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Kennedy e il morbillo in Texas: la verità

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Ha destato grande scalpore, non solo nel mondo antivaccinista, la notizia secondo cui il segretario alla Salute degli Stati Uniti Robert F. Kennedy Jr. ha annunciato l’invio di migliaia di dosi di vaccino in Texas, tra una serie iniziale di misure in risposta a un’epidemia locale di morbillo.

 

Kennedy è stato accusato per anni dai media mainstream di promuovere «teorie del complotto» su vaccini e nutrizione. L’etichetta affibiatagli negli USA è quella di antivaxxer, traducibile con l’espressione spregiativa italiana «no vax».

 

Ebbene, ora anche i no-vax, attivi su canali Telegram e su social vari, ora accusano Kennedy, assicurando che è «un venduto». Il tono di molti di questi messaggi lascia comprendere il perverso sollievo che provano alcuni: un mondo senza possibilità di sparire sul nemico è totalmente inagibile per le voci del dissenso a prescindere, quello che non vive senza urlare alla macchinazione permanente, macchinazione che non sanno definire, ma a cui per vivere devono abbaiare.

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Qualche lettore avrà veduto cosa circolava in rete perfino nei giorni in cui Kennedy era assurto alla più alta carica sanitaria del pianeta, in pratica l’evento più rilevante per il movimento antivaccinista  degli ultimi due secoli e passa: è lì perché glielo hanno permesso, non sarebbe mai arrivato dov’è se non vi fosse un compromesso a monte o a valle, nulla cambierà, gli eroi non esistono, è tutto un magna-magna etc., e bla-bla-bla.

 

La storia del morbillo in Texas sembra aver dato fiato alla posizione dei telegrammari.

Cerchiamo di fare un po’ di ordine, razionalmente, sull’accaduto.

 

Il Dipartimento della Salute e dei Servizi Umani degli Stati Uniti (HHS) «ha supportato il Dipartimento della Salute del Texas tramite assistenza tecnica e vaccini», ha scritto RFK Jr. in un post su X nel fine settimana, mentre elencava le misure adottate dal governo federale per aiutare le autorità statali a combattere la malattia. Ha anche affermato che sono state inviate lì 2.000 dosi del vaccino contro morbillo, parotite e rosolia (MPR).

 

L’attuale focolaio nello stato meridionale degli Stati Uniti ha colpito quasi 150 persone, per lo più bambini. Secondo le autorità sanitarie dello Stato, 116 casi hanno coinvolto minori di età inferiore ai 18 anni, con 79 casi confermati che hanno interessato individui che non hanno ricevuto il vaccino MPR e 62 casi in persone con stato vaccinale sconosciuto. Solo cinque delle persone colpite hanno fatto il vaccino.

 

Altre misure annunciate da RFK jr. riguardano il supporto di laboratorio per un migliore monitoraggio del virus e la comunicazione quotidiana con le autorità locali e il coordinamento degli sforzi di risposta. «Continueremo a finanziare il programma di immunizzazione del Texas», ha scritto RFK Jr. nel suo post, definendo l’arresto dell’epidemia «una priorità assoluta» per il suo team.

 

Kennedy ha sostenuto in un editoriale pubblicata sul sito di Fox News che spetta a ogni persona decidere se vaccinarsi o meno. «La decisione di vaccinarsi è personale», ha scritto nell’articolo di opinione, aggiungendo che i genitori svolgono un ruolo chiave in tali decisioni, quando si tratta di bambini. Ha anche incoraggiato tutti i genitori a «consultare i propri operatori sanitari per comprendere le proprie opzioni per vaccinarsi con il vaccino MPR».

 

È la famosa posizione free-vax, di cui tanti, che ora gridano al tradimento, si riempivano la bocca ancora ai tempi della Legge Lorenzin (1997), e prima. «Vaccino libero»: chi se lo vuole fare se lo faccia, ma sappia i rischi che corre. Per inciso, non è la posizione di Renovatio 21 che contesta la tecnologia stessa dei sieri – che alterano un sistema delicato e non ancora spiegato come quello immunitario – nonché ha seri dubbi sulle origini storiche (cioè, massoniche) della spinta alla vaccinazione di massa.

 

Ciò detto Kennedy non sembra aver detto qualcosa di diverso. La tutela della salute pubblica include «garantire la diffusione di informazioni accurate sulla sicurezza e l’efficacia dei vaccini», ha affermato il ministro della Salute americano. Come dire: daremo i vaccini, ma anche le informazioni a riguardo – qualcosa che prima, possiamo ammettere, non veniva fatto. Alzi la mano il dottore, il USA o in Italia, che poteva bisbigliare a dei genitori i possibili effetti collaterali dei vaccini pediatrici senza essere radiato.

 

Ma non importa: per la massa antivaccinara, Kennedy ha tradito.

 

Lo avevamo visto, durante la prima riunione di gabinetto, particolarmente duro in volto, come inserito in una gravitas davvero marmorea: le domande immediate dei giornalisti erano per lui, come sempre sui vaccini, e con il vento in poppa della presunta epidemia in Texas.

 


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Lui aveva risposto secco: «Stiamo seguendo l’epidemia di morbillo ogni giorno (…) ci sono state quattro epidemie di morbillo quest’anno, l’anno scorso ve ne erano state 16. Quindi, non è raro».

