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Il cardinale Fernandez dice che la questione delle «diaconesse» non è chiusa

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Durante l’incontro con i membri del Sinodo sulla sinodalità, il cardinale Victor Manuel «Tucho» Fernandez li ha informati che il tema dei diaconi donne non è chiuso, ma semplicemente «non è maturo» per prendere «una decisione oggi». Lo riporta LifeSiteNews.

 

Nel corso di un incontro durato 90 minuti tenutosi giovedì pomeriggio, il cardinale Fernandez ha nuovamente alimentato la confusione sul tema del diaconato femminile, nell’ultimo sviluppo di un putiferio emerso nell’aula del Sinodo nei giorni scorsi.

 

Uno degli argomenti più controversi del Sinodo sulla sinodalità, la questione della donna nella Chiesa e anche quella del diaconato femminile , è stato ufficialmente assegnato al Gruppo di studio 5, guidato da monsignor Armando Matteo del Dicastero per la Dottrina della Fede (DDF) del Fernandez.

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I membri del Sinodo, particolarmente incoraggiati dalle voci forti esterne al Sinodo e sulla stampa, hanno espresso costernazione quando Fernandez ha informato i membri del Sinodo all’inizio del mese sulla questione, dicendo che al momento non sarebbe stata data alcuna approvazione ai diaconi donne, ma che uno «studio approfondito» sarebbe continuato fino al 2025.

 

Un incontro tra i membri del Sinodo e alcuni membri del personale del DDF si è rivelato insoddisfacente e un «disastro», tanto che giovedì si è tenuto l’evento a cui hanno partecipato circa 100 membri e partecipanti del Sinodo.

 

Il cardinale ha ripetuto la sua precedente frase secondo cui l’ordinazione femminile non è «matura», ma ha dato una notevole speranza a coloro che ancora la sostengono: «l’espressione del tema del diaconato per le donne non è matura per una decisione presa oggi. Questa è una frase del Papa, non di meno».

 

Con questa frase, ha detto il Fernandezzo, Francesco «non vuole» «chiudere la questione del diaconato»: «no, dice che si può ancora studiare con pazienza e senza ossessione, senza fretta. Si può continuare a studiare e questo è molto importante. Ma pensa che le cose non siano ancora mature».

 

Le richieste di una nuova preminenza per le donne nella Chiesa, avanzate insieme alle richieste di ordinazione femminile, sembrano sempre più destinate a sfociare in tentativi di separare il diaconato dal sacramento dell’ordine sacro, per consentire a uomini e donne di accedervi.

 

Per fare ciò, si dovrebbe cercare di rimuovere il governo ecclesiastico dagli ordini sacri, aprendo così la leadership sia agli uomini che alle donne e relegando gli ordini ordinati esclusivamente maschili a un ruolo secondario.

 

Il Fernandez – già noti per i suoi libri su bacio e orgasmo – ha dato ripetuti segnali in tal senso, ma mai in modo così evidente come durante il suo incontro di giovedì.

 

«È fondamentale chiarire in quali aree della Chiesa l’autorità e la leadership derivano dal ministero ordinato e quali no», ha detto ai partecipanti al Sinodo riuniti. «I compiti e le funzioni della leadership non richiedono tanto il ministero ordinato quanto competenze specifiche e attitudini personali. Tale approfondimento ci aiuterà a essere una Chiesa più sinodale».

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Come riportato da Renovatio 21, in settimana il vescovo tedesco Francesco Giuseppe Overbeck ha chiesto una «nuova risposta» per il ruolo delle donne nella Chiesa, aggiungendo di aver incaricato le donne nella sua diocesi di «predicare».

 

Pochi giorni fa si era avuto su di una barca sul Tevere un rito di «ordinazione» di un gruppo di frangia di donne-prete e donne-vescovo sedicenti cattoliche ma in totale antitesi con la legge divina. Una di queste donne avrebbe ricevuto anni fa l’ordinazione vescovile da un episcopus vagans argentino.

