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La chiesa «concubina del Nuovo Ordine Mondiale»: Mons. Viganò e le «benedizioni» alle coppie omosessuali

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Renovatio 21 pubblica il discorso di monsignor Carlo Maria Viganò riguardo la dichiarazione vaticana Fiducia Supplicans.

 

 

CONSIDERAZIONI

a proposito del documento vaticano Fiducia supplicans sulla liceità di benedire le coppie irregolari

 

Quando il demonio cerca di persuaderci a peccare, enfatizza il presunto bene dell’azione malvagia che vuole farci compiere, mettendone invece in ombra gli aspetti necessariamente contrari ai Comandamenti di Dio. Egli non ci dice: Pecca e offendi il Signore che è morto per te in Croce, perché sa che una persona normale non vuole il male in sé, ma che di solito compie il male sotto apparenza di bene. 

 

Questa strategia dell’inganno si ripresenta invariabilmente. Per indurre una madre ad abortire, Satana non le chiede di compiacersi dell’uccisione del bambino che porta in grembo, ma di pensare alle conseguenze della gravidanza, al fatto che perderà il lavoro, o che è troppo giovane e inesperta per crescere e educare un figlio; e sembra quasi che quella madre, rendendosi assassina e infanticida, dimostri senso di responsabilità nel voler evitare alla creatura innocente una vita senza amore.

 

Per convincere un uomo all’adulterio, lo spirito tentatore gli mostra i presunti vantaggi del trovare sfogo in una relazione extraconiugale, a tutto vantaggio della pace in famiglia.

 

Per spingere un sacerdote ad accettare le deviazioni ereticali dei suoi Superiori, mette in risalto l’obbedienza all’autorità e la preservazione della comunione ecclesiale. 

 

Questi inganni servono ovviamente per trascinare le anime lontano da Dio, cancellare in esse la Grazia, macchiarle con il peccato, offuscarne la coscienza in modo che la caduta successiva sia tanto più disinvolta quanto essa è più grave. In qualche modo, l’azione del demonio si esplica come la «finestra di Overton», rendendo meno orribile l’offesa a Dio, facendoci credere meno tremenda la punizione che ci attende, e più accettabili le conseguenze della nostra colpa.

 

Il Signore è buono: perdona tutti, ci sussurra, facendo ben attenzione a tenerci lontano dal pensiero della Passione di Cristo, al fatto che ogni colpo di flagello, ogni schiaffo, ogni spina conficcata nel Suo capo, ogni chiodo piantato nelle Sue carni è frutto dei nostri peccati. E poi, se cedi alla tentazione, non è colpa tua, ma della tua fragilità.

 

E una volta sprofondata, peccato dopo peccato, nell’abitudine al male e nel vizio, l’anima si lascia trascinare sempre più in basso, finché la richiesta del diavolo si presenta in tutto il suo orrore: Ribellati a Dio, rifiutaLo, bestemmiaLo, odiaLo perché ti ha privato del tuo diritto alla felicità con precetti opprimenti.

 

Questo, a ben vedere, è l’elemento ricorrente nella tentazione, sin dal peccato di Adamo: mostrare il male sotto le false apparenze di bene, e il bene come un fastidioso intralcio all’appagamento della propria volontà ribelle.

 

 

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La Chiesa, che ci è Madre, sa bene quanto pericoloso sia per un’anima cristiana ignorare questa strategia infernale.

 

I confessori, i direttori spirituali, i predicatori consideravano imprescindibile spiegare ai fedeli come agisce il diavolo, perché essi comprendessero con l’intelletto la frode del maligno, in modo da potervisi opporre con la volontà, aiutata in questo dall’assiduità alla preghiera e dalla frequenza ai Sacramenti.

 

D’altra parte, come potremmo immaginare una madre che incoraggia il proprio figlio a non progredire nell’amore di Dio, e che lo rassicura sul fatto che il Signore gli concederà la salvezza senza condizioni? Quale madre assisterebbe alla rovina del figlio, senza cercare di ammonirlo ed anche punirlo, affinché comprenda la gravità delle sue azioni e non si danni per l’eternità?

