Geopolitica
Gli Stati Uniti permetterebbero all’Ucraina di essere neutrale? Il discorso di Rand Paul al Senato
Durante l’audizione della commissione per le relazioni estere del Senato USA – incentrata sul bilancio 2023 del Dipartimento di Stato – il senatore repubblicano del Kentucky Rand Paul (figlio di Ron Paul) ha messo in luce l’isteria che oramai regna nel Senato di Washington.
Gli ucraini, ha asserito il senatore libertario, sono «spinti e pungolati da metà dei membri del Senato che li vogliono nella NATO». Se così non fosse, ha suggerito il senatore, l’Ucraina avrebbe semplicemente accettato la neutralità, come aveva chiesto Mosca.
Il senatore Paul, già noto per il suo coraggio nelle accuse pubbliche sulle responsabilitò di Anthony Fauci nella pandemia globale, ha posto una domanda diretta al Segretario di Stato Antony Blinken, chiedendo se gli Stati Uniti avrebbero accettato che l’Ucraina diventasse uno stato neutrale.
«Noi, senatore, non saremo più ucraini degli ucraini. Queste sono decisioni che devono prendere loro» ha risposto il Blinken. Lo scopo degli attuali aiuti militari statunitensi all’Ucraina è quello di dare a Kiev la capacità di «respingere l’aggressione russa» e «rafforzare la propria mano a un eventuale tavolo dei negoziati». Blinken ha quindi negato che il discorso sull’adesione di Kiev alla NATO possa aver giocato un ruolo nell’escalation delle ostilità in Ucraina.
Il senatore Paul non è solo a pensare che l’Ucraina sia stata mandata al massacro dai vertici americani.
Si tratta di un concetto spiegato diversi anni fa dal professore di relazioni internazionale John Mearsheimer: i guai di Kiev dipendono dagli USA che soffiano sul fuoco, e invece che finanziare la neutralizzazione dell’Ucraina come buffer zone (cosa che farebbe contenti tutti, e arricchirebbe assai gli stessi ucraini, risparmiando loro armi e violenza) spingono per un confronto sanguinario quando insensato con Mosca.
«E io credo che la politica che sto caldeggiando, che è neutralizzare l’Ucraina e farla crescere economicamente, tirarla fuori dalla competizione tra la Russia e la NATO, sia la migliore cosa che può capitare agli ucraini» aveva sintetizzato il professor Mearsheimer ad un incontro.
«Ciò che stiamo facendo è incoraggiare gli ucraini a fare i duri con i russi. Stiamo incoraggiando gli ucraini a pensare che alla fine diverranno parte dell’Occidente. Perché alla fine sconfiggeremo Putin e l’avremo vinta. Il tempo è dalla nostra parte. E, certo, gli ucraini stanno al gioco».
«Quello che credo stia davvero accadendo in questa situazione è che l’Occidente stia guidando l’Ucraina verso un cammino confortevole ma cattivo per tutti».
«E il risultato finale sarà che l’Ucraina sarà sfasciata».
Geopolitica
Hezbollah offre aiuto alla Siria
Hezbollah aiuterà il governo siriano a combattere i jihadisti e invita i Paesi arabi a sostenere Damasco nella sua battaglia, ha affermato giovedì il leader ad interim del gruppo militante sciita libanese in un discorso.
«L’aggressione alla Siria è sponsorizzata dall’America e da Israele», ha affermato Naim Qassem, aggiungendo che gli islamisti «sono sempre stati i loro strumenti fin dal 2011, quando è iniziato il problema in Siria».
Il Paese è precipitato in una guerra prolungata nel 2011, quando vari gruppi antigovernativi hanno cercato di rovesciare il governo del presidente Bashar Assad. Le forze jihadiste, in particolare quelle che impiegano combattenti stranieri assistiti militarmente dall’estero, sono emerse come attori dominanti tra l’opposizione.
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Gli Stati Uniti e le altre nazioni occidentali, che chiedevano che «Assad se ne andasse», sostenevano che i «ribelli moderati» avrebbero potuto prevalere nel conflitto.
La Russia è intervenuta nelle ostilità nel 2015, fornendo la sua potenza aerea a Damasco. Le forze di Assad hanno ripristinato il controllo sulla maggior parte del paese, ma alcuni luoghi, tra cui la provincia di Idlib vicino al confine turco, rimangono fuori dalla sua portata.
La situazione è peggiorata la scorsa settimana quando il gruppo terroristico Hayat Tahrir-al-Sham (HTS) – una formazione islamista in precedenza nota come Jabhat al-Nusra, apertamente affiliata al gran network terrorista Al-Qaeda – e i suoi alleati hanno lanciato un attacco a sorpresa su larga scala nella parte nord-occidentale del Paese.
Gli insorti hanno respinto le forze governative e conquistato ampie zone di territorio ad Aleppo e Idlib, riuscendo anche ad accerchiare la città chiave di Hama nella mattinata di giovedì.
Hayat Tahrir-al-Sham, che si traduce come «Organizzazione per la liberazione del Levante» ed è comunemente nota come HTS, è considerata un’organizzazione terroristica da Siria, Russia, Iran, Stati Uniti e altri Paesi.
