Bioetica
Miracolo, Speranza, Vita
A volte succede davvero.
A volte succede che, anche chi non crede nei miracoli, trovandoseli davanti agli occhi è costretto ad ammetterli.
Ci sono cose che la scienza non sa spiegare. Ci sono cose che la ragione umana, nemmeno con i più grandi sforzi, riesce a comprendere.
Questo è accaduto nella Clinica Centro Vada Sabatia, a Vado Ligure (SV), nell’arco di circa due mesi a questa parte: quattro pazienti in stato vegetativo grave si sono risvegliate dal coma profondo che li imprigionava da anni.
Due uomini e due donne, tutti quasi nel medesimo modo, all’improvviso hanno aperto gli occhi e hanno ricominciato a dire qualche parola.
I familiari, ormai rassegnati e disperati, fra le lacrime e l’incredulità hanno detto che «è un miracolo, è come rinascere e iniziare una nuova vita».
Se pensiamo che la vita possa essere solo ed esclusivamente nelle nostre mani, non impareremo mai a concepirla nella sua essenza. Nella sua assolutezza
Il coordinatore dei fisioterapisti, Gianfranco Bruzzone, che lavora in questa struttura particolarmente specializzata nel lavoro di riabilitazioni per pazienti gravemente compromessi a livello fisico e cerebrale, ha commentato in particolare, con grande stupore, il risveglio di un paziente:
«Stavamo facendo la seduta quotidiana quando ho visto che muoveva gli occhi. Allora ho iniziato a sollecitarlo, capivo che voleva parlarmi e l’ho invitato in modo insistente a dirmi quello che voleva. Alla fine si è come liberato da un blocco e mi ha mandato a quel paese. È stato un momento di grande euforia. Per lui ma anche per me».
«Ci trovavamo nella sala di “stimolazione polisensoriale”, dove lavoriamo con loro proponendo luci diverse e musica, anche facendo assaggiare i piatti preferiti. Un paziente, ad esempio, adorava il “tiramisù” e farglielo assaggiare è stato molto utile. Alcuni qui possono anche iniziare a scrivere e disegnare».
Queste testimonianze e queste vicende insegnano a comprendere l’importanza della vita.
Se pensiamo che la vita possa essere solo ed esclusivamente nelle nostre mani, non impareremo mai a concepirla nella sua essenza. Nella sua assolutezza.
In queste strutture – così come in tante altre meno specializzate nei metodi descritti dal dott. Bruzzone – i parenti e i familiari vivono lo strazio della frustrazione, perdendo molto spesso le speranze e imbarcandosi il peso e la desolazione delle ore passate in ospedale o in case di cura, con quel gracchiar di macchinari e il gelido color bianco di una struttura che tende ad ospedalizzare tutto e tutti, lasciando pochissime speranze.
Esempi come questi, però, sono in grado di donare quella luce che sconfigge ogni tenebra.
La notizia di questi quattro risvegli, avvenuti in un lasso di tempo molto ravvicinato fra loro, ha fatto il giro della clinica regalando sorrisi, trepidi di speranza e coraggio.
La tentazione, davanti al dolore, è sempre quella di volervi sfuggire, e così tentando di farvi sfuggire anche gli altri.
«Se deve vivere così – si dice – allora meglio che se ne vada. Almeno così smette di soffrire».
Così ragionano in Olanda, in Belgio e in altri stati considerati ampiamente civili e avanzati, dove per legge si possono uccidere i bambini e, pensate un po’, chiedendo a loro il consenso (!).
Così fanno in Islanda, vantandosi di essere grazie ad una politica eugenetica di aborto totalista un Paese oramai «Down-free».
Così, con buona probabilità, si arriverà a fare se i bambini danneggiati da vaccino aumenteranno e iniziando a diventare un peso, economico e sociale: quale credete che sarà la soluzione finale che lo Stato, mosso a pietà e con sentimenti di forte interesse per la salute pubblica, decreterà per loro?
Così, con buona probabilità, si arriverà a fare se i bambini danneggiati da vaccino aumenteranno e iniziando a diventare un peso, economico e sociale: quale credete che sarà la soluzione finale che lo Stato, mosso a pietà e con sentimenti di forte interesse per la salute pubblica, decreterà per loro?
Eppure nelle circostanze sopra descritte, come in tante altre che forse non vengono raccontate, ci viene insegnato il vero miracolo della vita che avanza, riservando sorprese e schiudendo il sole apparentemente coperto da un insanabile buio.
La sofferenza non è mai fine a se stessa.