 

Renovatio 21 ritiene che tutta la questione dell’ordinazione di sacerdotesse e diaconesse costituisca uno specchietto per le allodole, perché il vero intento della gerarchia modernista è quello di normalizzare il transessualismo, e di lì procedere al resto.

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«Ripristinare l’ordine divino che Satana ha infranto»: Omelia per la festa di Ognissanti di Mons. Viganò

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Renovatio 21 pubblica l’omelia dell’arcivescovo Carlo Mario Viganò nella festa di Ognissanti.         

PLACARE, CHRISTE

Omelia nella festa di Ognissanti

   

Auferte gentem perfidam credentium de finibus, ut unus omnes unicum ovile nos Pastor regat.

Hymn. Placare Christe servulis

  Solo pochi giorni fa la divina Liturgia intonava le lodi al Re dei re, proclamando la divina e universale Regalità di Nostro Signore Gesù Cristo.   Oggi la Santa Chiesa celebra la Sua Corte celeste: Maria Santissima, Regina; le nove Gerarchie angeliche: Angeli, Arcangeli, Principati, Potestà, Virtù, Dominazioni, Troni, Cherubini e Serafini; i Profeti dell’Antico Testamento; gli Apostoli, i Martiri, i Confessori della Fede, i Dottori, le Sante Vergini, i Monaci e gli Eremiti e tutta quella infinita schiera di anime benedette che popolano la Gerusalemme Celeste, beata pacis visio.   L’inno dei Vesperi di questa festa è un canto ai nostri compagni d’armi, ai cavalieri del Verbo Incarnato e dell’augustissima Vergine, ai cœlicoli, gli abitanti del Cielo che godono della visione beatifica al cospetto della Santissima Trinità.

