Economia
Gli USA acquistano petrolio russo nonostante il divieto di importazione
Gli Stati Uniti hanno continuato ad acquistare petrolio russo nonostante siano un convinto sostenitore delle sanzioni anti-Russia e del divieto stesso dall’inizio del 2022 sulle importazioni di energia da Mosca. Lo riporta la testata russa RBK, citando i dati del database americano delle statistiche del commercio estero.
Secondo il notiziario russo, nel novembre 2023 gli Stati Uniti hanno importato quasi 10.000 barili di greggio russo per un valore di 749.500 dollari. Sebbene le restrizioni petrolifere di Washington, introdotte nel contesto delle più ampie sanzioni occidentali contro Mosca in risposta al conflitto ucraino, proibiscano le importazioni di greggio dal paese, ne consentono comunque alcuni acquisti sotto licenze speciali da parte dell’Ufficio di Controllo dei Beni Esteri del Tesoro americano(OFAC).
Si ritiene che le importazioni di novembre siano i primi acquisti statunitensi di petrolio direttamente dalla Russia da quando è stato imposto il divieto. Tuttavia, secondo un recente rapporto di Global Witness, basato sui dati di tracciamento delle navi di Kpler, gli Stati Uniti hanno continuato ad acquistare la merce da Paesi terzi. Il think tank ha scoperto che, nei primi tre trimestri dello scorso anno, gli Stati Uniti hanno importato 30 milioni di barili di carburante dalle raffinerie alimentate dal petrolio russo.
Sostieni Renovatio 21
Questi acquisti sono stati effettuati attraverso quella che è stata definita come una «scappatoia della raffinazione», che ha permesso al petrolio di entrare negli Stati Uniti una volta trasportato fuori dalla Russia e raffinato.
Oltre all’embargo statunitense, il petrolio russo trasportato via mare è soggetto anche ai limiti di prezzo del G7 e dell’UE. Tale misura, introdotta alla fine del 2022, vietava alle compagnie occidentali di fornire assicurazioni e altri servizi alle spedizioni di greggio russo a meno che il carico non fosse acquistato a un prezzo pari o inferiore al limite di 60 dollari al barile, e imponeva restrizioni simili sui prodotti petroliferi russi.
Il limite non è stato applicato fino all’ottobre 2023, quando gli Stati Uniti hanno iniziato a cercare di colmare le lacune del meccanismo sanzionando le petroliere e le compagnie marittime sospettate di trasportare petrolio russo al di sopra del limite di prezzo fissato dal G7/UE.
Tuttavia, secondo gli esperti di mercato, le nuove restrizioni difficilmente costituiranno un serio ostacolo al commercio petrolifero della Russia. Nonostante le numerose restrizioni, lo scorso anno le esportazioni di petrolio russo sono ammontate a circa 250 milioni di tonnellate, il 7% in più rispetto al 2021, prima del conflitto in Ucraina e delle sanzioni occidentali.
Gli USA nel 2023 hanno sostituito la Russia come principale fornitore di petrolio alla UE, che ha rinunciato anche alle importazioni del petrolio venezuelano. Ciononostante, si prevede che la Russia supererà l’Arabia Saudita come il più grande produttore di petrolio OPEC +.
Aiuta Renovatio 21
Il mercato del petrolio per la Russia, nonostante le sanzioni occidentali, non si è mai fermato, anzi: la sua evoluzione sta producendo cambiamenti di natura sistemica come il fatto che l’India – oggi divenuta il principale fornitore di petrolio raffinato della UE – ha iniziato inizia a usare lo yuan per pagare il petrolio russo, e lo stesso avviene per il Pakistan, mentre i sauditi vendono il loro greggio sempre in valuta cinese
Come riportato da Renovatio 21, i prezzi mondiali del petrolio hanno registrato un massiccio aumento trimestre su trimestre di quasi il 30% nel periodo luglio-settembre dello scorso anno, poiché l’offerta è limitata a causa dei tagli alla produzione concordati dall’OPEC e dai suoi alleati, guidati dalla Russia.
Settimane fa Fitch Ratings ha affermato che il conflitto in Medio Oriente minaccia di interrompere l’approvvigionamento di petrolio e di conseguenza di danneggiare la crescita economica globale nel 2024.
Come riportato da Renovatio 21, la scorsa estate Goldman Sachs aveva già previsto la domanda di petrolio «più alta di tutti i tempi», con ampi deficit e prezzi del greggio più alti nel breve termine, a causa del basso numero di impianti di perforazione negli Stati Uniti e dell’incertezza sulla domanda di petrolio a lungo termine.
Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
Immagine di John Loo via Flickr pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 2.0 Generic
Economia
Aumento del traffico merci sul Canale di Suez
Sostieni Renovatio 21
Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
