IVF
La candidata alla vicepresidenza di Kennedy è una veemente oppositrice della fecondazione in vitro

Renovatio 21 traduce questo articolo di Bioedge.
La fecondazione in vitro potrebbe rappresentare una questione importante nella campagna presidenziale statunitense del 2024. Quindi è interessante che il principale candidato indipendente, Robert F. Kennedy Jr, abbia scelto un critico schietto del settore come suo compagno di corsa alla vicepresidenza.
Nicole Shanahan, avvocato di 38 anni, filantropa e imprenditrice tecnologica della Silicon Valley ed ex moglie del fondatore di Google Sergei Brin, ha una lunga storia di denuncia dell’industria della fecondazione in vitro.
«Penso che manchi una grossa categoria di servizi medici», ha detto al New Yorker l’anno scorso. «Molte cliniche per la fecondazione in vitro sono incentivate finanziariamente a offrirti il congelamento degli ovuli e la fecondazione in vitro e non sono incentivate a offrirti altri servizi di fertilità».
Al di fuori della Silicon Valley, Shanahan è poco conosciuta. Ma secondo Politico, è stata una sostenitrice di spicco della ricerca per aiutare le donne che hanno figli fino ai cinquant’anni per esplorare interventi gratuiti per aiutare le donne a concepire, come l’esposizione alla luce solare.
«È diventato evidente che non abbiamo abbastanza scienza per le cose che raccontiamo e vendiamo alle donne», aveva detto la Shanahan al Financial Times a gennaio: «È una delle più grandi bugie che vengono raccontate oggi sulla salute delle donne».
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«Ho passato gli ultimi cinque anni a finanziare la scienza per comprendere i fattori ambientali che influiscono sulla salute riproduttiva delle donne perché questi sono stati ampiamente ignorati», ha detto Shanahan a Politico. «La fecondazione in vitro è un’attività a scopo di lucro molto costosa e molte di queste cliniche sono di proprietà di società di private equity che non investono nella salute fondamentale delle donne. Ciò che mi interessa è il consenso informato e non lasciare che le aziende si approfittino di noi».
E in un saggio per People Magazine nel 2022, in cui descriveva dettagliatamente la sua separazione da Sergey Brin, ha detto:
«Credo che la fecondazione in vitro venga venduta in modo irresponsabile e la mia esperienza con il parto naturale mi ha portato a capire che l’industria della fertilità è profondamente imperfetta».
Le opinioni della Shanahan sono impopolari sia tra le femministe che tra i sostenitori di Biden. «Scienza spazzatura», ha detto Mini Timmaraju, presidente di Reproductive Freedom for All.
«Le persone ragionevoli potrebbero preoccuparsi della bioetica, o molti di noi potrebbero preoccuparsi di quanta scienza viene commercializzata e prodotta in massa, giusto?» ha detto la Timmaraju a Politico. «Sono sicura che ci sia un piccolo nocciolo e una logica dietro tutto questo. Ma alla fine, la fecondazione in vitro è una tecnologia di salute riproduttiva consolidata da tempo e Nicole Shanahan (…) non è un’esperta medica».
È improbabile che le critiche zittiscano Shanahan, che ha concepito sua figlia in modo naturale dopo aver provato la fecondazione in vitro.
«Cerco di immaginare dove saremmo come campo se tutto il denaro che è stato investito nella fecondazione in vitro, e tutto il denaro che è stato investito nel marketing della fecondazione in vitro, e tutto il denaro del governo che è stato investito nel sovvenzionare la fecondazione in vitro, se solo il 10% di questa somma fosse destinato alla ricerca sulla longevità riproduttiva e alla ricerca fondamentale, dove saremmo oggi», ha affermato in un webinar ospitato dal Buck Institute nel 2021.
Michael Cook
Renovatio 21 offre questa traduzione per dare una informazione a 360º. Ricordiamo che non tutto ciò che viene pubblicato sul sito di Renovatio 21 corrisponde alle nostre posizioni.
Immagine screenshot da YouTube
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«Pratiche eugenetiche discriminatorie»: allarme del bioeticista contro nuovo test sugli embrioni FIVET

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IVF
I sudcoreani eludono il divieto di fecondazione in vitro sesso-selettiva viaggiando all’estero