 

Domanda fatta a stesso Trump, lì presente, seduto accanto a Kennedy. Quasi a dirgli: presidente, si rende conto? Perché non lo licenzia? È anche lei un no-vax, presidente? Possiamo finalmente dirlo?

 

Difficile uscire dal pensiero che si tratti di una trappola, basata sul solito ricatto. Perché qualsiasi mossa sarebbe stata letta come una prova del disastro mortale di avere un antivaccinista al potere. L’accusa la conoscete bene: mentre tu fai il no-vax, i bambini muoiono. L’avete già sentita per caso?

 

Lo abbiamo ripetuto spesso: il copione, per i mostri del sistema biofarmaceutico, non cambia di molto. Ricordate le epidemie di morbillo che casualmente scoppiavano a Disneyland? Poi Disneyland, il lettore di Renovatio 21 lo sa, divenne per coincidenza un hub vaccinale di massa per il COVID…

 

Ricordate che, non avendo Disneyland, ad un certo punto in Italia si parlò di Gardaland?

 

Era il giugno 2017: l’allora ministro della Salute Beatrice Lorenzin in una intervista affermò che «un Paese confinante del Veneto, non italiano, ha mandato, pochi giorni fa una circolare, pubblicata sui suoi giornali, con la quale invitava i bambini di quel Paese e i loro genitori a non andare a Gardaland a causa del basso tasso di immunizzazione per il morbillo». L’assessore alla Sanità del Veneto, Luca Coletto, contestò al ministro l’inesistenza di tale epidemia in Veneto, mentre l’amministratore delegato di Gardaland comunicò che «Gardaland tiene a chiarire che, all’interno del Parco, non c’è stato e non c’è alcun problema specifico legato alle vaccinazioni».

 

Gardaland, Disneyland. Sì, la sceneggiatura pare discostarsi di poco. Con il problema, tuttavia, che non si tratta di un film.

 

Credete che chi sta dall’altra parte del gioco non sia in grado di scatenare epidemie a piacimento? Credete che non vi sia la possibilità che per terminare il mandato dell’avvocato Kennedy – la più grande minaccia che Big Pharma ha mai subito negli ultimi cento anni e più – questi scatenino una tempesta che, urlo dopo urlo in un’emergenza artificiale, lo rovini politicamente per sempre? Credete che non abbiano i laboratori per farlo? Credete che non abbiano il coraggio – o l’orrida viltà, la crudeltà estrema – necessari?

 

Ad ogni modo, se i no-vax telegrammati hanno abboccato, la grande stampa no: ecco che nelle ultime ore si manifesta una gragnuola contro il Kennedy e il suo modo di trattare «l’emergenza» texana del morbillo.

 

«Invece dei vaccini, RFK Jr. si concentra su trattamenti non convenzionali contro il morbillo, alimentando le preoccupazioni sulla disinformazione» scriveva ieri la CNN, accusando il segretario alla Sanità di «basarsi molto sul trattamento con vitamina A, così come sui “buoni risultati” ottenuti dall’uso dello steroide budesonide, dell’antibiotico claritromicina e dell’olio di fegato di merluzzo».

Piatto ricco mi ci ficco per il New York Times: «Mentre il morbillo si diffonde, Kennedy abbraccia rimedi come l’olio di fegato di merluzzo».

 

NBC News: «I medici sono diffidenti nei confronti della risposta di Kennedy all’epidemia di morbillo». Eccoli, sono tornati «gli esperti».

 

Il Washington Post: «Il focus di RFK jr. sulla vitamina A preoccupa gli esperti».

 

Il Guardian, giornale della sinistra britannica: «RFK Jr. lancia l’allarme dopo aver sostenuto le vitamine per curare il morbillo durante l’epidemia».

 

Ci risiamo: battaglia contro la vitamina, stavolta la A. Anche qui, vi ricorda qualcosa?

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Rammentiamo che, riguardo proprio al morbillo e al vaccino MPR proprio Kennedy e il suo gruppo hanno portato avanti una battaglia senza quartiere in questi anni, sottolineando la possibile correlazione con l’autismo, in piena consonanza con il dottor Andrew Wakefield, il medico che ha sacrificato la sua carriera alla causa, dopo che quasi trent’anni fa pubblicò, con un’altra diecina di persone, un paper in cui mostrava che un qualche rapporto tra quella vaccinazione e i disturbi dello spettro autistico potevano esserci.

 

La stessa candidata vicepresidente della campagna Kennedy, Nicole Shanahan, si è mostrata pubblicamente con Wakefield – persona non grata del mainstream: anche i giornali italiani non lo nominano senza scrivere prima l’aggettivo «discreditato» – poco tempo fa, e lo ha pure ringraziato durante un evento pubblico con Tucker Carlson, indicandolo in mezzo al pubblico.

 

È dura quindi pensare che la battaglia di Kennedy si sia conclusa. Anzi: abbiamo visto che nella mischia c’è anche, dichiarato, lo stesso Trump.