 

La delirante Dichiarazione Fiducia supplicans, recentemente pubblicata dalla parodia dell’ex-Sant’Uffizio ridenominato Dicastero, squarcia definitivamente la coltre di ipocrisia e di inganno della Gerarchia bergogliana, mostrando questi falsi pastori per ciò che sono: servi di Satana e suoi zelantissimi alleati, ad iniziare dall’usurpatore che siede – abominazione della desolazione – sul Soglio di Pietro.

 

Lo stesso incipit del documento suona, come tutti quelli emanati da Bergoglio, canzonatorio e ingannevole: perché la fiducia nel perdono di Dio senza pentimento si chiama presunzione di salvarsi senza merito ed è un peccato contro lo Spirito Santo. 

 

La falsa sollecitudine pastorale di Bergoglio e dei suoi cortigiani nei confronti degli adulteri, dei concubinari e dei sodomiti dovrebbe essere denunciata anzitutto dai presunti beneficiari del documento vaticano, i quali sono le prime vittime del sulfureo fariseismo conciliare e sinodale. È la loro anima immortale ad essere sacrificata all’idolo woke, perché nel giorno del Giudizio particolare scopriranno di essere stati ingannati e traditi da coloro che in terra rivestono l’autorità di Cristo.

 

La colpa che il Signore contesterà a questi sventurati non riguarderà solo i peccati commessi, ma anche e soprattutto nell’aver voluto credere a una menzogna diabolica, a una frode di falsi pastori – a cominciare da Bergoglio e da Tucho – che la coscienza aveva loro mostrato come tale. Una menzogna a cui vogliono credere molti membri della Gerarchia, che sperano prima o poi di poter ricevere la medesima benedizione assieme ai loro complici nel vizio, ratificando quello stile di vita sacrilego e peccaminoso che praticano già, e con il consenso ostentato di Bergoglio. 

 

Il fatto che la Dichiarazione di Tucho Fernandez approvata da Bergoglio ribadisca che benedire una coppia irregolare non deve sembrare una forma di rito nuziale, e che il Matrimonio è solo tra un uomo e una donna fa parte della strategia dell’inganno. Perché non è qui in questione se il Matrimonio possa essere contratto da due uomini o due donne, bensì se persone che vivono in uno stato gravemente peccaminoso possano meritare come coppia irregolare una benedizione impartita da un diacono o da un sacerdote, con il solo accorgimento che essa non dia l’impressione di essere una celebrazione liturgica.

 

L’attenzione dei Sinedrio vaticano è tutta rivolta a tranquillizzare il popolo cristiano sul fatto di non voler ufficializzare nuove forme di matrimonio, mentre è totalmente trascurato lo stato di peccato mortale e di grave scandalo di chi dovrebbe ricevere la benedizione, e il pericolo di dannazione eterna che grava su quelle povere anime.

 

Senza dire dell’impatto sociale che questa Dichiarazione avrà su chi Cattolico non è, e che grazie ad essa si riterrà autorizzato ad eccessi ben peggiori. Viene da chiedersi se, in questa corsa alla legittimazione della sodomia – ottenuta senza giungere alla celebrazione di matrimoni tra sodomiti – vi sia un conflitto di interessi in chi la propone con tanta insistenza: come se dei governanti si tutelassero con uno scudo penale prima di imporre alla popolazione un siero genico sperimentale di cui non ignorano gli effetti avversi. 

 

Non c’è che dire: un bel risveglio per i cosiddetti conservatori, con la beffa di trovarsi platealmente presi in giro dal Prefetto Tucho, il quale si preoccupa che la benedizione di una coppia non sembri un matrimonio, ma non ha nulla da dire sull’intrinseca peccaminosità del pubblico concubinato e della sodomia. L’importante è che i moderati – difensori del Vaticano II – possano ritenersi appagati da quella gesuitica postilla (in questo caso che queste benedizioni spontanee e arituali non sono un Matrimonio) che dovrebbe salvare la dottrina sul Papato mentre spinge le anime a dannarsi.