Se qualcuno avesse deciso la morte per queste quattro persone, esse non avrebbero potuto rivelarci qual miracolo è la vita.
Se qualcuno pensa che si possa decidere come, quando e in che modo morire, particolarmente poi decidendo per gli altri, allora vuol dire che si è smesso di credere anche nell’essere umano e, in questo caso, nel lavoro di questi grandi professionisti che non hanno mai smesso di credere nella loro professione.
Perché, d’altronde, il vero miracolo di questa storia è il non aver perso giammai la speranza: è la speranza che dona la vera Vita.
Cristiano Lugli
Bioetica
I medici abortiscono il bambino sbagliato
Renovatio 21 traduce questo articolo di Bioedge.
Una futura mamma ha perso il suo bambino dopo un terribile errore in un ospedale della Repubblica Ceca.
Una donna straniera incinta di quattro mesi si è recata all’ospedale universitario Bulovka, un importante ospedale universitario di Praga, per un controllo di routine. È stata scambiata per un’altra donna straniera e sottoposta ad anestesia generale. Il suo bambino è stato quindi abortito.
Nessuno dei soggetti coinvolti nella procedura – infermieri, medici, un ginecologo e un anestesista – si è accorto dell’errore. Entrambe le donne erano di origine asiatica, secondo i media locali.
L’incidente è attribuito a una mancanza di comunicazione aggravata da una grave negligenza da parte del personale. Nessuna delle donne parlava ceco. «Una paziente di lingua ceca probabilmente si opporrebbe attivamente al fatto di sottoporsi ad un intervento che non capisce», ha detto il ginecologo Jan Přáda, dell’Ordine dei medici ceco.
Přáda ha detto ai media che i medici dovrebbero sempre confermare il nome di un paziente, controllare il braccialetto e il numero dell’ospedale e consultarlo più volte su una procedura. Ma a quanto pare nessuna di queste donne riusciva a comunicare con il personale. Non si sa in quale lingua il personale parlasse alle donne.
«Il Ministero della Salute esprime il suo profondo rammarico al paziente e all’intera famiglia», ha detto un portavoce. «C’è stato un errore umano imperdonabile e i responsabili sono stati messi fuori servizio».
Michael Cook
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Immagine di pubblico dominio CC0 via Wikimedia
Bioetica
La Danimarca consentirà alle quindicenni di abortire senza il consenso dei genitori
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Bioetica
La World Medical Association chiede un cessate il fuoco bilaterale a Gaza
Renovatio 21 traduce questo articolo di Bioedge.
La World Medical Association ha chiesto un cessate il fuoco bilaterale a Gaza. La risoluzione è stata avviata dalla British Medical Association.
Il dottor Lujain AlQodmani, presidente kuwaitiano della WMA, ha dichiarato che: «la WMA chiede un cessate il fuoco bilaterale, negoziato e sostenibile per proteggere tutti i civili, garantire il rilascio e il passaggio sicuro di tutti gli ostaggi e consentire il trasferimento degli aiuti umanitari per tutti. Ribadiamo il nostro appello al rispetto del diritto umanitario e chiediamo la protezione di tutte le strutture e del personale sanitario. È una crisi che richiede un’azione immediata».
La WMA ha anche chiesto un accesso umanitario accelerato in tutta Gaza, compresi gli aiuti e il passaggio sicuro del personale medico. Ciò include anche l’evacuazione dei casi medici urgenti per ridurre la morbilità e la mortalità secondaria, i rischi per la salute pubblica e per alleviare la pressione sugli ospedali all’interno di Gaza.
La WMA vuole anche che si indaghino sulle accuse di gravi violazioni e abusi dei diritti umani e del diritto umanitario internazionale, compresi gli attacchi al personale e alle strutture sanitarie e l’uso improprio di tali strutture per scopi militari.
«Come medici, abbiamo l’obbligo morale di sostenere i principi della Dichiarazione WMA di Ginevra e di altri documenti che fungono da guida per il personale medico durante i periodi di conflitto», ha affermato il dottor AlQodmani.
La dottoressa Latifa Patel, della BMA, ha dichiarato: «è stato incredibilmente doloroso testimoniare la portata della sofferenza, come la continua detenzione di ostaggi, le sofferenze insopportabili e la morte di oltre 30.000 civili innocenti, soprattutto bambini, e la devastazione del sistema sanitario ha solo esacerbato il peggioramento della crisi umanitaria a Gaza».
Michael Cook
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Immagine dell’ottobre 2023 di Palestinian News & Information Agency (Wafa) in contract with APAimages via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0 Unported
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