Persecuzioni
Birmania, militari birmani impongono l’‘anticipo’ del Natale per non ostacolare il voto
Renovatio 21 pubblica questo articolo su gentile concessione di AsiaNews. Le opinioni degli articoli pubblicati non coincidono necessariamente con quelle di Renovatio 21.
Il regime ha ordinato alle chiese dello Stato settentrionale, dove vive una consistente comunità cristiana, di celebrare le messe natalizie entro il 20 dicembre. Vietato qualsiasi evento pubblico legato alla festa il 25. I funzionari giustificano il provvedimento con difficoltà logistiche. Rabbia e frustrazione fra i fedeli: «ci opprimono con le armi e ora cercano di opprimere il nostro spirito».
La dittatura golpista birmana «anticipa» il Natale nel Nord del Myanmar, in cui vi è una presenza consistente della minoranza cristiana, per non «ostacolare» la tornata elettorale in programma fra fine dicembre e il mese di gennaio. In queste ore infatti, con una decisione che ha sollevato profonda indignazione e risentimento fra i fedeli, il Consiglio militare al potere ha ordinato alle chiese dello Stato Kachin di tenere messe, celebrazioni ed eventi collegati alla festa nei giorni «precedenti» per favorire il voto.
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Fonti vicine agli amministratori governativi hanno confermato che i comuni in cui sono previste elezioni il 28 dicembre, tra cui la capitale Myitkyina, Putao, Tanai e Nawng Mun, hanno ricevuto l’ordine di concludere tutte le festività natalizie entro domani 20 dicembre. La direttiva vieta di fatto le celebrazioni pubbliche il 25 dicembre, data tradizionale e sacra collegata alla festa. I funzionari amministrativi locali giustificano la misura come una necessità logistica. «È a causa delle elezioni. Se si tenesse normalmente il 25 dicembre, sarebbe troppo vicino al voto» ha riferito ai media locali un membro del dipartimento dell’Amministrazione Generale della municipalità di Putao.
Per il popolo Kachin, prevalentemente cristiano, la disposizione della giunta golpista tornata al potere nel febbraio 2021 estromettendo il governo democratico e arrestando Aung San Suu Kyi non è visto come un adeguamento logistico, ma come un atto deliberato di controllo e repressione. Una residente cristiana della municipalità di Tanai ha espresso profonda «frustrazione», paragonando l’ordine a una «celebrazione di compleanno forzata e falsa». «Sembra un atto di oppressione religiosa. Non ho mai vissuto nulla di simile in tutta la mia vita da cristiana» ha affermato. «È come se ti dicessero di festeggiare il compleanno non nel giorno effettivo, ma prima. Chi sarebbe felice se il proprio compleanno fosse trattato in questo modo? Questa è la festa più sacra per ogni cristiano».
La restrizione ha messo il clero in una posizione difficile. Temendo ripercussioni, la maggior parte delle chiese si è adeguata, programmando le funzioni per il 18 o il 19 dicembre. Un ex amministratore di circoscrizione a Myitkyina ha osservato che, sebbene non sia stata resa nota alcuna punizione specifica, la minaccia è implicita. «È certo – afferma dietro anonimato – che se qualcuno lo terrà vicino alle elezioni del 24 o 25… verrà arrestato o bloccato, con l’accusa di disobbedienza o ribellione agli ordini del governo».
Mung Aung, un catechista cattolico locale, ha condannato le restrizioni come una violazione della libertà religiosa e un sintomo della più ampia guerra della giunta contro le minoranze etniche e religiose del Paese. «È molto strano e profondamente doloroso – sottolinea il cristiano – che non possiamo celebrare il Natale in pubblico nel giorno sacro a causa di questa restrizione».
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«Il governo militare – prosegue – tratta la nostra fede come un inconveniente per la loro scena politica. E ci costringe a spostare la nascita del nostro Salvatore per adattarla al loro programma, dimostrando così la loro totale mancanza di rispetto per il popolo Kachin e la minoranza cristiana. Ci opprimono con le armi e ora cercano di opprimere il nostro spirito dettandoci quando possiamo pregare. Ma mentre possono controllare le date sul calendario, non possono spegnere la fede nei nostri cuori».
