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Spirito

Cardinale Sarah: i piani per «abolire» la messa in latino sono «diabolici»

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Ogni tentativo di «abolire» la messa tradizionale sarebbe un «progetto diabolico» che «cerca di rompere con la Chiesa di Cristo», ha affermato questa settimana il cardinale Robert Sarah. Lo riprota LifeSite.

 

«Nella storia della liturgia c’è crescita e progresso, ma non rottura», ha osservato Sarah durante un evento di lunedì.

 

Traendo spunto dalla famosa osservazione di Papa Benedetto XVI, Sarah la fece sua, affermando che «ciò che era sacro per le generazioni precedenti rimane sacro e grande per noi, e non può essere improvvisamente proibito o persino giudicato dannoso. È bene per tutti noi preservare le ricchezze che sono cresciute nella fede e nella preghiera della Chiesa e dare loro il loro giusto posto».

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Sarah, che ha ricoperto l’incarico di prefetto della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti dal 2014 al 2021, ha ampliato la sua dura critica a qualsiasi tentativo di abolire la Messa tradizionale (avvertendo che ciò rappresenterebbe un rifiuto della storia della Chiesa.

 

«Da qui il progetto di abolire definitivamente la tradizionale Messa tridentina, un rito che risale a san Gregorio Magno, una liturgia vecchia di 1.600 anni, una Messa celebrata da tanti santi: san Padre Pio, san Filippo Neri, san Giovanni Maria Vianney: il Curato d’Ars, san Francesco di Sales, san Josemaría Escrivá, ecc. E fino a papa Gregorio Magno (590-604) e perfino a papa Damaso (366-384)» ha affermato il porporato africano.

 

«Questo progetto, se è vero, mi sembra un insulto alla storia della Chiesa e alla Sacra Tradizione, un progetto diabolico che cerca di rompere con la Chiesa di Cristo, degli apostoli e dei santi».

 

«Anche il Papa», ha detto Sarah, «non può che essere un umile servitore del suo corretto sviluppo e della sua costante integrità e identità… L’autorità del Papa non è illimitata; è al servizio della Sacra Tradizione».

 

Pochi giorni prima, durante una conferenza del clero tenutasi a Roma la scorsa settimana, il cardinale Sarah aveva espresso temi simili e aveva accennato alla crescita della partecipazione alla liturgia tradizionale.

 

«Nonostante gli atteggiamenti clericali intransigenti in opposizione alla venerabile liturgia latino-gregoriana, atteggiamenti tipici del clericalismo che Papa Francesco ha ripetutamente denunciato, una nuova generazione di giovani è emersa nel cuore della Chiesa» aveva dichiarato il cardinale. «Questa generazione è una generazione di giovani famiglie, che dimostrano che questa liturgia ha un futuro perché ha un passato, una storia di santità e bellezza che non può essere cancellata o abolita da un giorno all’altro».

 

Sarah compirà 80 anni il prossimo giugno e, pertanto, non potrà più votare in un conclave papale.

 

Sebbene non lo abbia nominato direttamente, i commenti di Sarah sembravano essere diretti alle restrizioni introdotte da Papa Francesco tramite il suo motu proprio Traditionis Custodes del 2021. Sarah è un sostenitore pubblico della messa tradizionale, la offre lui stesso, e ha espresso forti critiche alle restrizioni del Papa quando sono emerse.

 

Con l’aiuto dell’attuale Prefetto del Dicastero per il Culto Divino, il Cardinale Arthur Roche, tali restrizioni non hanno fatto che aumentare e la scorsa estate circolavano voci secondo cui sarebbe emerso un nuovo documento, ancora più restrittivo, per vietare ulteriormente la messa tradizionale.

 

Una simile eventualità non si è verificata, in seguito alla grande manifestazione di sostegno pubblico da parte di personalità di spicco della sfera ecclesiastica, ma anche secolare.

