Vaccini
L’Europa verso l’obbligo. Il totalitarismo vaccinale è qui
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Grecia e Germania verso l’obbligo vaccinale per tutta la popolazione – come l’Austria. E come, assai presto, probabilmente l’Italia.
L’effetto del panico Omicron – la cui pericolosità è smentita dagli stessi sudafricani che hanno rilevato la variante – non si è fatto sentire solo sui mercati.
Le conseguenze politiche di Omicron a livello europeo sono di vasta portata. I 27 Paesi UE stanno rinunziando a coordinarsi per andare ciascuno in ordine scarso. Il babau del ceppo mutante ha accelerato il pensiero e le azioni degli uomini di governo, che sono ora pronti a fare il salto sinora solo ipotizzato.
Il neocancelliere tedesco Scholz sarebbe «favorevole all’introduzione della vaccinazione obbligatoria e del divieto di accesso per i non vaccinati a tutti gli esercizi commerciali non essenziali»
Secondo i giornali, Olaf Scholz, prossimo cancelliere del Paese più grande d’Europa, avrebbe avuto una riunione con il predecessore Angela Merkel, dove non avrebbe nascosto di «essere favorevole all’introduzione della vaccinazione obbligatoria e del divieto di accesso per i non vaccinati a tutti gli esercizi commerciali non essenziali» ha riportato oggi il Corriere.
Il che significa apartheid biotico in tutta la Germania, Paese che nel XX secolo, oltre che tre default, aveva già sperimentato questa formula con una minoranza della popolazione improvvisamente divenuta non più gradita.
La locomotiva d’Europa non si muove sola. La Grecia, il Paese «cicala» che non troppo tempo fa faceva percepire l’abisso umano che la separava dai gretti tedeschi, segue a ruota.
Dal prossimo 16 gennaio la Grecia imporrà l’obbligo vaccinale per i cittadini sopra i 60 anni
Dal prossimo 16 gennaio la Grecia imporrà l’obbligo vaccinale per i cittadini sopra i 60 anni. Chi si negherà alla siringa mRNA sarà multato 100 euro al mese fino al giorno in cui la sua volontà non sarà piegata e la sua pelle bucata dall’ago genico. Secondo l’agenzia Reuters, nel 2015 la pensione media era 833 euro al mese. La multa si configurerà quindi per molti anziani un costo insostenibile.
Insomma, Atene mette in piedi il ricatto dei vecchi. O la fame, o il vaccino. Non c’è novità, se pensiamo alle limitazioni riguardo al lavoro (garantito, in teoria, dal primo articolo del documento fondante lo Stato, la Costituzione) attive da più di un mese in Italia.
Il governo d’Ellade tuttavia fa sapere di avere un cuore d’oro: i soldi delle multe portati via ai poveri anziani (magari trattenuti già al bonifico? Non è chiaro) saranno «devoluti» agli ospedali COVID.
Dal prossimo 16 gennaio la Grecia imporrà l’obbligo vaccinale per i cittadini sopra i 60 anni. Chi si negherà alla siringa mRNA sarà multato 100 euro al mese
«Non è una punizione, la definirei una tassa sanitaria» ha dichiarato il primo ministro ellenico Kyriakos Mitsotakis.
C’è poi il caso già conosciuto, quello dell’Austria, dove il nuovo cancelliere Schallenberg, installatosi provvidenzialmente dopo uno scandaletto di poche settimane fa che ha eletto il predecessore democraticamente eletto, prosegue dritto per la strada annunciata già nelle prime ore della sua ascesa al potere. Sono emerse ora le cifre della punizione inflitta a chi resisterà alla sottomissione biotica: una multa fino a 7.200 euro per chiunque continuerà dopo due solleciti ufficiali a rifiutare il siero sperimentale prodotto tramite linee cellulari di feto abortito.
Se qualche ebete ha ancora qualche fiducia residua nell’establishment cattolico, ricordiamo la posizione dei vescovi della molto cattolica Austria: come riportato da Renovatio 21, già un anno fa si erano portati avanti dichiarando che «la disponibilità ad essere vaccinati» era parte integrante della «responsabilità cristiana». L’immagine plastica di questa catastrofe dello spirito è una navata della cattedrale di Santo Stefano a Vienna tramutata in centro per le iniezioni del siero contaminato moralmente (e forse non solo moralmente) da feticidio e squartamento.
