Epidemie
A De Donno il premio San Giuseppe Moscati
Ogni anno, fra ottobre e novembre, presso il Convento di San Francesco a Casanova di Carinola, si tiene la consueta edizione del «Premio prof. Giuseppe Moscati». La tradizione vuole che in questo luogo sia passato San Francesco d’Assisi, ritratto della più santa, pura e profonda umiltà.
La stessa umiltà e la stessa purezza incarnata da San Giuseppe Moscati, medico e scienziato napoletano che ha speso la vita intera a curare i malati attraverso la medicina e attraverso le virtù della Fede e della Carità, senza chiedere mai nulla in cambio. Lo studio della medicina rappresentò per lui lo slancio irrefrenabile verso quel desiderio di poter aiutare il prossimo, lenire il dolore fisico causato dalla malattia e dare sostegno e conforto a chi smarriva la via dello spirito.
Al dottor De Donno, pneumologo, primario del reparto di pneumologia dell’Ospedale Carlo Poma di Mantova, verrà assegnato quest’anno il prestigioso Premio Prof. Giuseppe Moscati
Dopo gli studi, pur continuando la ricerca che come scienziato gli stava tanto a cuore, si dedicò al lavoro in corsia, diventando ben presto primario dell’Ospedale Santa Maria del Popolo degli Incurabili di Napoli e rinunciando anche alla carriera universitaria per la quale era particolarmente vocato.
Il suo posto era in mezzo ai malati, per i quali divenne un grande punto di riferimento sia per la professionalità dettata da una grande attitudine alla diagnosi, che per la carità spirituale che animava la sua professione, convertendola in una missione.
San Giuseppe Moscati, medico e scienziato napoletano che ha speso la vita intera a curare i malati attraverso la medicina e attraverso le virtù della Fede e della Carità, senza chiedere mai nulla in cambio
Il «medico dei poveri» — così veniva chiamato al suo paese — vedeva nel malato e nel suo dolore fisico anzitutto un’anima lacerata e bisognosa di conforto spirituale.
Dopo la sua morte venne rinvenuto un foglio in cui il Moscati scriveva: «Gli ammalati sono le figure di Gesù Cristo. Molti sciagurati, delinquenti, bestemmiatori vengono a capitare in ospedale per disposizione della misericordia di Dio, che li vuole salvi. Negli ospedali la missione delle suore, dei medici, degli infermieri è di collaborare a questa infinita misericordia, aiutando, perdonando, sacrificandosi. Coltivando nel cuore rancori, si finisce per trascurare questa missione, affidata dalla Provvidenza a coloro che assistono gli infermi; si trascurano pure gli infermi. Ogni tanto però il Signore dà un segno della sua presenza e consapevolezza».
«Negli ospedali la missione delle suore, dei medici, degli infermieri è di collaborare a questa infinita misericordia, aiutando, perdonando, sacrificandosi»
Quando nel 1906 il Vesuvio eruttò, il dottor Moscati accorse ad evacuare gli anziani ospitati in un edificio che stava per essere distrutto, senza curarsi del pericolo per la propria vita.
Pensando a questo grande gesto del Moscati, che dimentico di sé accorre a salvare gli ultimi, coloro i quali oggi, per un certo rigorismo utilitarista, si potrebbe persino pensare di non salvare, è difficile non pensare al dottor Giuseppe De Donno, che del medico napoletano porta il nome ma sicuramente anche la professionalità, l’umanità, la sensibilità e la grande disposizione etica.
Proprio al dottor De Donno, pneumologo, primario del reparto di pneumologia dell’Ospedale Carlo Poma di Mantova, verrà assegnato quest’anno il prestigioso Premio Prof. Giuseppe Moscati, giunto alla sua XXXIII edizione.
Come Giuseppe Moscati, anche De Donno non ha avuto paura di denunciare gli abusi, di rispondere a chi attaccava qualcosa di vero e giusto. Non per difendere se stesso, ma per rendere onore a ciò che è giusto e ai propri pazienti curati, guariti e grati
Il riconoscimento, molto conosciuto in ambito sanitario-assistenziale, va a chi ha mostrato «il sostegno disinteressato al prossimo in difficoltà» e a «quanti, operatori sanitari o meno, interpretano la vita con umiltà ed utilizzano la loro professione per lenire le altrui sofferenze, sull’esempio di San Giuseppe Moscati, medico e scienziato insigne napoletano», come si legge in quella che è la descrizione dei criteri in base ai quali si assegna annualmente il premio.
