Connettiti con Renovato 21

Geopolitica

Putin annuncia la tregua per il Natale ortodosso. All’Ucraina non interessa

Pubblicato

il

Il presidente Vladimir Putin ha ordinato all’esercito russo di imporre la cessazione delle ostilità in Ucraina. Ore prima, il primate della Chiesa ortodossa russa, il patriarca Kirill, aveva invitato entrambe le parti in conflitto a cessare le ostilità prima e durante le festività natalizie ortodosse. Lo riporta il sito governativo russo RT, ora inaccessibile dall’internet occidentale.

 

Secondo il Cremlino, la tregua durerà da mezzogiorno ora locale di venerdì 6 gennaio fino alla mezzanotte di sabato 7 gennaio.

 

«A giudicare dal fatto che molti cittadini che praticano la religione ortodossa vivono nell’area di guerra, chiediamo alla parte ucraina di proclamare la cessazione delle ostilità e di dare loro l’opportunità di assistere alle funzioni la vigilia di Natale e il giorno di Natale», si legge in una dichiarazione del Cremlino.

 

La proposta di tregua dei russi ha trovato il no del regime Kiev, che ha risposto seccamente: «ipocriti, ritiratevi e avrete la tregua».

 

Come noto, il governo Zelens’kyj ha bandito la Chiesa Ortodossa Ucraina, un segno di repressione senza precedenti nemmeno in era sovietica – non vi è quindi autorità religiosa di sorta che il suo regime debba rispettare. Non importa, come segnalato da questo sito, che la Chiesa Ortodossa Ucraina, già divisa dal conflitto, fosse sull’orlo di dichiarare indipendenza da Mosca divenendo così «autocefala».

 

Come riportato da Renovatio 21, si era tentata una tregua natalizia ortodossa anche in Donbass lo scorso anno, settimane prima dell’escalation dell’operazione militare speciale russa.

 

Di fatto, gli ucraini, che grazie ai missili occidentali hanno appena sterminato centinaia di soldati russi in zona Donetsk in un unico colpo, non sembrano interessati alla pace, e per vari motivi – primo fra tutti il fatto che con centinaia di miliardi (sic) di aiuti in arrivo da USA e UE, per qualsiasi gerarca ed oligarca al potere ora a Kiev la guerra è più di un business, è un business model: cioè una forma di incasso scalabile e ripetibile.

 

Un accordo di pace, che pareva essere stato raggiunto in primavera, fu con probabilità  fatto saltare da una visita a Kiev dell’allora premier britannico Boris Johnson.

 

Giovedì scorso, Putin ha discusso la prospettiva di negoziati di pace con l’Ucraina in una telefonata con il suo omologo turco, Recep Tayyip Erdogan. Il presidente russo ha ribadito che Mosca è «aperta a un dialogo serio» con Kiev se quest’ultima riconoscesse le «nuove realtà territoriali».

 

Erdogan ha risposto che «gli appelli alla pace e ai negoziati dovrebbero essere sostenuti da una dichiarazione unilaterale di cessate il fuoco e da una visione di una giusta soluzione» al conflitto.

 

Ankara si è offerta in passato di mediare i negoziati tra Russia e Ucraina. Significativi colloqui di pace tra le due parti sono effettivamente falliti ad aprile, con Mosca e Kiev che si incolpano a vicenda. Il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov ha dichiarato alla fine di dicembre che i politici ucraini erano «incapaci di negoziare», aggiungendo che «la maggior parte di loro sono apertamente russofobi».

 

 

 

 

 

 

Immagine di «Правда ДНР / Pravda DPR» information portal official Youtube channel via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 3.0 Unported (CC BY 3.0)

 

 

 

Continua a leggere

Geopolitica

Panama promette di resistere agli USA sul controllo del Canale

Pubblicato

il

Da

Panama resisterà ai tentativi del presidente degli Stati Uniti Donald Trump di riprendere il controllo del Canale di Panama, ha affermato lunedì il presidente José Mulino, poco dopo il giuramento di Trump, il cui discorso inaugurale faceva esplicita menzione del desiderio di tornare in cotnrollo del Canale.

 

«Devo respingere con tutto il cuore le osservazioni fatte dal presidente Donald Trump nel suo discorso inaugurale su Panama e il suo canale», ha affermato il Mulino in una nota.

 

«L’amministrazione del canale rimarrà sotto il controllo panamense, nel rispetto della sua neutralità permanente», ha affermato il presidente, aggiungendo che «nessuna nazione al mondo» stava interferendo nel controllo del canale.

