Nucleare
Lavrov: la Terza Guerra Mondiale potrebbe essere «nucleare» e «distruttiva»
Il ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov ha affermato che se dovesse scoppiare una terza guerra mondiale, sarebbe «nucleare» e «distruttiva». Lo riporta l’agenzia russa RIA Novosti.
Lavrov ha rilasciato i commenti dopo l’escalation delle tensioni in seguito all’invasione russa dell’Ucraina che ha portato Mosca a mettere le sue forze nucleari in massima allerta.
Il ministro degli Esteri ha affermato che la Russia si troverebbe di fronte a un «vero pericolo» se a Kiev fosse consentito ottenere armi nucleari.
A parlare di guerra atomica era stato anche Putin pochi giorni prima dell’invasione, ammonendo i giornalisti occidentali di non aver capito il rischio che si corre con un conflitto nucleare in Europa che non potrà che essere «senza vincitori».
Come riportato da Renovatio 21, Il giornalista TV russo Dmitrij Kyselev, considerato sempre vicino al potere centrale russo, ha descritto la possibilità della Russia di usare armi nucleari su vasta scala.
Lo ministero di Lavrov ha avvertito i governi euro-NATO intenti a fornire armi a Kiev delle conseguenze che ciò può avere.
«Le strutture dell’UE e le persone coinvolte nelle forniture di armi letali e combustibili all’esercito ucraino si assumeranno la responsabilità di eventuali conseguenze di tali azioni durante l’operazione militare speciale in corso. Non possono non comprendere la gravità di queste conseguenze» aveva scritto il ministero degli Esteri russi.
Questo linguaggio duro viene dopo l’ironia sulla diplomazia del ministro Di Maio («La diplomazia è stata inventata solo per risolvere situazioni di conflitto e alleviare la tensione, e non per viaggi vuoti in giro per i Paesi ad assaggiare piatti esotici ai ricevimenti di gala»). Come riportato da Renovatio 21, Di Maio ha risposto offrendo supporto totale all’Ucraina e dicendo in diretta TV che «tra un animale e Putin c’è un abisso».
L’escalation è assicurata qualora la follia occidentale chiedesse davvero una no-fly zone sull’Ucraina, una mossa che porterebbe inevitabilmente a scontri tra caccia e quindi all’innesco della Terza Guerra Mondiale.
L’appello alla no-fly zone ha preso quota quando una gioralista, Daria Kaleniuk ha fatto una scenata in conferenza stampa con il primo ministro britannico Boris Johnson.
«I miei familiari, i membri del mio team, dicono che stiamo piangendo, non sappiamo dove scappare. Questo è ciò che sta accadendo, Primo Ministro”, ha detto emozionata la Kaleniuk subito dopo aver chiesto direttamente la no-fly zone.
Successivamente è emerso che la Kaleniuk era in realtà un attivista presente nei programmi Global Young Leaders del World Economic Forum di Klaus Schwab e che in precedenza era apparsa in un video della campagna di Joe Biden.
Immagine di ДИП МИД РФ (фотограф Эдуард Песов) via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 4.0 International (CC BY 4.0)
Nucleare
Prima approvazione per il riavvio della centrale nucleare più grande del Giappone
Renovatio 21 pubblica questo articolo su gentile concessione di AsiaNews. Le opinioni degli articoli pubblicati non coincidono necessariamente con quelle di Renovatio 21.
Si tratta di uno degli impianti più potenti al mondo. L’Autorità di regolamentazione nucleare ha autorizzato la Tokyo Electric Power Company Holdings a caricare carburante nella centrale, nonostante il governatore locale non abbia ancora dato il proprio consenso.
L’Autorità di regolamentazione nucleare del Giappone (NRA) ieri ha autorizzato la Tokyo Electric Power Company Holdings (Tepco) a caricare carburante nucleare nella centrale di Kashiwazaki-Kariwa per la prima volta da quando sono state imposte una serie di restrizioni dopo l’incidente di Fukushima del 2011. Non è però ancora stato concesso il via libera a riattivare il reattore. Il permesso dovrà essere approvato dal governatore della prefettura di Niigata, scrive Jiji Press.
Secondo i piani, ci vorrà circa un mese e mezzo per trasferire e posizionare il carburante, attualmente conservato in una piscina nei locali dell’impianto. In particolare, ha fatto sapere la Tepco, ci vorrà del tempo per testare il sistema di raffreddamento del nucleo di emergenza.