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Per i sacerdoti che non accetteranno di benedire questi sventurati si preparano due vie: la prima, essere cacciato dalla parrocchia o dalla Diocesi ad nutum Pontificis; la seconda, rassegnarsi a barattare il proprio diritto di dissentire in cambio del riconoscimento del diritto di altri confratelli di approvare; cosa peraltro già vista in campo liturgico con Summorum Pontificum.

 

Quello di Bergoglio è insomma un outlet della Fede, dove si trova di tutto, dai riti della Settimana Santa pre-1955 alle «eucaristie» LGBTQ, a patto di non mettere in discussione nulla del suo «pontificato».

 

A ciò si aggiunga lo scandalo per i Cattolici, che davanti agli orrori della setta di Santa Marta sono tentati di abbracciare lo scisma, o di abbandonare la Chiesa.

 

E ancora: con quale amarezza e senso di disinganno guarderanno a Roma coloro che, consapevoli della propria situazione di oggettiva irregolarità, hanno cercato e cercano con tutte le loro forze e con la Grazia di Dio di non peccare e di vivere conformemente ai Comandamenti?

 

Come possono sentirsi quanti chiedono una voce paterna che li esorti a proseguire sulla via della santità, e non il riconoscimento ideologico dei loro vizi che sanno essere incompatibili con la Morale naturale?

 

Chiediamoci: cosa vuole ottenere Bergoglio? Nulla di buono, di vero, di santo.

 

Egli non vuole che le anime si salvino; non proclama il Vangelo opportune, importune per richiamare le anime a Cristo; non mostra loro il Salvatore flagellato e insanguinato per spronarle a cambiar vita. No. Bergoglio vuole la loro dannazione, come tributo infernale a Satana e sfida sfrontata a Dio. 

 

Ma c’è uno scopo più immediato e semplice da ottenere: provocare i Cattolici perché si allontanino dalla sua chiesa e lo lascino libero di trasformarla nella concubina del Nuovo Ordine Mondiale.

 

Le donne prete, le benedizioni gay, gli scandali sessuali e finanziari, il business dell’immigrazione, le campagne di vaccinazione forzata, l’ideologia gender, l’ecologismo neomalthusiano, la gestione tirannica del potere sono lo strumento con cui scandalizzare i fedeli, disgustare chi non crede, screditare la Chiesa e il Papato. Comunque vada, Bergoglio ha già ottenuto il suo scopo, che poi è la premessa per assicurarsi il consenso degli eretici e dei fornicatori che lo riconoscono come Papa ed estromettere qualsiasi voce critica. 

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Se davvero questo Documento, assieme ad altri pronunciamenti più o meno ufficiali, avesse come scopo il bene degli adulteri, dei concubinari e dei sodomiti, essa avrebbe dovuto additare loro l’eroismo della testimonianza cristiana, ricordare loro l’immolazione di sé che Nostro Signore chiede a ciascuno di noi, insegnar loro a riporre fiducia nella Grazia di Dio per superare le prove e vivere conformemente alla Sua Volontà. E invece li incoraggia, li benedice in quanto irregolari, come se non lo fossero; ma al tempo stesso li priva delle nozze, e in questo modo ammette che sono irregolari. Bergoglio non chiede loro di cambiar vita, ma si autorizza una farsa grottesca in cui due uomini o due donne potranno presentarsi dinanzi a un Ministro di Dio per essere benedetti, assieme ai loro parenti e amici, per poi celebrare questa unione peccaminosa con un banchetto, il taglio della torta, le bomboniere. Ma non sono nozze, sia chiaro… 

 

Mi chiedo cosa impedirà, tra qualche tempo, che questa benedizione sia impartita non a una coppia, ma a più persone, in nome del poliamore; o ai minori, in nome della libertà sessuale che l’élite globalista sta introducendo tramite l’ONU e le altre organizzazioni eversive internazionali. Basterà precisare che la Chiesa non approva le unioni poligamiche e la pedofilia, per consentire a poligami e pedofili di essere benedetti?