Il Dott. De Donno, insieme al Dott. Franchini e a tutta la Asst di Mantova, in collaborazione con l’Ospedale San Matteo di Pavia, ha dato vita ad un protocollo di cura con il plasma per gli ospiti di alcune residenze per anziani del mantovano risultati positivi al COVID-19.
In Italia è la prima volta che si interviene in modalità così concrete all’interno delle RSA per cercare di arginare l’enorme danno causato da Sars-CoV-2. Come abbiamo già avuto modo di dire, questo è un atto di grande generosità e di grande disponibilità etica ed umana.
La stessa macchina del fango fu messa in atto contro il Prof. Luigi Di Bella, santo uomo e grande medico, plurilaureato, denigrato e umiliato senza pietà da chi ha sempre cercato di metterlo in cattiva luce
Nessuno è santo in vita, tanto che persino il dottor Giuseppe Moscati, a Napoli, iniziarono a chiamarlo il «medico santo» solo dopo la sua morte. Le miserie della nostra esistenza umana sono troppo grandi per renderci santi già qui sulla terra, dove siamo vittime della carne, ma è certo che ogni vita deve mirare alla santità, perché questa è la vocazione primordiale dell’essere umano.
Con l’esercizio della sua professione al servizio del prossimo, De Donno percorre questa strada, fatta di gratuità, carità, misericordia. La professione di medico offre la meravigliosa possibilità di allenarsi nelle virtù che rendono l’uomo virtuoso e puro agli occhi di Dio.
Nel Prof. De Donno possiamo chiaramente vedere questo esempio: egli si è messo in gioco per amore verso il suo prossimo, spendendosi in una battaglia che forse nemmeno osava immaginare essere così grande. Agli attacchi subiti ha risposto con la perseveranza, alle offese con la mansuetudine, alle denigrazioni con il coraggio di aver portato avanti una cura gratuita, solidale, efficace, etica.
Come Giuseppe Moscati, anche De Donno non ha avuto paura di denunciare gli abusi, di rispondere a chi attaccava qualcosa di vero e giusto. Non per difendere se stesso, ma per rendere onore a ciò che è giusto e ai propri pazienti curati, guariti e grati.
La stessa macchina del fango fu messa in atto contro il Prof. Luigi Di Bella, santo uomo e grande medico, plurilaureato, denigrato e umiliato senza pietà da chi ha sempre cercato di metterlo in cattiva luce.
Aldilà delle proprie convinzioni scientifiche — pur ricordando che la medicina non è una scienza esatta — quando sono l’astio ed il livore ad alimentare le critiche che dovrebbero essere oggettive, vuol dire che qualcosa non torna. Non per niente De Donno, in maniera dispregiativa, è stato vergognosamente definito «il Di Bella mantovano». Che ciò possa essere presa come una medaglia al valore, visto lo spessore culturale, professionale ed umano incarnato da Di Bella. Un medico che, proprio come Giuseppe Moscati, ha alimentato l’amore per la Scienza e per la conoscenza attraverso un’incrollabile Fede che lo ha sempre sorretto.
Certamente questo premio è più che meritato per tutto il bene che gratuitamente il dottor De Donno ha fatto, pagandone personalmente le spese, sempre continuando la plasmaterapia che ha salvato vite.
Dio possa custodire la professione dei bravi medici, e San Giuseppe Moscati interceda per il Dott. De Donno e per tutti i sanitari di buona volontà.
A loro vogliamo dedicare la bellissima preghiera scritta da una suora partenopea:
Dio possa custodire la professione dei bravi medici, e San Giuseppe Moscati interceda per il Dott. De Donno e per tutti i sanitari di buona volontà.
Ti prego per il mio Medico, o Signore,
e Ti ringrazio
perché trovo in lui il sacerdote del mio corpo,
come nel sacerdote trovo il medico dell’anima mia.