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Come riportato da Renovatio 21, nei giorni scorsi, Papa Francesco ha lanciato nuovi attacchi contro i devoti della messa in latino in un libro di memorie pubblicato il 14 gennaio, accusando i fedeli della Messa di sempre di «squilibrio mentale» e financo di «fascino per l’occulto».

 

In passato il Sarah aveva dichiarato che il rifiuto della liturgia tradizionale e della morale sono forme di «ateismo pratico» nella Chiesa.

 

All’inizio di gennaio 2024, in una lunga  dichiarazione  pubblicata dal veterano vaticanista Sandro Magister, Sarah ha unito la sua voce a quella dei suoi colleghi vescovi africani nel respingere  l’appoggio del documento vaticano Fiducia Supplicans  alle «benedizioni» omosessuate.

 

Nella sua dichiarazione, il cardinale Sarah si è alleato con i vescovi e le conferenze episcopali africane che avevano fatto sapere il loro rifiuto della  Fiducia Supplicans.

 

Come riportato da Renovatio 21, il porporato si era detto «molto orgoglioso» dei vescovi africani per il rifiuto delle benedizioni gay di Bergoglio. Sarah l’anno scorso aveva tuonato anche riguardo al fatto che «nessuno può inventare un sacerdozio femminile».

 

Lo scorso dicembre celebrando la messa pontificale a Dakar (in Senegal), il cardinale Sarah si era espresso contro la «distorsione» della messa in Occidente e contro le celebrazioni troppo «africane».

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Immagine di pubblico dominio CC0 via Wikimedia
 

 

 

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Geopolitica

Il vescovo ausiliare di Gerusalemme condanna le dichiarazioni di Trump su Gaza

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In risposta alle dichiarazioni del presidente degli Stati Uniti Donald Trump sui suoi piani per Gaza, annunciati lunedì, il vescovo ausiliare di Gerusalemme, monsignor William Shomali, ha rilasciato una dichiarazione sul proposto trasferimento della popolazione. Lo riporta LifeSite, che ne ha raccolto la dichiarazione.   «L’idea di spostare un popolo contro la sua volontà e costringere un altro Stato ad assorbirlo è inaccettabile. Il diritto e la libertà di un popolo di vivere sulla propria terra e di non essere forzatamente sfollato non dovrebbero nemmeno essere messi in discussione».   «L’Egitto e la Giordania hanno fermamente respinto l’idea di assorbire un afflusso massiccio di palestinesi. Accogliere famiglie vulnerabili, anziani e malati è una cosa, ma non una popolazione di oltre due milioni di persone. Ogni decisione dovrebbe essere una scelta libera e deliberata presa da entrambe le parti. Non è questo il caso».

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«L’annuncio di Trump è stato uno shock per noi perché ha chiarito le sue intenzioni riguardo al futuro di Gaza. Non ha menzionato le risoluzioni ONU e la soluzione Due Popoli: Due Stati. Nella sua mente, uno Stato palestinese è un’utopia. Trump non può sostituire le Nazioni Unite e diventare il supremo decisore».   «Spero e prego che il cessate il fuoco continui e che si trovi una soluzione a questo conflitto. Lo scambio di ostaggi e prigionieri non risolve il problema di fondo, che è l’intero conflitto storico e di lunga durata. Ne affronta una parte, ma non la radice, che è la questione su chi possiede questa terra. La questione non si risolve negando i diritti di un popolo, ma affermando entrambi i diritti, altrimenti il ​​conflitto non avrà fine».   «I cristiani palestinesi, in quanto parte del popolo palestinese, sarebbero toccati da tale decisione così come lo furono dalla guerra del 1948, che disperse migliaia di cristiani e li costrinse a cercare lavoro in altri Paesi».   Come riportato da Renovatio 21, altre figure religiose cattoliche, come Suor Nabila delle Rosary Sisters, hanno espresso il loro sgomento per la proposta Trump, definendola «inimmaginabile».