Qassem di Hezbollah ha affermato che gli Stati Uniti stanno cercando di «creare il caos in Siria e di spostare la Siria dalla posizione di resistenza a un’altra posizione ostile che serve il nemico israeliano», ma ha espresso la speranza che Damasco riesca a superarla, rivolgendo inoltre un appello alle nazioni arabe e alla comunità musulmana, invitandole ad aiutare la Siria a combattere contro i jihadisti e accusando gli arabi di osservare in silenzio quanto sta accadendo, paragonandolo alla guerra a Gaza e agli attacchi israeliani al Libano.
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Hezbollah, che è stato anch’esso considerato un gruppo terroristico da oltre 20 Paesi, tra cui la maggior parte di quelli occidentali, ha iniziato a bombardare sporadicamente i territori israeliani, proclamando solidarietà con i palestinesi di Gaza.
All’inizio di ottobre, Israele ha invaso il Libano meridionale, intensificando gli attacchi aerei su Beirut e altre città ed eliminando diversi membri di alto rango di Hezbollah, tra cui il leader storico del gruppo, Hassan Nasrallah.
Tuttavia, la scorsa settimana è entrata in vigore una tregua, in base alla quale le Forze di difesa israeliane devono ritirarsi dal Libano entro 60 giorni e cedere il controllo del territorio occupato all’esercito libanese, mentre un comitato internazionale sarà incaricato di giudicare le denunce di violazione.
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Immagine di Khamenei.ir via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 4.0 International
Geopolitica
Cooperare tra potenze atomiche «per il bene dell’universo». Intervista di Tucker Carlson al ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov
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Geopolitica
Israele accusato di decine di violazioni del cessate il fuoco in Libano
Attacchi israeliani hanno ucciso 11 persone nelle scorse ore, dopo che Hezbollah ha sparato alcuni proiettili nell’area di Shebaa Farms occupata da Israele.
L’attacco di Hezbollah, che le Forze di difesa israeliane (IDF) hanno dichiarato essere atterrato in un’area aperta, senza causare danni, è avvenuto dopo che le IDF hanno effettuato almeno quattro attacchi aerei e un bombardamento di artiglieria nel Libano meridionale, tra cui un attacco con drone che ha ucciso una persona su una motocicletta, mentre un altro attacco ha ucciso un soldato libanese.
Le violazioni israeliane includono la comparsa di un drone su Beirut, per la prima volta da quando il cessate il fuoco è entrato in vigore la scorsa settimana. Hezbollah ha affermato, in una dichiarazione, di aver eseguito una «risposta difensiva» alle «ripetute violazioni» del cessate il fuoco da parte di Israele.
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Il primo ministro israeliano Beniamino Netanyahu ha risposto: «siamo determinati a continuare a far rispettare il cessate il fuoco e a rispondere a qualsiasi violazione da parte di Hezbollah: una minore sarà trattata come una maggiore».
Il presidente del parlamento libanese Nabih Berri ha accusato Israele di aver violato la tregua più di 50 volte negli ultimi giorni lanciando attacchi aerei, demolendo case vicino al confine e violando lo spazio aereo del Libano.
Si dice che l’amministrazione Biden si sia lamentata con Netanyahu del fatto che «l’applicazione» del cessate il fuoco da parte di Israele potrebbe sgretolarlo. «Gli israeliani hanno giocato un gioco pericoloso negli ultimi giorni», ha detto ad Axios un funzionario statunitense anonimo.
I funzionari statunitensi hanno affermato che il consigliere del presidente Biden, Amos Hochstein, che ha mediato il cessate il fuoco, ha parlato con i funzionari israeliani nel fine settimana e ha espresso preoccupazione per gli attacchi in corso dell’IDF in Libano. Hochstein ha detto agli israeliani che avrebbero dovuto dare spazio al meccanismo di monitoraggio del cessate il fuoco per iniziare a funzionare, hanno affermato i funzionari statunitensi.
Un funzionario israeliano ha affermato che Hochstein aveva trasmesso il messaggio che Israele sta applicando il cessate il fuoco Jin modo troppo aggressivo». Il funzionario ha ammesso che la situazione attuale potrebbe portare al crollo del cessate il fuoco, ma ha sottolineato che dipenderà da come Hezbollah risponderà alla rappresaglia israeliana per il suo attacco di lunedì. Il messaggio riportato da Hochstein è arrivato un giorno dopo che fonti diplomatiche francesi avevano detto ai media ebraici che la Francia aveva accusato Israele di 52 diverse violazioni del cessate il fuoco.
Le fonti del Times of Israel hanno affermato che, sebbene Israele stesse agendo contro le violazioni di Hezbollah, l’IDF non aveva seguito i canali appropriati per segnalare le trasgressioni del gruppo terroristico libanese all’organismo di controllo internazionale guidato dagli Stati Uniti, di cui la Francia è membro, come richiesto dai termini dell’accordo.
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Immagine di Israel Defense Forces via Wikimedia Creative Commons Attribution 2.0 Generic
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