Illumina la sua intelligenza
nella diagnosi e nella cura;
guida la sua mano nel suo lavoro;
fallo Tuo collaboratore.
Dammi fiducia in lui, dagli fiducia in me.
Fagli credere nella medicina e nei miracoli.
Che lui infonda serenità e confidenza;
che il suo contegno sia signorile e dignitoso sempre;
che sia con tutti nobile e gentile.
Che non venda la sua scienza e la sua coscienza:
che cerchi e salvi solo e sempre la vita,
ma sappia accettare la morte.
Fa’ che curando i corpi, sappia rispettare le anime
e che intenda la sua missione
anche come opera di misericordia:
nel malato veda un figlio di Dio, e un suo fratello.
Egli cura il mio corpo:
salva la sua anima, salva lui e me.
Così sia.
Cristiano Lugli
Epidemie
Uomo muore di peste bubbonica: piaghe antiche stanno tornando?
Funzionari dello Stato americano del Nuovo Messico hanno confermato che un cittadino è morto di peste. Si tratterebbe del primo caso di decesso da peste da diversi anni. Lo riporta la testata americano Epoch Times.
Il Dipartimento della Salute del Nuovo Messico, in una dichiarazione, ha affermato che un uomo nella contea di Lincoln «ha ceduto alla peste» L’uomo, che non è stato identificato, era stato ricoverato in ospedale prima della sua morte, hanno detto i funzionari.
Hanno inoltre notato che si tratta del primo caso umano di peste nel Nuovo Messico dal 2021 e anche della prima morte dal 2020, secondo la dichiarazione. Non sono stati forniti altri dettagli, compreso il modo in cui la malattia si è diffusa all’uomo.
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L’agenzia sta ora svolgendo attività di sensibilizzazione nella contea di Lincoln, mentre «nella comunità verrà condotta anche una valutazione ambientale per individuare i rischi in corso», continua la dichiarazione. «Questo tragico incidente serve a ricordare chiaramente la minaccia rappresentata da questa antica malattia e sottolinea la necessità di una maggiore consapevolezza della comunità e di misure proattive per prevenirne la diffusione», ha affermato l’agenzia.
La peste, conosciuta come morte nera o peste bubbonica, è una malattia batterica che può diffondersi attraverso il contatto con animali infetti come roditori, animali domestici o animali selvatici.
La dichiarazione del Dipartimento della Salute del Nuovo Mexico afferma che gli animali domestici come cani e gatti che vagano e cacciano possono riportare pulci infette nelle case e mettere a rischio i residenti.
I funzionari hanno avvertito le persone della zona di «evitare roditori e conigli malati o morti, i loro nidi e tane» e di «impedire agli animali domestici di vagare e cacciare».
«Parlate con il vostro veterinario dell’utilizzo di un prodotto appropriato per il controllo delle pulci sui vostri animali domestici poiché non tutti i prodotti sono sicuri per gatti, cani o bambini» e «fate esaminare prontamente gli animali malati da un veterinario», ha aggiunto.
«Consulta il tuo medico per qualsiasi malattia inspiegabile che comporti una febbre improvvisa e grave, continua la dichiarazione, aggiungendo che la gente del posto dovrebbe pulire le aree intorno alla loro casa che potrebbero ospitare roditori come cataste di legna, mucchi di spazzatura, vecchi veicoli e mucchi di cespugli.
La peste, diffusa dal batterio Yersinia pestis, ha causato la morte di circa centinaia di milioni di europei nei secoli XIV e XV in seguito alle invasioni mongole. In quella pandemia, i batteri si diffusero tramite le pulci sui ratti neri, che secondo gli storici non erano conosciuti dalla gente dell’epoca.
Si ritiene che anche altre epidemie di peste, come la peste di Giustiniano nel VI secolo, abbiano ucciso circa un quinto della popolazione dell’Impero bizantino, secondo documenti e resoconti storici. Nel 2013, i ricercatori hanno affermato che anche la peste di Giustiniano era stata causata dal batterio Yersinia pestis.
