Politica
Il «filorusso» Milanovic vince il primo round di elezioni in Croazia
Il presidente croato Zoran Milanovic, con il 49,1% dei voti, ha quasi raggiunto la maggioranza assoluta alle elezioni di domenica 29 dicembre. Come noto, Milanovic è uno scettico in merito alla guerra ucraina e tiepido riguardo al vaccino mRNA.
Al secondo posto si è classificato un membro del partito al governo HDZ Dragan Primorac, che ha preso solo il 19,4%. Il ballottaggio si terrà il 12 gennaio 2025.
Milanovic è stato sostenuto dai socialdemocratici di sinistra. In Croazia, il presidente è il comandante in capo dell’esercito, quindi Milanovic si è espresso contro un ulteriore sostegno all’Ucraina nella sua guerra contro la Russia e ha bloccato la partecipazione degli ufficiali croati al centro di comando della NATO a Wiesbaden, che era stato sostenuto da Primorac.
Il Primorac ha attaccato Milanovic definendolo «filo-russo» e «distruggendo la credibilità della Croazia nella NATO e nell’UE».
Come riportato da Renovatio 21, il premier Plenkovic aveva definito il presidente come un «barboncino di Putin».
Milanovic ha affermato che proteggerà la Croazia dall’essere trascinata nella guerra di qualcun altro. Una posizione più volte ribadite in questi mesi.
Milanovic, che ha assunto la carica presidenziale nel 2020, ha guadagnato notorietà sia nell’UE che nella NATO andando contro la vulgata convenzionale su molte questioni. A giugno, aveva affermato che lo slogan «Slava Ukraini» («gloria all’Ucraina») ripetuto da molti funzionari occidentali non è diverso da quello degli alleati croati dei nazisti durante la Seconda Guerra Mondiale, che ha denunciato come dannoso per l’immagine della Croazia.
All’inizio di quest’anno, Milanovic aveva insistito sul fatto che la Croazia non era in guerra con la Russia e aveva criticato la decisione tedesca di inviare carri armati in Ucraina, criticando quindi il trattamento riservato dall’UE a Stati membri come Polonia e Ungheria e ha accusato Bruxelles di trattare la Croazia come un bambino «ritardato». Il presidente croato aveva in seguito dichiarato che la «dichiarazione di guerra» proferita dal ministro tedesco al Consiglio d’Europa costituiva una follia.
A fine 2022 il Milanovic aveva dichiarato che questa era una guerra degli USA condotta sulle spalle degli ucraini. Negli stessi giorni, la Croazia ha rifiutato di aderire alla missione di sostegno UE per l’Ucraina; lo stesso presidente prima della deflagrazione del conflitto aveva accusato Londra per le tensioni che stavano per esplodere in Ucraina.
Come riportato da Renovatio 21, durante il bienni pandemico il vertice dello Stato croato ne aveva avute anche per i media che spingevano per il vaccino a tutti i costi.
Di recente, il Milanovic si era espresso contro il bombardamento israeliano dei civili di Gaza, dichiarando che si era molto oltre l’autodifesa.
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Immagine di pubblico dominio CC0 via Wikimedia
Politica
Tentativo di colpo di Stato in Benin
#Gouvbenin | #Wasexo | #DefenseSecuriteBenin | 🚨📢 Tentative de déstabilisation de l’État et ses Institutions : Le Gouvernement rassure la populationhttps://t.co/QYgsl5eIfS pic.twitter.com/LiG1xJdmKG
— Gouvernement du Bénin 🇧🇯 (@gouvbenin) December 7, 2025
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Politica
Studenti polacchi pestano i compagni di classe ucraini
Alcuni studenti polacchi di un istituto tecnico di Słupsk, nel nord della Polonia, hanno aggredito e picchiato diversi compagni ucraini dopo che un docente li aveva apostrofati come «feccia», ha riferito martedì il portale Onet.
L’episodio si è verificato in una scuola professionale dove sono iscritti numerosi adolescenti ucraini in corsi di formazione. L’avvocato Dawid Dehnert, contattato dai familiari delle vittime, ha citato una registrazione in cui l’insegnante avrebbe definito gli ucraini «feccia» e li avrebbe minacciati di farli bocciare «perché vi farò vedere cosa significa essere polacchi».
I genitori dei ragazzi aggrediti hanno raccontato ai media che uno studente polacco era solito riprodurre in aula il rumore di bombe e razzi, rivolgendosi ai compagni ucraini con frasi come «è ora di nascondervi», senza che il docente intervenisse. «L’atteggiamento del professore ha non solo danneggiato gli studenti ucraini, ma ha anche incoraggiato e tollerato atteggiamenti xenofobi negli altri», ha commentato Dehnert.
Brutalny atak na Ukraińców w Słupsku?
Świadkowie relacjonują, że 17.11.2025 r. w pobliżu szkoły „Budowlanka” kilku starszych chłopaków miało brutalnie pobić ukraińskich nastolatków, krzycząc w ich kierunku obraźliwe hasła. Atak przerwała dopiero kobieta wzywająca policję #słupsk pic.twitter.com/GigFwc4tYv
— Aktualny Spotted Słupsk (@ASpottedSlupsk) November 30, 2025
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La situazione è precipitata al termine delle lezioni, quando i giovani ucraini sono stati assaliti fuori dall’edificio da coetanei polacchi più grandi. «Uno degli aggressori ha prima sputato in faccia a un ragazzo ucraino gridando “in testa, puttana ucraina” e poi lo ha colpito con pugni», ha riferito l’avvocato.
A seguito del pestaggio, un sedicenne ucraino ha riportato la frattura della clavicola e un altro una sospetta commozione cerebrale. Un video circolato sui social riprende parzialmente la rissa, mostrando tre studenti che infieriscono su uno di loro fino a scaraventarlo a terra.
L’aggressione si è interrotta solo quando una passante ha minacciato di chiamare la polizia. Una madre ha dichiarato a Onet di essersi recata immediatamente alla stazione più vicina per denunciare i fatti, ma di essere stata respinta perché «non c’era nessun agente disponibile» e di aver potuto formalizzare la querela solo il giorno successivo.
L’episodio si colloca in un contesto in cui la Polonia resta una delle principali mete UE per gli ucraini in fuga dal conflitto: secondo Statista, quasi un milione di cittadini ucraini risultano registrati nel Paese sotto regime di protezione temporanea.
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Immagine screenshot da Twitter
Politica
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