Spirito
Bergoglio impartisce una benedizione «valida per tutte le religioni» senza fare il segno della croce
Al termine di un incontro con giovani di diverse fedi a Giacarta, papa Francesco ha impartito una benedizione senza invocare la Trinità con il segno della croce, dicendo che la benedizione sarebbe «valida per tutte le religioni».
Al termine del suo primo giorno intero di appuntamenti in Indonesia, Bergoglio ha preso parte a un’assemblea dei partecipanti alla comunità Scholas Occurrentes, un’organizzazione internazionale lanciata proprio da lui in Argentina nel 2001.
Dopo aver intrattenuto un dialogo avanti e indietro con alcuni dei giovani coinvolti, il Papa ha annunciato che avrebbe impartito una benedizione finale. Poiché il gruppo era composto da un certo numero di religioni diverse (Scholas non è un’organizzazione cattolica), la benedizione di Francesco ha assunto una natura multireligiosa.
Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
«Vorrei impartire una benedizione. Una benedizione significa dire bene, augurare bene qualcosa», ha esordito. Continuando la sua preghiera di benedizione alla folla riunita, che includeva cattolici e musulmani, Bergoglio ha aggiunto:
«Qui, voi appartenete a religioni diverse, ma noi abbiamo un solo Dio, è uno solo. E in unione, in silenzio, pregheremo il Signore e io darò una benedizione per tutti, una benedizione valida per tutte le religioni. Che Dio benedica ciascuno di voi. Possa egli benedire tutti i vostri desideri. Possa benedire le vostre famiglie. Possa egli benedirvi qui presenti. Possa benedire il vostro futuro. Amen».
In conclusione, Francesco non si è fatto il segno della croce, come è consuetudine per un religioso cattolico impartire una benedizione, né ha invocato il nome della Santissima Trinità.
JAKARTA: Meeting with young of many faiths in the Scholas Occurrentes movement, #PopeFrancis gave a closing prayer which he said was acceptable to all present:
“We are from different religions but we have only 1 god.”He didn’t make sign of the cross. Indonesia is 87% Muslim pic.twitter.com/2pvy8gGnxO
— Michael Haynes 🇻🇦 (@MLJHaynes) September 4, 2024
Aiuta Renovatio 21
L’Indonesia è composta da una popolazione fortemente islamica: l’87%è musulmano e solo il 3%è cattolico. Dato questo fatto, il fatto che Francesco abbia evitato di fare il segno della croce o di invocare il nome della Trinità è stato elogiato dai traduttori della trasmissione in streaming, che hanno elogiato la sua sensibilità in una nazione prevalentemente musulmana.
Tuttavia, l’insegnamento cattolico afferma che «la Chiesa impartisce benedizioni invocando il nome di Gesù, solitamente mentre si fa il segno sacro della Croce di Cristo».
Il segno della croce, che invoca per nome ciascuna delle tre persone della Trinità, è un gesto spiccatamente cristiano, poiché altri credi che professano un solo Dio – l’Islam e l’Ebraismo – non accettano Dio come Trinità.
I manuali catechetici tradizionali sottolineano che il segno della croce «è il segno esteriore che distingue il cristiano dagli altri uomini». Le rubriche liturgiche sottolineano anche come il segno della croce sia una parte fondamentale di una benedizione.
L’uso del segno della croce nella Chiesa cattolica risale ai primi tempi, come attestato da San Basilio il Grande, il quale scrisse che la pratica era stata tramandata dagli Apostoli, i quali «ci hanno insegnato a segnare con il segno della croce coloro che ripongono la loro speranza nel Signore».
Questo ulteriore attacco alla religione cattolica mostra come il fine del viaggio in Indonesia non sia l’evangelizzazione, come da comando di Nostro Signore, né l’incontro con la comunità cristiana, quanto invece il dialogo interreligioso, che possiamo qui chiamare senza infingimenti come puro sincretismo, testimoniato anche dalle foto in cui l’imam di Giacarta, in posizione dominante in quanto non seduto su una sedia a rotelle, bacia in testa Bergoglio.
Pope, Indonesia imam in joint appeal against religion stoking conflict.
Pope Francis warned against religion being used to stoke conflicts, in a declaration signed with a top Indonesian imam before he holds mass for tens of thousands in Jakartahttps://t.co/RG2NQcMEtS pic.twitter.com/4uWS763aCN
— AFP News Agency (@AFP) September 5, 2024
Aiuta Renovatio 21
Notare come al bacio in testa del religioso islamico il Bergoglio risponda con un dolce bacio sulla mano. Avevamo visto il pontefice baciare le mani anche in un’altra occasione di sincretismo: quando incontrò in Israele alcuni sopravvissuti dei campi di concentramento tedeschi.
