Politica
Camionisti in USA programmano uno sciopero contro lockdown ed elezioni truccate!
Alcuni video divenuti virali vengono sono stati pubblicati sui social media da camionisti americani.
I camionisti discutono della possibilità di uno sciopero nazionale il 29 novembre per protestare contro le misure di blocco del coronavirus e le elezioni.
«A partire da ora la parola è il 29 novembre – afferma un camionista – il 29 novembre parcheggiamo e non ci muoviamo… Il 29 novembre è il giorno in cui riprendiamo questo Paese. Diffondere la parola. È il nostro momento».
«A partire da ora la parola è il 29 novembre – afferma un camionista – il 29 novembre parcheggiamo e non ci muoviamo… Il 29 novembre è il giorno in cui riprendiamo questo Paese. Diffondere la parola. È il nostro momento».
«Diciamo cosa succede: la merda sta per diventare reale».
Truckers going on strike ! “November 29th , we park and don’t move . It’s the day we take this country back . It’s our time . We say what happens.” pic.twitter.com/XCg7oJfkm9
— VeBee????????✝️ (@VeBo1991) November 9, 2020
«E per finire, 70 milioni di voi ragazzi hanno votato contro l’industria degli autotrasporti, contro i primi soccorritori, contro petrolio e gas – non dimenticheremo questa merda, lo avete già dimenticato, ma noi non lo faremo»
Un secondo video mostra un altro camionista che delinea le ragioni dello sciopero: le misure di blocco del coronavirus che hanno avuto un impatto ingiusto sui conducenti e il risultato delle elezioni presidenziali.
A nationwide trucker strike may be coming. pic.twitter.com/oaIIhRe2RR
— Ian Miles Cheong (@stillgray) November 9, 2020
«Siamo stati qui nel mezzo di questa pandemia per tutto questo tempo portandoti la roba e come ci ringrazi?» lui chiede.
100 camionisti a New York «stanno minacciando di scioperare e chiudere le catene di approvvigionamento dei supermercati Whole Foods e Stop & Shop nell’area dei tre stati»
«Chiudete i ristoranti in cui mangiamo … poi chiudete le nostre aree di ristoro. Ora nel Wyoming stanno parlando di non spalare nemmeno le autostrade quest’inverno perché non possono permetterselo», aggiunge.
«E per finire, 70 milioni di voi ragazzi hanno votato contro l’industria degli autotrasporti, contro i primi soccorritori, contro petrolio e gas – non dimenticheremo questa merda, lo avete già dimenticato, ma noi non lo faremo».
Scrive Summit News che più di 100 camionisti a New York «stanno minacciando di scioperare e chiudere le catene di approvvigionamento dei supermercati Whole Foods e Stop & Shop nell’area dei tre stati». Whole Food è una catena di supermercati di merce biologica ora comperata da Amazon.
Ora c’è da capire se gli elettori di Biden, consumatori di soia e di Netflix, si possono rendere conto della realtà se questa tirerà loro in faccia un simile ceffone.
Ai tempi di Jimmi Hoffa, il controverso capo del sindacato degli autotrasportatori, gli USA erano tenuti costantemente consapevoli dell’importanza dei camionisti: senza il loro lavoro, il Paese si blocca completamente.
Ora c’è da capire se gli elettori di Biden, consumatori di soia e di Netflix, si possono rendere conto della realtà se questa tirerà loro in faccia un simile ceffone.
Immagine d’archivio
Politica
Brigitta Macron contro le femministe: «stupide stronze»
La moglie del presidente francese Emmanuel Macron, Brigitte, ha provocato un’ondata di indignazione dopo aver definito le manifestanti femministe «salles connes», cioè «stupide stronze».
All’inizio di questa settimana è emerso un video (poi cancellato) in cui la first lady francese, domenica scorsa, chiacchierava in privato nel backstage con l’attore e comico ebreo sefardita Ary Abittan, in passato accusato di stupro. L’artista 51enne era in tournée per la prima volta dopo che i giudici istruttori avevano archiviato il caso per mancanza di prove.
La sera precedente, il collettivo femminista Nous Toutes («Tutte noi») aveva fatto irruzione nel suo spettacolo di cabaret: alcune attiviste, con maschere raffiguranti il volto dell’attore e la scritta «stupratore», si erano alzate in mezzo al pubblico gridando «Abittan stupratore» prima di essere accompagnate fuori.
Nel video trapelato, Abittan scherza sul fatto di sentirsi ancora nervoso, probabilmente temendo il ritorno delle manifestanti. Si sente chiaramente Brigitte Macron rispondere in tono scherzoso: «Se ci sono delle stupide stronze, le cacceremo via».
Martedì un portavoce dell’Eliseo ha spiegato che la first lady stava solo cercando di tranquillizzare l’attore e che il suo commento era diretto unicamente ai metodi radicali usati per interrompere lo spettacolo.
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Nonostante la precisazione, le reazioni sono state immediate e trasversali: politici di tutti gli schieramenti, attivisti e personalità del mondo del cinema hanno condannato le parole.
