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Kiev ha addestrato i militanti Tuareg in Mali: lo scrive Le Monde

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I servizi segreti militari ucraini avrebbero condiviso tecniche di guerra con i droni con i ribelli del Mali per aiutarli a uccidere i contractor russi che combattono per il governo guidato dall’esercito del Paese africano. Lo riporta il quotidiano francese Le Monde.

 

L’articolo descrive la cooperazione tra i servizi ucraini del GUR di Kiev e il Quadro strategico per la difesa del popolo dell’Azawad (CSP-DPA), una coalizione di forze militanti prevalentemente tuareg con base nel Mali settentrionale.

 

Secondo l’articolo, il governo di Bamako si avvale dei servizi della compagnia militare privata Wagner, mentre l’Ucraina ha deciso di intervenire nei combattimenti per colpire il personale russo, utilizzando le forze tuareg come mandatari.

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Fonti di Le Monde tra i ribelli e all’interno dell’Ucraina avrebbero affermato che la cooperazione tra il GUR e il CSP-DPA sarebbe iniziata all’inizio del 2024, dopo che l’esercito maliano ha cacciato i ribelli dalla città di Kidal nel novembre 2023.

 

Secondo quanto riportato, diversi militanti Tuareg si sarebbero recati in Ucraina e hanno imparato ad assemblare e a usare piccoli droni, che sono diventati un elemento chiave del conflitto Russia-Ucraina. L’addestramento è continuato a marzo, dopo che gli agenti ucraini si sono recati in Mali. Ulteriori contatti sarebbero seguiti a settembre.

 

A luglio le forze governative e i contractor russi della Wagner avevano subito una grave sconfitta in un’imboscata. Un portavoce del GUR aveva confermato il ruolo di Kiev, ma il governo ucraino ha poi rinnegato la dichiarazione, sostenendo che non aveva nulla a che fare con il conflitto in Mali.

 

Riconoscere il coinvolgimento è stato un «errore diplomatico», ha detto a Le Monde una fonte vicina al GUR, tuttavia «non si torna indietro». L’agenzia ucraina resta impegnata a dare la caccia ai membri di Wagner «ovunque si trovino», avrebbe aggiunto la fonte. L’articolo del quotidiano parigino afferma che l’anno scorso l’HUR ha inviato dei commando in Sudan con lo stesso obiettivo.

 

Il Mali ha accusato i servizi segreti occidentali di essere dietro il sostegno ucraino al CSP-DPA. Diverse nazioni alleate nella regione del Sahel hanno accusato Kiev di sostenere il terrorismo, dopo che inizialmente aveva ammesso di aver aiutato i ribelli a uccidere i combattenti russi.

 

Un ramo di al-Qaeda chiamato Jama’at Nasr al-Islam wal-Muslimin (JNIM), «Gruppo di sostegno dell’Islam e dei musulmani») ha affermato che i suoi combattenti hanno preso parte all’imboscata di luglio.

 

Come riportato da Renovatio 21, l’anno passato fa l’antica città maliana di Timbuctù, detta anche «la perla del Sahel» e sito designato come patrimonio dell’umanità UNESCO, sarebbe caduta nelle mani del JNIM.

 

Il CSP-DPA occasionalmente unisce le forze con gli estremisti, ma ha negato qualsiasi coinvolgimento in quella particolare battaglia.

 

Il governo francese, che sta addestrando le truppe ucraine per combattere la Russia, ha accusato Mosca di aver causato una serie di colpi all’influenza francese nelle ex colonie in Africa, tra cui il Mali. Nel 2022 il presidente Emmanuel Macron ha accusato il gruppo Wagner di avere «intenzioni predatorie» nel Sahel.

 

Il mese scorso, media africani, ampiamente ripresi dalla stampa russa, avevano parlato della questione dei droni ucraini nel teatro del Sahel.

 

Afrique Media, citando fonti militari, aveva dato notizia settimane fa che «unità di sabotaggio» ucraine avrebbero aiutato gli insorti jihadisti ad attaccare l’esercito maliano, anche con droni forniti da Kiev.

 

Le immagini ottenute dalla testata africana e rilanciate lo scorso mese dalla testata governativa russa RT mostravano i rottami di un UAV abbattuto dalle forze maliane che è stato identificato come di origine ucraina.

 

Secondo l’agenzia di stampa, le immagini sono state fornite dall’esercito maliano. Un corrispondente del canale ha riferito sabato che i droni hanno numeri di serie e altri segni identificativi che hanno permesso agli esperti di accertarne facilmente l’origine. La maggior parte dei droni, secondo quanto riferito, recava anche iscrizioni in lingua ucraina e sembrava essere stata assemblata in Ucraina utilizzando parti di fabbricazione americana.