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San Giovanni, nella visione di Patmos, contempla turbam magnam, quam dinumerare nemo poterat (Ap 7, 9), ed è significativo come egli noti che si tratta di persone ex omni tribu, et lingua, et populo, et natione, di ogni tribù, e lingua e popolo e nazione. Uno sterminato esercito multirazziale e multietnico, ma accomunato dalla professione della stessa Fede: Tutti stavano in piedi davanti al trono e davanti all’Agnello, rivestiti di candide vesti, e portavano palme nelle mani (ibid.). Gli angeli, i vegliardi e i quattro esseri viventi si prosternano dinanzi al trono della Maestà divina dicendo: Amen! Lode, gloria, sapienza, azione di grazie, onore, potenza e forza al nostro Dio nei secoli dei secoli. Amen (Ap 7, 12).   Queste parole richiamano quelle che la Santa Chiesa intona durante il Canone della Messa, pochi istanti prima della Consacrazione: Santo, Santo, Santo il Signore Dio degli eserciti schierati in ordine di battaglia! I cieli e la terra sono pieni della tua gloria. Osanna nel più alto dei cieli. E con gli occhi dello spirito vediamo inchinarsi al Santo dei Santi tutte le creature, dai puri spiriti agli uomini, dagli animali alle piante, le cui perfezioni sono un raggio delle somme perfezioni di Dio.   Ci viene alla mente quel meraviglioso Cantico dei Tre Fanciulli (Dan 3, 52-90) che noi sacerdoti recitiamo alle Lodi: Benedicite, cæli, Domino… Benedicite aquæ omnes, sol et luna, stellæ cæli, omnis imber et ros, ignis et æstus, rores et pruina, gelu et frigus, glacies et nives, noctes et dies, lux et tenebræ, fulgura et nubes, montes et colles, universa germinantia in terra, fontes, maria et flumina, cete, omnes volucres cæli, omnes bestiæ et pecora… laudate et superexaltate eum in sæcula.   Alla lode che si leva dal Creato, si uniscono i figli degli uomini, i sacerdoti del Signore, i Suoi servi, gli spiriti e le anime dei giusti, i santi e gli umili di cuore, e i tre giovinetti che affrontano illesi le fiamme della fornace: Benedicite, Anania, Azaria, Misaël, Domino: laudate et superexaltate eum in saecula: quia eruit nos de inferno, et salvos fecit de manu mortis: et liberavit nos de medio ardentis flammae, et de medio ignis eruit nos; poiché Egli ci ha liberato dall’inferno e ci ha salvato dalla presa della morte; ci ha liberato dalle fiamme ardenti e ci ha salvato dal fuoco.   Questa visione stupenda, in cui quasi percepiamo la beatitudine di cui godono i Santi nostri compagni, è certamente consolante per noi che abbiamo quotidianamente sotto gli occhi non la Civitas Dei, ma la Civitas diaboli. Quaggiù tutto è menzogna, vizio, fornicazione, omicidio, peccato, bruttura, morte e caos. Ma cosa potremmo aspettarci dal mondo – di cui Satana è principe – quando la Signoria di Nostro Signore Gesù Cristo è rinnegata e bestemmiata, e la societas christiana è tradita e disprezzata; quando al giogo soave di Cristo Re e Pontefice, le Nazioni preferiscono l’abbietta tirannide di Satana?   Le feste di Cristo Re e di Ognissanti – insieme alla Commemorazione di tutti i Fedeli defunti di domani – ci ricordano che siamo exsules, cittadini di una Patria da cui siamo lontani e verso la quale dobbiamo tornare; exules filii Hevæ, feriti dal peccato originale e restaurati alla Grazia in Maria Santissima, nuova Eva; in hac lacrimarum valle, che è valle oscura e fredda, piena di dolore e di prove; una valle che attraversiamo gementes et flentes, considerando ciò che abbiamo perduto con il peccato e guardando con speranza a ciò che ci attende, se solo ascoltiamo la voce di Colui che ci ha tanto amato da incarnarSi, patire e morire per la nostra Redenzione e perché meritassimo in questa vita di godere nell’altra il Suo eterno trionfo.   Lo ricordavo nell’omelia per la festa di Cristo Re, citando le parole di Nostro Signore: Tu lo dici, Io sono Re. Io sono nato per questo, e per questo sono venuto nel mondo: per rendere testimonianza alla Verità; chiunque viene dalla verità ascolta la Mia voce (Gv 18, 37). Chiunque viene dalla verità ascolta la voce di Cristo, perché in Lui riconosce il suo Dio, Signore e Re, e al Quale riconosce sovrani diritti divini, di stirpe e di conquista. Voi siete miei amici, se farete ciò che Io vi comando (Gv 15, 14).   I Santi che la Chiesa celebra e onora sono i suoi veri figli e i nostri veri amici. Il loro esempio eroico non è un modello remoto e irrealizzabile, ma la prova che nel nostro nulla possiamo renderci docili all’azione della Grazia e infiammarci di Carità sino a dare la vita stessa, affrontare la fornace ardente, subire l’esilio e il carcere. Anche oggi numerosi Cattolici muoiono o patiscono per Cristo; e nell’Occidente un tempo cristiano tante anime testimoniano la loro fedeltà fino ad essere arrestate perché pregano in silenzio davanti a una clinica per aborti, perché si oppongono alla teoria gender, perché denunciano i crimini dei loro governi.

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Ciascuno di noi, in questi tempi di tribolazione, può esser chiamato al privilegio di una santità da conquistare con il Martirio. Non dobbiamo pensare che siano sempre altri Cattolici, in terre lontane, ad essere messi davanti alla scelta tra l’apostasia e la morte, perché è finito il tempo in cui la società era bene ordinata e riconosceva la Signoria di Cristo e la Sua Legge. Questo è il tempo della preparazione e del combattimento, è il tempo della prova e della persecuzione prima del ritorno nella gloria di Nostro Signore. E quando abbonda il peccato, sovrabbonda la Grazia.   Il Mistero della Comunione dei Santi unisce nella Carità le anime degli eletti al loro Creatore, Redentore e Santificatore, ripristinando l’ordine divino che Satana ha infranto. Invochiamo i nostri celesti Patroni, e prima fra tutti la nostra Avvocata e Signora, la Regina Crucis: Placare, Christe, servulis, quibus Patris clementiam tuæ ad tribunal gratiæ Patrona Virgo postulat, O Cristo, guarda propizio ai tuoi servi, per i quali la Vergine Patrona invoca la tua clemenza presso il tribunale della grazia del Padre. E così sia.   + Carlo Maria Viganò Arcivescovo   1 Novembre MMXXIV Omnium Sanctorum

