Nucleare
Deputato USA chiede la soluzione «Hiroshima e Nagasaki» per Gaza e l’Ucraina

Il deputato repubblicano del Michigan Tim Walberg ritiene che Washington non dovrebbe sprecare soldi in aiuti umanitari per i civili a Gaza o in Ucraina, ma concentrarsi invece sul sostegno agli sforzi bellici di Israele e Kiev, per ottenere vittorie «rapide».
Walberg ha espresso le sue osservazioni durante un incontro con il pubblico a Dundee, nello Stato americano del Michigan, la scorsa settimana.
In un video pubblicato sui social media il 25 marzo, il deputato repubblicano ha criticato le politiche del presidente Joe Biden, dicendo a un piccolo pubblico che gli Stati Uniti dovrebbero spendere meglio i soldi degli aiuti a Gaza per sostenere Israele, che ha definito il «più grande alleato di Washington, probabilmente, ovunque nel mondo».
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«Non dovremmo spendere un centesimo in aiuti umanitari. Dovrebbe essere come Nagasaki e Hiroshima. Fatela finita in fretta», si poteva sentire dire Walberg.
«Lo stesso dovrebbe accadere in Ucraina. Sconfiggi Putin velocemente. Invece di utilizzare l’80% dell’Ucraina per scopi umanitari, dovrebbe essere l’80-100% per annientare le forze russe», ha aggiunto.
Republican Congressman Tim Walberg suggested dropping a nuclear bomb on Gaza ‘like Nagasaki and Hiroshima’ in order to ‘get it over quick’. His comments have been widely condemned and his office insists it was ‘metaphorical’ ⤵️ pic.twitter.com/VvzzVlanX9
— Al Jazeera English (@AJEnglish) March 31, 2024
Dopo che le sue dichiarazioni sono diventate virali, Walberg ha affermato che le sue parole erano state riportate e interpretate erroneamente, sostenendo che stava parlando semplicemente metaforicamente e non sosteneva l’uso effettivo delle armi nucleari.
«In una clip abbreviata, ho usato una metafora per trasmettere la necessità sia per Israele che per l’Ucraina di vincere le loro guerre il più rapidamente possibile, senza mettere in pericolo le truppe americane», ha detto Walberg in una dichiarazione pubblicata su X Twitter.
«L’uso di questa metafora, insieme alla rimozione del contesto, ha distorto il mio messaggio, ma sostengo pienamente queste convinzioni e sto al fianco dei nostri alleati», ha aggiunto, sostenendo che quanto prima finiranno questi conflitti, «meno vite innocenti saranno uccise nel fuoco incrociato».
Il deputato michigano forse non sa che la guerra sarebbe già terminata, con risparmio di oltre mezzo milione di vite umane di ragazzi ucraini e russi, se l’accordo di pace raggiunto in Turchia nel marzo 2022 – quello che fece sgombrare i 62 chilometri di carrarmati russi fuori Kiev – non fosse fatto saltare dai pupari angloidi di Zelen’skyj che mandarono Boris Johnson a parlare con il comico ucraino per far sì che la guerra continuasse, con il massacro annesso.
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Non è ancora nota la reazione di diplomazia e stampa giapponesi dinanzi alle dichiarazioni pro-città nuclearizzate. Gli USA, del resto, mai hanno chiesto scusa per la distruzione atomiche delle due tranquille cittadine giapponesi, apocalissi nucleare avvenuta a guerra praticamente finita.
Nemmeno quando Obama visitò Hiroshima, primo presidente USA a farlo, uscirono parole di condanna per l’atrocità immane che uccise centinaia di migliaia di persone tra esplosione e ricaduta della malattia da radiazioni.
Lo Walbergo non è l’unico rappresentante eletto americano che scherza con l’atomo.
Come riportato da Renovatio 21, nel dicembre 2021 – prima dello scoppio del conflitto ucraino – il senatore Roger Wicker, il secondo repubblicano di rango più alto nel Comitato per i servizi armati del Senato USA, ha affermato che gli Stati Uniti non possono escludere alcuna opzione per rispondere all’aggressione russa in Ucraina, incluso l’invio di truppe di terra o persino un attacco nucleare.