Casi recenti si sono verificati principalmente in Africa, Asia e America Latina. I paesi con frequenti casi di peste includono il Madagascar, la Repubblica Democratica del Congo e il Perù, afferma la clinica. Negli ultimi anni sono stati segnalati numerosi casi di peste anche nella Mongolia interna, in Cina.
I sintomi di un’infezione da peste bubbonica comprendono mal di testa, brividi, febbre e debolezza. I funzionari sanitari affermano che di solito può causare un doloroso gonfiore dei linfonodi nella zona dell’inguine, dell’ascella o del collo. Il gonfiore di solito si verifica entro circa due-otto giorni.
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La malattia può generalmente essere trattata con antibiotici, ma di solito è mortale se non trattata, dice il sito web della Mayo Clinic. «La peste è considerata una potenziale arma biologica. Il governo degli Stati Uniti ha piani e trattamenti in atto nel caso in cui la malattia venga utilizzata come arma», afferma anche il sito web.
Secondo i dati dei Centri statunitensi per il controllo e la prevenzione delle malattie, l’ultima volta che sono stati segnalati decessi per peste negli Stati Uniti è stato nel 2020, quando sono morte due persone.
Come riportato da Renovatio 21, un altro caso di peste bubbonica si era avuto pochi giorni fa in Oregon.
Come riportato da Renovatio 21, altre malattie antiche si sono riaffacciate sulla scena mondiale. La lebbra, ad esempio, è riapparsa in USA, India, Gran Bretagna, con esperti che ipotizzano una possibile correlazione con la vaccinazione mRNA.
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Immagine: Domenico Gargiulo detto Micco Spadaro (c. 1609-1610–c. 1675), Largo Mercatello durante la peste a Napoli (1656), Museo nazionale di San Martino, Napoli.
Immagine di pubblico dominio CC0 via Wikimedia
Epidemie
Cambiamento del comportamento sessuale post-pandemia: le malattia veneree aumentano nella UE
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Epidemie
«Alaskapox»: una nuova epidemia colpisce il Nord America
Funzionari sanitari dell’Alaska hanno documentato il primo caso mortale di virus Alaskapox (noto anche come «AKPV») in un signore anziano della penisola di Kenai, situata appena a sud della capitale dello Stato, Anchorage.
L’uomo è morto alla fine di gennaio, suscitando la preoccupazione tra i funzionari che la trasmissione del virus potesse essere più estesa di quanto si pensasse in precedenza.
Secondo il bollettino della Sezione di Epidemiologia dell’Alaska pubblicato la scorsa settimana, l’uomo immunocompromesso ha notato per la prima volta una tenera protuberanza rossa sotto l’ascella destra a metà settembre. Nelle settimane successive, si è consultato con i professionisti medici poiché la lesione è peggiorata, portando al ricovero in ospedale a novembre a causa di un’estesa infezione che ha inibito la mobilità del braccio.
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Il bollettino spiegava che la salute dell’uomo era migliorata alla fine dell’anno dopo il trattamento con farmaci per via endovenosa, ma che era morto improvvisamente alla fine di gennaio a causa di un’insufficienza renale.
«Finora sono state segnalate sette infezioni da AKPV alla Sezione di Epidemiologia dell’Alaska (SOE). Fino a dicembre 2023, tutte le infezioni segnalate si sono verificate in residenti dell’area di Fairbanks e riguardavano malattie autolimitanti costituite da eruzione cutanea localizzata e linfoadenopatia», si legge nel bollettino. notato.
«Le persone non dovrebbero essere necessariamente preoccupate ma più consapevoli», ha affermato Julia Rogers, epidemiologa statale e coautrice del bollettino. «Quindi speriamo di rendere i medici più consapevoli di cosa sia il virus dell’Alaskapox, in modo che possano identificare segni e sintomi».
Il bollettino include raccomandazioni: «i medici dovrebbero acquisire familiarità con le caratteristiche cliniche dell’Alaskapox e prendere in considerazione l’esecuzione di test per l’infezione da orthopoxvirus in pazienti con una malattia clinicamente compatibile».
Come riportato da Renovatio 21, funzionari sanitari dell’Oregon hanno confermato un caso di peste bubbonica, con un cittadino probabilmente infettato dal suo gatto domestico.
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Immagine di Beeblebrox via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0 Unported
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