 

Tuttavia, se agli scappati di casa di Telegram, con la loro ignoranza finto-iconoclasta, piace pensarlo, pazienza, non è illegale. Sappiano tuttavia che anche quello è un siero, una droga: sono spacciatori dipendenti dalla dopamina, e iniettati di risentimento.

 

Non sembrano, tuttavia, le persone più sane cui prestare ascolto. Né quelle in grado di portare la battaglia fino in fondo.

 

Roberto Dal Bosco

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Immagine di Gage Skidmore via Flickr pubblicata su licenza CC BY-SA 2.0

 

Vaccini

Continua in Olanda la causa per danni da vaccino COVID contro Bill Gates

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Renovatio 21 traduce questo articolo per gentile concessione di Children’s Health Defense. Le opinioni degli articoli pubblicati non coincidono necessariamente con quelle di Renovatio 21.   Tre dannegiate dai vaccini contro il COVID-19 hanno chiesto oggi di unirsi a una causa olandese contro Bill Gates, il CEO di Pfizer Albert Bourla e altri 15 imputati. La causa sostiene che gli imputati abbiano consapevolmente ingannato il pubblico sulla sicurezza dei vaccini.   Tre vittime di danni causati dal vaccino contro il COVID-19 chiedono di unirsi alla causa olandese contro Bill Gates, il CEO di Pfizer Albert Bourla e altri 15 imputati, accusandoli di aver ingannato l’opinione pubblica sulla sicurezza dei vaccini contro il COVID-19.   La causa è stata intentata lo scorso anno da sette vittime di lesioni dovute al vaccino contro il COVID-19, una delle quali è nel frattempo deceduta.   Secondo quanto riportato dalla documentazione presentata dall’avvocato dei querelanti, Peter Stassen, le tre nuove vittime «erano persone sane» che hanno iniziato ad avere problemi di salute dopo aver ricevuto il vaccino mRNA contro il COVID-19.   «I ricorrenti ritengono che i gravi effetti collaterali verificatisi dopo aver ricevuto le iniezioni di Covid-19 (mRNA) siano il risultato diretto del contenuto/composizione di queste iniezioni di Covid-19 (mRNA)», si legge nella documentazione.

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Stassen ha affermato che i medici si sono ripetutamente rifiutati di diagnosticare un legame tra la vaccinazione e le lesioni subite.   Durante un’udienza tenutasi oggi presso il tribunale distrettuale dei Paesi Bassi settentrionali a Leeuwarden, Stassen ha anche chiesto al tribunale di approvare cinque testimoni esperti che testimonieranno sui rischi e i pericoli dei vaccini contro il COVID-19:  
  • Catherine Austin Fitts, fondatrice e redattrice del Solari Report ed ex assistente segretario statunitense per l’edilizia abitativa e lo sviluppo urbano.
  • Sasha Latypova, ex dirigente della ricerca e sviluppo farmaceutica.
  • Joseph Sansone, Ph.D., uno psicoterapeuta che sta conducendo una causa per vietare i vaccini a mRNA in Florida.
  • Katherine Watt, ricercatrice e assistente legale.
  • Mike Yeadon, Ph.D., farmacologo ed ex vicepresidente dell’unità di ricerca sulle allergie e sulle malattie respiratorie della Pfizer.
  Un altro testimone proposto, Francis Boyle, JD, Ph.D., che a gennaio aveva accettato di testimoniare a favore dei querelanti, è nel frattempo deceduto. Boyle era professore di diritto internazionale all’Università dell’Illinois ed esperto di armi biologiche, autore del Biological Weapons Anti-Terrorism Act del 1989.   Secondo quanto riportato dal quotidiano olandese De Andere Krant, all’udienza di oggi hanno partecipato otto avvocati per conto degli imputati, tra cui figurano anche lo Stato olandese, l’ex primo ministro olandese e attuale segretario generale della NATO Mark Rutte e diversi membri dell’Outbreak Management Team del governo olandese durante la pandemia.   Gates è un investitore di spicco nella tecnologia dei vaccini a mRNA e ha investito in BioNTech, un’azienda farmaceutica tedesca che ha collaborato con Pfizer per sviluppare un vaccino contro il COVID-19. Gates ha poi venduto le sue azioni BioNTech realizzando un profitto significativo.   Gli avvocati degli imputati hanno sostenuto che il tribunale non avrebbe dovuto consentire ai testimoni proposti di deporre. Hanno messo in dubbio la competenza e l’imparzialità dei testimoni proposti e hanno sostenuto che il «consenso scientifico generale» è che i vaccini contro il COVID-19 siano «sicuri ed efficaci».   «Consenso scientifico? Che cos’è, comunque?» ha chiesto Stassen alla corte, accusando la difesa di usare «false argomentazioni ad hominem per minare la competenza dei suoi testimoni».   Il giornalista olandese Ido Dijkstra, presente all’udienza, ha affermato che le argomentazioni dell’imputato «ignoravano gli evidenti danni causati dai vaccini», e lo hanno fatto in presenza di molte delle vittime di danni da vaccino che avevano intentato la causa ed erano presenti all’udienza.   Dijkstra ha affermato che nessuno dei querelanti ha parlato durante l’udienza.   L’anno scorso, gli avvocati di Gates hanno chiesto l’archiviazione della causa, sostenendo che il tribunale non aveva giurisdizione.   Tuttavia, nella sentenza del 16 ottobre 2024, la corte ha affermato di avere giurisdizione su Gates, trovando «prove sufficienti» che le accuse contro Gates e gli altri imputati siano «connesse» e basate sullo stesso «complesso di fatti».