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Immagine di Fondo Andaluz de Municipios para la Solidaridad Internacional FAMS via Flickr pubblicata su licenza CC BY-NC-ND 2.0
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Intelligenza Artificiale

Il Vaticano inquadra l’Intelligenza Artificiale

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La notizia è stata annunciata senza troppa pubblicità due giorni prima di Natale sul sito web del Governatorato della Città del Vaticano: dal 1° gennaio 2025, un nuovo regolamento disciplinerà l’uso dell’intelligenza artificiale (IA) all’interno dell’amministrazione vaticana. Un tentativo di rispondere all’uso sfrenato dell’intelligenza artificiale promosso dai giganti della tecnologia oltreoceano.

 

«Uno strumento allo stesso tempo attraente e temibile». Così Papa Francesco ha sollevato la questione dell’intelligenza artificiale (IA) nel giugno 2024, durante un discorso pronunciato nell’ambito di una sessione del Gruppo dei Sette (G7), di cui fanno parte le principali potenze economiche mondiali.

 

Rispondendo all’appello del Sommo Pontefice affinché vengano adottate misure energiche per regolamentare l’uso dell’Intelligenza Artificiale, lo Stato del Vaticano ha appena dato forza di legge alle sue Linee guida sull’intelligenza artificiale, pubblicate poco prima delle festività natalizie.

 

È opportuno evidenziare che i nuovi decreti stabiliscono un quadro rigoroso per l’impiego dell’IA nell’amministrazione sul territorio della Città del Vaticano: ciò riguarda i settori scientifico ed economico, nonché il personale del Governatorato; Non sono quindi tutti interessati i servizi della Curia romana.

 

In questa materia, regolamentazione fa rima con divieto: sono quindi vietati gli utilizzi dell’IA che potrebbero compromettere la sicurezza dello Stato del Vaticano, così come quelli che impedirebbero a determinate persone con disabilità di accedere al lavoro o che comporterebbero qualsiasi forma di discriminazione o di «inferenza di natura antropologica» nei confronti del personale.

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Nei decreti attuativi entrati in vigore il 1° gennaio – tredici pagine in tutto – vengono inoltre vietati gli algoritmi che siano fonte di «disuguaglianze sociali», di «violazioni della dignità umana» o che utilizzino tecniche di «manipolazione subliminale» idonee a arrecare danno fisico o psicologico al personale della Città del Vaticano.

 

Infine, è severamente proibito qualsiasi utilizzo dell’Intelligenza Artificiale che sia in conflitto con la missione del Sommo Pontefice, con la Costituzione divina della Chiesa e con le attività di quest’ultima.

 

Per valutare l’applicazione dei nuovi decreti è stata istituita una Commissione sull’Intelligenza Artificiale composta da cinque membri, responsabili dei servizi digitali e della magistratura vaticana. Il nuovo organismo avrà il compito di monitorare i vari utilizzi dell’intelligenza artificiale, di pubblicare un rapporto semestrale sulle proprie attività e, se necessario, di sviluppare le leggi esistenti predisponendo nuovi decreti.

 

Le linee guida della Santa Sede si ispirano al regolamento sull’intelligenza artificiale entrato in vigore nell’Unione Europea nell’agosto 2024. Questo pone particolare enfasi sulla protezione dei dati, sul diritto d’autore e sul principio di trasparenza. Il Vaticano ha integrato in questo sistema le proposte del francescano Paolo Benanti, la cui competenza in materia di Intelligenza Artificiale è riconosciuta a livello mondiale.

 

Quest’ultimo continua a mettere in guardia dagli eccessi della tecnologia, perché «chi la padroneggia prende il controllo della realtà» e sostiene una governance etica dell’algoritmo o «algoretica». È opportuno ricordare che dal 1° gennaio i tribunali vaticani possono utilizzare l’Intelligenza Artificiale per scopi di ricerca, ma in nessun caso per fini di interpretazione del diritto, che restano riservati ai giudici umani.

