Transumanismo
La BBC elogia il microchip impiantabile

La TV nazionale britannica BBC, un tempo testata-faro in tutto il mondo per l’obbiettività giornalistica, ha pubblicato un articolo che descrive con estrema disinvoltura l’avvio di programmi di pagamenti digitale basati su microchip impiantati.
«Patrick Paumen suscita scalpore ogni volta che paga qualcosa in un negozio o in un ristorante» scrive con disinvoltura l’articolo. «Questo perché il 37enne non ha bisogno di usare una carta di credito o il suo cellulare per pagare. Invece, posiziona semplicemente la mano sinistra vicino al lettore di carte contactless e il pagamento va a buon fine».
La BBC ci informa che una volta chippati, di fatto, si fa pur un figurone: «”Le reazioni che ricevo dai cassieri non hanno prezzo!” dice il signor Paumen, una guardia di sicurezza dei Paesi Bassi». Siamo a poca distanza dal farci dire che con chip sottocutaneo si rimorchia di più.
Di fatto, l’intero articolo pare uno spot di una società polacco-neerlandese, la Walletmor, che l’anno scorso, dice è diventata la prima azienda a mettere in vendita il chip per esseri umani.
«L’impianto può essere utilizzato per pagare un drink sulla spiaggia di Rio, un caffè a New York, un taglio di capelli a Parigi o al negozio di alimentari locale», afferma il fondatore e amministratore delegato Wojtek Paprota. «Può essere utilizzato ovunque siano accettati pagamenti contactless».
Insomma, il microchip per pagamenti è realtà, e non solo in Svezia e in USA (dove ci lavora pure il Pentagono, nell’ambito vaccinale) come si era visto. Probabilmente anche il POS del vostro benzinaio lo può già accettare. La tecnologia utilizzata da Walletmor è la comunicazione near-field o NFC, il sistema di pagamento contactless negli smartphone. Altri impianti di pagamento si basano sull’identificazione a radiofrequenza (RFID), che è la tecnologia simile che si trova tipicamente nelle carte di credito e di debito fisiche contactless.
Veniamo edotti del fatto che il chip della Walletmor pesa meno di un grammo ed è poco più grande di un chicco di riso. Esso è composto da un minuscolo microchip e un’antenna racchiusa in un biopolimero, un materiale di origine naturale, simile alla plastica.
«Il signor Paprota aggiunge che è completamente sicuro, ha l’approvazione normativa, funziona subito dopo essere stato impiantato e rimarrà saldamente al suo posto. Inoltre non richiede una batteria o altra fonte di alimentazione».
L’azienda afferma di aver venduto più di 500 chip.
La BBC rafforza la propaganda alla creazione di una cittadinanza di cyborg bancari facendo notare che un sondaggio del 2021 su oltre 4.000 persone nel Regno Unito e nell’Unione Europea ha rilevato che il 51% prenderebbe in considerazione di farsi chippare.
Dopo aver accettato di sottoporsi all’alterazione genica del vaccino mRNA, avevate dubbi?
La normalizzazione di nanotecnologia e biosensori impiantabili – cioè, la normalizzazione del transumanesimo – arriva da molte vie, dalla quella genetica a quella biolettronica. Essa è una realtà oramai accettata e propalata anche dal servizio pubblico.
Si tratta di quella «fusione della nostra identità fisica, digitale e biologica» annunciata dal guru del World Economic Forum di Davos Klaus Schwab, e accennata, nonostante le smentite, anche dai discorsi sui chip di Bill Gates.
Dite un po’ voi: dal green pass sul telefonino, a quello, comodo e rapidissimo, contenuto nel chip impiantato tra pollice ed indice, quanta differenza c’è?
Gender
Castrazione e uteri artificiali: le élite promuovono il transumanesimo ai festival intellettuali

L’annuale Hay Festival of Literature and Arts, una volta descritto da Bill Clinton come «la Woodstock della mente», si è tenuto dal 23 maggio al 2 giugno di quest’anno.
Il giornale britannico Guardian ha riassunto i suoi contenuti titolando «gli uomini e gli altri mammiferi vivono più a lungo se vengono castrati, dice il ricercatore».
L’idea pare essere stata trasmessa da Cat Bohannon, una ricercatrice Ph.D. della Columbia University, nota per essere autrice di un libro bestseller – Eve: How the Female Body Drove 200 Million Years of Human Evolution («Eva: come il corpo femminile ha guidato 200 milioni di evoluzione umana»)
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Nonostante i suoi studi sul corpo della donna, la Bohannon ha affermato con fermezza che «le donne trans sono donne», ma la contraddizione non sembra colta da nessuno.
Durante il suo intervento all’Hay Festival, la Bohannon si è riferita ai testicoli come a «due piccole pepite della morte» suggerendo dunque che una «orchiectomia» – la rimozione chirurgica dei testicoli – potrebbe far vivere più a lungo gli uomini. Secondo la ricerca, ha detto, gli uomini castrati vivono più a lungo dei loro «coetanei regolarmente palluti» (sic).