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Il programma di vaccinazione di massa contro il COVID è «un crimine senza precedenti», sostengono i querelanti

Durante l’udienza, Stassen ha definito il programma di vaccinazione di massa contro il COVID-19 «il più grande genocidio dell’umanità di sempre» e «un crimine senza precedenti accompagnato da coercizione, inganno e persino omicidio», ha riferito De Andere Krant.   Stassen ha affermato che se la corte si fosse rifiutata di consentire ai testimoni esperti proposti di testimoniare, ciò avrebbe significato che «questa corte non vuole sapere la verità».   Stassen ha detto: «Se lei, in qualità di giudice, respinge la nostra richiesta di ascoltare questi testimoni, cosa che dubito farà, allora il sangue già sulle mani degli imputati sarà presto anche sulle sue. Questo caso deve diventare un dibattito pubblico che può essere risolto solo in tribunale. La politica ha già dimostrato di non poterlo fare».   Secondo la giornalista olandese Erica Krikke, presente all’udienza, gli avvocati della difesa non hanno parlato molto e si sono in gran parte astenuti dal commentare le dichiarazioni di Stassen.   L’avvocato olandese Meike Terhorst, presente anche lei all’udienza, ha affermato che Stassen «si è comportato piuttosto bene» nel contrastare le argomentazioni degli imputati. Terhorst ha osservato che tra gli avvocati difensori figuravano alcuni dei più importanti giuristi olandesi.   Ha anche affermato di credere che il tribunale consentirà ai testimoni esperti di testimoniare.   «La legge prevede che l’audizione di esperti debba essere accettata, a meno che non si possa dimostrare l’abuso di questo diritto legale. A mio avviso, poiché l’argomento dell’abuso non è stato né avanzato né dimostrato, il tribunale dovrà consentire lo svolgimento dell’audizione», ha affermato Terhorst.

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L’avvocato dei querelanti arrestato il mese scorso «con notevole forza»

L’udienza ha avuto luogo un mese dopo che un altro avvocato dei querelanti, Arno van Kessel, era stato arrestato nella sua abitazione «con notevole forza», nell’ambito di un’operazione di polizia olandese condotta a livello nazionale contro presunti membri di un movimento di «cittadini sovrani» con una «potenziale intenzione di usare violenza» contro lo Stato olandese.   De Andere Krant ha riferito che, dall’arresto di van Kessel l’11 giugno, l’uomo è detenuto in un carcere di massima sicurezza. Deve affrontare «accuse vaghe» e non gli è stato permesso di comunicare con nessuno tranne che con il suo avvocato.   Terhorst ha affermato che l’arresto di van Kessel è stato «piuttosto spettacolare e senza precedenti nei Paesi Bassi, poiché i motivi dell’arresto del signor Kessel non sono stati resi pubblici». Ha aggiunto che van Kessel sarà detenuto per «altri tre mesi».   Secondo Dijkstra, l’Ordine degli Avvocati Olandese ha sospeso van Kessel, aggirando le sue procedure abituali e non aspettando che van Kessel venga formalmente accusato di un reato. La sospensione impedisce a van Kessel di esercitare la professione legale.   Dijkstra ha definito l’arresto di van Kessel un atto di «intimidazione». «Finora, la procura non ha fornito assolutamente alcuna prova», ha detto Dijkstra. «Stanno cercando di metterlo a tacere».   Secondo Der Andere Krant, l’arresto di van Kessel non è stato menzionato durante l’udienza. Tuttavia, centinaia di sostenitori si sono radunati sia dentro che fuori dall’aula, accogliendo Stassen “come un eroe” al termine dell’udienza.   Der Andere Krant ha riferito che il tribunale emetterà una decisione in merito ai testimoni proposti entro sei settimane.   Michael Nevradakis Ph.D.   © 10 luglio 2025, Children’s Health Defense, Inc. Questo articolo è riprodotto e distribuito con il permesso di Children’s Health Defense, Inc. Vuoi saperne di più dalla Difesa della salute dei bambini? Iscriviti per ricevere gratuitamente notizie e aggiornamenti da Robert F. Kennedy, Jr. e la Difesa della salute dei bambini. La tua donazione ci aiuterà a supportare gli sforzi di CHD.   Renovatio 21 offre questa traduzione per dare una informazione a 360º. Ricordiamo che non tutto ciò che viene pubblicato sul sito di Renovatio 21 corrisponde alle nostre posizioni.

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Vaccino COVID spray nasale, la sperimentazione solleva «importanti preoccupazioni sulla sicurezza»

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Renovatio 21 traduce questo articolo per gentile concessione di Children’s Health Defense. Le opinioni degli articoli pubblicati non coincidono necessariamente con quelle di Renovatio 21.

 

Diversi scienziati e ricercatori hanno messo in discussione la progettazione dello studio clinico sul vaccino nasale CVXGA1, suggerendo che non avesse esaminato «se i materiali espulsi possano essere trasmessi ad altri». Lo studio, inoltre, ha coinvolto solo 72 partecipanti e non prevedeva un gruppo di controllo non vaccinato.

