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Nucleare

L’Iran potrebbe offrire un accordo nucleare «provvisorio»

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L’Iran potrebbe perseguire un accordo nucleare provvisorio con gli Stati Uniti come soluzione temporanea finché i due paesi non raggiungeranno un accordo più ampio. Lo riporta Axios, citando un diplomatico europeo anonimo e un’altra fonte anonima.

 

Sabato Washington e Teheran si preparano a tenere negoziati sul programma nucleare iraniano in Oman. Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha affermato che i colloqui saranno diretti, mentre la Repubblica Islamica sostiene che saranno condotti tramite un intermediario. L’inviato della Casa Bianca Steve Witkoff dovrebbe guidare la delegazione statunitense, mentre il ministro degli Esteri iraniano Abbas Araghchi guiderà il gruppo di rappresentanti iraniani.

 

In un articolo di giovedì, Axios ha citato le proprie fonti secondo cui Teheran ha ritenuto irrealistico elaborare un accordo globale entro i due mesi stabiliti in precedenza dalla Casa Bianca.

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L’organo di stampa ha ipotizzato che un accordo provvisorio potrebbe prevedere la sospensione da parte dell’Iran di alcune delle sue attività di arricchimento dell’uranio, nonché la diluizione delle sue scorte di uranio arricchito al 60% e la concessione agli ispettori delle Nazioni Unite di un migliore accesso agli impianti nucleari del Paese.

 

Teheran, a sua volta, potrebbe chiedere a Washington di sospendere la campagna di sanzioni di «massima pressioneù contro la Repubblica islamica.

 

Mercoledì, il presidente iraniano Masoud Pezeshkian ha chiarito che il suo Paese è «pronto all’impegno… ma questo impegno deve essere indiretto, dignitoso e accompagnato da chiare garanzie, perché non ci fidiamo ancora dell’altra parte».

 

Il funzionario ha anche respinto le affermazioni occidentali secondo cui l’Iran starebbe segretamente portando avanti un programma di armi nucleari.

 

Parlando mercoledì ai giornalisti alla Casa Bianca, Trump ha affermato di considerare il prossimo incontro in Oman come l’inizio di un processo, osservando che «non abbiamo molto tempo». Ha anche insistito sul fatto che «non permetteremo che Teheran abbia un’arma nucleare».

 

Alla domanda se avrebbe fatto ricorso alla forza contro l’Iran se i colloqui non avessero prodotto il risultato sperato, Trump ha risposto che lo avrebbe fatto «assolutamente».

 

 

All’inizio di questo mese, il presidente degli Stati Uniti ha ordinato il rafforzamento delle forze militari statunitensi in Medio Oriente e ha minacciato di bombardare l’Iran se non si fosse raggiunto un accordo sul nucleare. Il consigliere di Khamenei Ali Larijani aveva quindi dichiarato che in caso di attacco Tehera sarebbe stata costretta a ricorrere al nucleare.

 

Nel 2015, l’Iran ha firmato un accordo sostenuto dalle Nazioni Unite, noto come Piano d’azione congiunto globale (JCPOA), che limitava le sue attività nucleari in cambio della revoca delle sanzioni. Trump ha ritirato unilateralmente gli Stati Uniti dall’accordo durante il suo primo mandato presidenziale nel 2018 e ha reintrodotto le sanzioni.

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Come riportato da Renovatio 21, il mese scorso Khamenei aveva definito «né saggio, né onorevole» avere un colloquio con Trump. Tre mesi fa, prima che il presidente USA entrasse in carica, l’ayatollah dichiarò che Washington e Israele erano dietro la detronizzazione di Assad a Damasco.

 

Un mese fa Washington ha posto ulteriori sanzioni all’Iran, mentre i generali di Teheran hanno chiesto all’ayatollah di revocare la fatwa emessa anni fa contro le armi atomiche. Secondo i servizi segreti francesi, la Repubblica Islamica sarebbe prossima alle armi nucleari.

 

Secondo il Wall Street Journal e il Washington PostIsraele potrebbe colpire gli impianti nucleari iraniani nel 2025Israele ha ripetuto diverse volte la volontà di colpire i siti atomici dell’Iran. Alcuni funzionari israeliani, a fine 2024, hanno rivelato che poco prima un attacco dello Stato Ebraico alla Repubblica Islamica avrebbe distrutto un sito nucleare segreto.

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Immagine di Khamenei.ir via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 4.0 International.

