Geopolitica
L’Italia diventa il primo Paese del G7 a ristabilire i legami con Assad
L’Italia ha nominato un ambasciatore a Damasco. Tale atto rompe con i partner del G7 rendendo l’Italia il primo Paese a ristabilire piene relazioni diplomatiche con la Siria.
L’Italia non aveva un ambasciatore residente a Damasco da oltre un decennio, come vari altri Paesi occidentali.
Il personale diplomatico italiano si è inizialmente ritirato dall’ambasciata a Damasco nel 2012, sospendendo tutte le relazioni in segno di protesta contro il governo di Assad. Tuttavia, di recente l’Italia è stata tra le nazioni dell’UE ad aver cambiato idea, esortando il blocco a riprendere il contatto e ad assumere una posizione più proattiva sulla Siria.
A questo punto, un totale di sei ambasciate dell’UE sono attive a Damasco.
Un recente rapporto dell’emittente israeliana YNet News afferma che «i ministri degli Esteri di Italia, Cipro, Slovenia, Slovacchia, Austria, Repubblica Ceca, Grecia e Croazia hanno redatto un documento di posizione in cui si chiede un cambiamento nell’approccio dell’Unione Europea nei confronti della Siria, vale a dire la revoca delle sanzioni e il rinnovo dei legami diplomatici con il regime del presidente Bashar al-Assad».
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Secondo l’Associated Press, «il ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani e i suoi omologhi sostengono che la politica di aiuti umanitari dell’UE è fallita», sottolinea il rapporto.
Secondo il Giornale Diplomatico, l’ambasciatore di Roma a Damasco sarà Stefano Ravagnan, diplomatico che ha già vasti contatti e conoscenza della zona poiché già inviato speciale per la crisi siriana e la coalizione anti-ISIS.
Come riportato da Renovatio 21, dopo sforzi diplomatici consistenti negli ultimi anni, alcuni Paesi del Golfo, in particolare gli Emirati Arabi Uniti e, più di recente, l’Arabia Saudita, hanno ripristinato le relazioni e rimandato indietro i loro ambasciatori. Il ritorno di Damasco sullo scacchiere diplomatico era culminato un anno fa con la riammissione del Paese nella Lega Araba.
Nel frattempo, giudici francesi hanno emesso mandati di arresto internazionale contro il presidente Bashar Assad e altri funzionari siriani basandosi sulle denunce di una ONG finanziata da George Soros.
Le basi militari illegali degli USA in Siria sono state oggetto in questi mesi di continui attacchi da parte di milizie islamiche affiliate all’Iran.
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Immagine di Lazhar Neftien via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 2.0 Generic
Geopolitica
Gli USA hanno tentato di reclutare il pilota di Maduro per un rapimento
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Economia
USA e Giappone firmano un accordo sui minerali essenziali
Martedì, Stati Uniti e Giappone hanno siglato un accordo di cooperazione per la produzione e la fornitura di minerali essenziali e terre rare. La mossa arriva dopo la decisione della Cina di rafforzare i controlli sulle esportazioni di terre rare e attrezzature per la produzione di chip, in risposta ai dazi imposti dal presidente statunitense Donald Trump.
L’intesa è stata conclusa durante la visita di Trump a Tokyo, dove ha incontrato per la prima volta il nuovo primo ministro giapponese, Sanae Takaichi.
Secondo la Casa Bianca, le due nazioni hanno convenuto di promuovere iniziative congiunte «necessarie a sostenere le industrie nazionali, incluse le tecnologie avanzate e le rispettive basi industriali», e di impiegare «strumenti di politica economica e investimenti coordinati per accelerare lo sviluppo di mercati diversificati, liquidi ed equi per minerali essenziali e terre rare».
I leader hanno inoltre sottoscritto un documento che impegna i rispettivi governi a «intraprendere ulteriori passi verso una nuova era d’oro per l’alleanza in continua crescita tra Stati Uniti e Giappone».
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Trump ha definito il Giappone un «alleato al livello più alto», elogiando Takaichi, insediatosi la settimana scorsa, come «uno dei più grandi primi ministri». Takaichi, dal canto suo, ha promesso di rafforzare i legami bilaterali, che ha descritto come «la più grande alleanza al mondo».
Trump ha da tempo manifestato interesse a garantire l’accesso ai minerali di terre rare in diverse regioni del mondo, perseguendo sia opportunità economiche vantaggiose sia una maggiore influenza geopolitica.
All’inizio di quest’anno, gli Stati Uniti hanno firmato un accordo sui minerali con l’Ucraina, considerato da diplomatici e politici americani una forma di garanzia di sicurezza per Kiev. Trump ha inoltre concluso un’intesa di investimento con l’Australia all’inizio di questo mese, mirata a contrastare il dominio cinese nel mercato delle terre rare e dei minerali essenziali.
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Immagine da Twitter
Economia
I mercati argentini salgono dopo la vittoria elettorale di Milei, che ringrazia il presidente Trump
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«Grazie, Presidente Trump, per la fiducia accordata al popolo argentino. Lei è un grande amico della Repubblica Argentina. Le nostre nazioni non avrebbero mai dovuto smettere di essere alleate. I nostri popoli vogliono vivere in libertà. Contate su di me per lottare per la civiltà occidentale, che è riuscita a far uscire dalla povertà oltre il 90% della popolazione mondiale».Gracias Presidente @realDonaldTrump por confiar en el pueblo argentino. Usted es un gran amigo de la República Argentina. Nuestras Naciones nunca debieron dejar de ser aliadas. Nuestros pueblos quieren vivir en libertad. Cuente conmigo para dar la batalla por la civilización… pic.twitter.com/G4APcYIA2i
— Javier Milei (@JMilei) October 27, 2025
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