Gender
Carcere per i genitori che resistono al gender per i bambini: nuovo disegno di legge in Ispagna
Un noto avvocato penalista spagnuolo ha espresso i suoi timori riguardfo le conseguenze di una nuova legge che di fatto criminalizzerebbe la resistenza alla «transizione di genere» dei bambini nel Regno di Spagna.
Approvato il mese scorso dal Congresso dei deputati spagnuolo, il nuovo articolo 173 del Codice penale punirebbe, potenzialmente con il carcere, qualsiasi «atto, metodo, programma, tecnica o procedura di avversione o conversione» volti a cambiare «l’orientamento sessuale», «l’identità» o «l’espressione di genere» di un’altra persona, sia per i medici che per i genitori, inclusa la resistenza alle cosiddette «terapie affermative», anche atti lievi come la decisione di ritardare l’uso di ormoni.
La legge è stata proposta dal Partito Socialista (PSOE) e «sostenuta da tutti i gruppi parlamentari, eccetto VOX (che ha votato contro) e l’Unione Popolare Navarra (UPN, che si è astenuta)».
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Il 1° luglio, il sito di informazione European Conservative ha pubblicato un’intervista con l’avvocato penalista spagnuolo Paula Fraga, che concordava con i peggiori timori dei critici sulla nuova legge.
«Ciò significa che se un minore dichiara di sentirsi del sesso opposto, la sua percezione soggettiva deve essere automaticamente accettata senza alcun tipo di valutazione psicologica preventiva. Qualsiasi tentativo di valutazione o rinvio senza supporto psicologico può essere considerato «terapia di conversione» e quindi punibile», ha spiegato. «L’obiettivo non è incarcerare decine di genitori o medici – casi del genere provocherebbero un’immediata reazione sociale – ma diffondere la paura. Degli psicologi mi hanno già contattata dicendomi di aver smesso di trattare casi di disforia per timore di multe fino a 150.000 euro, anche prima che la reclusione fosse un’opzione».
Di conseguenza, ha sostenuto la Fraga, l’Ispagna sta «di fatto istituzionalizzando l’abuso sui minori. Se un bambino non rientra negli stereotipi di genere – preferisce giocare con le bambine – o una bambina non si identifica con il rosa, viene automaticamente indirizzato a gruppi di attivisti transgender che non sono medici, ma politici. È reazionario, non progressista: stanno rilanciando gli stereotipi più obsoleti per definire cosa significhi essere un uomo o una donna».
Inoltre, la legge rientra in una tendenza più ampia che interessa l’Unione Europea e la Fraga «non è ottimista» sulla possibilità di superarla in tempi brevi.
«Non sto chiedendo l’uscita dall’UE, ma dobbiamo adottare una posizione molto più critica. Non possiamo delegare la nostra sovranità a Bruxelles», ha affermato. «La soluzione inizia con l’identificazione dei problemi e il risveglio di un movimento culturale e politico per difendere la nazione dall’interno. Perché se non lo facciamo noi stessi, nessun altro lo farà per noi».
Numerose prove dimostrano che «affermare» la confusione di genere comporta gravi danni, soprattutto se fatto su bambini impressionabili che non hanno lo sviluppo mentale, la maturità emotiva e l’esperienza di vita per considerare le ramificazioni a lungo termine delle decisioni che vengono loro imposte o la piena conoscenza degli effetti a lungo termine di procedure chirurgiche e chimiche che cambiano la vita, trasformano fisicamente e spesso sono irreversibili.
Gli studi dimostrano che oltre l’80%dei bambini che soffrono di disforia di genere la superano spontaneamente entro la tarda adolescenza e che le procedure di «riassegnazione» non riescono a risolvere la maggiore tendenza degli individui con confusione di genere a compiere atti di autolesionismo e suicidio, anzi, la esacerbano, anche rafforzando la loro confusione e trascurando le vere cause profonde del loro disagio mentale.