Nel 2017 due reattori della centrale di Kashiwazaki-Kariwa avevano superato i controlli della NAR per il riavvio, poi revocato nel 2021. A marzo di quest’anno la Tepco ha fatto domanda per condurre i test necessari relativi al reattore numero 7. La società prevede anche di condurre test specifici in caso di emergenza e ha annunciato che aumenterà il numero di lavoratori notturni, passando da 8 a 51, e fornirà strumenti di monitoraggio delle radiazioni portatili.
Il governatore di Niigata, Hideyo Hanazumi, non ha ancora fatto sapere se accetterà di riavviare il reattore. Finora ha chiesto che vengano discusse le misure di sicurezza in caso di incidente nucleare, mentre il governo centrale ha cercato l’approvazione dell’amministrazione locale per reintrodurre la produzione di energia nucleare.
Circa 60 persone hanno presentato una lettera di protesta alla Tepco e inscenato una protesta davanti alla stazione di Niigata. Dopo il disastro di Fukushima del 2011. Tutti i reattori nucleari attualmente attivi nel Paese hanno ricevuto il consenso del governo locale per il riavvio. Alcuni sindaci hanno detto di essere a favore del riavvio.
L’impianto a sette reattori si trova tra le città di Kashiwazaki e Kariwa e ha una potenza massima di 8,212 milioni di kilowatt, una delle più potenti centrali nucleari al mondo.
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Immagine di IAEA Imagebank via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 2.0 Generic
Nucleare
Gli scienziati di Princeton svelano una svolta nella tecnologia dei reattori per la fusione nucleare. Grazie al litio
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Nucleare
Israele pronto ad attaccare i siti nucleari iraniani
Se Teheran rispondesse all’attacco all’ambasciata di Damasco bombardando Israele, Gerusalemme Ovest lancerà attacchi contro il programma nucleare iraniano. Lo riporta Elaph News, il canale online in lingua araba che opera dal Regno Unito, che cita un anonimo funzionario della sicurezza occidentale.
Due generali della Forza Quds del Corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamica (IRGC) e diversi altri ufficiali sono stati uccisi nell’attacco aereo israeliano sul consolato iraniano a Damasco la scorsa settimana. Il leader supremo dell’Iran, l’ayatollah Ali Khamenei, ha promesso che «il regime usurpatore sionista» riceverà in cambio uno «schiaffo in faccia».
Secondo il canale arabo londinese Israele ha addestrato i piloti a colpire «siti sensibili» in Iran, che potrebbero essere quelli coinvolti nel programma nucleare di Teheran.
Il rapporto di Elaph è stato ripreso dal tabloid Sun, che ha pubblicato un elenco di possibili obiettivi israeliani, che vanno dal reattore ad acqua pesante di Arak e la centrale nucleare di Bushehr alla miniera di uranio di Gachin e all’impianto di arricchimento dell’uranio di Natanz. Il Sun ha osservato che un attacco israeliano contro uno qualsiasi di essi segnerebbe una «escalation senza precedenti» nel conflitto in Medio Oriente.
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Gli Stati Uniti «rimarranno a sostegno di Israele» e gli forniranno tutto il supporto, le armi e le attrezzature necessarie per questa missione, ha detto la fonte a Elaph.
Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha assicurato al primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu che Washington sarà al fianco di Gerusalemme ovest «in ogni circostanza», ha aggiunto la fonte.
Le forze di difesa israeliane (IDF) hanno già annullato tutti i congedi e iniziato a falsificare i segnali GPS, in preparazione a una possibile rappresaglia iraniana. Diversi media statunitensi, citando fonti di Intelligence americane, hanno riferito che Teheran intendeva utilizzare missili balistici e droni kamikaze per colpire le infrastrutture israeliane – una volta terminato il mese sacro islamico del Ramadan.
«Siate certi, siate certi, che la risposta iraniana all’attacco al consolato di Damasco sarà sicuramente diretta contro Israele», ha detto il leader di Hezbollah Hassan Nasrallah in un discorso venerdì scorso.
La CNN, d’altra parte, ha citato fonti anonime nello spionaggio USA che avrebbero affermato che è «improbabile» che l’Iran colpisca direttamente per paura di ritorsioni statunitensi e israeliane, e che si affiderebbe invece a vari proxy nella regione – ipoteticamente, Hezbollah e gli Houthi.
Un mese fa Teheran ha accusato lo Stato Ebraico di aver fatto saltare i suoi gasdotti, mentre poco prima Netanyahu aveva pubblicamente dichiarato «stiamo attaccando l’Iran».
Teheran si è impegnata a continuare a sostenere Hamas e altri gruppi palestinesi, ma ha insistito sul fatto che Hamas ha deciso di invadere il territorio israeliano da solo. Nel corso di questi mesi Teheran ha arrestato e giustiziato tre presunte spie del Mossad.
Immagine di Hamed Saber via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 2.0 Generi
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