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L’agenzia di stampa aveva anche affermato che ci sono diverse «unità speciali di sabotaggio» ucraine che operano in Mali insieme agli insorti che portano avanti attacchi «segreti» contro le forze governative e i loro alleati nella zona, in particolare i contractor militari russi. Il rapporto postula che gli insorti potrebbero anche ricevere aiuti per i loro attacchi dagli stati della NATO, poiché «è impossibile che gli ucraini possano agire da soli sul suolo maliano».

 

Secondo un precedente rapporto di Le Monde, che citava una fonte militare maliana, l’Ucraina collabora da tempo con i ribelli del Paese, inviando truppe, fornendo informazioni strategiche e addestrando i combattenti all’uso dei droni.

 

All’inizio di questo mese, il Mali ha interrotto le relazioni diplomatiche con Kiev dopo che i funzionari ucraini si sono attribuiti il ​​merito di un’imboscata da parte di militanti tuareg a un convoglio militare che trasportava forze di difesa maliane e contractor militari russi, che ha causato decine di morti.

 

Come riportato da Renovatio 21, anche il Niger ha interrotto le relazioni con l’Ucraina per il presunto sostegno al «terrorismo».

 

Il Sahel è oggetto di una recrudescenza del terrorismo islamico, del quale, due anni fa, il governo maliano diceva essere sostenuto da Parigi che in apparenza diceva di volerlo combattere.

 

Il Mali, insieme ai vicini Burkina Faso e Niger, è stato afflitto da un’insurrezione jihadista per oltre un decennio. Le tre nazioni si sono recentemente unite in quella che viene chiamata Alleanza degli Stati del Sahel per combattere il terrorismo. Il gruppo considera la Russia un alleato strategico per la sicurezza.

 

Lo stesso presidente del Burkina Faso ha dichiarato che vi è nell’area un enorme afflusso di armi «ucraine» che finiscono nelle mani dei terroristi takfiri. Medesime accuse sulle armi fornite all’Ucraina finite a destabilizzare l’Africa fu fatta due anni fa dal presidente nigeriano Muhammadu Buhari.

 

Al momento dell’attacco in Mali, la portavoce del Ministero degli Esteri russo Maria Zakharova aveva affermato che Kiev, pur «incapace di sconfiggere la Russia sul campo di battaglia», ha deciso di aprire un «secondo fronte» in Africa, aiutando i gruppi terroristici nei Paesi che Mosca considera alleati, criticando duramente Kiev per aver trasformato l’Ucraina in una «banda terroristica», avvertendo che «le cose peggioreranno in termini di terrorismo ucraino che si diffonde in tutto il pianeta».

 

Come riportato da Renovatio 21, tre settimane fa insorti hanno attaccato la scuola di addestramento militare nella capitale del Mali, Bamako, venendo poi arrestati.

 

Il Mali l’anno scorso aveva riconquistato, dopo tempo, la roccaforte ribelle separatista di Kidal.

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Immagine di Mission de l’ONU au Mali via Flickr pubblicata su licenza CC BY-NC-SA 2.0

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Israele schiera bulldozer robotici a Gaza per una guerra su larga scala

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L’esercito israeliano sta scegliendo con sempre maggior frequenza l’impiego di una versione senza pilota dei bulldozer D9 della Caterpillar in diversi campi di battaglia.   I sistemi a controllo remoto consentono alle forze di difesa israeliane (IDF) di spianare le aree senza rischiare di impiegare ulteriori truppe.   Lo Stato Ebraico ha schierato il D9 senza pilota – o RobDozer – a Gaza e in Libano dal 7 ottobre 2023, e i funzionari israeliani affermano che l’IDF sta intensificando l’uso del sistema, scrive il Times of Israel.   Una fonte ha dichiarato all’AFP che Israele ha utilizzato «strumenti robotici per oltre un decennio, ma in quantità molto ridotte. Ora vengono utilizzati in operazioni belliche su larga scala».  

