Politica
Il verde Habeck si candida alla carica di cancelliere tedesco

Il ministro dell’Economia tedesco Robert Habeck ha annunciato la sua candidatura alla carica di cancelliere per conto del partito dei Verdi, una mossa che arriva pochi giorni dopo il crollo della coalizione al governo.
In un video su YouTube venerdì, Habeck, che è anche vice cancelliere, ha parlato delle numerose crisi che affliggono la vita quotidiana dei comuni tedeschi. Ha anche avvertito che «la pace e la libertà sono sotto pressione come non si vedeva da molto tempo, anche qui».
«Ecco perché ho preso una decisione, ecco perché mi candido di nuovo», ha proclamato il ministro, dicendo di essere «pronto a offrire la mia esperienza, la mia forza e la mia responsabilità. Anche come cancelliere, se volete».
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Molti tedeschi hanno attribuito la colpa ai Verdi e ad Habeck personalmente, secondo i media locali. I sondaggi di opinione mostrano che i Verdi hanno attualmente un indice di gradimento di circa il 10%.
Pur riconoscendo «errori», il vicecancelliere ha sottolineato di essere disposto a guadagnarsi la «rivendicazione alla leadership», attaccando i «populisti» per aver presumibilmente fomentato un’atmosfera «nervosa e cupa» in Germania e accusando Mosca di sostenere tali forze politiche.
Secondo il ministro, «la guerra di Putin contro l’Ucraina ha portato inflazione in Germania e ha reso la vita, la vostra vita, molto più costosa».
Nel frattempo, l’ex collega di Habeck, il capo del Partito Democratico Libero (FDP), Christian Lindner, si è rivolto a X per esprimere la sua incredulità per l’annuncio.
Schon verrückt. Keine eigene Mehrheit, aber jetzt zwei Kanzlerkandidaten in der Regierung. CL #Neuwahlen
— Christian Lindner (@c_lindner) November 8, 2024
«Pazzesco. Ora maggioranza, ma già due candidati cancelliere nel governo», ha scritto, apparentemente riferendosi al cancelliere Olaf Scholz, che spera di mantenere il posto di vertice.
Friedrich Merz, leader dell’Unione Cristiano-Democratica e candidato cancelliere del partito, ha sottolineato gli scarsi risultati dei Verdi nei sondaggi d’opinione, come riportato dal Frankfurter Allgemeine Zeitung.
Mercoledì Scholz aveva licenziato il Lindner, che ricopriva la carica di ministro delle Finanze. Ciò ha portato l’FDP a uscire dalla coalizione, precipitandone così il crollo.
Lo Scholz aveva giustificato il licenziamento con il rifiuto del suo ex ministro di approvare il suo piano di spesa che, tra le altre cose, prevedeva un aumento degli aiuti all’Ucraina.
Secondo quanto riportato dai media, la frattura è culminata quando Lindner ha proposto elezioni anticipate, dopo che i tre partiti non sono riusciti a trovare un accordo su come affrontare il deficit multimiliardario del bilancio dell’anno prossimo.
Ora alla guida di un governo di minoranza, Scholz ha annunciato che il Bundestag voterà la fiducia il 15 gennaio. Se non riuscisse a ottenere un sostegno sufficiente, potrebbero tenersi elezioni anticipate a marzo 2025.
Come riportato da Renovatio 21, tre mesi fa lo Habeck aveva ammesso che la crisi economica tedesca si era aggravata. Habeck è accusato da molti di totale inettitudine, ma nel tempo ha attribuite la colpa del collasso industriale del Paese alla «congiuntura internazionale».
I Verdi sono diventati una forza politica grottesca sino all’incomprensibile, divenendo di fatto il partito più pro-guerra di tutto l’arco politico tedesco, con la verde ministro degli Esteri Annalena Baerbock a dichiarare che avrebbe sostenuto Kiev anche contro il volere del suo elettorato, per poi dichiarare in una seduta all’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa di essere in guerra contro la Russia.
A scagliarsi contro il partito pseudo-ecologista è l’astro nascente della sinistra germanica, definita «populista», Sarah Wagenkhnet, ex deputata di Die Linke e ora capo del partito BSW, che ha accusato i verdi di «danneggiare la nostra industria». La Wagenknecht accusa i verdi di essere incompetenti e guerrafondai.
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Johannes Wagner, giovane deputato dei Gruenen, ha sostenuto che i tedeschi hanno il «dovere morale» di rinunciare alla loro ricchezza.
I verdi sono stati eliminati dal Parlamento del Brandeburgo nelle ultime elezioni.
Habeck diede il meglio di sé durante la pandemia, quando dava istruzioni su come fare la doccia, chiedeva un cambio di priorità nel «triage energetico» che privilegerebbe l’erogazione di energia alle aziende a discapito dei cittadini, con aumenti drastici delle bollette per le famiglie. Habeck aveva rivelato, ripetendolo in più occasioni, di aspettarsi disordini sociali in autunno ed in inverno a causa delle interruzioni energetiche. Intervistato in TV sui lockdown, pareva chiaro che non era in grado di comprenderne l’economia.
Come riportato da Renovatio 21, Berlino rischia di restare senz’acqua a causa delle politiche verdi. Nel frattempo, il Partito è cosa affezionato al Paese che vorrebbe togliere la parola «Germania» dal suo nome.
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Immagine di Steffen Prößdorf via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International
Politica
Il Giappone elegge una donna conservatrice come primo ministro