Nessun ostacolo, tantomeno di natura morale (l’obiezione di coscienza…) si frappone fra noi e l’obbligo di vaccinazione indiscriminato, la «vaccinazione universale» vagheggiata da secoli da qualche massone.
Altri Paesi nel mondo hanno già forme di obbligo di siringa vigenti. L’Europa farà le cose molto meglio, e per farlo tradirà una volta per tutte i falsi presupposti di «libertà» e «democrazia» che sarebbero alla sua base.
Il totalitarismo vaccinale globale è qui
Il totalitarismo vaccinale globale è qui.
Diciamo ai lettori: preparatevi, sarò tremendo. Tuttavia, non è la cosa più tremenda che ci aspetta. Il vaccino è solo un sintomo. Ciò che cova sotto è molto, molto più spaventoso.
Buon Natale.
Roberto Dal Bosco
Vaccini
I vaccini anti-COVID possono dilatare ed indebolire il cuore: studio
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Oltre alla correlazione tra vaccinazione anti-COVID e miocardite – una reazione avversa ben consolidata – uno studio recente ha documentato come la cardiomiopatia dilatativa infiammatoria (un altro disturbo infiammatorio cardiaco) sia stata indotta dall’iniezione di Pfizer (BNT162b2).
«Una donna di 78 anni, precedentemente sana, è stata indirizzata dal suo medico di famiglia e ricoverata nel nostro ospedale per la gestione della dispnea 11 giorni dopo aver ricevuto la terza dose del vaccino mRNA-1273. La paziente è stata sottoposta a una serie primaria di due dosi di BNT162b2. Il quarto giorno dopo la vaccinazione, la paziente ha manifestato palpitazioni e dispnea, che sono gradualmente peggiorate», si legge nel caso di studio.
«Pertanto, la relazione temporale tra la precedente vaccinazione anti-COVID-19 e il verificarsi di iDCM senza altre cause identificabili ha portato alla diagnosi finale di VAM anti-COVID-19» scrive la ricerca.
Fortunatamente per la paziente, le sue condizioni sono migliorate con il trattamento orale con prednisolone, che è stato documentato tramite radiografia del torace (CXR) ed elettrocardiografia (ECG). Si può notare la riduzione delle dimensioni del cuore infiammato dopo il trattamento.
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«Per quanto ne sappiamo, questo è il primo caso segnalato di iDCM confermato da biopsia a seguito di immunizzazione con mRNA-1273», si legge nello studio del caso nella sezione di discussione.
Un dato interessante riguardante questo caso è che l’infiammazione cardiaca dovuta ai vaccini anti-COVID si riscontra spesso nei giovani uomini tramite miocardite, mentre questo paziente era una donna anziana che aveva sofferto di una patologia diversa che aveva provocato un’infiammazione cardiaca.
«In quarto luogo, si è trattato di un caso unico di una paziente anziana con VAM a seguito di immunizzazione con terza dose di mRNA-1273 eterologo dopo una serie primaria di due dosi di BNT162b2» continua la discussione dello studio. «Un ampio studio di coorte su circa 23 milioni di residenti che hanno ricevuto due dosi del vaccino COVID-19 ha rivelato 5,6 eventi di miocardite in eccesso in 28 giorni ogni 100.000 vaccinati dopo BNT162b2/BNT162b2, 18,4 eventi in eccesso ogni 100.000 vaccinati dopo mRNA-1273/mRNA-1273 e 27,5 eventi in eccesso ogni 100.000 vaccinati dopo BNT162b2/mRNA-1273 tra i giovani maschi (età 16-24)».
«Queste prove suggeriscono che la vaccinazione eterologa potrebbe essere associata a un rischio molto più elevato di VAM rispetto alla vaccinazione omologa tra i giovani maschi».
I ricercatori hanno concluso consigliando ai medici di seguire lo stesso protocollo terapeutico adottato quando si sono trovati di fronte a un paziente affetto da cardiomiopatia dilatativa infiammatoria dopo la vaccinazione anti-COVID, poiché in questo caso ha avuto successo.
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Immagine di James Heilman, MD via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International; immagine tagliata
Epidemie
Vaccini per le zecche, ecco gli «Open Day»: ma sappiamo di cosa si tratta?
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Epidemie
Epatite dopo i vaccini anti-COVID: casi di studio
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Alcuni casi di studio documentano lo sviluppo di eptatiti negli individui a cui è stato iniettato il vaccino COVID.
Il fenomeno si manifesta indipendentemente dal fatto che il vaccino COVID sia basato su mRNA, come nel caso di Pfizer, su un vettore virale, come nel caso di AstraZeneca, o su un’iniezione classica a base di virus denaturato, come nel caso del siero cinese Sinopharm.