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Il RobDozer è stato sviluppato dalla Israel Aerospace Industries (IAI), che afferma che la piattaforma è il «bulldozer da combattimento definitivo». Il sito web della IAI spiega che «l’integrazione del RobDozer nelle unità di ingegneria militare aumenta significativamente la loro capacità di modificare rapidamente il territorio per favorire operazioni difensive o offensive».   Sebbene il RobDozer possa essere controllato a distanza, IAI afferma che può persino operare in modo autonomo. La IAI «afferma di poter operare a diversi livelli di indipendenza autonoma, “che gli consentono di scavare trincee sul campo, liberare un percorso in aree difficili o altrimenti impraticabili e spostare ostacoli di grandi dimensioni o sospetti”» riporta il Jerusalem Post.   Sebbene l’azienda sottolinei che la piattaforma garantisce la sicurezza dei soldati israeliani che non dovranno più guidare bulldozer da combattimento in situazioni pericolose, non afferma se il RobDozer sia in grado di identificare ed evitare i civili durante il funzionamento autonomo.   Il produttore di armi statale israeliano è anche impegnato nello sviluppo di un veicolo trasporto truppe blindato senza pilota M113.   I bulldozer da combattimento hanno svolto un ruolo fondamentale nelle operazioni militari israeliane a Gaza, dove vaste aree di territorio sono state rase al suolo dalle bombe israeliane. Poiché le macerie sono disseminate di munizioni inesplose e di potenziali esplosivi piazzati da Hamas, l’IDF ha utilizzato un gran numero di D9 per «bonificare» quartieri che un tempo formavano la città di Gaza.  
  Lo Stato degli ebrei ha dichiarato una zona cuscinetto lungo i confini di Gaza, e il Ministro della Difesa Israel Katz ha recentemente esteso tale zona fino a includere l’intera città meridionale di Rafah. Le forze israeliane hanno distrutto la maggior parte delle strutture in quelle aree e ucciso qualsiasi palestinese che tentasse di avvicinarsi.   Katz ha affermato che «Gaza diventerà più piccola e isolata e sempre più residenti saranno costretti a evacuare dalle zone dei combattimenti».   Inoltre, l’IDF ha costruito corridoi che tagliano in due la Striscia, distruggendo anche le infrastrutture in quelle aree. Israele ora controlla oltre il 50% di Gaza.   Come riportato da Renovatio 21, Israele nel conflitto sta impiegando sperimentalmente anche robocani militari.   L’uso di Intelligenza Artificiale per la scelta di obiettivi eliminati poi con missili o altri sistemi ha fatto sì che il conflitto di Gaza fosse definito «genocidio robotico di massa».   Come riportato da Renovatio 21, si è parlato anche di droni israeliani che sarebbero in grado di attirare i palestinesi con audio di bambini che piangono per poi sparare.

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Immagine di MathKnight via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International   
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L’India testa la sua prima arma laser anti-drone

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L’India si è unita a un gruppo selezionato di paesi, tra cui Russia, Stati Uniti e Cina, in grado di impiegare armi laser ad alta energia per neutralizzare droni e altre minacce aeree, hanno affermato alcuni funzionari.

 

Domenica, la Defence Research and Development Organisation (DRDO), un ente statale, ha dimostrato con successo il suo sistema d’arma a energia diretta laser (DEW) Mk-II(A) sviluppato a livello nazionale con un test condotto al National Open Air Range (NOAR) di Kurnool, nello stato meridionale dell’Andhra Pradesh.

 

«La velocità fulminea di ingaggio, la precisione e la letalità con cui si raggiunge il bersaglio in pochi secondi lo hanno reso il sistema anti-drone più potente», ha dichiarato il DRDO in un comunicato.

 

Secondo i funzionari del DRDO citati dall’agenzia di stampa ANI, il sistema utilizza un raggio laser da 30 kilowatt per ingaggiare e distruggere vari bersagli, tra cui droni ad ala fissa, droni a sciame, sensori di sorveglianza e antenne, con elevata velocità e precisione.

 

Il sistema DEW Mk-II(A) è stato sviluppato dal Centre for High Energy Systems and Sciences (CHESS) di Hyderabad, in collaborazione con altri laboratori del DRDO, nonché con istituzioni accademiche e industrie indiane. Il sistema è dotato di un sensore elettro-ottico/infrarosso (EO/IR) a 360 gradi, che consente un targeting preciso delle minacce aeree.

 

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Il sistema ha una gittata di cinque chilometri ed è dotato di avanzate capacità di guerra elettronica, tra cui la comunicazione e l’interferenza del segnale satellitare, che gli consentono di neutralizzare efficacemente i bersagli aerei.

 

Il presidente del DRDO, il dottor Samir V Kamat, ha dichiarato ad ANI che l’India si è unita a Stati Uniti, Russia e Cina nella dimostrazione di un sistema d’arma laser. Israele sta attualmente lavorando a una tecnologia simile.

 

Kamat ha sottolineato che questo risultato è solo il primo passo verso un obiettivo ancora più ambizioso. Ha anche affermato che DRDO sta lavorando su altre tecnologie avanzate, come le microonde ad alta energia e gli impulsi elettromagnetici, con l’obiettivo di sviluppare capacità «simili a quelle di Star Wars», di cui il sistema laser dimostrato è solo una componente.

 

La scorsa settimana, il ministro della Difesa indiano Rajnath Singh ha affermato che nel conflitto tra Ucraina e Russia, i droni sono praticamente emersi come una nuova arma da combattimento, se non addirittura come una scienza rivoluzionaria. «La maggior parte delle perdite di soldati e di equipaggiamento non è stata attribuita né all’artiglieria tradizionale né ai mezzi corazzati, ma ai droni».

