al 2030 dal tribunale elettorale.
Da quando ha lasciato la presidenza, Bolsonaro ha dovuto affrontare diverse indagini contro di lui, inclusa l’accusa di un «tentato colpo di Stato» per i moti del gennaio di quest’anno. A giugno gli è stato vietato di candidarsi alle elezioni fino al 2030.
Tra le accuse mossegli pubblicamente, anche quella di aver molestato una balena.
Come riportato da Renovatio 21, ai sostenitori di Bolsonaro, a cui ad un certo punto avevano cominciato pure a sparare, ora il regime di Lula infligge l’esclusione dai social network e, in pieno stile maoista, un programma di «rieducazione alla democrazia».
Bolsonaro ha sostenuto, oltre che la necessità dei cittadini di armarsi, anche di voler far chiarezza sulle operazioni pubbliche accadute durante la pandemia, facendo i nomi dei funzionari sanitari che hanno approvato i vaccini per i bambini.
«La storia e la scienza riterranno tutti responsabili» disse nel suo discorso alla plenaria dell’ONU nel settembre 2021 a Nuova York, dove fu costretto a mangiare un pizza al trancio all’esterno perché impossibilitato ad entrare nei ristoranti a causa delle restrizioni simil-green pass istituite nella Grande Mela.
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