Vi sono tre casi di studio sulla questione, uno per ciascuna delle tecnologie vaccinali, riporta il sito americano Infowars.
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Nel primo caso di studio, un uomo di 35 anni è morto dopo aver contratto l’epatite a causa del vaccino AstraZeneca.
«Questo articolo presenta un giovane che ha sviluppato un’epatite fulminante pochi giorni dopo la vaccinazione con la prima dose del vaccino AstraZeneca COVID-19″, si legge nell’abstract dello studio. «Ha ricevuto la prima dose del vaccino AstraZeneca COVID-19 8 giorni prima. È stato ricoverato in ospedale con un disturbo principale di dolore addominale. Al momento del ricovero e a causa dei suoi alti D-dimeri, della bassa conta piastrinica e del basso livello di fibrinogeno, è stata sospettata una trombosi immunitaria trombocitopenica indotta dal vaccino, che è stata esclusa in seguito».
«Quindi, dopo un aumento dei suoi test di funzionalità epatica, una diminuzione delle piastrine e test di coagulazione anomali, è stata presa in considerazione un’epatite fulminante per questo paziente» prosegue il paper. «Sono state quindi sospettate diverse eziologie batteriche, virali e autoimmuni, tutte escluse. Pertanto, è stata confermata un’epatite fulminante secondaria al suo vaccino AstraZeneca COVID-19».
Il secondo caso di studio ha documentato come un uomo abbia contratto l’epatite in seguito alla somministrazione del vaccino COVID della farmaceutica cinese Sinopharm.
«Questo studio presenta un caso di epatite innescata dal vaccino Sinopharm per COVID-19. Un uomo di 62 anni si è presentato con ittero, perdita di peso ed enzimi epatici elevati tre giorni dopo aver ricevuto la seconda dose di vaccino COVID-19. Le sezioni microscopiche hanno mostrato un modello di lesione epatitica con infiammazione sia portale che lobulare e marcata infiltrazione di eosinofili», scrive la presentazione della ricerca.
È interessante notare che, mentre è stato dimostrato che i vaccini mRNA e quelli a vettore virale contro il COVID causano l’epatite, lo stesso vale per il vaccino Sinopharm contro il COVID, nonostante sia un vaccino classico.
«Sono stati segnalati diversi casi di epatite dopo i vaccini COVID-19, ma quasi tutti sono stati diagnosticati come epatite autoimmune, innescata da vaccini mRNA COVID-19 o vettori virali, ma il caso attuale è uno dei primi casi di epatite segnalati dopo il vaccino Sinopharm, un vaccino COVID-19 a virus inattivato. La diminuzione spontanea dei livelli degli enzimi epatici, senza terapia con corticosteroidi, è contraria alla diagnosi di epatite autoimmune in altri casi segnalati», afferma lo studio.
In un terzo caso di studio, la sua epatite autoimmune, in remissione, si è riattivata in una donna di 35 anni dopo la somministrazione del vaccino anti-COVID della Pfizer.
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«Una donna asiatica di 35 anni con una pertinente storia clinica passata di epatite autoimmune si è presentata con una recidiva acuta di epatite autoimmune due settimane dopo aver ricevuto la seconda dose del vaccino Pfizer-BioNTech a RNA messaggero (mRNA) contro la malattia da coronavirus 2019 (COVID-19). Sono stati segnalati nove casi di epatite autoimmune dopo la somministrazione del vaccino COVID-19, ma questo è il primo caso documentato di una riattivazione di epatite autoimmune in remissione», leggiamo nell’abstract della ricerca.
In un archivio sarebbero quindi presenti 35 casi di studio sul fenomeno: «sono riassunte le caratteristiche cliniche di un totale di 35 casi attualmente segnalati di AIH [epatite autoimmune] dopo la vaccinazione contro il COVID-19 e si suggerisce che i pazienti con malattie autoimmuni potrebbero essere a più alto rischio di sviluppare AIH dopo la vaccinazione».
Come riportato da Renovatio 21, circa due anni fa fu riscontrata una strana crescita dei casi di epatite tra i bambini europei ed americani. Tra le prime spiegazioni, vi fu la possibile causa del sistema immunitario compromesso dal lockdown. Tuttavia, altri ipotizzarono correlazioni con il virus COVID e con i vaccini.
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Immagine di pubblico dominio CC0 via Wikimedia
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