 

Poco dopo l’entrata in vigore della normativa digitale in Città del Vaticano, Donald Trump è entrato alla Casa Bianca: alla cerimonia di insediamento era presente Sam Altman. Questo genio della tecnologia sostiene, insieme ad altri pesi massimi della Silicon Valley, un uso sfrenato e senza inibizioni dell’Intelligenza Artificiale.

 

Molti si chiedono se l’etica e la ragione avranno peso: ma dopotutto Davide ha sconfitto Golia, e senza ricorrere a troppi algoritmi…

 

Articolo previamente pubblicato

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Spirito

Mons. Eleganti: Gesù e la Chiesa sono «necessari per la salvezza», ma questa verità è stata «fortemente relativizzata»

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Renovatio 21 pubblica questo testo del vescovo svizzero Marian Eleganti apparso su LifeSiteNews.   La relativizzazione della mediazione salvifica di GESÙ CRISTO è un fenomeno diffuso e preoccupante, anche all’interno della Chiesa cattolica. L’ «extra ecclesia nulla salus» (nessuna salvezza fuori dalla Chiesa) è stata fortemente relativizzata nel nostro tempo.   È vero che DIO può condurre persone innocentemente in errore alla salvezza in modi che sono noti solo a lui. Questo è vero perché DIO offre la salvezza a tutti e vuole che tutte le persone siano salvate e giungano alla conoscenza della verità.   Le persone che non hanno mai sentito parlare di CRISTO o che non Lo conoscono veramente per qualsiasi motivo non formano semplicemente una «massa damnata» (una massa di persone che non raggiungerà mai la salvezza eterna).   Dovremmo anche pensare agli innumerevoli bambini innocenti che vengono uccisi nel grembo materno. Tutte le differenziazioni necessarie a questo riguardo non relativizzano l’assoluta necessità di salvezza della mediazione di GESÙ CRISTO e del Suo strumento di salvezza per eccellenza: la Chiesa!   Perché nessun altro nome è stato dato agli uomini nel quale devono ereditare la salvezza se non il nome di GESÙ, davanti al Quale ogni ginocchio si piegherà (in cielo, in terra e sotto terra). E la Chiesa è il Suo fondamento e il Suo mezzo nel tempo per venire agli uomini e per attraversare la storia.

