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Droni

Il capo della Ryanair chiede le dimissione dell’«inutile» Ursula von der Leyen

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L’amministratore delegato di Ryanair, Michael O’Leary, ha aspramente criticato Bruxelles per non aver difeso gli aeroporti dell’Unione dai droni, chiedendo le dimissioni della presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen. Ha sostenuto che i droni non autorizzati, causa di interruzioni al traffico aereo, dovrebbero essere abbattuti.

 

Nelle ultime settimane, misteriosi avvistamenti di droni hanno colpito l’Unione, con alcuni media e funzionari occidentali che ipotizzano un coinvolgimento della Russia, ipotesi respinta da Mosca. Von der Leyen ha proposto l’idea di un «muro di droni» nel suo discorso sullo stato dell’Unione il mese scorso, un concetto ripreso durante un vertice informale dell’UE in Danimarca questa settimana.

 

In un’intervista a Politico, pubblicata mercoledì, O’Leary ha liquidato la proposta. «Non credo che un muro di droni abbia alcun effetto», ha dichiarato, sottolineando che i responsabili potrebbero facilmente operare dall’interno del paese interessato. O’Leary ha accusato Bruxelles di inattività e ha richiesto misure più drastiche contro la presunta minaccia dei droni.

 

«Perché non abbattiamo questi droni? Sono destabilizzanti e chiediamo un intervento», ha affermato. «Non ho fiducia nei leader europei che se ne stanno seduti a bere tè e mangiare biscotti… Non ho fiducia in von der Leyen. È inutile e dovrebbe dimettersi».

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Come riportato da Renovatio 21, O’Leary nel 2024 aveva attaccato la politica dell’immigrazione UE affermando che il sistema di asilo è «una truffa completa» e che tali individui «non sono rifugiati» perché arrivano da Paesi sicuri e poi gettano i loro passaporti nel water.

 

«Sì, perché li scaricano nel WC, arrivano all’aeroporto di Dublino e li scaricano nel WC», aveva dichiarato il CEO della celebre aerolinea irlandese alla radio Newstalk. «Si presentano qui… è una truffa completa e questi non sono rifugiati, una delle cose che mi fa impazzire in Irlanda è che trattiamo le persone come rifugiati che provengono dal Regno Unito o dalla Francia», si era lamentato il notissimo managerro.

 

«Nessuno è arrivato in Irlanda dall’Afghanistan o dal Kenya o dalla Nigeria o dalla Siria con un volo diretto perché non ce ne sono, quindi non stai fuggendo dalle persecuzioni nel Regno Unito o in Germania», aveva aggiunto l’O’Leary.

 

«Dovremmo prenderci cura dei rifugiati, ho grande simpatia per gli ucraini, ma le persone che arrivano qui dal Regno Unito, dalla Francia o da altri Paesi dell’UE, dovremmo rimandarle indietro dicendo, qui, nei paesi dell’UE da cui provieni».

 

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Immagine di World Travel and Tourism Council via Flickr pubblicata su licenza CC BY 2.0

 

 

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Droni

Funzionari UE ammettono: il «muro di droni» è una trovata pubblicitaria

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Il progetto dell’UE di creare un cosiddetto «muro dei droni» per contrastare presunte incursioni russe è in gran parte un gesto simbolico, ostacolato da numerose difficoltà, come riferito mercoledì da fonti vicine alla questione. Lo riporta Bloomberg.   Di recente, funzionari occidentali hanno segnalato diverse violazioni dello spazio aereo dell’UE da parte di droni. Sebbene i membri dell’Unione abbiano evitato accuse dirette, i media hanno speculato su un possibile coinvolgimento della Russia, ipotesi sempre smentita da Mosca.   Bloomberg scrive che questi episodi hanno spinto Bruxelles a valutare contromisure, tra cui un sistema coordinato a livello europeo, definito «parete di droni», per rilevare e neutralizzare i droni.   Tuttavia, un funzionario anonimo ha dichiarato all’agenzia che il progetto appare come un’«etichetta pubblicitaria» che nasconde una realtà complessa. Un ostacolo significativo sarebbe la gestione di una barriera per droni in uno spazio aereo affollato da voli passeggeri e merci, con il rischio di danni collaterali.

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Un’altra sfida è determinare chi coordinerà l’iniziativa, secondo alcune fonti citate dalla testata economica neoeboracena, che evidenzia come il progetto potrebbe distogliere l’attenzione dalla dipendenza dell’UE dagli Stati Uniti per la difesa aerea, soprattutto considerando che il presidente Donald Trump sta esortando i membri della NATO ad assumersi maggiori responsabilità per la propria sicurezza.   Come riportato da Renovatio 21, si è parlato di una cifra stanziabile per il «muro di droni» di 6 miliardi euro circa.   Il finanziamento rappresenta un nodo cruciale: secondo quanto riportato, Berlino prevede un acceso dibattito al prossimo vertice UE di Copenaghen su come finanziare i progetti di difesa. Sebbene la Germania stia aumentando la spesa militare e si aspetti lo stesso dagli altri membri, si oppone fermamente a un indebitamento congiunto, sottolinea il rapporto.   Il Financial Times ha riferito che alcuni paesi occidentali e meridionali dell’UE sono insoddisfatti, temendo che il finanziamento del «muro dei droni» favorisca principalmente i paesi più vicini alla Russia. Per questo, i funzionari dell’UE starebbero cercando soluzioni per rendere l’accordo più allettante per i membri riluttanti.   Il portavoce del Cremlino Dmitrij Peskov ha criticato il progetto, dichiarando che «costruire muri è sempre un errore, come dimostra la storia. È deplorevole che la politica militarista e conflittuale dell’Ucraina» possa ora portare a nuove barriere in Europa.   Come riportato da Renovatio 21, la Danimarca nelle scorse ore ha comunicato la mobilitazione dei riservisti dopo l’allarme dei droni degli scorsi giorni, che avevano interessato anche una base aerea danese che ospita gli F-35. Avvistamenti di droni la settimana scorsa avevano fatto chiudere aeroporti in Danimarca e Norvegia e Francia.   Pochi giorni fa vi è stata una violenta esplosione in un’area industriale del Sud-Ovest dell’Inghilterra, Swindon, dove si prevede sorgerà una fabbrica di droni.  

