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Spirito

Il papa ospedalizzato per operazione chirurgica «urgente». Aveva già avuto un «malore»

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Papa Francesco è stato ricoverato questa mattina al Policlinico Gemelli per un intervento programmato, ma urgente, a causa di una «laparocele incarcerato» che richiederà una degenza di diversi giorni in ospedale.

 

Lo ha annunciato il 7 giugno il Vaticano, con il Direttore della Sala Stampa della Santa Sede Matteo Bruni, precisando che dopo la consueta udienza generale settimanale, Papa Francesco «si è recato presso il Policlinico Universitario A. Gemelli dove nel primo pomeriggio sarà sottoposto in anestesia generale ad un intervento chirurgico di Laparotomia e plastica della parete addominale con protesi».

 

Bruni ha precisato che «l’operazione, concertata nei giorni scorsi dall’equipe medica che assiste il Santo Padre, sì è resa necessaria a causa di un laparocele incarcerato che sta causando sindromi sub occlusive ricorrenti, dolorose e ingravescenti».

 

«La degenza presso la struttura sanitaria durerà diversi giorni per permettere il normale decorso post operatorio e la piena ripresa funzionale», ha aggiunto il direttore della Sala stampa vaticana.

 

Il Pontefice ha compiuto ieri una visita di alcune ore al Gemelli, anche se non annunciata e non riconosciuta dalla Santa Sede ufficialmente prima dell’evento. Dopo il rientro di Francesco in Vaticano, è stato diffuso un breve comunicato in cui si legge che «questa mattina Papa Francesco si è recato al Policlinico Gemelli per sottoporsi ad alcuni accertamenti clinici e ha fatto ritorno in Vaticano prima di mezzogiorno».

 

Il Fatto Quotidiano, il primo media a riferire sull’operazione del Papa, ha dichiarato che la procedura è «considerata urgente» essendovi il rischio di «occlusione intestinale».

 

La nuova ernia segue l’intervento chirurgico del Papa del luglio 2021, durante il quale gli è stata rimossa parte del colon. Le ernie incisionali si formano attorno ai siti di precedenti interventi chirurgici e sono descritti come presenti nel 20% degli interventi di laparotomia.

 

«Anche il peso significativo del Pontefice non gioverà alle sue condizioni, con le riviste mediche che avvertono che l’obesità aumenta la probabilità di complicazioni» scrive Lifesitenews indicando la stazza del papa, che ricordiamo essere alto 176 cm.

 

Il famoso sacerdote gesuita dissidente ed ex caporedattore di America Magazine, padre Thomas Reese, scrisse all’epoca che l’operazione segnò una svolta nel pontificato di Francesco. «Ma anche con la prognosi migliore, l’età sta raggiungendo Francis. A meno di un miracolo, ci si aspetta che continui come papa solo per cinque o sei anni», aveva scritto Reese. «Possiamo guardare indietro al suo ricovero come il momento che ha segnato l’inizio della fine del suo pontificato».

 

L’ultima visita del Papa in ospedale a fine marzo è stata segnata da numerosi messaggi contrastanti provenienti dalla sala stampa vaticana. L’ufficio stampa ha dichiarato il 29 marzo, giorno del suo ricovero in ospedale, che il Papa era lì per «visite programmate», espressione che abbiamo capito ricorre spessissimo.

 

Tuttavia varie testate avevano rapidamente smentito la narrazione ufficiale, affermando che Bergoglio ha dovuto cancellare un’intervista programmata e i suoi appuntamenti dopo l’udienza del mercoledì ed essere portato d’urgenza in ospedale in ambulanza. Secondo quanto emerso, all’arrivo presso il nosocomio il romano pontefice aveva sofferto di «problemi cardiaci».

 

Un comunicato serale del Vaticano dello stesso giorno ha poi dichiarato che il Papa da alcuni giorni aveva «lamentato alcune difficoltà respiratorie» e che i medici avevano «evidenziato un’infezione respiratoria (esclusa l’infezione da COVID-19) che richiederà alcuni giorni di opportuna terapia medica ospedaliera».