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La volontà salvifica universale e inclusiva di DIO di salvare ogni essere umano e di condurlo alla conoscenza della verità è quindi anche correlata all’indispensabile mandato missionario della Chiesa. La Chiesa non deve imparare dalle altre religioni, ma insegnare ciò che ha ricevuto da CRISTO.   In altre parole, deve uscire secondo la Grande Commissione del Risorto e fare di tutte le nazioni i Suoi discepoli e battezzarli. Questa è la parola di DIO! La Chiesa è «Mater et Magistra» – «Madre e Insegnante» – delle nazioni.   Essa preserva la rivelazione data da DIO nel tempo e la porta inalterata a tutte le persone. I suoi sacramenti sono l’elisir soprannaturale della vita, di cui ogni essere umano deve prendere parte per essere guarito, perché CRISTO dona Se stesso nei sacramenti.   Nella Santa Eucaristia, l’amore di CRISTO ci incontra direttamente. Cosa potrebbe essere più grande dell’unione eucaristica con LUI? “Oh sublime umiltà, oh umile sublimità, che DIO e il FIGLIO DI DIO si donano a noi sotto la forma poco appariscente dell’ostia (cfr. San Francesco d’Assisi)!   Le forme alternative di culto non possono in alcun modo sostituire la Santa Eucaristia («fonte e culmine della vita della Chiesa»). Guai a loro se provassero, soprattutto a non sottolineare l’importanza dei laici nella Chiesa. In realtà, ciò clericalizzerebbe i laici e desacralizzerebbe il sacerdote.   Questo processo di sostituzione del sacerdote da parte dei laici al suo posto può essere osservato ovunque, fino al vertice della gerarchia.   La persona che in origine avrebbe dovuto assistere il sacerdote (l’assistente pastorale è stata la realizzazione postconciliare per eccellenza degli anni Settanta) ora non assiste più il sacerdote, ma lo sostituisce. Perfino i vescovi sono posti al suo fianco, anziché viceversa.   Si tratta di un rovesciamento della realtà sacramentale della Chiesa. Tuttavia, resta vero: senza il sacerdote non ci sarà Chiesa. Dove lui scompare o viene emarginato, la Chiesa è allo stremo. Ciò ha a che fare con la centralità della Santa Eucaristia, che non esiste senza il sacerdote.   Nella sua tradizione, la Chiesa ha conservato e trasmesso la fede incontaminata. E continua a farlo anche oggi. Il punto di riferimento resta il Catechismo della Chiesa Cattolica , che è stato scritto dai vescovi della Chiesa universale in uno stupefacente processo editoriale e autorizzato dal Papa.   La Chiesa non ha bisogno di interpreti che vogliono riscrivere le Sacre Scritture con riferimento a “nuove” scoperte delle scienze umane, scoperte che saranno nuovamente riviste domani. Perché in questo consiste la scienza, non la rivelazione. Quando persino le opinioni e il comportamento di Gesù vengono dichiarati dipendenti dal tempo e bisognosi di correzione, la soglia del dolore è stata sicuramente raggiunta.   Il battesimo e la fede della Chiesa sono necessari per la salvezza. Attraverso di essi, siamo resi capaci di essere figli di DIO. Ciò significa anche che non lo siamo già automaticamente e intrinsecamente, indipendentemente da come viviamo o da ciò in cui crediamo.   Come possono coloro che rifiutano e combattono esplicitamente la mediazione di GESÙ avere il PADRE? Come possono essere «figli di DIO» nel pieno senso della parola? Secondo le parole di GESÙ, solo coloro che hanno il FIGLIO hanno il PADRE e viceversa. Quindi non c’è modo di arrivare a DIO senza GESÙ.