 

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Cina

La Cina testa una bomba all’idrogeno non nucleare

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Ricercatori cinesi hanno testato con successo una bomba all’idrogeno non nucleare che ha creato una palla di fuoco prolungata, superando di gran lunga gli esplosivi tradizionali. Lo riporta il giornale di Hong Kong South China Morning Post.   In un articolo di domenica, il quotidiano ha citato lo studio dei ricercatori pubblicato il mese scorso su di una rivista in lingua cinese specializzata in missili. Secondo il rapporto, un team del 705 Research Institute della China State Shipbuilding Corporation (CSSC) – un attore chiave nei sistemi d’arma subacquei – ha sviluppato una bomba da 2 kg composta principalmente da idruro di magnesio, con esplosivi convenzionali come catalizzatore.   In un test sul campo, il dispositivo avrebbe generato una palla di fuoco con temperature superiori a 1.000 gradi centigradi che è durata più di due secondi, ovvero «15 volte di più» di quanto sia in grado di produrre una «esplosione equivalente di TNT».  
 

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Nella reazione, l’idruro di magnesio, un composto originariamente sviluppato come combustibile efficiente, rilascia rapidamente l’idrogeno gassoso immagazzinato, provocando una fiammata prolungata.   Si ritiene quindi che il potere distruttivo del nuovo ordigno esplosivo non risieda nella pressione dell’esplosione, bensì nella capacità di generare calore estremo.   Il South China Morning Post cita Wang Xuefeng, ricercatore scientifico del CSSC, il quale ha spiegato che le sue proprietà consentono anche un «controllo preciso dell’intensità dell’esplosione, ottenendo facilmente la distruzione uniforme di bersagli su vaste aree».   Se completamente sviluppato, il metodo potrebbe presumibilmente dare vita a un’arma simile a un dispositivo termobarico, ideale per annientare strutture difensive e veicoli blindati.   Mentre in passato la produzione di idruro di magnesio era per lo più su piccola scala e piuttosto complicata, di recente la Cina ha sviluppato un metodo di produzione più economico e sicuro e ha costruito un impianto in grado di produrre 150 tonnellate di composto all’anno.   Come riportato da Renovatio 21, la Cina è impegnata nella collaborazione per il nucleare civile con Paesi africani come la Nigeria e il Sudan. Il Dragone persegue da anni sviluppi nella fusione e altre innovazioni come le centrali al torio, ma anche l’utilizzo del plasma.   Secondo una notizia del mese scorso, la Cina costruirà un reattore a fusione-fissione entro il 2030. Ad inizio anno era merso che la Cina aveva triplicato le importazioni di uranio dalla Russia.   Il Pentagono ritiene che la Cina stia espandendo «rapidamente» il suo arsenale atomico. Di contro, Pechino l’anno passato ha dichiarato che gli USA sono «la più grande minaccia nucleare».

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Nucleare

Tucker Carlson: i leader occidentali ciechi «vaporizzeranno le popolazioni»

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Il giornalista Tucker Carlson, intervistando ieri il celebre collega Alex Jones, ha insistito sul pericoloso stato di fantasia dell’élite occidentale, i cui membri sono incapaci di riconoscere la realtà in Ucraina.

 

«Abbiamo appena perso una guerra con la Russia. Erano gli Stati Uniti a condurre quella guerra – l’esercito americano, il Pentagono, il Dipartimento di Stato, la CIA – a condurre la guerra contro la Russia. No… non si trattava mai dell’Ucraina».

 

Come riportato da Renovatio 21, pochi giorni fa perfino il New York Times è stato disposto ad ammetterlo: la guerra contro la Russia era condotta da uomini e mezzi USA.

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Il Carlson ha affermato che dietro la cecità dei politici americani si cela l’arroganza, la riluttanza a riconoscere di aver «perso una guerra con la Russia». Il celebre ex conduttore di Fox News ha espresso la preoccupazione che «nessuno lo dirà ad alta voce: che stiamo sopravvalutando il nostro potere», paragonando gli Stati Uniti a un sessantenne divorziato che cerca di corteggiare donne di venticinque anni, ignaro di quanto assurdo e autoumiliante appaia loro.

 

«Questa si chiama arroganza, ed è così che gli imperi vengono distrutti e le popolazioni vaporizzate». È stata affrontata la questione del rischioso gioco d’azzardo con uno scontro nucleare.

 

Alex Jones ha citato l’esempio dell’attore Sean Penn che ha semplicemente liquidato il rischio, e ha aggiunto che molti di coloro che sostengono il sostegno incondizionato a Kiev sono «militarmente ignoranti». Lo scenario strategico operativo è definito «Distruzione Mutua Assicurata» per un motivo, ha detto.