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Immagine: Beato Angelico (1395-1455), I precursori di Cristo con santi e martiri (1423-1424), National Gallery, Londra Immagine di Sailko via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 3.0 Unported  
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Il Papa taglia ancora una volta gli stipendi dei cardinali

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Una lettera firmata dal Prefetto della Segreteria per l’Economia, Maximino Caballero Ledo, ha informato i cardinali della Curia che i loro stipendi mensili saranno ridotti a partire dal 1° novembre, riporta il quotidiano Il Messaggero del 23 ottobre 2024. Ciò per combattere il deficit della Santa Sede, una delle priorità del pontificato di Francesco.

 

Secondo il sito Swissinfo.ch, da novembre «il Vaticano sospenderà il pagamento dei bonus di segreteria e delle indennità di ufficio che i cardinali ricevevano come parte del loro stipendio mensile». Caballero «ha anche detto ai cardinali che saranno prese “altre misure” e che richiederanno “il contributo di tutti”», cita lo stesso organo di stampa.

 

Il taglio rappresenta «qualche centinaio di euro», secondo la lettera del Prefetto della Segreteria per l’Economia. Va ricordato che nel 2021, in un contesto segnato dalla crisi pandemica mondiale, il Papa aveva “già tagliato di circa il 10% la retribuzione dei cardinali, così come quella degli altri dipendenti della Curia», ricorda il sito cath.ch.

 

Questa lettera realizza l’annuncio fatto da Francesco il 20 settembre, quando scrisse ai cardinali chiedendo loro di aiutarlo nella sua lotta per ristabilire l’equilibrio finanziario della Santa Sede. Ricordò loro che aveva ricevuto un «mandato» dal Collegio dei cardinali su questo tema nel 2013, per raggiungere il deficit zero.

 

La nuova misura segue «quella adottata il 13 febbraio, quando papa Francesco ha deciso di abolire le tariffe gratuite e agevolate per l’alloggio concesse ai cardinali e ai funzionari della Curia romana in Vaticano», come ricorda anche il sito cath.ch.

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Un deficit cronico

Il bilancio 2023 registra un disavanzo operativo di 83 milioni di euro, cinque milioni in più rispetto all’anno precedente. E le previsioni non sono certo incoraggianti: il disavanzo potrebbe crescere ancora negli anni a venire, a causa del calo delle donazioni dei fedeli, sempre secondo il bilancio 2023, rilevato da La Repubblica.

 

Il sito Swissinfo sottolinea che, a parte «gli immobili e i musei del Vaticano, le uniche entrate della Santa Sede provengono dalle donazioni: quelle inviate ogni anno a Roma dalle Chiese più ricche (Stati Uniti, Italia, Germania, Spagna e Corea del Sud) e quelle offerte al Papa dai fedeli di tutto il mondo attraverso il cosiddetto Obolo di San Pietro».

 

Nel 2023, le entrate dell’Obolo di San Pietro ammontavano a 48,4 milioni di euro (43,5 nel 2022), ma le spese della Curia ammontavano a 90 milioni di euro, che dovevano essere reperiti altrove. Questa differenza di circa 50 milioni è legata «allo stipendio dei 5.000 dipendenti dello Stato vaticano, ma anche al calo delle donazioni dei fedeli negli ultimi anni», nota cath.ch.