 

Francesco avrebbe poi raccontato a un amico di essere «arrivato privo di sensi» al Gemelli, dopo aver sofferto per dodici giorni di malore. Il Papa avrebbe pure aggiunto che «ancora poche ore e non so se stavo raccontando la storia», riporta LifeSiteNews.

 

Tuttavia poi il Pontefice si è smentito, raccontando ai giornalisti sul volo papale di ritorno dall’Ungheria a fine aprile di aver avuto solo «un malore forte alla fine dell’Udienza del mercoledì. Non ho perso i sensi, ma c’era febbre alta, e alle tre del pomeriggio il medico subito mi ha portato in ospedale: una polmonite acuta e forte, nella parte bassa dei polmoni. Grazie a Dio lo posso raccontare, perché l’organismo, il corpo, ha risposto bene al trattamento. Grazie a Dio. Questo è quello che ho avuto».

 

Insomma, tutto a posto, la salute del papa va benone, non è il cuore, sono i polmoni, ma non è il COVID, anzi è una «visita programmata», anzi è un’operazione d’urgenza, intestino, ernie, febbre, anzi no.

 

Sappiamo che sul malore del papa del vaccino Pfizer qualcuno, in giro per il mondo, può aver speculato. Voi non fatelo.

 

Basta che crediate all’ultima versione che sentite, sperando che la Sala stampa, il papa e gli altri prima o poi si mettano d’accordo.

 

 

 

 

 

Immagine di michale swan via Flickr pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-NoDerivs 2.0 Generic (CC BY-ND 2.0)

 

 

 

 

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Pensiero

Mons. Viganò: la UE concepita per distruggere la sovranità nazionale

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L’arcivescovo Carlo Maria Viganò ha scritto su X alcune considerazioni riguardo l’Unione Europea, tema più che mai attuale nel momento in cui questa chiede un riarmo del continente.

 

«L’Unione Europea è un’entità concepita per sottrarre sovranità alle Nazioni, assorbendole in un superstato tecnocratico totalmente asservito agli interessi di una ristrettissima oligarchia finanziaria, eversiva e criminale» accusa monsignore. «I principi che la ispirano, gli scopi che si prefigge e i mezzi che intende usare sono antitetici rispetto alla nostra identità, alla nostra civiltà, alla nostra Religione».

 

Viganò lancia quindi un accorato appello alle superpotenze planetarie.

 

«Il Presidente Putin e il Presidente Trump devono aver ben chiara la minaccia costituita dal globalismo guerrafondaio dell’Unione Europea, nella quale emergono sempre più evidenti i tratti di una dittatura contro i propri stessi cittadini. Ed anche se la questione ucraina sembra prossima ad una soluzione grazie ai colloqui tra Mosca e Washington, è indispensabile estromettere dalla scena politica internazionale quanti – come Macron, Starmer e Carney, ma anche von der Lyen e Draghi – si credono investiti di un ruolo che nessuno riconosce loro».

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«Quanto più emergeranno gli scandali e i conflitti di interesse di questi cortigiani dell’élite globalista – che la censura di regime non riesce più a insabbiare – tanto più la loro azione diverrà marginale e la loro presenza imbarazzante» dice l’arcivescovo lombardo.

 

Quindi un auspicio per il futuro, dove giudizio e castigo siano possibili per quanti hanno portato il continente sull’orlo del baratro.

 

«Un futuro di pace e di concordia tra i popoli è possibile solo dove gli eversori che da decenni tramano contro i loro popoli siano portati a rispondere dinanzi all’opinione pubblica dei propri tradimenti, dei propri crimini, delle proprie menzogne».

 

Come riportato da Renovatio 21, un mese fa in merito alla UE contraria l’accordo per la pace in Ucraina monsignor Viganò aveva dichiarato che «è a dir poco sconcertante vedere con quale cinismo l’Unione Europea e la NATO stiano cercando di impedire la fine di un conflitto provocato dall’élite globalista che manovra entrambi».

 

Quindi, «di fronte a questa ostinata determinazione a creare morte e distruzione, e ai vergognosi tentativi di ostacolare il processo di pace, dobbiamo esprimere il nostro sostegno a coloro che agiscono nell’interesse della pace e condannare apertamente le azioni dei guerrafondai asserviti al globalismo massonico».