 

Secondo uno studio pubblicato la scorsa settimana sulla rivista Science Advances, un vaccino mRNA intranasale spruzzabile contro il COVID-19 ha dimostrato efficacia nella sperimentazione clinica di fase 1.

 

Tuttavia, i critici hanno messo in dubbio la progettazione dello studio e la dimensione limitata del campione. Alcuni hanno inoltre ipotizzato che il vaccino spray CVXGA1, prodotto da CyanVac LLC, potesse rappresentare un rischio per la popolazione.

 

La giornalista investigativa Sonia Elijah ha osservato che il CVXGA1, che penetra nelle mucose e nei polmoni attraverso il naso, ha il «potenziale di diffondere particelle virali attraverso le secrezioni intranasali, il che potrebbe esporre gli individui non vaccinati».

 

Elijah ha affermato che lo studio non ha esaminato se i materiali di scarto possano essere diffusi ad altri. «Questo solleva notevoli preoccupazioni sulla sicurezza in merito ai rischi di replicazione e dispersione», ha affermato.

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Karl Jablonowski, Ph.D., ricercatore senior presso Children’s Health Defense, ha affermato che la piattaforma CVXGA1 utilizzata come vettore è il virus parainfluenzale di tipo 5, un «virus respiratorio trasmissibile tra esseri umani e animali non umani che sta sfuggendo al nostro sistema immunitario».

 

Jablonowski ha affermato che questa piattaforma aggrava il rischio di diffusione. «Poiché si autodiffonde, non è necessario il consenso informato né sono necessarie precauzioni mediche, poiché il “vaccino“ potrebbe infettare neonati, bambini, donne in gravidanza, persone immunodepresse o fragili dal punto di vista medico».

 

Karina Acevedo Whitehouse, Ph.D., professoressa di microbiologia presso l’Università Autonoma di Querétaro in Messico, concorda. Citando studi che coinvolgono vaccini simili, Whitehouse ha affermato che ci sono «alte probabilità» che questo vaccino provochi una «dispersione persistente».

 

Whitehouse ha citato uno studio del 2023 su un vaccino intranasale contro il virus respiratorio sinciziale (RSV), che ha rilevato la diffusione del virus nel 17% dei partecipanti.

 

CVXGA1 produce la proteina spike del virus SARS-CoV-2, presente anche nei vaccini mRNA contro il COVID-19 prodotti da Pfizer e Moderna.

 

Esperti medici e studi sottoposti a revisione paritaria hanno ipotizzato che la proteina spike rappresenti rischi potenzialmente gravi per la salute umana.

 

«Modificare geneticamente un virus respiratorio infettivo per esprimere una proteina spike è un’idea familiare e davvero pessima», ha detto Jablonowski. «Il sistema immunitario sarà antagonizzato dalla presenza della proteina spike».

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Gli esperti affermano che la sperimentazione clinica è fallace

Secondo lo studio di fase 1 CVXGA1, CVXGA1 «è un vaccino intranasale contro il COVID-19 potenzialmente efficace» che produce una risposta immunitaria con reazioni avverse minime.

 

La sperimentazione clinica ha coinvolto solo 72 partecipanti, di età compresa tra 12 e 53 anni, suddivisi in due gruppi. Un gruppo ha ricevuto una «dose elevata» del vaccino, l’altro una dose inferiore.

 

I risultati hanno mostrato che il gruppo trattato con il dosaggio più alto ha mostrato «tassi significativamente più bassi di infezione sintomatica da COVID-19» e che il vaccino è stato «ben tollerato senza che siano stati segnalati eventi avversi gravi (EA) o febbre».

 

Tuttavia, diversi scienziati e ricercatori hanno notato che nella sperimentazione mancava un gruppo di controllo non vaccinato.

 

«Non c’è assolutamente modo che questo studio possa essere considerato una prova che questo prodotto basato sulla terapia genica intranasale sia sicuro o efficace», ha affermato Whitehouse. «Nessun gruppo è stato utilizzato come controllo con cui confrontare i risultati… né gli eventi avversi. Questo di per sé invalida qualsiasi interpretazione della sicurezza e dell’efficacia di questo prodotto».

 

Secondo Elijah, la mancanza di un gruppo di controllo e le dimensioni ridotte del campione «indeboliscono la capacità della sperimentazione di valutare accuratamente la sicurezza e l’immunogenicità», ma questi non sono gli unici difetti.

 

«Lo studio non dispone di dati sui livelli di rilevamento dell’RNA e non ha eseguito test di infettività per confermare se i materiali sparsi possano essere trasmessi ad altri».

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«La mancanza di dati specifici sulla sicurezza e l’immunogenicità per il gruppo degli adolescenti solleva preoccupazioni circa gli effetti del vaccino nei soggetti più giovani».

 

«Il modello aperto, in cui sia i partecipanti che i ricercatori sapevano chi aveva ricevuto il vaccino, introduce potenziali distorsioni nella segnalazione e nella valutazione dei risultati, come gli eventi avversi».