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Droni

La Danimarca mobilita i riservisti dopo l’allarme dei droni

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La Danimarca ha richiamato centinaia di riservisti per rafforzare la sicurezza a seguito di misteriosi avvistamenti di droni vicino a siti strategici, secondo quanto riportato martedì dall’emittente TV2.

 

La settimana scorsa, l’aeroporto di Aalborg, che funge anche da base militare, ha sospeso temporaneamente il traffico aereo dopo che droni non identificati sono stati avvistati vicino alla pista, l’ultimo di una serie di episodi inspiegabili. Un altro presunto avvistamento è avvenuto presso la base che ospita i caccia danesi F-16 e F-35. Ad Aalborg, nonostante ore di monitoraggio, i droni non sono stati identificati. Pochi giorni prima, l’aeroporto di Copenaghen, il più trafficato della regione nordica, aveva sospeso i voli per ore a causa di avvistamenti simili.

 

Secondo TV2, domenica il Comando delle Forze Armate danesi ha emesso un ordine riservato per richiamare parte delle forze di riserva in risposta alla «complessa situazione» legata ai voli di droni. Sarebbero stati convocati diverse centinaia di riservisti, anche se il numero esatto non è stato reso noto. La Danimarca non pubblica dati recenti sulla riserva, ma nel 2013 l’Organizzazione principale per il personale di riserva stimava circa 3.000 unità. Il Comando della Difesa non ha risposto alle richieste di commento di TV2.

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In seguito agli avvistamenti, la Danimarca ha imposto un divieto temporaneo sui droni civili, con sanzioni che includono multe o fino a due anni di carcere per i trasgressori. Il divieto resterà in vigore fino a venerdì, mentre il Paese, che detiene la presidenza di turno dell’UE, ospita una riunione informale del Consiglio europeo a Copenaghen. Si prevede che l’incontro discuterà di un’iniziativa per un «muro dei droni» a livello UE, proposta avviata la settimana scorsa dopo presunte violazioni dello spazio aereo in Polonia, Estonia e Romania, attribuite senza prove alla Russia.

 

Mosca ha negato qualsiasi coinvolgimento nelle violazioni dello spazio aereo. Sabato, durante un discorso alle Nazioni Unite, il Ministro degli Esteri Sergej Lavrov ha definito le accuse «allarmismo» occidentale. «La Russia è accusata di aver quasi pianificato un attacco ai paesi della NATO e dell’UE. Il presidente Putin ha ripetutamente smentito queste provocazioni», ha dichiarato. «Non dirigiamo mai i nostri droni o missili contro stati europei, membri dell’UE o paesi della NATO». Lavrov ha aggiunto che, in casi precedenti in cui la Russia è stata accusata, «si è scoperto che erano stati gli ucraini ad attaccare».

 

Come riportato da Renovatio 21, il fenomeno dei droni misteriosi si è materializzato anche in Norvegia e in Francia.

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Immagine 7th Army Training Command via Flickr pubblicata su licenza CC BY 2.0

 

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Droni

L’UE si mobilita per un «muro dei droni» da 6 miliardi

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Nelle scorse ore è stata annunciata un’alleanza per un «muro di droni» con un budget di 7 miliardi di euro, parte della nuova fase della cosiddetta «sindrome da disturbo da droni».   Tornando alla notizia: il Commissario europeo per la Difesa, Andrius Kubilius, ha presieduto una riunione virtuale con rappresentanti di dieci paesi dell’Europa orientale, insieme a funzionari della NATO e dell’Ucraina. È stato raggiunto un accordo per costruire un «muro di droni», volto a migliorare il rilevamento e l’intercettazione di droni indesiderati.   Il Kubilius ha dichiarato: «La Russia sta sfidando l’UE e la NATO, e la nostra risposta deve essere decisa, unita e immediata. L’incontro di oggi è stato un passo fondamentale: ora puntiamo ai risultati concreti».   Il ministro della Difesa polacco, Wladyslaw Kosiniak-Kamysz, ha aggiunto: «La guerra ibrida è in atto e tutti i paesi dell’UE ne saranno colpiti. La minaccia dalla Russia è seria, e dobbiamo rispondere in modo deciso».

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I leader dell’UE dovrebbero discutere la questione al vertice di Copenaghen della prossima settimana, nonostante la Commissione Europea abbia recentemente respinto una richiesta di finanziamento da parte di Lituania ed Estonia per un progetto di «muro di droni» più limitato.   La presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, ha sottolineato che l’Europa «deve rispondere all’appello dei nostri amici baltici e costruire un muro di droni. Non è un’ambizione vaga, ma la base di una difesa credibile», aggiungendo che non deve esserci «alcuna ambiguità sulle nostre intenzioni: l’Europa difenderà ogni centimetro del suo territorio».   La Von der Leyen ha annunciato che saranno stanziati 7 miliardi di euro per creare un’alleanza con l’Ucraina focalizzata sui droni.   Va ricordato come droni avvistati il 9-10 settembre sopra Polonia e Bielorussia erano disarmati, e nessuno ha rivendicato la responsabilità o mostrato interesse per le prove materiali dei droni abbattuti, che potrebbero chiarire se siano coinvolti Russia o Ucraina.

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