La controversia nasce mentre il consiglio militare porta avanti le elezioni nei comuni «stabili» il 28 dicembre. I partiti politici, tra cui il partito di coalizione militare Union Solidarity and Development Party (USDP) e il National Unity Party (NUP), avrebbero infatti già iniziato la campagna elettorale in queste zone. Tuttavia, nei comuni in cui non si terranno le elezioni, le festività natalizie dovrebbero svolgersi come di consueto, creando una netta divisione all’interno dello Stato.
Gli osservatori sottolineano che la riprogrammazione forzata del Natale rischia di aggravare animosità e tensione tra il regime militare e la popolazione Kachin, che da tempo subisce le offensive dell’esercito e una discriminazione sistematica.
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Immagine di Gio Tun via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International
Persecuzioni
Trump per Natale attacca «la feccia ISIS» in Nigeria
.@POTUS “Tonight, at my direction as Commander in Chief, the United States launched a powerful and deadly strike against ISIS Terrorist Scum in Northwest Nigeria, who have been targeting and viciously killing, primarily, innocent Christians, at levels not seen for many years, and… pic.twitter.com/ct7rUW128t
— Department of War 🇺🇸 (@DeptofWar) December 26, 2025
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Persecuzioni
Vescovi indiani: «Angoscia e condanna» per l’aumento di attacchi ai cristiani a Natale
Renovatio 21 pubblica questo articolo su gentile concessione di AsiaNews. Le opinioni degli articoli pubblicati non coincidono necessariamente con quelle di Renovatio 21.
In una nota la Conferenza episcopale condanna l’escalation «allarmante» di assalti e violenze alla vigilia della festa. Fra gli episodi anche insulti e molestie contro una donna ipovedente. Nel Kerala arrestato un 24enne legato al Rashtriya Swayamsevak Sangh che ha aggredito bambini che intonavano canti natalizi.
Profonda angoscia e una ferma condanna. È quanto esprime in una nota la Conferenza episcopale indiana (CBCI), in riferimento a quello che definiscono «allarmante aumento» di attacchi contro i cristiani »in vari Stati del nostro Paese durante il periodo natalizio».
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«Questi episodi mirati, in particolare contro cori natalizi pacifici e congregazioni riunite nelle chiese per pregare, minano gravemente» prosegue la dichiarazione dei vescovi «le garanzie costituzionali indiane di libertà di religione e il diritto di vivere e praticare il proprio culto senza timore». La CBCI si dice «sconvolta» da un filmato diventato virale in rete e proveniente da Jabalpur, nel Madhya Pradesh. »Una donna ipovedente» denunciano i prelati «che partecipava a un programma natalizio è stata pubblicamente insultata e molestata fisicamente» dal vice-presidente locale del BJP (Bharatiya Janata Party) Anju Bhargava e da gruppi di facinoroso che «hanno interrotto le riunioni natalizie».
«Alla luce di tale condotta egregia e disumanizzante, la CBCI» prosegue la nota «chiede l’immediata espulsione di Anju Bhargava dal BJP». Altrettanto inquietante è la diffusione di manifesti pieni di odio nel Chhattisgarh, che invitano a un bandh [forma di protesta pubblica] il 24 dicembre contro i cristiani, che può inasprire le tensioni e fomentare ulteriori violenze.
I vescovi condannano «questi atti di odio» e si appellano ai governi degli Stati e all’esecutivo centrale perché adottino «misure urgenti e visibili contro tutti gli individui e le organizzazioni che diffondono odio e violenza». La CBCI, conclude la dichiarazione a firma di padre Robinson Rodrigues, chiede al ministro degli Interni Shri Amit Shah jj «di garantire la rigorosa applicazione della legge e la protezione delle comunità cristiane» perché la festa del Natale sia celebrata in un clima di pace, armonia e sicurezza.
Nel frattempo la polizia del Kerala ha arrestato un membro del Rashtriya Swayamsevak Sangh (RSS), legato anche al BJP, con l’accusa di aver aggredito un gruppo di bambini che intonavano canti natalizi nel distretto di Palakkad. Secondo quanto riferito, l’indagato avrebbe spaventato i bambini dopo averne aggrediti un paio e aver danneggiato il tamburo che il gruppo stava utilizzando. La persona arrestata è stata identificata come Ashwin Raj, 24enne originario di Kalandithara, Puthussery. L’incidente è avvenuto la sera di domenica 21 dicembre, quando un gruppo di dieci studenti è arrivato nella zona fra canti natalizi e note di strumenti musicali.