 

Whitehouse ha osservato che i ricercatori dello studio hanno affermato di non aver identificato alcun evento avverso grave. Tuttavia, hanno monitorato gli eventi avversi solo «durante un periodo di tempo limitato», il che «riduce le possibilità di rilevare eventi gravi che potrebbero verificarsi dopo tale periodo».

 

I ricercatori prevedono di arruolare 10.000 partecipanti per la fase successiva della sperimentazione clinica.

 

Secondo l’immunologa e biochimica Jessica Rose, Ph.D., se le sperimentazioni cliniche su CVXGA1 saranno considerate un successo, «questo potrebbe essere utilizzato per somministrarci prodotti basati sui geni (mRNA, RNA e DNA) attraverso vie intranasali (respirazione)».

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Il sito di sperimentazione clinica ha precedentemente ospitato le sperimentazioni del vaccino Pfizer COVID per gli adolescenti

Gli esperti hanno anche sottolineato che gli studi clinici non sono stati condotti in modo indipendente, ma sono stati interamente finanziati da CyanVac.

 

Secondo la dichiarazione informativa dello studio, molti dei ricercatori sono dipendenti o azionisti di CyanVac, hanno un contratto con l’azienda o hanno ricevuto sovvenzioni per la ricerca da altre aziende farmaceutiche, tra cui i produttori di vaccini contro il COVID-19 AstraZeneca, Moderna e Pfizer.

 

Investitori come Bill Gates hanno già mostrato interesse per i vaccini inalabili e spray, anche se non è chiaro se Gates sia coinvolto nello sviluppo di CVXGA1.

 

Elijah ha sottolineato che la sperimentazione è stata condotta dal Cincinnati Children’s Hospital e guidata dal Dr. Paul Spearman, vicepresidente della ricerca clinica e traslazionale e della formazione dell’ospedale. L’ospedale è stato uno dei siti in cui sono stati condotti gli studi clinici sugli adolescenti del vaccino Pfizer contro il COVID-19.

 

Nel 2021, una partecipante a uno di questi studi, la dodicenne Maddie de Garay, è rimasta gravemente ferita dopo aver ricevuto la seconda dose del vaccino Pfizer. Ha subito diversi gravi eventi avversi ed è finita su una sedia a rotelle.

 

Secondo Elijah, i medici dell’ospedale hanno escluso qualsiasi collegamento tra le ferite di de Garay e il vaccino Pfizer, classificando invece le sue lesioni come «nevralgia e dolore addominale funzionale».

 

Michael Nevradakis

Ph.D.

 

© 9 luglio 2025, Children’s Health Defense, Inc. Questo articolo è riprodotto e distribuito con il permesso di Children’s Health Defense, Inc. Vuoi saperne di più dalla Difesa della salute dei bambini? Iscriviti per ricevere gratuitamente notizie e aggiornamenti da Robert F. Kennedy, Jr. e la Difesa della salute dei bambini. La tua donazione ci aiuterà a supportare gli sforzi di CHD.

 

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Pfizer posticipa la scadenza per lo studio sulla miocardite nei bambini e negli adulti sotto i 21 anni

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Renovatio 21 traduce questo articolo per gentile concessione di Children’s Health Defense. Le opinioni degli articoli pubblicati non coincidono necessariamente con quelle di Renovatio 21.   Pfizer ha avviato lo studio nel novembre 2022, ma non ha ancora reso pubblici i dati provvisori e ora afferma che lo studio non sarà completato prima del novembre 2030. Alcuni esperti hanno affermato che il produttore del vaccino potrebbe voler ritardare la divulgazione di dati che potrebbero sollevare dubbi sulla sicurezza del vaccino.   Pfizer è criticata per aver rinviato a novembre 2030 il completamento del suo studio sulla sicurezza della miocardite nei bambini e nei giovani adulti di età inferiore ai 21 anni.   Pfizer ha avviato lo studio nel novembre 2022, ma non ha ancora reso pubblici i dati provvisori. Alcuni esperti hanno affermato che Pfizer potrebbe voler ritardare la divulgazione di dati che potrebbero sollevare dubbi sulla sicurezza del vaccino.   Il mese scorso, la Food and Drug Administration (FDA) statunitense ha approvato versioni aggiornate dei foglietti illustrativi dei vaccini Pfizer e Moderna contro il COVID-19, includendo avvertenze più forti sui rischi di miocardite e pericardite.