 

E perché non estendere questa trovata anche a chi pratica la bestialità? Sarebbe sempre in nome dell’accoglienza, dell’integrazione, dell’inclusività. 

 

La stessa diabolica falsificazione sta avvenendo per le donne prete. Se da un lato il Sinodo sulla Sinodalità non ha affrontato l’Ordinazione delle donne, dall’altro si sta già progettando una forma di «ministero non ordinato» che le ammetta a presiedere celebrazioni spurie col pretesto che non ci sono più sacerdoti e diaconi. Anche in questo caso i fedeli vedono sull’altare una donna in camice che legge il Vangelo, predica, distribuisce la Comunione, come farebbe un sacerdote, ma senza esserlo. E con la postilla vaticana che si tratta di un ministero che non mette in discussione il Sacerdozio cattolico.

 

Il marchio della chiesa conciliare e sinodale, di questa setta di ribelli e pervertiti, è la falsità e l’ipocrisia. Il suo scopo è intrinsecamente malvagio, perché toglie onore a Dio, espone le anime al pericolo della dannazione, impedisce di fare il bene e incoraggia a compiere il male. Chi nella chiesa bergogliana continua a seguire la dottrina e i precetti della Chiesa Cattolica è fuori posto e prima o poi finirà per separarsene o per cedere.

 

La Chiesa Cattolica è l’unica arca tramite la quale il Signore ha disposto la salvezza e la santificazione del genere umano. Laddove essa agisca ed operi per la sua dannazione, non è Chiesa, ma la sua blasfema contraffazione. Lo stesso vale per il Papato, che la Provvidenza ha voluto come vincolo di Carità nella Verità, e non come strumento per dividere, scandalizzare e dannare le anime. 

 

Esorto quanti sono insigniti della dignità cardinalizia, i miei Confratelli nell’Episcopato, i sacerdoti, i chierici e i fedeli ad opporsi fermissimamente a questa corsa folle verso l’abisso cui vorrebbe costringerci una setta di rinnegati apostati.

 

Scongiuro i Vescovi e i Ministri di Dio – per le Santissime Piaghe di Nostro Signore Gesù Cristo – non solo di levare alta la voce per difendere l’insegnamento immutabile della Chiesa e condannare le deviazioni e le eresie, sotto qualsiasi apparenza esse possano presentarsi; ma anche di mettere in guardia i fedeli e impedire queste benedizioni sacrileghe nelle loro Diocesi.

 

Il Signore ci giudicherà sulla base della Sua santa Legge, e non sulle farisaiche seduzioni di chi serve il Nemico.

 

+ Carlo Maria Viganò

Arcivescovo

 

20 Dicembre 2023

Feria IV Quattuor Temporum Adventus

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Stati Uniti, un disegno di legge dichiara antisemita il Nuovo Testamento

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La Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti ha approvato un disegno di legge volto ad adottare una definizione di antisemitismo che include l’affermazione secondo cui gli ebrei sarebbero stati coinvolti nell’esecuzione di Gesù Cristo. Pertanto, il Nuovo Testamento diventerebbe legalmente un testo antisemita.   La guerra di Gaza e la posizione degli Stati Uniti rischiano di avere un impatto formidabile sul Nuovo Testamento. Il disegno di legge arriva in un momento in cui le università americane sono state teatro di manifestazioni filo-palestinesi che, secondo i loro detrattori, sono talvolta sfociate nell’antisemitismo. Per molti politici, criticare l’invasione equivale ad antisemitismo.   Il Congresso ha approvato questo disegno di legge il 1° maggio 2024, che imporrebbe al Dipartimento dell’Istruzione di utilizzare la definizione di antisemitismo dell’International Holocaust Remembrance Alliance (IHRA) nell’applicazione delle leggi antidiscriminazione. Molti membri del Congresso, sia democratici che repubblicani, che affermano di essere cristiani hanno votato a favore.   «L’antisemitismo è una certa percezione degli ebrei, che può essere espressa attraverso l’odio verso gli ebrei. Le manifestazioni retoriche e fisiche dell’antisemitismo sono dirette contro individui ebrei e non ebrei e/o le loro proprietà, contro le istituzioni della comunità ebraica e le strutture religiose», si legge in questa definizione.