Economia
Trump continua la corsa alle terre rare con gli accordi in Asia centrale
Il presidente statunitense Donald Trump ha rivelato una serie di intese commerciali e di investimento incentrate sui minerali di terre rare con i leader degli Stati dell’Asia centrale. L’iniziativa si inserisce nell’obiettivo di Washington di ampliare il proprio coinvolgimento nella regione ricca di risorse naturali, in un contesto di tensioni commerciali con Pechino.
Le intese sono state siglate giovedì al termine del vertice alla Casa Bianca tra Trump e i presidenti di Kazakistan, Kirghizistan, Tagikistan, Turkmenistan e Uzbekistan.
L’incontro ha posto l’accento su minerali critici, collaborazione energetica e diversificazione degli scambi, con Trump che ha evidenziato come l’Asia centrale sia «una regione immensamente ricca» di depositi di uranio, rame, oro e terre rare. Ha precisato che la sua amministrazione sta forgiando nuove alleanze per variare le filiere di approvvigionamento e garantire agli USA un maggiore accesso a questi materiali strategici.
L’evento ha generato vari patti su commercio e risorse, tra cui 17,2 miliardi di dollari in nuovi contratti tra il Kazakistan e imprese americane, oltre a un’intesa da 1,1 miliardi di dollari con Astana per lo sfruttamento di uno dei maggiori giacimenti di tungsteno inesplorati al mondo. Inoltre, Tagikistan, Kazakistan e Uzbekistan hanno concordato l’acquisto di 37 aerei Boeing. Trump ha annunciato pure che l’Uzbekistan conta di investire oltre 100 miliardi di dollari nel prossimo decennio in comparti USA come l’aerospaziale, i ricambi auto e i minerali critici.
Iscriviti al canale Telegram ![]()
La banca d’affari Goldman Sachs ha avvertito che l’Occidente potrebbe impiegare fino a un decennio per contrastare il dominio cinese nel settore delle terre rare. Questi minerali, indispensabili per la maggior parte delle tecnologie contemporanee, restano al centro di una controversia commerciale tra Washington, l’UE e Pechino.
Il vertice è avvenuto una settimana dopo l’incontro tra Trump e il presidente cinese Xi Jinping in Corea del Sud, mirato a dirimere la «guerra commerciale» tra Washington e Pechino. In esito a quel colloquio, la Cina ha sospeso per un anno i nuovi vincoli sulle esportazioni di terre rare, mentre gli USA hanno posticipato l’introduzione di dazi del 100% sui beni cinesi.
Ciononostante, Washington ha intensificato gli sforzi per reperire fonti alternative di materiali strategici, dato che Pechino domina circa il 90% della raffinazione globale delle terre rare. Oltre ai vicini asiatici della Cina, gli Stati Uniti hanno di recente stipulato accordi per forniture di terre rare anche con Giappone e Ucraina.
Come riportato da Renovatio 21, in questi giorni Trump ha raggiunto accordi sulle terre rare con l’Australia.
Il ministero del Commercio cinese ha annunciato il 9 ottobre che imporrà controlli sulle esportazioni di tecnologie legate alle terre rare per proteggere la sicurezza e gli interessi nazionali.
Come riportato da Renovatio 21, nel 2024 i dati mostravano che i profitti sulla vendita delle terre rare cinesi erano calati. È noto che Pechino sostiene l’estrazione anche illegale delle sostanze anche in Birmania.
Secondo alcune testate, tre anni fa vi erano sospetti sul fatto che il Partito Comunista Cinese stesse utilizzando attacchi informatici contro società di terre rare per mantenere la sua influenza nel settore.
Le terre rare, considerabili come sempre più necessarie nella corsa all’Intelligenza Artificiale, sono la centro anche del turbolento accordo tra l’amministrazione Trump e il regime di Kiev.
Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
Immagine di pubblico dominio CC0 via Flickr
Economia
Il capo di Ryanair: La Gran Bretagna è «condannata al declino» dal partito laburista, i ricchi si affrettano a «andarsene da Londra»
Aiuta Renovatio 21
-



Pensiero2 settimane faMiseria dell’ora legale, contro Dio e la legge naturale
-



Autismo1 settimana faIl più grande fattore di rischio per l’autismo? Bombardare i bambini piccoli con vaccini multipli
-



Vaccini1 settimana faI gravi effetti avversi del vaccino nei tribunali tedeschi
-



Misteri1 settimana faHalloween festa di sangue: lista aggiornata dell’orrore
-



Spirito2 settimane faCristo Re, il cosmo divino contro il caos infernale. Omelia di Mons. Viganò
-



Necrocultura2 settimane faLa generazione perduta nel suo egoismo
-



Salute1 settimana faI malori della 44ª settimana 2025
-



Alimentazione2 settimane faZecche manipolate per indurre allergie alla carne negli esseri umani: la Florida si oppone












