Nucleare
Tucker Carlson: i leader occidentali ciechi «vaporizzeranno le popolazioni»

Il giornalista Tucker Carlson, intervistando ieri il celebre collega Alex Jones, ha insistito sul pericoloso stato di fantasia dell’élite occidentale, i cui membri sono incapaci di riconoscere la realtà in Ucraina.
«Abbiamo appena perso una guerra con la Russia. Erano gli Stati Uniti a condurre quella guerra – l’esercito americano, il Pentagono, il Dipartimento di Stato, la CIA – a condurre la guerra contro la Russia. No… non si trattava mai dell’Ucraina».
Come riportato da Renovatio 21, pochi giorni fa perfino il New York Times è stato disposto ad ammetterlo: la guerra contro la Russia era condotta da uomini e mezzi USA.
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Il Carlson ha affermato che dietro la cecità dei politici americani si cela l’arroganza, la riluttanza a riconoscere di aver «perso una guerra con la Russia». Il celebre ex conduttore di Fox News ha espresso la preoccupazione che «nessuno lo dirà ad alta voce: che stiamo sopravvalutando il nostro potere», paragonando gli Stati Uniti a un sessantenne divorziato che cerca di corteggiare donne di venticinque anni, ignaro di quanto assurdo e autoumiliante appaia loro.
«Questa si chiama arroganza, ed è così che gli imperi vengono distrutti e le popolazioni vaporizzate». È stata affrontata la questione del rischioso gioco d’azzardo con uno scontro nucleare.
Alex Jones ha citato l’esempio dell’attore Sean Penn che ha semplicemente liquidato il rischio, e ha aggiunto che molti di coloro che sostengono il sostegno incondizionato a Kiev sono «militarmente ignoranti». Lo scenario strategico operativo è definito «Distruzione Mutua Assicurata» per un motivo, ha detto.
Il Carlson ha citato una recente valutazione del Pentagono secondo cui la decisione di consentire all’Ucraina di lanciare missili occidentali a lungo raggio più in profondità nella Russia comportava un rischio del 50% di un’escalation verso una guerra nucleare. Eppure quella decisione è stata presa. Ha sottolineato che qualsiasi politico che si senta a suo agio con tali probabilità dovrebbe essere «in prigione per pazzi criminali».
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Nucleare
Trump reagisce all’offerta di trattato nucleare di Putin

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Nucleare
La Russia resta il principale fornitore di combustibile all’uranio per gli Stati Uniti

La Russia rimane il principale fornitore di combustibile nucleare per gli Stati Uniti, nonostante il divieto di importazione firmato dall’ex presidente Joe Biden, secondo quanto emerso dal Dipartimento dell’Energia degli Stati Uniti.
Il rapporto annuale sull’uranio dell’agenzia, pubblicato martedì, rivela che nel 2024 la Russia ha fornito il 20% dell’uranio arricchito acquistato per i reattori commerciali americani. Seguono la Francia con il 18%, i Paesi Bassi con il 15%, la Gran Bretagna con il 9% e la Germania con il 7%, mentre il 19% dell’uranio arricchito è stato prodotto internamente.
Biden ha promulgato il Prohibiting Russian Uranium Imports Act nel 2024, con il divieto entrato in vigore ad agosto. In risposta, a novembre Mosca ha imposto un limite temporaneo alle esportazioni di uranio arricchito verso gli Stati Uniti.
Tuttavia, la legge prevede deroghe che consentono acquisti dalla Russia fino al 2028, in caso di mancanza di fonti alternative o se le importazioni sono ritenute strategicamente necessarie. Secondo Bloomberg, deroghe sono state concesse a Constellation Energy Corp, il maggiore operatore nucleare statunitense, e a Centrus Energy Corp, uno dei due soli arricchitori di uranio nazionali.
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Sebbene Biden abbia destinato fondi per incrementare la capacità di arricchimento degli Stati Uniti, l’ex assistente segretario di Stato per le risorse energetiche Geoffrey Pyatt (già ambasciatore a Kiev durante il golpe di Maidan) aveva avvertito a gennaio che «sarà necessario tempo per sviluppare una catena di approvvigionamento indipendente dalla Russia».
Con il ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca quest’anno, Washington e Mosca hanno ripreso i negoziati diretti per esplorare misure volte a normalizzare le relazioni commerciali.
Il mese scorso, Rosatom, il colosso nucleare statale russo, ha ribadito di essere il principale produttore mondiale di combustibile per centrali nucleari. «Manteniamo la leadership globale nell’arricchimento dell’uranio», ha dichiarato il primo vicedirettore Generale Kirill Komarov.
Come riportato da Renovatio 21, il tema della dipendenza statunitense dal combustibile nucleare russo è risalente. La Russia possiede circa il 50% delle infrastrutture mondiali per l’arricchimento dell’uranio, fondamentali per la produzione di combustibile nucleare. Mosca continua ad essere un importante fornitore di servizi di estrazione, macinazione, conversione e arricchimento dell’uranio per i servizi pubblici statunitensi.
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Come riportato da Renovatio 21, negli anni è emerso che le società americane acquistano ancora circa 1 miliardo di dollari di uranio russo ogni anno, con gli sforzi per ridurre questa dipendenza considerati come falliti. Mosca è il principale esportatore di tecnologia atomica al mondo.
La Rosatom è altresì al centro di una controversia che coinvolge i Clinton, accusati di corruzione in un caso che coinvolge Uranium One, una società venduta a Rosatom. Secondo le accuse, ritenute dal mainstream come teorie del complotto, vi sarebbe una scandalosa bustarella da 145 milioni di dollari dietro alla cessione. La storia è raccontata dal libro di Peter Schweizer Clinton Cash.
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Immagine di MBH via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International
Nucleare
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