La segretaria nazionale dei Verdi, Marine Tondelier, le ha definite «estremamente gravi»; la senatrice LR Agnès Evren le ha giudicate «profondamente sessiste». Persino l’ex presidente François Hollande ha criticato la scelta lessicale della first lady. L’attrice Judith Godrèche, divenuta simbolo della lotta contro le violenze sessuali nel cinema francese dopo aver denunciato abusi subiti da minorenne, ha chiesto la fine di questi comportamenti nel settore culturale e ha pubblicato un breve messaggio su Instagram contro le dichiarazioni di Brigitte Macron. Il collettivo Nous Toutes ha poi trasformato la frase in un hashtag virale sui social.
Brigitta Macron era già finita al centro dell’attenzione nei mesi scorsi per una lunga vicenda giudiziaria legata alle teorie complottiste che la descrivono come transgender. Una sentenza di quest’anno ha condannato e multato le due donne che avevano diffuso la falsa notizia, riaccendendo il dibattito sulle molestie online contro le figure pubbliche.
Il caso aveva avuto risonanza internazionale dopo che la commentatrice americana Candace Owens ne aveva ripreso le accuse, per poi dichiarare che i Macron avessero ordinato il suo assassinio.
Come riportato da Renovatio 21, Macron aveva chiesto personalmente a Trump di intercedere con la Owens per farla smettere di parlare dell’incredibile teoria per cui la Brigitta sarebbe nata uomo.
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Immagine di Mélanie Praquin via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International
Politica
Trump: Zelens’kyj deve indire le elezioni
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Politica
Tentativo di colpo di Stato in Benin
Un gruppo di militari del Benin, paese dell’Africa occidentale, ha proclamato la propria ascesa al potere attraverso la tv di stato SRTB. Tuttavia, diverse fonti hanno indicato che un assalto alla residenza presidenziale è fallito.
I soldati hanno sfruttato la rete televisiva per annunciare la sospensione delle istituzioni nazionali e della Costituzione beninese, ordinando la chiusura di tutte le frontiere aeree, terrestri e marittime. Hanno designato il tenente colonnello Pascal Tigri come presidente del Comitato Militare per la Rifondazione (CMR), «a partire da oggi». In seguito, il segnale del canale è stato tagliato.
Il ministro degli Esteri del Benin, Olushegun Adjadi Bakari, ha riferito all’agenzia Reuters che «un piccolo gruppo» di militari ha orchestrato un tentativo di golpe, ma le truppe leali al presidente Patrice Talon sono al lavoro per ristabilire la normalità. «C’è un tentativo in corso, ma la situazione è sotto controllo… La maggior parte dell’esercito rimane fedele e stiamo riprendendo il dominio della faccenda», ha precisato.
Il governo ha poco fa diffuso un video in lingua francese per spiegare l’accaduto. A parlare è Sig. Alassane Seidou, ministro dell’Interno e della Pubblica Sicurezza del Paese.
#Gouvbenin | #Wasexo | #DefenseSecuriteBenin |
🚨📢 Tentative de déstabilisation de l’État et ses Institutions : Le Gouvernement rassure la populationhttps://t.co/QYgsl5eIfS pic.twitter.com/LiG1xJdmKG
— Gouvernement du Bénin 🇧🇯 (@gouvbenin) December 7, 2025
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«Cari concittadini, Nelle prime ore del mattino di domenica 7 dicembre 2025, un piccolo gruppo di soldati ha scatenato un ammutinamento con l’obiettivo di destabilizzare lo Stato e le sue istituzioni. Di fronte a questa situazione, le Forze Armate del Benin e i loro vertici, fedeli al giuramento, rimasero fedeli alla Repubblica».
«La loro risposta ha permesso loro di mantenere il controllo della situazione e di sventare la manovra. Di fronte a questa situazione, le Forze Armate del Benin e i loro vertici, fedeli al giuramento, rimasero fedeli alla Repubblica. Pertanto, il Governo invita la popolazione a continuare a svolgere le proprie attività come di consueto».
A Cotonou, la principale città del Benin, si sono sentiti spari sin dalle prime ore di domenica, sebbene le voci di un colpo di stato non siano ancora verificate, ha dichiarato Maxim Meletin, portavoce dell’ambasciata russa nel paese africano, all’agenzia African Initiative.
«Dalle 7 del mattino, abbiamo rilevato colpi d’arma da fuoco e detonazioni di granate nei dintorni della residenza presidenziale. Stando a indiscrezioni non confermate, militari beninesi si sono presentati alla tv nazionale per proclamare la destituzione del presidente», ha proseguito Meletin.
Una fonte vicina a Talon, interpellata da Jeune Afrique, ha raccontato che uomini in divisa hanno provato a irrompere nella residenza presidenziale intorno alle 6 del mattino ora locale, con il capo dello Stato ancora all’interno. L’incursione sarebbe stata sventata dalle guardie di sicurezza, e il presidente sarebbe illeso.
Tuttavia, questi dettagli non hanno ricevuto conferme indipendenti da canali ufficiali. Unità dell’esercito fedeli al regime in carica hanno risposto con una controffensiva. Si parla di elicotteri che pattugliano Cotonou, mentre varie zone del centro urbano risultano bloccate.
Talon è al timone del Benin dal 2016; il suo secondo e ultimo mandato scadrà nel 2026. La Carta Costituzionale ammette soltanto due quinquenni presidenziali, e le urne per il dopo-Talon sono in programma il 12 gennaio 2026.
Nell’agosto 2025, la maggioranza al governo ha sostenuto la corsa alla presidenza del ministro dell’Economia e delle Finanze, Romuald Wadagni.
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Immagine da Twitter
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