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Politica
Elezioni in Bolivia, il Paese si sposta a destra

Domenica si è svolto in Bolivia il ballottaggio per le elezioni presidenziali, che ha visto contrapporsi due candidati di destra: il senatore centrista Rodrigo Paz Pereira e l’ex presidente conservatore Jorge Quiroga.
I risultati preliminari indicano che Paz ha ottenuto il 54,6% dei voti, mentre Quiroga si è fermato al 45,4%. Sebbene sia prevista un’analisi manuale delle schede, è improbabile che il risultato definitivo differisca significativamente dal conteggio iniziale, basato sul 97% delle schede scrutinate.
Le elezioni segnano la fine del ventennale dominio del partito di sinistra Movimiento al Socialismo (MAS), che ha subito una pesante sconfitta nelle elezioni di fine agosto. Il presidente uscente Luis Arce – che ha recentemente accusato gli USA di controllare l’America latina sotto la maschera della «guerra alla droga» – non si è ricandidato, e il candidato del MAS, il ministro degli Interni Eduardo del Castillo, ha raccolto solo il 3,16% dei voti, superando di poco la soglia necessaria per mantenere lo status legale del partito.
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Nel primo turno, la destra ha dominato: Paz ha ottenuto il 32,1% dei voti e Quiroga il 26,8%. Il magnate di centro-destra Samuel Doria Medina, a lungo favorito nei sondaggi, si è classificato terzo con il 19,9% e ha subito appoggiato Paz per il ballottaggio.
Entrambi i candidati hanno basato la loro campagna sullo smantellamento dell’eredità del MAS, differendo però nei metodi. Paz ha promesso riforme graduali, mentre Quiroga ha sostenuto cambiamenti rapidi, proponendo severe misure di austerità per affrontare la crisi.
Il MAS non si è mai ripreso dai disordini del 2019, quando l’ex presidente Evo Morales fu deposto da un colpo di Stato subito dopo aver ottenuto un controverso quarto mandato. In precedenza, Morales aveva perso di misura un referendum per modificare la norma costituzionale che limita a due i mandati presidenziali e vicepresidenziali. Più di recente, Morales ha accusato tentativi di assassinarlo ed è entrato in sciopero della fame, mentre i suoi sostenitori hanno dato vita ad una ribellione. Il Morales, recentemente accusato anche di stupro (accuse che lui definisce «politiche»), in una lunga intervista aveva detto che dietro il suo rovesciamento nel 2019 vi erano «la politica dell’impero, la cultura della morte» degli angloamericani.
Il colpo di Stato portò al potere la politica di destra Jeanine Áñez, seconda vicepresidente del Senato. Tuttavia, il MAS riconquistò terreno nelle elezioni anticipate dell’ottobre 2020, mentre Áñez fu incarcerata per i crimini commessi durante la repressione delle proteste seguite al golpe.
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Il passaggio storico è stato definito da alcuni come la prima «guerra del litio», essendo il Paese ricco, come gli altri Stati limitrofi, della sostanza che rende possibile la tecnologia di computer, telefonini ed auto elettriche.
Come riportato da Renovatio 21, un tentato colpo di Stato vi fu anche l’anno scorso quando la polizia militare e veicoli blindati hanno circondato il palazzo del governo nella capitale La Paz.
Sotto il presidente Arce la Bolivia si era avvicinata ai BRICS e aveva iniziato a commerciare in yuan allontanandosi dal dollaro.
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Immagine screenshot da YouTube
Politica
Sarkozy sarà messo in cella di isolamento

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