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Inizialmente Pfizer aveva pianificato di completare lo studio entro la fine dell’anno, ma lo ha posticipato al 2030, quasi un decennio dopo il rilascio del primo vaccino contro il COVID-19 di Pfizer-BioNTech.   Secondo TrialSite News, il ritardo ha «sollevato preoccupazioni pubbliche circa il fatto che Pfizer stia rispettando in modo tempestivo e trasparente i propri obblighi di sorveglianza post-marketing».   Karl Jablonowski, Ph.D., ricercatore senior di Children’s Health Defense (CHD), ha dichiarato: «È possibile che i risultati degli studi clinici siano peggiori di quanto i ricercatori indipendenti già sapessero. Il ritardo di Pfizer – mentre i più vulnerabili sono ancora esposti ai rischi del loro prodotto – aggraverà ulteriormente l’atrocità».   Lo studio, condotto in collaborazione con il National Heart, Lung, and Blood Institute del governo statunitense, valuta gli esiti sanitari a lungo termine di 300 pazienti di età pari o inferiore a 21 anni che hanno sviluppato miocardite o pericardite dopo aver ricevuto il vaccino COVID-19 di Pfizer.   Lo studio include anche un gruppo di controllo di 100 pazienti che hanno sviluppato tali condizioni in seguito all’infezione da COVID-19 o dopo aver contratto la sindrome infiammatoria multisistemica associata al COVID-19.   Il medico internista Clayton J. Baker ha affermato che Pfizer avrebbe probabilmente pubblicato i dati provvisori se fossero stati positivi.   «Se i risultati ottenuti fino a oggi fossero stati rassicuranti per il loro prodotto, avrebbero avuto un forte incentivo a pubblicare semplicemente tali risultati rassicuranti quest’anno, come promesso inizialmente» ha affermato. «La strada eticamente e scientificamente corretta sarebbe quella di pubblicare i dati raccolti finora, continuare a monitorare i soggetti e pubblicare un altro aggiornamento nel 2030».

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Lo studio Pfizer limita la diagnosi di miocardite entro 7 giorni dalla vaccinazione

In un editoriale per TrialSite Newsil dottorRobert W. Malone, medico-scienziato noto per i suoi primi contributi alla tecnologia dell’mRNA, ha affermato che non vi è «alcuna traccia di qualcosa di nefasto» nello studio di Pfizer o nella sua decisione di estenderlo. Malone è un membro di recente nomina del comitato consultivo sui vaccini dei Centers for Disease Control and Prevention (CDC).   Facendo notare che Pfizer sta conducendo il suo studio in 32 ospedali pediatrici negli Stati Uniti e in Canada, Malone ha scritto che «creare e gestire un sito di ricerca clinica è costoso e richiede molto tempo» e che, gestendo 32 siti, Pfizer probabilmente ritiene che «sarà estremamente difficile arruolare abbastanza pazienti in questo studio».   Malone ha affermato che la FDA avrebbe potuto richiedere e pubblicare i dati provvisori dello studio. «La FDA avrebbe potuto insistere sui rapporti provvisori dello studio? Sì, e forse l’ha fatto (anche se non lo vedo nella descrizione del sito web clinicaltrials.gov)», ha scritto Malone.   La dottoressa Jane Orient, direttrice esecutiva dell’Associazione dei Medici e Chirurghi Americani, ha affermato che Pfizer probabilmente «incontrerà difficoltà» nell’arruolare 300 partecipanti al suo studio. Ha aggiunto che lo studio probabilmente non ha un numero sufficiente di partecipanti per «individuare effetti collaterali rari» ed è soggetto a abbandoni da parte dei partecipanti.   «La dimensione del campione di 300 persone è molto ridotta, il che rende i risultati statisticamente privi di significato», ha affermato la giornalista investigativa Sonia Elijah, che ha scritto ampiamente sugli studi clinici sui vaccini contro il COVID-19.   Elijah ha affermato che la progettazione dello studio probabilmente limiterà il numero di casi di miocardite e pericardite identificati.   La definizione data nello studio di miocardite e pericardite associate al vaccino Pfizer Comirnaty, come eventi che si verificano entro sette giorni dalla vaccinazione, è «molto restrittiva», ha affermato Elijah, e potrebbe «sottostimare la reale incidenza» della miocardite.   Le linee guida utilizzate dal CDC e dalla Brighton Collaboration riconoscono l’insorgenza di miocardite post-vaccinazione rispettivamente dopo 40 giorni e sei settimane. Secondo un rapporto del 2022 del Vaccine Adverse Event Reporting System (VAERS), gestito dal governo statunitense, la miocardite può manifestarsi fino a 120 giorni dopo la vaccinazione.   Elijah ha affermato che lo studio non dispone di «un gruppo di controllo di individui non vaccinati e non infetti». Questo rende «più difficile stabilire» il nesso di causalità tra la vaccinazione o l’infezione da COVID-19 e lo sviluppo di miocardite e altre patologie cardiache.

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Segnale di sicurezza per la miocardite identificato per la prima volta nel 2021