Molte persone che de-transizionano (cioè tornano al loro sesso naturale), spesso ignorate, attestano il danno fisico e mentale derivante dal rafforzamento della confusione di genere, nonché la parzialità e la negligenza dell’establishment medico sull’argomento, molti dei quali adottano un approccio attivista alla loro professione e iniziano i casi con una conclusione predeterminata a favore della «transizione».
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Leggi simili sono attive in varie parti del mondo occidentale. Come riportato da Renovatio 21, un anno fa in Scozia è stata proposta una legge che punisce con sette anni di carcere genitori che rifiutano di accettare che i propri figli si identifichino come transgender.
La tendenza anti-famiglia non riguarda solo il problema del transessualismo istituzionale inflitto ai bambini.
Come riportato da Renovatio 21, tre mesi fa una coppia di genitori britannici sono stati arrestati per essersi lamentati della scuola della figlia in un gruppo Whatsapp.
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La donna più forte del mondo in realtà era un uomo
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La Corte UE ordina alla Polonia di riconoscere il matrimonio gay
La Corte di Giustizia dell’Unione Europea (CGUE) ha stabilito martedì che la Polonia è obbligata a riconoscere i matrimoni tra persone dello stesso sesso celebrati in altri Paesi membri, pur se tali unioni sono vietate dalla legge nazionale.
In una sentenza emessa martedì, la CGUE ha condannato Varsavia per aver violato il diritto comunitario nel rifiutare di trascrivere nel registro civile polacco il matrimonio contratto nel 2018 in Germania da due cittadini polacchi. Al rientro in Polonia, le autorità avevano respinto la loro istanza, motivandola con il divieto nazionale sulle unioni omosessuali.
La Polonia, a forte maggioranza cattolica, equipara i matrimoni civili e religiosi, ma esclude le coppie dello stesso sesso nonostante le reiterate sollecitazioni di Bruxelles. La Costituzione polacca, non diversamente da quella italiana, definisce il matrimonio come «unione tra uomo e donna».
La Corte ha ritenuto che tale rifiuto infranga le norme UE sulla libera circolazione e sul rispetto della vita privata e familiare. Concedere la trascrizione alle coppie eterosessuali ma negarla a quelle omosessuali configura discriminazione, si legge nel comunicato. I giudici hanno però precisato che gli Stati membri conservano la competenza esclusiva su autorizzazioni o divieti di nozze same-sex nel proprio ordinamento interno.
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La decisione vincolante è arrivata all’indomani delle critiche del presidente polacco Karol Nawrocki all’UE, accusata di «follia ideologica» e di spingere verso una centralizzazione eccessiva. Nawrocki ha ricordato che l’adesione all’Unione prometteva opportunità economiche e mobilità, non ingerenze nella politica interna o nelle norme familiari.
Eletto a giugno su una piattaforma di valori cattolici e sovranità nazionale rafforzata, Nawrocki ha annunciato il mese scorso che non apporrà la firma a leggi che minino lo status costituzionale del matrimonio.
Il governo di coalizione europeista del premier Donald Tusk ha depositato nell’ottobre 2024 un disegno di legge per introdurre unioni civili anche per coppie omosessuali, ma i lavori procedono a rilento per le resistenze del partner conservatore, il Partito Popolare Polacco (PSL), che ha espresso dubbi e ostacolato un’intesa definitiva.
Come riportato da Renovatio 21, la strada verso il matrimonio omofilo in Polonia è stata battuta persistentemente negli ultimi anni.
La Polonia è tra i cinque Stati UE che non riconoscono legalmente le relazioni omosessuate, unitamente a Bulgaria, Lituania, Romania e Slovacchia. Nel frattempo, un altro Paese che era dietro la Cortina di ferro sovietica, il Kazakistan, due settimane fa ha votato per vietare la «propaganda LGBT».
Come riportato da Renovatio 21, l’anno passato la CGUE aveva stabilito che la Romania doveva accettare la nuova identità di genere di una donna che ha fatto la «transizione» e ora si considera un uomo.
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Immagine di Lan Pham via Flickr pubblicata su licenza CC BY-NC 2.0
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Studio della Sanità USA conferma i pericoli dei farmaci transgender e degli interventi chirurgici sui minori
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