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Il disegno di legge ha ricevuto il sostegno di 320 membri del Congresso, mentre 91 hanno votato contro. Va notato che la definizione implica che l’antisemitismo si esprime attraverso l’uso di simboli e immagini associati all’antisemitismo classico – ad esempio, l’affermazione che gli ebrei hanno ucciso Gesù o l’accusa di omicidio rituale per caratterizzare Israele o gli israeliani.   Il testo del disegno di legge afferma che richiederà al Dipartimento dell’Istruzione di “considerare la definizione di antisemitismo come parte della valutazione del Dipartimento per stabilire se la pratica sia motivata da intenti antisemiti” quando indaga sulla presunta discriminazione antisemita negli istituti scolastici superiori.   Gli oppositori della misura hanno messo in guardia. La rappresentante Marjorie Taylor Greene ha scritto: «L’antisemitismo è un male, ma oggi non voterò per l’Anti-Semitism Awareness Act del 2023 (HR 6090) che potrebbe condannare i cristiani di antisemitismo per aver creduto al Vangelo che dice che Gesù fu consegnato a Erode perché fosse crocifisso dai Giudei».   «Se sostenete questo disegno di legge sull’incitamento all’antisemitismo, non solo state sputando sul Primo Emendamento, ma state anche palesemente negando la Bibbia», ha scritto la conduttrice televisiva Blaze Lauren Chen.   Oltre alla questione biblica, i critici sostengono che il disegno di legge minacci la libertà di parola e potrebbe portare a restrizioni ingiustificate sull’espressione politica. La fattibilità del disegno di legge nel Senato controllato dai democratici è incerta e la sua interpretazione è oggetto di un acceso dibattito, che riflette profonde divisioni nella politica degli Stati Uniti nei confronti di Israele.   La proposta ha anche diviso la comunità ebraica, con alcuni gruppi ebraici liberali che si oppongono alla misura in quanto troppo ampia.   Sembra che i repubblicani stiano cercando di sfruttare le divisioni interne su come gestire altre politiche di sicurezza nazionale, come la guerra in Ucraina. Questa legge e le misure di sorveglianza universitaria consentono ai conservatori di mostrare una posizione chiara a favore di Israele, evidenziando al contempo le divisioni tra i democratici.   Articolo previamente apparso su FSSPX.news.

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Immagine di pubblico dominio CC0 via Flickr
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Gender

Papa Francesco dice alla suora pro-LGBT che i transessuali «devono essere integrati nella società»

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Papa Francesco ha detto alla suor Jeannine Gramick, eterodossa e censurata dal Vaticano, che «le persone transgender devono essere accettate e integrate nella società». Lo riporta LifeSiteNews.

 

I commenti del romano pontefice sono arrivati ​​in risposta a una lettera inviata da suor Gramick, in cui la religiosa pro-LGBT esprimeva la sua «tristezza e il mio disappunto per l’uso del concetto di “ideologia di genere”» nel documento recentemente pubblicato Dignitas infinita.

 

Pubblicata l’8 aprile, la dichiarazione vaticana Dignitas infinita critica la «teoria del gender». Citando la controversa enciclica Amoris Laetitia, l’autore della dichiarazione, il cardinale argentino Victor Manuel Fernandez – noto alle cronache, oltre che per encicliche contestate come la omosessualista Fiducia Supplicans, anche per libri di carattere erotico-spirituale come quelli sul bacio e sull’orgasmo – ha scritto che l’ideologia di genere «prospetta una società senza differenze di sesso, e svuota la base antropologica della famiglia».

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«La teoria del gender è che essa vuole negare la più grande possibile tra le differenze esistenti tra gli esseri viventi: quella sessuale», scrive la dichiarazione, aggiungendo che sono «da respingere tutti quei tentativi che oscurano il riferimento all’ineliminabile differenza sessuale fra uomo e donna».

 

Significativamente, tuttavia, il documento non fa menzione dell’omosessualità.