Nel 2023, il CDC ha identificato la miocardite e la pericardite come eventi avversi correlati ai vaccini mRNA contro il COVID-19 prodotti da Pfizer e Moderna, sulla base di prove di «un’associazione causale tra i vaccini mRNA contro il COVID-19» e queste condizioni.   Ad aprile, la FDA ha informato Pfizer e Moderna che avrebbero dovuto aggiornare le etichette dei loro vaccini contro il COVID-19 per includere avvertenze più stringenti sui rischi di danni cardiaci. Tali aggiornamenti sono stati effettuati il ​​mese scorso.   I foglietti illustrativi di entrambi i vaccini contro il COVID-19 avvertivano in precedenza che le dosi presentavano un rischio di miocardite e pericardite post-vaccinazione per i giovani uomini. I nuovi foglietti illustrativi affermano che il tasso noto di miocardite e pericardite è di circa 8 casi per milione di dosi per bambini e adulti di età inferiore ai 65 anni.   Le etichette aggiornate avvertono anche che «l’incidenza stimata più alta è stata registrata nei maschi di età compresa tra 16 e 25 anni», tra i quali il tasso era di 38 casi per milione.   La FDA ha emesso le lettere lo stesso giorno in cui il Senato degli Stati Uniti ha pubblicato un rapporto di 55 pagine in cui si afferma che i funzionari della sanità pubblica sotto l’amministrazione Biden non hanno avvertito il pubblico del rischio di miocardite associato ai vaccini contro il COVID-19.   Durante un’udienza al Congresso tenutasi a maggio, diversi testimoni, tra cui il cardiologo Dr. Peter McCullough, il chirurgo ortopedico dottor Joel Wallskog, danneggiato dai vaccini, e l’avvocato Aaron Siri hanno presentato prove che collegano i vaccini contro il COVID-19 a diverse patologie cardiache, tra cui la miocardite e la morte cardiaca improvvisa.   Documenti precedentemente scoperti da CHD tramite richieste ai sensi del Freedom of Information Act (FOIA) mostrano che il Ministero della Salute israeliano ha informato le agenzie sanitarie pubbliche statunitensi di un segnale di sicurezza della miocardite collegato ai vaccini mRNA contro il COVID-19 nel febbraio 2021. Pfizer e il CDC hanno nascosto queste informazioni al pubblico.   Nel marzo 2024, il CDC ha risposto a una richiesta FOIA presentata da The Epoch Times che richiedeva informazioni sulla frequenza della miocardite nelle persone che avevano ricevuto i vaccini contro il COVID-19, producendo un documento di 148 pagine. Tuttavia, il documento era quasi completamente redatto.

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Un numero crescente di studi collega i vaccini COVID alla miocardite

Uno studio pubblicato l’anno scorso sul JAMA, il Journal of the American Medical Association, ha minimizzato il rischio di miocardite conseguente alla vaccinazione contro il COVID-19.   Tuttavia, in una lettera pubblicata sul JAMA a gennaio, due ricercatori canadesi hanno affermato che lo studio ha ridotto arbitrariamente il numero di casi di miocardite, limitando la finestra diagnostica a sette giorni.   Uno studio sudcoreano sottoposto a revisione paritaria e pubblicato nel luglio 2024 ha rilevato un rischio di miocardite più elevato del 620% e un rischio di pericardite più elevato del 175% nelle persone che hanno ricevuto il vaccino rispetto ai controlli storici.   Uno studio preprint pubblicato a maggio 2024 su 1,7 milioni di bambini in Inghilterra ha rilevato casi di miocardite e pericardite solo nei bambini che avevano ricevuto il vaccino contro il COVID-19. Non sono stati identificati casi nei bambini che non avevano ricevuto il vaccino.   E uno studio su 23,1 milioni di residenti di quattro paesi nordici, pubblicato su JAMA Cardiology nel 2022, ha scoperto che entrambe le dosi della serie primaria di vaccini mRNA contro il COVID-19 «erano associate a un aumento del rischio di miocardite e pericardite», con il rischio più elevato tra i maschi di età compresa tra 16 e 24 anni.   I dati del VAERS mostrano 27.491 casi segnalati di miocardite o pericardite correlati ai vaccini contro il COVID-19 al 27 giugno. Tuttavia, questa cifra potrebbe sottostimare la reale prevalenza della miocardite, poiché un rapporto di Harvard del 2011 ha rilevato che meno dell’1% di tutti gli eventi avversi viene segnalato al VAERS.   Orient ha messo in dubbio la necessità per Pfizer di proseguire lo studio post-marketing, quando è già stata identificata una correlazione tra i vaccini anti-COVID e la miocardite. «Ora che c’è un segnale di sicurezza, perché non sospenderne l’uso?», ha chiesto Orient.   Un numero crescente di scienziati e medici ha raccomandato una moratoria sui vaccini a mRNA contro il COVID-19, mentre altri ne hanno chiesto il divieto assoluto. Alcuni stati e comunità statunitensi, tra cui Idaho, Kentucky e Montana, stanno portando avanti iniziative legislative e risoluzioni per vietare i prodotti a mRNA.   L’anno scorso, il chirurgo generale della Florida Joseph Ladapo ha chiesto di «sospendere l’uso dei vaccini a mRNA contro il COVID-19». Nell’ottobre 2024, il Southwest District Health Board dell’Idaho ha votato per ritirare i vaccini contro il COVID-19 dalle 30 sedi in cui fornisce servizi sanitari, diventando la prima agenzia sanitaria negli Stati Uniti a rimuovere le iniezioni.   Michael Nevradakis Ph.D.   © 7 luglio 2025, Children’s Health Defense, Inc. Questo articolo è riprodotto e distribuito con il permesso di Children’s Health Defense, Inc. Vuoi saperne di più dalla Difesa della salute dei bambini? Iscriviti per ricevere gratuitamente notizie e aggiornamenti da Robert F. Kennedy, Jr. e la Difesa della salute dei bambini. La tua donazione ci aiuterà a supportare gli sforzi di CHD.   Renovatio 21 offre questa traduzione per dare una informazione a 360º. Ricordiamo che non tutto ciò che viene pubblicato sul sito di Renovatio 21 corrisponde alle nostre posizioni.

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