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In LUI e con LUI e attraverso LUI, siamo figli di DIO e ci rivolgiamo al PADRE. Le relativizzazioni non sono appropriate qui e paralizzano lo zelo missionario della Chiesa. Sono una falsa dottrina. Missionari come San Francesco Saverio hanno fatto incredibili sacrifici personali per salvare le persone per la vita eterna attraverso la fede e il battesimo.   Non erano sulla strada sbagliata, ma lo siamo noi se pensiamo di poter prendere scorciatoie e farne a meno, poiché ognuno è presumibilmente salvato dalla propria religione.   Perché DIO si è fatto uomo? Perché ha rivelato Se stesso nel Suo FIGLIO e ci ha rivelato la piena verità su Se stesso in LUI? Perché ha fondato una chiesa? Affinché i non cristiani si attengano alla loro tradizionale socializzazione religiosa? GESÙ non è una singolarità assoluta, vale a dire il FIGLIO DI DIO che si è fatto uomo, che esiste una sola volta e che riguarda tutte le persone? Non porta forse alcun guadagno nella conoscenza di DIO rispetto agli altri, qualunque sia il loro nome? «Filippo, chi vede ME vede il PADRE!»   Sì, DIO è misericordioso. Ma non viola mai la verità e la giustizia nella Sua opera di salvezza delle persone. Questo è ciò di cui GESÙ parla in molte parabole di giudizio. Non c’è modo di aggirare la verità e la giustizia.   Non c’è paradiso senza passare attraverso queste porte. Chiunque non superi il test, come all’aeroporto con i metal detector, verrà respinto. Devono rimuovere o sbarazzarsi degli ostacoli che impediscono loro di passare.   Nell’annuncio della Chiesa, un termine per questa realtà è «purgatorio», un «luogo» della misericordia divina. E poi, secondo la testimonianza della Sacra Scrittura, ci sono anche coloro che si rifiutano categoricamente di passare attraverso la porta che è GESÙ CRISTO stesso.   In ogni caso, il SIGNORE parla di una dicotomia nell’esito del giudizio e chiama i suoi discepoli: «Fate ogni sforzo per entrare».   Questo sforzo include lo sforzo della Chiesa di annunciare il Vangelo della salvezza a tutti gli uomini e di portare i sacramenti della salvezza! Nient’altro è la sua missione prioritaria, non le questioni sociali, per quanto abbia sempre fatto di queste ultime.   Il peccato è reale e le sue conseguenze per la nostra vita da DIO sono ostruzionistiche e mortali. Se non ce ne pentiamo, conducono alla perdita della grazia e della salvezza eterna. Dovremmo imparare di nuovo ad aborrire il peccato.   In nessuna circostanza dovremmo prenderlo alla leggera, anche se la misericordia di DIO è sempre più grande del peccato. Il peccatore deve riconoscerlo e pentirsene per poter ricevere la misericordia di DIO con tutti i suoi effetti curativi. Questo è anche ciò che Gesù intende con la “rinascita” dall’alto dallo SPIRITO e dalla verità.   C’è una verità. A volte è chiamata la «dura verità» perché non tiene conto del nostro umore, accordo o stato emotivo. Si applica a prescindere da questo. Rimane anche immutabile come verità, indipendentemente dall’andare e venire delle generazioni e dalle loro false opinioni al riguardo.   Il nostro tempo ha perso il suo senso di obiettività. Ognuno crea il proprio mondo, la propria «verità», che è vera solo per loro ma non è riconosciuta da DIO. Se qualcosa è vero, rimane vero per tutti per definizione, altrimenti non è verità. Per inciso, questa verità rivelata include il fatto che DIO ha creato gli esseri umani come uomo e donna e che il corpo ci definisce come tali.   Quanto più il Vangelo e la fede della Chiesa ci sfidano ad andare oltre la nostra mentalità, tanto meglio.   La fede della Chiesa non si riferisce a opinioni personali che esprimiamo in una data occasione, ma a ciò che la Chiesa ha insegnato fin dall’inizio e ha preservato per tutte le generazioni.   La verità o le parole di GESÙ sono irrevocabili e, secondo la sua stessa testimonianza, rimangono per l’eternità.   La durezza della verità non proviene da coloro che sostengono e insegnano la verità della fede. La durezza deriva dalla chiusura del cuore che la verità incontra. Lo stesso vale per il discernimento degli spiriti per amore della verità.   In questo contesto, Gesù ha parlato di una spada che dividerà anche le famiglie nelle loro opinioni su di Lui per amore Suo. Questo aspetto non deve mancare nella proclamazione. Il Signore non è un «morbido». È gentile e umile di cuore. Ma LUI rimane la verità esigente e situazionalmente scomoda senza compromessi.

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GESÙ CRISTO è la VIA, la VERITÀ e la VITA. È lo stesso ieri, oggi e domani. In questo senso, non può esserci alcun cambiamento di paradigma nella Chiesa che conosce lo Sposo, nessun nuovo insegnamento, nessuna illuminazione che superi o eclissi ogni conoscenza precedente.   Nessuna intuizione rivoluzionaria a questo riguardo è ancora in sospeso o recente. Non c’è nemmeno una chiesa nuova e diversa nel senso di: «Le cose di prima sono passate; cose nuove sono venute all’esistenza».   Non conosciamo GESÙ meglio oggi dei credenti prima di noi. Non abbiamo intuizioni più profonde sulla verità soprannaturale oggi rispetto ai santi dei tempi passati o alla Chiesa degli apostoli. Chiunque legga le lettere degli apostoli può vederlo rapidamente da sé.   Il progresso tecnologico non ci ha elevato moralmente a un livello superiore. Da un punto di vista filosofico e morale, potremmo persino essere dei volatori bassi e degli ignoranti del nostro calibro rispetto alle generazioni precedenti.   In ogni caso, le credenze della Chiesa che ci hanno trasmesso non hanno bisogno di revisione. Noi sì.

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