Why does Pope Francis kiss hands and whose hand does he kiss?#palestine #gaza #israel #jerusalem #palestinian #indonesia #love #lebanon #westbank #instagram #bhfyp #pope #christian #francis pic.twitter.com/gfAjCVIoC6
— WhyNotSpeakUp (@WhyNotSpeakUp) October 27, 2023
Come noto, anni fa durante l’incontro interreligioso di Abu Dhabi vi era stato anche un bacio con il Grande Imam di Al-Azhar Ahmad Al-Tayyeb.
Pope Francis and Grand Imam of al-Azhar Sheikh Ahmed al-Tayeb kiss each other during an inter-religious meeting in Abu Dhabi, and more photos of the day: https://t.co/Qbp0Nkkoky | 📷 Tony Gentile pic.twitter.com/RbfirftSsT
— Reuters Pictures (@reuterspictures) February 4, 2019
Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
Spirito
Nuovi cardinali: Papa Francesco affronta la tentazione del conclave
Sostieni Renovatio 21
Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
Geopolitica
Bergoglio incontra privatamente Zelens’kyj
Bergoglio ha incontrato in Vaticano il presidente ucraino Volodymyr Zelens’kyj, segnando il loro terzo incontro da maggio 2023.
Venerdì mattina presto, il grande corteo di Zelensky lo ha condotto attraverso Roma per un’udienza privata con Papa Francesco.
La visita, durata 35 minuti, era stata annunciata dal Vaticano il 9 ottobre. È il secondo incontro di persona tra Francesco e Zelens’kyj quest’anno: si erano già incontrati durante l’evento del G7 ospitato dall’Italia a giugno.
Iscriviti al canale Telegram
In una leggera deviazione dai normali dettagli sommari rilasciati dal Vaticano sulle visite dei capi di stato, il comunicato stampa riguardava solo la conversazione di Zelensky con il Segretario di Stato vaticano, il cardinale Pietro Parolin, e il ministro degli esteri, l’arcivescovo Richard Gallagher. Non sono stati forniti dettagli sulla conversazione del Bergoglio con lo Zelens’kyj.
«I colloqui in Segreteria di Stato sono stati dedicati allo stato della guerra e alla situazione umanitaria in Ucraina, nonché alle vie che potrebbero metterle fine, portando ad una pace giusta e stabile nel Paese» si legge nel comunicato stampa della Santa Sede. «Inoltre, sono state esaminate anche alcune questioni relative alla vita religiosa nel Paese».
Dopo l’incontro, il presidente ucraino ha pubblicato online che «la questione del rientro a casa del nostro popolo dalla prigionia è stata il tema principale del mio incontro con Papa Francesco».
«Contiamo sull’assistenza della Santa Sede per aiutare a riportare indietro gli ucraini fatti prigionieri dalla Russia», ha aggiunto.
For all of us in Ukraine, the issue of captured and deported people remains incredibly painful. These are adults and children, many civilians who are now held in prisons and camps in Russia.
Yesterday, it was reported that Ukrainian journalist Viktoria Roshchyna died in Russian… pic.twitter.com/9AECwB6ncY
— Volodymyr Zelenskyy / Володимир Зеленський (@ZelenskyyUa) October 11, 2024
Aiuta Renovatio 21
Sono degne di nota le discussioni di Zelens’kyj con Parolin e Gallagher sulla vita religiosa in Ucraina, poiché la religione ha rappresentato un importante elemento latente dell’attuale conflitto nella regione.
Come riportato da Renovatio 21, il regime di Kiev sta perseguitando la Chiesa Ortodossa Ucraina canonica (UOC), arrestando e condannando i suoi preti e vescovi, privandoli della cittadinanza, proibendo le preghiore in russo, assediando con i militari i luoghi di culto facendoli sgombrare dall’antico monastero della Lavra. Bergoglio aveva in passato fatto un timido appello per i monaci di Kiev, a quanto pare inascoltato, o sommerso dalle velleità diplomatiche della nuova Santa Sede, che pure in assenza dell’antico prestigio e potere diplomatico, vorrebbe portare Mosca e Kiev ad un negoziato, ricevendo plateali porte in faccia pure quando ospita Zelens’kyj presso il Sacro Palazzo.
Ad agosto, papa Francesco aveva condannato pubblicamente la decisione del governo Zelens’kyj di vietare le attività della Chiesa ortodossa ucraina del Patriarcato di Mosca (UOC) nel Paese, accusata dal governo ucraino di essere un mezzo utilizzato dalla Russia per spiare il Paese.
In precedenza, l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani (OHCHR) aveva criticato il governo ucraino per aver fatto irruzione nelle proprietà della Chiesa ortodossa ucraina e per aver arrestato alcuni membri del suo clero a causa dei precedenti legami ufficiali della chiesa con il Patriarcato di Mosca.
Poi, nel dicembre 2023, l’ufficio comunicazioni della Chiesa greco-cattolica ucraina (UGCC) ha riferito che le autorità russe hanno vietato la chiesa nella regione occupata di Zaporizhzhia. I russi avrebbero anche vietato i Cavalieri di Colombo e l’organizzazione Caritas cattolica.