Acquista la t-shirt DONALD KRAKEN

Mulino ha sostenuto che gli Stati Uniti hanno ceduto il controllo del canale a Panama nel 1999 «come risultato di una lotta generazionale» e ha giurato di continuare a facilitare il commercio internazionale attraverso la vitale via d’acqua che collega gli oceani Atlantico e Pacifico. «Eserciteremo il diritto di proteggerci», ha affermato.

 

Trump ha ripetutamente sostenuto che gli Stati Uniti dovrebbero ristabilire il controllo del Canale per prevenire l’influenza cinese nella regione. Ha anche affermato che Panama applica tariffe eccessive alle imbarcazioni americane che navigano attraverso il canale. Durante il suo discorso inaugurale, Trump ha affermato che gli Stati Uniti «si riprenderanno» il canale.

 

Trump si è impegnato a portare avanti una politica estera robusta basata sul principio «America First», suggerendo che gli USA dovrebbero annettere la Groenlandia e persino il Canada (con accenni pure al Messico), suscitando critiche da parte dei funzionari di entrambi i paesi.

 

Come spiegato da Renovatio 21, l’espansionismo continentale di Trump riflette antiche dottrine politiche statunitensi come la Dottrina Monroe e la teoria del «Manifest Destiny» di Washington sull’America.

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

SOSTIENI RENOVATIO 21


Immagine di Katja Schulz via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 2.0 Generic

Continua a leggere

Geopolitica

Mosca si congratula con Trump. Lavrov commenta le ramificazioni sui conflitti mondiali

Pubblicato

il

Da

La Russia si congratula con Donald Trump per l’insediamento come presidente degli Stati Uniti e accoglie con favore la sua dichiarata intenzione di riprendere i contatti tra i due Paesi, ha affermato Vladimir Putin, durante una riunione del Consiglio per la sicurezza nazionale del Paese, tenutasi lunedì.   «Stiamo ascoltando le dichiarazioni del neoeletto presidente degli Stati Uniti e dei membri del suo team sul desiderio di ripristinare i contatti diretti con la Russia, che erano stati interrotti dall’amministrazione uscente. Abbiamo anche ascoltato la sua dichiarazione sulla necessità di fare tutto il possibile per impedire la Terza Guerra Mondiale», ha detto Putin.   «Naturalmente, accogliamo con favore un simile atteggiamento e ci congratuliamo con il presidente eletto degli Stati Uniti per l’insediamento», ha aggiunto.

Acquista la t-shirt DONALD KRAKEN

Mosca non ha mai «rifiutato il dialogo» con Washington e ha sempre espresso la sua disponibilità a trattare con qualsiasi amministrazione statunitense, ha osservato il presidente. La Russia rimane fedele ai suoi principi e ritiene che il dialogo debba essere costruito su «base di uguaglianza e reciproco rispetto», ha sottolineato Putin.   Trump ha ripetutamente segnalato la sua intenzione di impegnarsi in colloqui con Putin, in particolare con l’obiettivo di porre fine al conflitto tra Russia e Ucraina. La scorsa settimana, il presidente entrante degli Stati Uniti ha annunciato che aveva intenzione di incontrare Putin «molto rapidamente» dopo aver prestato giuramento.   «So che lui [Putin] vuole incontrarci, e lo farò molto presto», ha detto Trump lunedì scorso. «L’avrei fatto prima, ma… devo entrare in carica».   Ogni potenziale incontro di persona tra i due leader dovrebbe essere preceduto da una telefonata. Mosca ha ripetutamente segnalato la sua disponibilità a comunicare con la nuova amministrazione. Secondo il Cremlino, tuttavia, non sono stati definiti dettagli esatti su quando o dove si svolgerà un potenziale incontro.   Sulla nuova amministrazione americano è intervenuto lunedì anche il ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov.   Le politiche della nuova amministrazione statunitense determineranno in larga parte l’ordine mondiale, ha affermato il Lavrov. Mosca è aperta al contatto con Washington, secondo il diplomatico di alto rango.   Lavrov ha rilasciato queste dichiarazioni durante una riunione del Consiglio per la sicurezza nazionale russo ospitata dal presidente Vladimir Putin.   Il ministro degli Esteri russo ha affermato che, alla luce del ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca come 47° presidente degli Stati Uniti, stanno aumentando le speculazioni sulla sua influenza sui conflitti in Medio Oriente e in Ucraina, tra le altre questioni.