 

«Analogamente, le capacità in orbita terrestre bassa stanno trasformando l’Intelligence militare, la sorveglianza, il posizionamento, il targeting e le comunicazioni, portando il combattimento a un nuovo livello», ha affermato il Singh, come riportato dall’Hindustan Times.

 

La DRDO sta attualmente sviluppando un sistema laser più avanzato, noto come «Surya» («il sole», in sanscrito, ma anche il nome della divinità solare dei Veda), che avrà una potenza di 300 kilowatt e una gittata operativa di 20 chilometri. Quest’arma di nuova generazione è progettata per contrastare minacce aeree ad alta velocità, inclusi missili e sistemi aerei senza pilota (UAS), secondo quanto dichiarato dai funzionari.

Come riportato da Renovatio 21, le armi laser sono ora realtà in vari Paesi.

 

Armi laser stanno venendo testate oggi dalla Russia, che oltre alla difesa antiaerea starebbe elaborando anche laser ASAT, cioè impiegati come armi antisatelliti. Un progetto di arma laser in grado di «intercettare in volo razzi, proiettili di mortaio, droni e missili anticarro» pare ad essere a buon punto in Israele; il progetto ha nome «Iron Beam», «raggio di ferro».

 

I laser sono stati testati anche in esperimenti di «guida» dei fulmini, considerabili come prodromi dello sviluppo di armi metereologiche basate sui laser.

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Kim Jong-un mostra il suo super-drone AI da combattimento

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La Corea del Nord ha presentato una nuova serie di droni suicidi e da ricognizione dotati di Intelligenza Artificiale, che il Paese sta presentando come parte dei piani di modernizzazione militare.   La Korean Central News Agency (KCNA), agenzia di stampa statale, ha dichiarato giovedì che il leader Kim Jong Un ha supervisionato i test di «vari tipi di droni da ricognizione e suicidi” che sono stati a lungo in fase di sviluppo da parte di istituzioni nordcoreane per il la tecnologia aerea senza pilota.   Un veicolo senza pilota in particolare, mostrato in un set fotografico ufficiale, sembra avere dimensioni enormi, inusuali per i droni che conosciamo.   La KCNA ha osservato che Kim ha autorizzato l’espansione della produzione della linea di droni. Ci sarebbero segnalazioni secondo cui il programma ha avuto il sostegno della Russia.   Durante l’evento Kim ha inoltre presentato quello che è considerato il primo aereo da allerta precoce aviotrasportato della Corea del Nord.  
  «Il settore dei sistemi senza pilota e dell’Intelligenza artificiale dovrebbe avere la massima priorità e essere sviluppato nell’ambito della modernizzazione delle forze armate», ha annunciato Kim.   Si ritiene che il nuovo velivolo di allerta precoce e controllo sia il risultato della modifica da parte della Corea del Nord di velivoli forniti dalla Russia, trasformandoli in piattaforme radar aviotrasportate. L’aereo integrerà gli attuali sistemi radar terrestri della Corea del Nord, consentendo un migliore rilevamento radar senza gli ostacoli dovuti al territorio montuoso della penisola coreana.   Per quanto riguarda la recente crescente cooperazione militare tra Pyongyang e Mosca, mercoledì i media occidentali riportano che la Corea del Nord ha inviato almeno altri 3.000 soldati in Russia all’inizio di quest’anno: si tratta della conclusione dell’Intelligence sudcoreana, e potrebbe portare la quantità totale inviata nel contesto della guerra in Ucraina a una cifra compresa tra 12.000 e 15.000. Si ritiene che diversi militari di Pyongyang siano stati uccisi o feriti, in particolare nei combattimenti in Russia nell’oblast’ del Kursk.   Come riportato da Renovatio 21, due anni fa un drone nordcoreano aveva sconfinato in Sud Corea, provocando la reazione armata dei caccia di Seul.   Lo scorso anno il leader nordcoreano Kim Jong-un aveva mandato un segnale visitando il cantiere di una «nuova base navale». Particolarmente rilevanti sono anche i ripetuti test da parte della Corea del Nord di armi in grado di provocare tsunami radioattivi in grado di affondare la flotta nemica e distruggere basi e città costiere.   Due anni fa, durante un ulteriore capitolo dell’escalation, la Corea del Nord aveva lanciato il suo primo missile balistico intercontinentale a combustibile solido.   Come riportato da Renovatio 21, oltre alle armi atomiche, Pyongyang disporrebbe da ben due anni anche, a suo dire, di missili con tecnologia ipersonica, tecnologia che ancora sfugge agli americani.  

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