Immagine di pubblico dominio CC0 via Wikimedia
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Nucleare
22 Paesi africani vogliono l’energia nucleare

Ventidue paesi africani sono interessati allo sviluppo dell’energia nucleare e alcuni sono in diverse fasi di firma di accordi con paesi come Russia e Cina per progetti di costruzione. Lo riporta un recente rapporto pubblicato dall’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (AIEA), «Prospettive per l’Energia Nucleare in Africa», commissionato dal Sudafrica, sede della Presidenza del G20 del 2025,
Ad esempio, l’Egitto sta già costruendo una centrale nucleare a quattro unità a El Dabaa in collaborazione con la russa Rosatom. Lassina Zerbo, presidente del Consiglio per l’Energia Atomica del Ruanda, è intervenuto al Global Atomic Forum, che si è svolto a margine della Settimana Mondiale dell’Atomica dal 25 al 28 settembre a Mosca, dove ha dichiarato alla stampa russa che «l’ammodernamento delle reti nazionali per supportare impianti nucleari su larga scala comporterebbe costi proibitivi».
Al contrario, i microreattori e le piccole unità modulari [SMR] possono funzionare con le infrastrutture esistenti, offrendo una soluzione «plug and play» che evita la necessità di ingenti investimenti nella modernizzazione della rete. Tali reattori richiedono pochi sforzi per l’ammodernamento e comportano «costi non così elevati» che permettano «di beneficiare di un’energia di cui abbiamo bisogno per il nostro sviluppo socioeconomico» ha continuato lo Zerbo, sottolineando che la Russia sta collaborando con il Ruanda e altri paesi anche per formare il personale che costruirà e gestirà i reattori.
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Anche Robert Bright Mawuko Kwabena Sogbagji, vicedirettore del Ministero dell’Energia del Ghana, ha parlato con la testata governativa russa Russia Today, concordando con lo Zerbo. «Indipendentemente dalle dimensioni della rete, i piccoli reattori nucleari modulari sono in grado di soddisfare il fabbisogno energetico dei paesi africani del Sud del mondo». Sia il Ruanda che il Ghana hanno accordi intergovernativi in vigore per lo sviluppo dell’energia nucleare.
Dopo il Global Atomic Forum, il presidente russo Vladimir Putin ha incontrato il primo ministro etiope Abiy Ahmed a Mosca e ha firmato un piano d’azione per lo sviluppo di un progetto di energia nucleare.
Come riportato da Renovatio 21, anche l’Uganda, Paese paria per gli occidentali che condannano le sue leggi anti-LGBT, ha segnalato due anni fa la volontà di dotarsi di tecnologia nucleare russa.
L’Egitto aveva iniziato la costruzione di una centrale nucleare con reattori di terza generazione in grado di produrre 1,2 gigawatt cinque anni fa. Anche in questo caso, la tecnologia viene dall’agenzia atomica russa Rosatom, di fatto il primo esportatore di energia nucleare al mondo.
Come riportato da Renovatio 21, un anno fa il Sudan ha firmato accordi di sviluppo per l’energia nucleare con la Repubblica Popolare Cinese. La Cina è impegnata anche nella costruzione dell’industria atomica nigeriana. La Cina l’anno passato ha triplicato le importazioni di uranio dalla Russia.
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La Cina ha grandi ambizioni nucleari: negli Stati Uniti sono state costruite solo due nuove centrali nucleari in questo secolo, la Cina ne ha costruite quasi 40 e, come ha dichiarato a maggio il vicepresidente dell’Autorità cinese per l’energia atomica, Wang Yiren, alla China Nuclear Energy Association, il Partito comunista cinese (PCC) «mira a superare gli Stati Uniti in termini di capacità nucleare installata entro il 2030».
Mentre il Terzo Mondo e le superpotenze avanzano verso l’atomo e la sua energia abbondante e pulita, l’Italia resta al palo a causa della politica di scellerata denuclearizzazione seguita al referendum ecologista del 1986, indetto nella demagogia di partiti ambientalisti biodegradabili (di fatto, spariti dalla scena).
Ciò lega la Repubblica Italiana alle importazioni di energia nucleare dalle nazioni vicine (con i reattori non lontani dai confini…) come la Francia. L’Italia dipende dall’elettricità francese per il 6%. Ha destato scalpore nel 2022 la possibilità che la Francia possa chiudere il rubinetto dell’energia per l’Italia, mandando potenzialmente la rete elettrica italiana o parte di essa in blackout.
Il governo attuale sembra non voler davvero toccare la questione della rinuclearizzazione.
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Immagine della centrale nucleare di Chooz, Francia
Immagine di Raimond Spekking via Wikimedia pubblicata su licenza CC BY-SA 4.0
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