 

Rivelando i dettagli della comunicazione del Papa con lei, suor Gramick ha sottolineato di aver scritto al pontefice per la prima volta dopo la pubblicazione di Dignitas Infinita. Affermando di essere stata «molto triste» fin dalla sua pubblicazione, Gramick ha affermato che la «sezione del documento sulla teoria del genere, che condanna “l’ideologia di genere”, sta danneggiando» le persone con confusione di genere.

 

La suora filo-omotransessualista ha rivelato quindi di aver scritto a Francis «per raccontargli la mia tristezza e la mia delusione per l’uso del concetto di «ideologia di genere».

 

«Ho scritto di nuovo al nostro amato papa, dicendogli che, sfortunatamente negli Stati Uniti (e in altre parti del mondo), “ideologia di genere” ha un significato diverso» scrive la religiosa. «Non significa annullare o non rispettare le differenze. È vero il contrario: chi usa quel termine non considera né rispetta la storia e l’esperienza di genere di una persona. Credo che le persone che usano il termine “ideologia di genere” molto probabilmente non hanno mai accompagnato persone transgender».

 

Secondo suor Gramick, cofondatrice del gruppo catto-LGBT «New Ways Ministry», il papa avrebbe risposto che «l’ideologia di genere è qualcosa di diverso dalle persone omosessuali o transessuali. L’ideologia di genere rende tutti uguali senza rispetto per la storia personale. Capisco la preoccupazione per quel paragrafo di Dignitas Infinita, ma non si riferisce alle persone transgender ma all’ideologia di genere, che annulla le differenze. Le persone transgender devono essere accettate e integrate nella società».

 

Suor Gramick ha portato avanti la tesi, ritenuta da alcuni blasfema, secondo la quale Dio crea le persone con una differenza fondamentale nella loro identità fisica e in quella della loro anima, sostenendo che una persona confusa dal genere «si rende conto che il suo corpo non corrisponde alla sua anima».

 

«Le persone transgender non cancellano né negano le differenze sessuali o di genere. È proprio perché una persona transgender sa che esistono differenze di genere che si rende conto che il suo corpo non corrisponde alla sua anima».

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Suor Gramick, scrive LifeSite, «ha una lunga storia di dissenso dall’insegnamento cattolico sull’omosessualità e l’aborto ed è stato ufficialmente censurata da papa Giovanni Paolo II e dal cardinale Joseph Ratzinger nel 1999 ma ha ignorato l’ordine». Recentemente la suora «ha sostenuto che la Chiesa dovrebbe aiutare ad affermare gli individui che si identificano come transgender nella le loro identità sbagliate, suggerendo che Dio “intende” che tali persone abbraccino le loro tendenze disordinate e si presentino falsamente come il sesso opposto», secondo il sito prolife canadese.

 

«La Chiesa dovrebbe aiutare a rimuovere il dolore in modo che la persona possa diventare una cosa sola nella mente e nel corpo come Dio intende», ha detto la suora, accusando la Chiesa di imporre un «serio fardello» alle persone che hanno confusione riguardo al proprio sesso affermando la realtà della loro natura sessuata.

 

Nonostante la sua lunga storia di eterodossia e di sostegno a posizioni che contravvengono all’insegnamento cattolico, Gramick ha trovato negli ultimi anni il favore di Papa Francesco, ricevendo numerose lettere da lui a sostegno del suo gruppo pro-LGBT e del suo attivismo personale.

 

Durante l’incontro del Sinodo sulla sinodalità del 2023, è stata ricevuta dal Papa in un’udienza privata concessa a lei e ai suoi colleghi della New Ways Ministry, il gruppo che ha co-fondato nel 1977 con il sacerdote dissidente Robert Nugent. L’udienza papale è stata descritta come l’occasione per evidenziare una «nuova apertura» al lavoro della Gramick.

 

Nel 1999 il Prefetto della Congregazione della Fede cardinale Joseph Ratzinger, futuro papa Benedetto XVI, firmava la notifica sul caso di suor Gramick e di padre Nugent.