Castrazione e longevità: si tratta di una materia di cui non sappiamo molto, ha ammesso la Bohannona, tuttavia «si sta facendo molta buona scienza in questo ambito».
Lo scrittore comico irlandese Graham Linehan ha reagito all’articolo sulle affermazioni della ricercatrice con una sentenza sintetica e fulminea: «castrare i bambini è una buona cosa in realtà»:
Castrating children is Good Actually pic.twitter.com/cGt1HXEiM0
— Graham Linehan (@Glinner) June 1, 2024
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La castrazione dell’intera popolazione maschile sta quindi entrando nella finestra di Overton.
La Bohannon nel suo intervento festivaliero è andata oltre riuscendo a farlo divenire possibilmente ancora più inquietante: ha annunciato che «un giorno avremo un utero artificiale», e per la ricercatrice i dubbi etici vertono solo sul fatto che dovremmo sapere «molto di più sui corpi femminili per provare a costruirne uno falso».
«Cerchiamo di essere davvero utopici riguardo a questa merda, OK», ha detto al pubblico. «Diciamo che è disponibile per tutti, non è solo una cosa da donne ricche, non è solo una cosa da donne bianche – qualunque cosa significhi tra centinaia di anni – diventa quindi etico chiedere a una persona con un utero di rimanere incinta se si può fare al di fuori di un corpo?»
L’intervento della ricercatrice fa comprendere come l’utopia dell’élite sia in realtà la distopia del popolo, e come transgenderismo e transumanesimo siano due facce della stessa medaglia. Questi ideologici non credono che tu sia il tuo corpo.
«Entrambe queste ideologie “trans” si basano sulla convinzione che possiamo trascendere il nostro corpo; che possiamo modificarlo per adattarlo alle nostre identità interne» scrive LifeSite «o che alla fine possiamo fonderci con le macchine e diventare una specie ibrida. Se ci credi, la castrazione, o gli uteri artificiali, o i 72 sessi potrebbero avere senso. Potrebbe anche sembrarti un’utopia».
Come ribadito varie volte da Renovatio 21, l’utero artificiale – spinto dalle fandonie femministe sul patriarcato – è oramai inevitabile. Il suo studio procede anche con fondi dell’Unione Europea. Due anni fa in Inghilterra è nato un bambino a seguito un innesto di tessuto ovarico, cosa che potrebbe far presagire avanzamenti nella tecnologia di questo tipo. Poco prima ricercatori israeliani hanno prodotto in un utero artificiale un embrione di topo peraltro derivato da cellule staminali e non da gameti.
Come riportato da Renovatio 21, l’industria dell’utero in affitto ucraina è già pronta a saltarci sopra, con il fondatore della prima clinica di riproduzione artificiale e uteri affittati dell’Ucraina che ha dichiarato che l’ectogenesi sarà realtà tra 5-7 anni.
Non sappiamo dire quanti allocchi pro-vita finiranno nella trappola che offrirà all’ectogenesi, cioè all’utero artificiale: niente più aborti, con l’embrione che verrà semplicemente trasferito in una capsula industriale e portato a termine, per divenire cosa non sappiamo, ma lo sanno ancora meno i prolife ebeti che hanno accettato la catastrofe dei bambini in provetta (in Italia, la legge 3072004) senza nemmeno voler guardare dove il pendìo scivoloso li avrebbe portati.
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Il problema è che non si fermeranno nemmeno lì: la gametogenesi, cioè la produzione di cellule sessuali a partire da qualsiasi cellula del corpo, è dietro l’angolo.
La gametogenesi potrebbe permettere il sogno proibito del movimento LGBT: la riproduzione omosessuale. La gametogenesi permette di trasformare cellule non sessuali in gameti, cioè spermatozoi ed ovuli. Quindi, si ipotizza, diventerà possibile ottenere un ovulo da un uomo, di modo di farlo fecondare dal partner, oppure di ottenere uno spermatozoo da una donna, di modo che fecondi l’ovulo della compagna.
Un’altra possibilità – folle e inutile quanto si vuole ma il XXI secolo è ancora lungo – sarebbe quella di procreare invertendo il genere dei genitori: la donna mette lo spermatozoo, l’uomo l’ovulo. Ogni combinazione diviene possibile, nell’umiliazione terrificante della legge naturale.
La gametogenesi è stata già ottenuta in esperimenti con i topi. Gli esseri umani sono, giocoforza, la prossima fermata.
Intanto i cattolici scemi piangano (o meglio, fingano di piangere) per l’aborto, mentre la tecnologia riproduttiva e il sovvertimento della morale stanno facendo divenire il mondo come un teatro di morte massiva senza fine.
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Immagine di Andrew Lih via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0 Unported
Oligarcato
Klaus Schwab dice ai suoi discepoli che i loro cervelli «saranno replicati con l’Intelligenza Artificiale» quando moriranno

In a leaked recording of a private WEF Young Global Leaders indoctrination session, Klaus Schwab promises new recruits that their “avatars” will continue to live on after they die, and that their brains “will be replicated through artificial intelligence and algorithms”.