In Corea del Sud, dove il tasso di natalità, pur registrando un lieve aumento nel 2024 per la prima volta in dieci anni, rimane il più basso al mondo, alcune coppie stanno lasciando il Paese per sottoporsi alla fecondazione in vitro (IVF) con selezione del sesso del nascituro, una pratica vietata dalla legge nazionale. I sostenitori della legalizzazione della FIV selettiva ritengono che possa incentivare un aumento delle nascite, ma i critici esprimono forti dubbi.
Secondo il Korea JoongAng Daily, una donna sudcoreana sulla trentina, identificata con lo pseudonimo di Sohan per tutelarne la privacy, ha raccontato di essersi recata a Bangkok, in Thailandia, a giugno 2024, per scegliere un embrione maschile tramite IVF. Sohan e suo marito, già genitori di una figlia, desideravano un figlio maschio. Dieci mesi dopo, hanno accolto il loro secondo figlio. Tuttavia, il processo ha generato 16 embrioni, senza indicazioni sul destino di quelli non utilizzati.
«Ho saputo di questa possibilità anni fa, quando una parente di un’amica aveva provato a scegliere il sesso del bambino a Hong Kong», ha dichiarato Sohan.
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In Corea del Sud la «legge sulla bioetica e sulla sicurezza» del 2005 vieta la selezione del sesso tramite IVF, con pene fino a due anni di carcere o multe fino a 30 milioni di won (circa 18.333 euro) per i medici che violano la norma. La legge, introdotta per contrastare il femminicidio legato agli aborti selettivi, ha contribuito a ristabilire un equilibrio di genere, oggi in linea con quello dei paesi occidentali. Tuttavia, nessuna norma impedisce alle coppie di recarsi all’estero per accedere a questa pratica, legale in Paesi come Thailandia, Cipro e Stati Uniti.
La pressione per legalizzare la IVF selettiva in Corea del Sud cresce, con l’argomentazione che potrebbe stimolare le nascite. Tuttavia, la selezione del sesso è spesso associata a discriminazioni storiche, soprattutto verso le femmine, e a squilibri di genere. Secondo dati pubblici della CIA, in India il rapporto è di 100 femmine ogni 112 maschi, in Cina di 100 femmine ogni 111 maschi, mentre in Corea del Sud, prima delle misure correttive, si attestava a 110 femmine ogni 116,5 maschi.
Come riportato da Renovatio 21, in India, dove la proibizione dell’aborto sesso-selettivo arriva ad impedire di sapere il genere del figlio se non alla nascita, esistono racket che offrono il servizio, continuando la strage di milioni di bambine.
Il Parlamento del Canada quattro anni fa ha rifiutato di condannare l’aborto sesso-selettivo.
Rimane la curiosità: come le femministe, valchirie del feticidio, possono giustificare il genocidio del loro stesso gruppo?
Capitasse su Renovatio 21 una lettrice femminista, ci scriva e provi a spiegarcelo: vediamo già le contorsioni.
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Il mondo nuovo
Questa è una replica esatta di quanto predetto da Aldous Huxley nel suo romanzo futuristico del 1931. Nel 1958, l’autore tornò su questo tema nel saggio Il mondo nuovo, dove osservò che il mondo stava iniziando ad assomigliare alla sua distopia, vecchia di oltre un quarto di secolo. Ammise in un’intervista che le cose si stavano muovendo molto più velocemente di quanto avesse mai immaginato. Ma è anche l’affermazione sempre più pressante dell’eugenetica a costituire la base del pensiero non cattolico in tutte le epoche. Questa eugenetica emerse negli ambienti pagani, come sottolinea Charles Camosy; scomparve poi sotto l’influenza del cattolicesimo, per riapparire nei paesi protestanti a partire dal XVIII secolo. Questa eugenetica riacquistò gradualmente una posizione dominante sotto l’influenza delle teorie di Charles Darwin e del cugino Francis Galton, nonché del malthusianesimo. L’eugenetica è attualmente la filosofia e la pratica degli ambienti medici che operano nel campo della riproduzione. (…) L’unico modo per opporsi a questa presa di possesso della vita come «materia da gestire» (dottor Pierre Simon), resta la dottrina cattolica, concepita nella sua interezza e senza concessioni. Articolo previamente apparso su FSSPX.News.Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
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