 

«La diffusione di errori ed ambiguità non è coerente con un atteggiamento cristiano di vero rispetto e compassione: le persone che stanno combattendo con l’omosessualità hanno, non meno di altre, il diritto di ricevere l’autentico insegnamento della Chiesa da coloro che li seguono pastoralmente», scriveva il documento co-firmato dall’allore Segretario della CDF Tarcisio Bertone.

 

«Le ambiguità e gli errori della posizione di padre Nugent e di suor Gramick hanno causato confusione fra i Cattolici ed hanno danneggiato la comunità della Chiesa. Per questi motivi a Suor Jeannine Gramick, SSND, ed a Padre Robert Nugent, SDS, è permanentemente vietata ogni attività pastorale in favore delle persone omosessuali ed essi non sono eleggibili, per un periodo indeterminato, ad alcun ufficio nei loro rispettivi Istituti religiosi.

 

«Penso che nel lungo termine… Papa Francesco stia gettando le basi per un cambiamento nella sessualità», aveva detto Gramick lo scorso autunno, in risposta a una domanda sulla possibilità di «un cambiamento sostanziale nell’insegnamento della Chiesa sull’omosessualità».

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I segni del favore di Bergoglio nei confronti dei transessuali si sono moltiplicati negli anni del suo enigmatico papato.

 

Come riportato da Renovatio 21, nel 2015 il Dicastero aveva risposto negativamente alla stessa richiesta.

 

I segni di avvicinamento al transgenderismo, in effetti, si sono moltiplicati lungo tutto il papato bergogliano.

 

A fine gennaio 2015, un «uomo transgender» – nato in Ispagna come donna – dichiarò di aver avuto un’udienza privata con il papa, dove, secondo alcuni articoli di giornale, Bergoglio avrebbe «abbracciato» il 48enne transessuale.

 

A Napoli, sempre nel 2015, il romano pontefice, fu riportato dai media globali mangiò con «carcerati gay e transessuali».

 

Come riportato da Renovatio 21, l’anno scorso il pontefice ha incontrato dei trans in «pellegrinaggio» in Vaticano. «Gli ho baciato la mano, lui ha baciato la mia» avrebbe detto il trans paraguagio Laura. Nel 2020 invece aveva devoluto un obolo una tantum a dei trans sudamericani del litorale romano che a causa del lockdown si erano dovuto rivolgere in parrocchia. Arrivò l’elemosiniere, il polacco cardinale Krajewski, già noto per aver ridato la corrente ad un centro sociale, per saldare bollette e affitti e procurare generi di prima necessità. Nel 2015 papa Francesco aveva invece ricevuto in Vaticano un transessuale spagnuolo.

 

Come riportato da Renovatio 21l’ambasciata USA presso la Santa Sede sei mesi fa ha celebrato il «Transgender Day of Remembrance», il «giorno del ricordo transgender che offre un omaggio «a quelli della comunità transgender che sono stati assassinati a causa dell’odio». Durante il mese di giugno, l’ambasciata statunitense issò una grande bandiera omotransessualista – e immaginiamo abbiano fatto lo stesso anche all’ambasciata di Riyadh o di Islamabad. Ad ogni modo, non è noto se la Santa Sede abbia protestato.

 

Lo scorso novembre, in un segno ulteriore e sempre più definitivo, papa Francesco ha presieduto un pasto in Aula Paolo VI dove erano presenti anche «quarantaquattro individui transgender e quattro volontari» provenienti dalla parrocchia di Torvajanica (Roma), che da alcuni anni si dedica all’accoglienza e all’instaurazione di amicizia con queste persone.

 

 

L’agenzia Associated Press ha pubblicato un video dell’evento che seguiva i trans sin da quando sono saliti in pulmino. Il filmato si chiude con un’immagine della Basilica di San Pietro vista da via della Conciliazione e la scritta «Papa Francesco ha fatto dell’apertura alla comunità LGBTQ+ uno dei segni principali del suo papato».