Parlando con Bergoglio all’inizio di questa settimana, alla vigilia della visita di Zelens’kyj, l’arcivescovo maggiore di Kiev, monsignor Sviatoslav Shevchuk, ha informato il pontefice sulla situazione attuale in Ucraina. Ha aggiunto che Zelens’kyj considera il papa una «voce e un’autorità morale globale», forse dimenticando gli insulti fatti piovere da un consigliere del presidente ucraino sul vertice della Chiesa cattolica e sul cristianesimo tutto qualche mese fa: Mikhailo Podolyak è arrivato a definire il papa uno «strumento della propaganda russa» che «ingannerrebbe l’Ucraina».
Va ricordatoBergoglio aveva pure baciato pubblicamente, durante un’udienza dello scorso anno, la bandiera di una «centuria» del golpe di Maidan.
Tornando dal viaggio apostolico a Budapest, dove Bergoglio aveva incontrato il metropolita ortodosso Ilarione, religioso di vedute moderniste (e sfrenatamente vacciniste) allontanato dalla gerarchia centrale del Patriarcato di Mosca, aveva millantato ai giornalisti chissà quali manovre dietro le quinte per risolvere il conflitto in corso. All’epoca ci sembrarono vanterie e fandonie improvvisate, e non possiamo ora che confermare la nostra impressione.
Ci fu poi la visita, fatta in maglioncino con simboli banderisti, di Zelens’kyj presso la Santa Sede nel suo tour romano, dove ha potuto abbracciare la Meloni, Mattarella e Bruno Vespa. Dal papa, ricorderete tutti, Zelens’kyj si contraddistinse per una boria inflessibile, al punto che, come mostrato dalle TV, contrariamente ad ogni protocollo, si sedette prima che lo facesse il pontefice che lo ospitava. In pratica, l’intera operazione era una grande porta sbattuta di persona dal vertice di Kiev in faccia alle ambizioni diplomatiche del papato.
Attualmente è impegnato in un tour di 48 ore nelle capitali europee e tra i leader politici nazionali, dopo aver incontrato il primo ministro britannico Keir Starmer con il nuovo segretario generale della NATO Mark Rutte, il presidente francese Emmanuel Macron e il primo ministro italiano Giorgia Meloni.
La Santa Sede è stata coinvolta in missioni diplomatiche che cercano di realizzare la pace nell’attuale guerra tra Russia e Ucraina. Dal 2023, tali sforzi sono stati guidati pubblicamente dal cardinale Matteo Zuppi, presidente della conferenza episcopale italiana, con praticamente nessun risultato, se non l’umiliazione della comprensione che la diplomazia vaticana, un tempo tanto potente, ora non vale più nulla..
Iscriviti al canale Telegram
Grazie a questi sforzi è stato effettuato più di una volta uno scambio di prigionieri; in particolare la Santa Sede ha chiesto alla Russia di restituire i bambini all’Ucraina.
A luglio, il cardinale Parolin aveva visitato Zelens’kyj in Ucraina. Parolin, che ha guidato la posizione diplomatica della Santa Sede sull’Ucraina a livello internazionale più ampio, in forum come l’ONU, ha costantemente ribadito la richiesta del Papa di dialogo e pace nella regione.
Renovatio 21, piuttosto in solitaria, ha fatto notare il caso di un sacerdote greco-cattolico ucraino, quindi in comunione con Roma e Bergoglio, sia stato attaccato e costretto a scusarsi per essersi permesso una preghiera Dio per la pace durante un’omelia. Al momento, per questa grave violazione della libertà religiosa di un sacerdote cattolico, non una parola è stata detta dal Vaticano.
Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
Spirito
Le élite politiche usano la pornografia per schiavizzare i nostri figli: parla il vescovo Schneider
Sostieni Renovatio 21
Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
-
Ambiente6 giorni fa
Naufragio di nave militare neozelandese, fuoriuscita di petrolio «altamente probabile»: accuse in rete alla comandante lesbica
-
Essere genitori1 settimana fa
Vaccino Pfizer, studio su 1,7 milioni di bambini e adolescenti rileva la miopericardite solo nei vaccinati
-
Vaccini2 settimane fa
Nuovo studio trova un collegamento tra vaccini COVID e gravi problemi cardiaci
-
Bioetica2 settimane fa
Feto sorride dopo aver sentito la voce del papà durante l’ecografia
-
Sanità2 settimane fa
L’ONU approva il «Patto per il futuro»: vaccini intelligenti, più censura, ma nessun nuovo potere di emergenza
-
Spirito1 settimana fa
Mons. Viganò contro la cerimonia azteca per la nuova presidente messicana: «Tutti gli dèi dei pagani sono demoni»
-
Gender1 settimana fa
Squadra di calcio transgender sconfitta 19-0 nella partita d’esordio
-
Geopolitica2 settimane fa
Iniziata l’invasione israeliana del Libano