 

Il Carlson ha citato una recente valutazione del Pentagono secondo cui la decisione di consentire all’Ucraina di lanciare missili occidentali a lungo raggio più in profondità nella Russia comportava un rischio del 50% di un’escalation verso una guerra nucleare. Eppure quella decisione è stata presa. Ha sottolineato che qualsiasi politico che si senta a suo agio con tali probabilità dovrebbe essere «in prigione per pazzi criminali».

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Nucleare

Alto consigliere iraniano avverte: se saremo attaccati, l’Iran sarà costretto a ricorrere al nucleare

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Ali Larijani, consigliere di spicco della Guida suprema iraniana Ayatollah Khamenei ed ex Presidente del Parlamento in Iran dal 2008 al 2020, ha avvertito in un’intervista del 31 marzo che qualsiasi azione militare contro l’Iran potrebbe infine spingere il Paese a sviluppare le proprie armi nucleari.   «Se gli Stati Uniti o Israele bombardassero l’Iran con il pretesto della questione nucleare iraniana, la Repubblica Islamica sarebbe costretta a muoversi verso la produzione di bombe nucleari. Il popolo iraniano ci spingerebbe a sviluppare armi nucleari», ha sottolineato Larijani, secondo l’emittente di Stato iraniana in lingua inglese PressTV.   Il Larijani stava rispondendo ai commenti del Presidente Trump del 30 marzo, quando ha minacciato l’Iran di bombardamenti e tariffe secondarie se non avesse raggiunto un accordo sul suo programma nucleare. «L’azione militare contro l’Iran non sarà priva di conseguenze», ha detto Larijani. «Il contenuto della lettera di Trump è quasi la stessa retorica che ripete sempre».  
  Il diplomatico ha inoltre affermato, secondo il Tehran Times: «Penso che gli Stati Uniti stiano commettendo un errore strategico. Abbiamo dichiarato che esiste una fatwa e che stiamo lavorando sotto la supervisione dell’AIEA, e non ci stiamo muovendo verso le armi. Tuttavia, se commetti un errore riguardo alla questione nucleare dell’Iran, costringerai l’Iran a fare quel passo. Stai creando questa situazione con le tue azioni. L’Iran non vuole seguire questa strada, ma quando fai pressione, crei una giustificazione secondaria e l’Iran potrebbe non avere altra scelta che rispondere alle richieste pubbliche di sicurezza».   L’alto consigliere ha criticato i tentativi degli Stati Uniti di isolare l’Iran sulla scena mondiale: «l’Iran ha guadagnato una posizione distinta tra le grandi potenze e la maggior parte dei Paesi occidentali desidera stabilire relazioni indipendenti con l’Iran. Tuttavia, a causa della pressione degli Stati Uniti, non hanno preso una posizione definitiva», ha affermato.   Come riportato da Renovatio 21, il segretario di Stato USA Marco Rubio aveva dichiarato che il presidente degli Stati Uniti Donald Trump è pronto a intraprendere un’azione militare contro l’Iran e potrebbe arrivare fino a minacciare Teheran se gli sforzi diplomatici per riprendere il dialogo sul programma nucleare del Paese non dovessero avere successo.   All’inizio del mese scorso, Trump ha confermato di aver inviato una lettera alla leadership iraniana proponendo nuovi colloqui. Secondo quanto riportato dai media, la lettera era stata consegnata tramite il presidente degli Emirati Arabi Uniti Mohammed Bin Zayed.

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Come riportato da Renovatio 21, il mese scorso Khamenei aveva definito «né saggio, né onorevole» avere un colloquio con Trump. Tre mesi fa, prima che il presidente USA entrasse in carica, l’ayatollah dichiarò che Washington e Israele erano dietro la detronizzazione di Assad a Damasco.   Un mese fa Washington ha posto ulteriori sanzioni all’Iran, mentre i generali di Teheran hanno chiesto all’ayatollah di revocare la fatwa emessa anni fa contro le armi atomiche. Secondo i servizi segreti francesi, la Repubblica Islamica sarebbe prossima alle armi nucleari.   Secondo il Wall Street Journal e il Washington Post, Israele potrebbe colpire gli impianti nucleari iraniani nel 2025Israele ha ripetuto diverse volte la volontà di colpire i siti atomici dell’Iran. Alcuni funzionari israeliani, a fine 2024, hanno rivelato che poco prima un attacco dello Stato Ebraico alla Repubblica Islamica avrebbe distrutto un sito nucleare segreto.

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Immagine di Martin Schulz via Flickr pubblicata su licenza CC BY-NC-ND 2.0  
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