 

Come riportato da Renovatio 21, il cardinale Fernandez aveva fatto un’ulteriore «apertura» magisteriale nei confronti dell’omotransessualismo firmando per Dicastero della Dottrina della Fede, assieme al pontefice un documento in cui apriva per i transgender la possibilità di fare da padrini (madrine, o quello che è) ai battesimi.

 

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Il Vaticano riforma il suo sistema giudiziario

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Attraverso un nuovo motu proprio reso pubblico il 19 aprile 2024, il Sommo Pontefice ha modificato molte leggi che regolano l’ordinamento giudiziario della Santa Sede, armonizzandolo con il vicino ordinamento italiano. È questo un modo per trarre insegnamento da numerose questioni nate all’indomani del «processo del secolo», la cui onda d’urto continua a scuotere le mura del recinto leonino.   69 è il numero delle Lettere apostoliche in forma di motu proprio promulgate sotto l’attuale pontificato.   Questo atto giuridico è un motu proprio che, in sei articoli, modifica le norme giudiziarie dello Stato Pontificio. Il documento riguarda in parte l’attività dei magistrati ordinari fino ai 75 anni, e fino agli 80 anni per i giudici cardinali. Resta inoltre aperta la possibilità da parte del Sommo Pontefice di prolungare caso per caso il mandato dei magistrati, fissando modalità di remunerazione, di fine rapporto e di pensioni.   Altri provvedimenti hanno suscitato una reazione più forte da parte dei giuristi italiani, come quelli riguardanti la responsabilità civile dei magistrati o il potere conferito al Papa di intervenire nel corso di un processo nominando un vicepresidente o cessando dal servizio di un magistrato il quale, «per comprovata incapacità», non sarebbe più in grado di esercitare le sue funzioni.   D’ora in poi chi ritiene di aver subito un danno potrà avviare un procedimento giudiziario contro lo Stato della Città del Vaticano, che potrà a sua volta rivolgersi a un magistrato se sarà dimostrato che ha causato un danno.   Questo è un modo per allineare il sistema del microStato a quanto avviene in Italia, dove la responsabilità del magistrato è indiretta, per far sì che un cittadino non possa agire direttamente contro un giudice che gli ha fatto torto nel corso di un processo. Si tratta di una misura intesa a garantire la libertà, l’indipendenza e la tutela dei magistrati contro eventuali pressioni esterne.

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Per motivare questa evoluzione, Francesco evoca «gli anni di esperienza che hanno fatto sentire la necessità di una serie di cambiamenti». È difficile non vedere in ciò una scossa di terremoto provocata dal processo del secolo conclusosi provvisoriamente nel dicembre 2023. Provvisoriamente, perché, oltre alla Segreteria di Stato e all’Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica (APSA), tutti gli altri attori, imputati e parti civili, hanno impugnato la decisione dei giudici.   Molti giuristi italiani sottolineano che l’attuale pontificato ha riscritto le regole quattro volte durante la fase istruttoria del recente grande processo, sia come modo per colmare un vuoto normativo per alcuni, sia come modo per il Romano Pontefice di mantenere il controllo sullo svolgimento del processo.   Inoltre, il Tribunale vaticano – che è stato teatro di diverse riforme negli ultimi anni – resta composto prevalentemente da avvocati e pubblici ministeri che hanno ricoperto o ricoprono incarichi in Italia e che, di conseguenza, non sempre hanno una perfetta conoscenza della normativa usi e consuetudini della Santa Sede, né del diritto della Chiesa.   In un contributo scritto dopo la sentenza, uno dei legali degli imputati nel processo del secolo, Cataldo Intrieri, ha denunciato le «contraddizioni» del sistema giudiziario vaticano e gli «esorbitanti poteri» concessi ai pubblici ministeri che, a suo dire, aveva portato ad una procedura giudiziaria «molto lontana dai criteri adottati in uno Stato di diritto».   È una critica che il nuovo motu proprio tenta forse di disarmare, anche se non è realistico pretendere dal papato – che resta nella sua essenza monarchico – una separazione assoluta dei poteri.   Articolo previamente apparso su FSSPX.news.

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Immagine di Jorge Valenzuela A via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0 Unported
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