 

In un discorso su governo mondiale e sinarchia del gennaio 2024, Viganò aveva detto che «in un certo senso, l’élite è riuscita a estromettere lo Stato dal suo ruolo naturale per favorire un super-Stato che agisce non nell’interesse della collettività, ma dell’élite stessa. Questo in definitiva è il ruolo dell’Unione Europea e del governo federale americano in mano al deep state».

 

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Immagine di Thijs ter Haar via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 2.0 Generic

 

 

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Spirito

FSSPX, Tonsure e primi ordini minori del 2025 a Ecône

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Il 15 marzo 2025, sabato delle Tempora di Quaresima, mons. Bernard Fellay ha conferito la tonsura clericale a 18 seminaristi della Fraternità San Pio X (un belga, due italiani, undici francesi, due kenioti e due svizzeri). Ha conferito inoltre gli ordini di ostiario e lettore a 14 seminaristi, tra cui un brasiliano, dieci francesi, un italiano, un keniota e un srilankese.       Articolo apparso previamente su FSSPX.News.  

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Geopolitica

Mons. Viganò: «le parole di Zelens’kyj sulla pace sono assurde»

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L’arcivescovo Carlo Mario Viganò ha affidato a X un breve commento sulla notizia secondo cui vi sarebbe stato un colloquio tra il presidente ucraino Zelen’skyj e il cardinale Parolin per il rilascio dei prigionieri di guerra.

 

«Le dichiarazioni di Zelens’kyj suonano assurde, quando si considera che è ancora in vigore la legge – firmata dallo stesso Zelens’kyj– che vieta ogni negoziato di pace con la Russia» scrive monsignore.

 

«Suonano ancora più assurde, quando pensiamo che è sempre Zelens’kyj aver promulgato una legge che permette l’espianto di organi anche senza il consenso del donatore (che poi finiscono sul mercato nero in Europa, negli USA e in Israele) e che l’Ucraina non ha mai smesso – nemmeno durante il conflitto – di commerciare bambini con le cliniche per la maternità surrogata» dice Viganò, riprendendo accuse sul traffico degli organi già sentite, soprattutto da parte russa, e verità autoproclamate dagli stessi interessati sulla continuazione dell’utero in affitto.

 


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Poi l’arcivescovo aggiunge una pennellata oscuro ed inquietante: «senza parlare del traffico di minori che alimenta l’élite pedofila occidentale». Su questo tema, con le sue storie diffuse in tutto il mondo, esistono varie voci ma nessuna conferma diretta – solo qualche grande episodio, come quello di Jeffrey Epstein, emerso drammaticamente negli anni, e un mare di situazioni agghiaccianti che spuntano qua e là vicino a grandi potentati e ad organizzazione transnazionali.

 

«Occorre diffidare di chi parla di pace ma sa benissimo che la propria sopravvivenza politica dipende dal protrarsi della guerra e degli enormi finanziamenti che essa assicura» conclude monsignor Viganò.

 

In passato, sempre in merito a Zelens’kyj e la pace, l’arcivescovo aveva parlato del «paradosso» che «appare nella sua evidenza quando vediamo accusare di estremismo un partito cattolico francese e allo stesso tempo inviare armi e aiuti al regime di Zelens’kyj, sostenuto da gruppi neonazisti che praticano la pulizia etnica contro i propri cittadini russofoni, perseguitano i ministri della Chiesa Ortodossa Russa (e anche di quella Cattolica di rito orientale, sul versante ungherese), ostentano svastiche e simboli hitleriani, inneggiano al criminale Bandera e celebrano lo sterminio degli ebrei di cui costui fu responsabile in Ucraina».

 

In un’intervista di due anni fa per Catholic Family News il monsignore lombardo aveva dichiarato che «l’Ucraina agisce come testa di ariete nella proxy war della NATO contro la Federazione Russa, per cui dovremmo anzitutto smettere di considerare Zelens’kyj come un interlocutore negli eventuali accordi di pace: se non ha contato nulla nella dichiarazione di guerra e nel proseguimento delle azioni militari sinora condotte, non vedo quale dovrebbe o potrebbe essere il suo ruolo a un tavolo di pace».

 

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