Secondo la denuncia, gli attivisti RSS-BJP che si erano radunati nella zona hanno fermato gli studenti, li hanno minacciati e hanno chiesto che i gruppi di piccoli cantori non entrassero nella cittadina. Durante il confronto, Ashwin Raj avrebbe aggredito alcuni di loro e danneggiato gli strumenti musicali. Terrorizzati, i bambini hanno immediatamente informato i familiari e, insieme a loro, si sono recati alla stazione di polizia per sporgere denuncia. A seguito di un’inchiesta, la polizia ha arrestato l’imputato che si trova ora in custodia cautelare con accuse previste ai sensi della Sezione 308 del Bharatiya Nyay Sanhita (il nuovo Codice penale indiano).
Domenica, il ministro dell’Istruzione del Kerala V. Sivankutty ha segnalato alcuni episodi in cui le direzioni scolastiche hanno annullato le celebrazioni natalizie sotto pressione, presumibilmente da parte di gruppi dell’estrema destra indù fedeli al Rashtriya Swayamsevak Sangh (RSS). L’alto funzionario ha reagito con veemenza dopo che il quotidiano Deshabhimani, organo di stampa del CPM(Communist Party of India), ha affermato che alcune scuole gestite dal Sangh Parivar e un’altra con una «direzione indù» hanno deciso di non organizzare programmi natalizi.
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Secondo quanto riferito dal Times of India (TOI), almeno un istituto avrebbe raccolto contributi prima di revocare la decisione. Alcuni genitori hanno presentato una petizione congiunta al ministro contro una scuola di Thiruvananthapuram che ha annullato le celebrazioni dopo averle pianificate, mentre gruppi indù di estrema destra sui social media hanno preso di mira i cristiani: fra intimidazioni e minacce, il monito ricorrente è di interrompere le feste dei Natale per non incorrere in «conseguenze non specificateÐ.
Sivankutty ha accusato l’RSS e le sue affiliate di cercare di espellere le pratiche religiose e le celebrazioni delle minoranze cristiane e musulmane dalla vita culturale del Kerala, per «creare divisioni nella società». Per il ministro i radicali indù vorrebbero replicare nel Kerala il «modello del Nord» di «emarginazione delle minoranze» ma ha aggiunto che ogni tentativo di divisione o di odio verrà respinto con forza.
Il TOI riferisce inoltre che i vertici della scuola “filo-indù” citata nell’articolo non avrebbero vietato di celebrare i Natale. «Tuttavia» prosegue il racconto « stata imposta una restrizione sul taglio della torta in considerazione dei timori di possibili intossicazioni alimentari. Le celebrazioni natalizie si terranno comunque», ha affermato un funzionario.
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Immagine della cattedrale di San Tommaso a Madras
Immmagine di Joe Ravi via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0 Unported
Persecuzioni
Una proposta di legge canadese potrebbe condannare la Bibbia come «discorso d’odio»
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Un odio per la Bibbia
A ottobre, il deputato liberale Marc Miller ha dichiarato che alcuni passaggi della Bibbia erano «odiosi» per ciò che dicevano sull’omosessualità e che coloro che li recitavano avrebbero dovuto essere imprigionati. «Ci sono chiaramente situazioni in questi testi in cui queste affermazioni sono odiose», ha affermato Miller. «Non dovrebbero essere usate per invocare o fungere da difesa», ha aggiunto, scatenando immediatamente un’ondata di proteste da parte dei conservatori in tutto il Canada. Questo attacco non è di poco conto, perché un’analisi delle biblioteche storiche rivela numerosi testi che potrebbero rientrare nell’ambito di applicazione di questo emendamento, eppure solo la Bibbia è presa di mira, a dimostrazione di un chiaro «incitamento all’odio» da parte del signor Miller. Logicamente, dovrebbe quindi essere il primo a soccombere a questa proposta di legge. Articolo previamente apparso su FSSPX.NewsIscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
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