Acquistate le Maglie Crociate

«Pertanto, molto dipende dagli Stati Uniti, prima di tutto perché gli europei e gli alleati asiatici degli Stati Uniti – Australia, Giappone, Corea del Sud, Nuova Zelanda – sono pienamente orientati verso la posizione della Casa Bianca e, in questo senso, aspettano di vedere quale sarà questa posizione nella sua forma definitiva», ha spiegato Lavrov.   Il ministro ha anche affermato che non è ancora chiaro se le promesse di Trump coincideranno con le sue azioni.   Trump ha ripetutamente promesso di porre fine ai conflitti in corso e ha criticato l’amministrazione Biden per le politiche che, a suo dire, hanno portato all’escalation delle tensioni globali e spinto il mondo sull’orlo della Terza guerra mondiale.   La scorsa settimana, mentre discuteva della transizione a Washington, Lavrov ha detto che l’amministrazione uscente stava cercando di «rovinare tutto per la prossima amministrazione prima della fine del loro mandato», denunciando il sabotaggio percepito come inappropriato «dal punto di vista morale».

Iscriviti al canale Telegram

Trump ha anche segnalato la sua intenzione di impegnarsi in colloqui con Putin, in particolare con l’obiettivo di porre fine al conflitto in Ucraina, descrivendo le ostilità tra Mosca e Kiev come un prodotto degli errori diplomatici del presidente Biden, che ha detto hanno avuto gravi ripercussioni per tutte le parti, compresi gli Stati Uniti.   Come riportato da Renovatio 21, dopo aver dichiarato che «accoglierebbe con favore» il contatto, il presidente russo la settimana scorsa si è detto pronto ad un «incontro incondizionato» con il nuovo inquilino della Casa Bianca.   Putin e Trump si sono incontrati diverse volte in passato: l’ultima occasione è stata in occasione del vertice del G20 del 2019 in Giappone.

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

SOSTIENI RENOVATIO 21
Immagine di President of Russia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 4.0 International (CC BY 4.0)
 
Continua a leggere

Geopolitica

Zakharova: l’Ucraina è «una nuova colonia britannica» sotto il Trattato dei cento anni

Pubblicato

il

Da

La portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova ha liquidato ieri il Trattato centenario tra Regno Unito e Ucraina come poco più di una trovata pubblicitaria.

 

«Lo consideriamo un altro passo pubblicitario del regime di Kiev in agonia, pronto a firmare qualsiasi accordo sulla vendita del paese e a trasformarlo in una nuova colonia britannica», ha affermato in una dichiarazione del Ministero.

 

La Zakharova ha ricordato che il documento copre vari ambiti, tra cui commercio, scienza, energia e altri. «Il documento copre vari ambiti: commercio, scienza, ingegneria energetica e così via. Contiene disposizioni relative alla difesa. In particolare, le parti hanno concordato di stabilire una partnership nella sicurezza marittima per, tra le altre cose, rafforzare la sicurezza del Mar Baltico, del Mar Nero e del Mar d’Azov».

 

Acquista la t-shirt DONALD KRAKEN

 

«Questo sa di aspirazione di lunga data di Londra di consolidare la sua presa nelle acque sopra menzionate, in particolare il Mar d’Azov, il bacino del Mar Nero. Kiev otterrà solo un ruolo di supporto nonostante tutte le sue rivendicazioni geopolitiche».

 

«Vorremmo avvertire i sognatori di via Bankovaya e Downing Street che non c’è spazio per la cooperazione nel Mar d’Azov né per l’Ucraina né per il Regno Unito. Dopo la riunificazione della Repubblica Popolare di Donetsk, delle regioni di Zaporiggia e Kherson con la Russia nel settembre 2022, il Mar d’Azov è diventato acque interne della Federazione Russa. Qualsiasi rivendicazione su queste acque è una grave interferenza negli affari interni del nostro paese e sarà severamente repressa», ha sottolineato la Zakharova, concludendo la dichiarazione del Ministero: «cento anni sono un termine simbolico ma non vincolante. In caso di caduta della dittatura di Zelens’kyj o di dimissioni del premier del Regno Unito, difficilmente ci sarà qualcuno a ricordare questo accordo.

 

«Tuttavia, è deplorevole che nell’80° anniversario della vittoria sul nazismo nella seconda guerra mondiale la leadership del Regno Unito, nostro alleato di allora, giuri di sostenere i neonazisti ucraini di Bandera. Ci auguriamo che almeno qualcuno a Londra si vergogni di questo fatto».

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

SOSTIENI RENOVATIO 21


Immagine screenshot da YouTube

Continua a leggere

Più popolari