“You… pic.twitter.com/c8qEBctl15 — Wide Awake Media (@wideawake_media) June 12, 2024
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Transumanismo
Elon Musk: in futuro chip cerebrali sostituiranno i cellulari

I telefoni cellulari diventeranno obsoleti in futuro, sostituiti da chip impiantati direttamente nel cervello umano, ha previsto l’imprenditore miliardario della tecnologia Elon Musk.
La sua società biotecnologica Neuralink ha impiantato un chip cerebrale per la prima volta nel trentenne quadriplegico Noland Arbaugh a gennaio. La procedura chirurgica prevedeva il posizionamento del chip – grande all’incirca quanto una moneta – nella regione del cervello che controlla l’intenzione di muoversi. Il chip viene quindi utilizzato per «registrare e trasmettere segnali cerebrali in modalità wireless a un’app che decodifica l’intenzione del movimento».
Musk ha condiviso la sua ultima previsione in risposta a un post pubblicato su X da un account parodia chiamato Not Elon Musk domenica. Il messaggio originale diceva: «Installeresti un’interfaccia Neuralink nel tuo cervello per permetterti di controllare il tuo nuovo telefono X con il pensiero?»
Musk ha risposto affermando che «in futuro non ci saranno telefoni, solo Neuralink».
In the future, there will be no phones, just Neuralinks
— Elon Musk (@elonmusk) June 17, 2024
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Come riportato da Renovatio 21, l’idea di telefonini sottocutanei era stata trattata al World Economic Forum di Davos di qualche anno fa da un dirigente Nokia, che parlò di telefonini «costruiti direttamente nei nostri corpi».
Nel suo comunicato stampa dello scorso anno, Neuralink ha affermato che il suo programma PRIME (Precise Robotically Implanted Brain-Computer Interface) mira a sviluppare una «interfaccia cervello-computer wireless completamente impiantabile» che garantirebbe inizialmente alle persone la capacità di controllare il cursore o la tastiera di un computer usando il pensiero.
In seguito avrebbe aperto la strada a trattamenti rivoluzionari per persone affette da varie disabilità fisiche come paralisi e cecità, nonché malattie come obesità, autismo, depressione e schizofrenia.
In un’intervista con Joe Rogan nel 2018, Musk ha suggerito che un giorno Neuralink potrebbe anche consentire agli esseri umani di comunicare senza usare parole, e forse anche di raggiungere uno stato di «simbiosi» con l’Intelligenza Artificiale.
Lo scorso maggio l’ente per il controllo dei dispositivi medici Food and Drug Administration (FDA) statunitense ha concesso l’approvazione per il primo esperimento di impianto di chip. I molti detrattori di Musk dissero che alle scimmie su cui si era sperimentato erano successo cose orrende.
Diverse settimane dopo l’intervento di fine gennaio, Musk riferì che l’uomo si era ripreso «completamente senza effetti negativi di cui siamo a conoscenza» ed era in grado di muovere il mouse del computer sullo schermo «semplicemente pensando». Tuttavia, a maggio, Neuralink ha riconosciuto di aver riscontrato alcuni problemi dopo che minuscoli fili impiantati nel cervello erano stati spostati dalla loro posizione.
Ciononostante, la FDA ha dato il via libera per un secondo studio sull’uomo, ha riferito il mese scorso il Wall Street Journal. Il prossimo esperimento, che secondo quanto riferito è previsto per giugno, presenterà una procedura modificata, in base alla quale un chip verrà impiantato più in profondità nel cervello per impedirne la retrazione.
Secondo i media, entro la fine dell’anno altre otto persone parteciperanno ad altri processi.
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Come riportato da Renovatio 21, di recente Musk si è espresso contro gli iPhone, dicendo che bandirà completamente gli smartphone di Apple qualora nel sistema operativo venisse implementata l’Intelligenza Artificiale di OpenAI, società che egli stesso aveva fondato e poi denunciato, per poi ritirare la querela solo una settimana fa.
Nell’idea di Musk, terrorizzato dall’ascesa delle macchine pensanti, è quella di creare uno stato fusionale tra IA e cervello umano: «se non puoi batterli, unisciti a loro» aveva detto durante il podcast di Joe Rogan.
Potrebbe trattarsi di un’ulteriore mossa di anticipo che consente a Musk un monopolio su un intero settore, andando alla disintermediazione di altri: è quanto successo con Starlink, la costellazione di satelliti che può offrire internet in ogni luogo sulla Terra, e che potrebbe soppiantare l’intera industria della connettività sia telefonica che informatica.
L’importanza di Starlink, che Musk ha messo in orbita senza che nessuno notasse quanto nel futuro prossimo essi potrebbero essere divenuti fondamentali, è tale da poter addirittura determinare le sorti di una battaglia, come nel caso della Crimea, quando Musk «spense» la copertura satellitare fornita agli ucraini che volevano attaccare una base russa.
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