 

La lettera del Papa di settembre ricordava che «le risorse finanziarie al servizio della Chiesa sono limitate e vanno gestite con rigore e serietà, affinché non vadano sprecati gli sforzi di quanti hanno contribuito al patrimonio della Santa Sede». E chiedeva «un maggiore sforzo da parte di tutti» per raggiungere davvero «un deficit zero».

 

Secondo la lettera di Caballero, «altre misure, che sono allo studio degli organi competenti, richiederanno il contributo di tutti, sia in termini di impegno che di disponibilità a rinunciare a modalità di lavoro consolidate nella pratica nel corso degli anni», riporta I.MEDIA, citato da cath.ch.

 

Ciò significa che i dipendenti del Vaticano sono preoccupati per il loro futuro? È molto probabile. Già, la riforma del 2021 ha congelato temporaneamente l’anzianità per tutti i dipendenti del Vaticano, ma i laici non sono stati colpiti da un taglio dello stipendio, mentre chierici e religiosi hanno visto il loro taglio del 3%.

 

In Vaticano, Maximino Caballero «è visto come l’architetto di una politica di austerità che molti dei 5.000 dipendenti trovano sempre più difficile attuare, a causa della mancanza di un autentico dialogo sociale», commenta cath.ch.

 

Articolo previamente apparso su FSSPX.news.

 

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Immagine di Agência Lusa via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 3.0 Unported

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Tucker Carlson afferma di essere stato aggredito fisicamente da un demone mentre dormiva

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In un’intervista video appena pubblicata, Tucker Carlson racconta di come abbia subito un sanguinoso attacco da parte di un demone mentre dormiva nel suo letto, un evento che, a suo dire, lo ha spinto ad acquistare, leggere e rileggere la Bibbia.   «È stata un’esperienza trasformativa», ha affermato il famoso giornalista californiano.   «Sono stato attaccato mentre dormivo con mia moglie e quattro cani nel letto… e sbranato. Fisicamente sbranato da un demone», ha detto Carlson, «o da qualcosa di invisibile che ha lasciato segni di artigli sui miei fianchi».   Carlson ha detto che ora, un anno e mezzo dopo, i segni sui suoi fianchi sono ancora visibili.   «Mi sono svegliato. Non riuscivo a respirare. Pensavo di soffocare», ha spiegato. «Avevo questi dolori terribili alla gabbia toracica e alla spalla».   Incerto su cosa fosse appena successo, Carlson entrò nel bagno, accese la luce e vide che aveva «quattro segni di artigli su entrambi i lati, sotto le braccia e sulla spalla sinistra. E sanguinavano».  

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«Non provengo da un mondo in cui succedono cose del genere. Non avevo mai sentito che accadesse qualcosa del genere prima», ha sottolineato, ma «ho capito subito che era spirituale».   «Non appartengo a una tradizione religiosa che parla di cose del genere o ne riconosce anche solo l’esistenza», ha detto Carlson. «Non ho mai sentito nessuno dire niente del genere in tutta la mia vita».   «La mattina dopo, mi sono svegliato e ho pensato: “È stato il sogno più strano che abbia mai fatto”. E poi ho visto del sangue sulle mie lenzuola e ho capito che non era affatto un sogno».   Carlson ha detto che in seguito è stato «colto da questo desiderio molto intenso di leggere la Bibbia, che ho iniziato a leggere senza alcun aiuto per lo studio o altro».   «Quindi, ho passato un anno e mezzo a leggerla e poi ho iniziato a rileggerlo ed è stata un’esperienza trasformativa per me».   «Nessuno deve credermi. Non mi interessa», ha detto Carlson. «Ma è successo a me».   Come riportato da Renovatio 21, il Carlson in questi anni ha trattato varie volte dell’influenza dei demoni sulle vicende umani, arrivando da una parte a suggerire un collegamento demonologico con il fenomeno UFO, dall’altra a realizzare pubblicamente che l’aborto altro non è che un sacrificio dei bambini ai demoni come nei tempi antichi, un atto che spiega come «innaturale» per cui suggerito da qualcuno a tutte le culture nel corso della storia.

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