IVF
I vescovi americani sollecitano il Senato a respingere il disegno di legge democratico su fecondazione in vitro e clonazione

La Conferenza Episcopale degli Stati Uniti d’America (USCCB) ha inviato una lettera al Senato degli Stati Uniti invitando i senatori ad opporsi e respingere il cosiddetto Access to Family Building Act (AFBA), il disegno di legge creerebbe un «diritto» ai sensi della legge federale alla fecondazione in vitro (IVF), che i vescovi hanno condannato in quanto «fondato su milioni di bambini creati per essere distrutti o abbandonati», così come altre pratiche anti-vita, come la maternità surrogata e l’editing genetico. Lo riporta LifeSiteNews.
Esprimendo la loro compassione per le coppie che affrontano la difficoltà dell’infertilità, i vescovi hanno insistito sul fatto che «la soluzione, tuttavia, non potrà mai essere un processo medico che implichi la creazione di innumerevoli bambini prenatali e che abbia come risultato il congelamento o lo scarto e la distruzione della maggior parte di loro».
«Per questo e altri problemi profondamente preoccupanti legati al disegno di legge, ci opponiamo fermamente all’Access to Family Building Act (S. 3612)».
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I vescovi hanno osservato che «se adottato, l’Access to Family Building Act sarebbe la prima legge in assoluto ad esentarsi dall’ormai da lungo tempo Religious Freedom Restoration Act (RFRA)».
Richiamando l’attenzione sulle conseguenze radicali che il disegno di legge avrebbe sulle organizzazioni cristiane e pro-vita che si oppongono alla pratica della fecondazione in vitro perché comporta l’omicidio di innumerevoli bambini non ancora nati, hanno affermato i vescovi, «organizzazioni di beneficenza senza scopo di lucro basate sulla fede, scuole e organizzazioni Le organizzazioni ecclesiali che servono le vostre comunità e, per principio, non possono includere la fecondazione in vitro (IVF) nei loro piani sanitari per i dipendenti potrebbero trovarsi di fronte a scelte impossibili e potenzialmente esistenziali. Allo stesso modo, le strutture sanitarie religiose e i fornitori di servizi religiosi potrebbero essere costretti a facilitare procedure che violano le loro convinzioni o ad abbandonare il campo».
I vescovi statunitensi hanno anche sottolineato il pericoloso territorio inesplorato dei nuovi «diritti» inventati che il disegno di legge potrebbe introdurre nel panorama giuridico e politico americano.
«I termini dell’S. 3612 potrebbero anche essere facilmente interpretati per fabbricare e imporre nuovi diritti alla clonazione umana, alla modifica genetica, alla creazione di chimere uomo-animale, alla riproduzione di figli di un genitore deceduto da tempo, all’acquisto e alla vendita di embrioni umani, maternità surrogata gestazionale commerciale e altro ancora. In alcuni Stati la clonazione umana e la maternità surrogata a fini commerciali sono vietate. Inoltre, senza limiti di età o di chi sia responsabile, anche i genitori potrebbero essere citati in giudizio dal governo o da un fornitore se tentano di impedire ai loro figli minorenni di utilizzare ART» cioè tecnologie di riproduzione assistita, scrivono i prelati.
I vescovi sottolineano che «anche un nuovo diritto nazionale alla maternità surrogata commerciale sarebbe profondamente problematico», affermando che «la pratica sfrutta le donne vulnerabili e mercifica sia loro che i loro figli. Viola anche il diritto dei bambini ad una madre e ad un padre, e li allontana dalla madre nella quale sono cresciuti e la cui voce è la prima e unica che abbiano mai conosciuto».
Ribadendo l’immoralità dell’uccisione di innumerevoli bambini coinvolti nella pratica della fecondazione in vitro, i vescovi hanno dichiarato in termini inequivocabili che solo su questo argomento si opporrebbero fermamente al disegno di legge, anche se tutte le altre questioni morali fossero affrontate.
Hanno dichiarato: «mentre sottolineiamo una serie di preoccupazioni che crediamo siano condivise dalla maggioranza degli americani indipendentemente dalle loro convinzioni politiche, dobbiamo chiarire che, anche se tali problemi verranno affrontati, continueremo a opporci all’Access to Family Building Agire come una minaccia per gli esseri umani più vulnerabili».
Contrastando l’affermazione grossolanamente falsa secondo cui la pratica della fecondazione in vitro è a favore della vita, i vescovi d’America insistono che «contrariamente a quanto alcuni hanno affermato, una posizione che sostiene la consacrazione legale della fecondazione in vitro, per quanto ben intenzionata, non è né a favore della vita né a favore dei bambini. Sarebbe meglio esplorare approcci come investire nella ricerca sull’infertilità a favore della vita o rafforzare il sostegno per le coppie che desiderano adottare».
Senza mezzi termini, hanno dichiarato: «non possiamo tollerare una pratica e un’industria che si basa su milioni di bambini creati per essere distrutti o abbandonati. Per tutte le ragioni di cui sopra, vi imploriamo nei termini più forti possibili di opporvi alla S. 3612 e a qualsiasi legislazione simile che vi venga presentata».
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La lettera, inviata a nome della Conferenza episcopale, è stata firmata da quattro presidenti del comitato dell’USCCB: l’arcivescovo Borys Gudziak dell’Arcieparchia cattolica ucraina di Filadelfia, presidente del Comitato per la giustizia interna e lo sviluppo umano; il vescovo Michael Burbidge di Arlington, presidente del Comitato per le attività a favore della vita; il Vescovo Robert Barron di Winona-Rochester, presidente del Comitato sui laici, il matrimonio, la vita familiare e la gioventù; e il vescovo Kevin Rhoades, di Fort Wayne-South Bend, presidente del Comitato per la libertà religiosa.
La lettera fa seguito ad una recente sentenza della Corte Suprema dell’Alabama che riconosce gli embrioni umani come figli. La sentenza ha avuto un effetto scioccante sull’industria della riproduzione artificiale, che in parte ha fermato le macchine, e sulla politica, con i politici di ambo gli schieramenti imbarazzati per il da farsi.
Come riportato da Renovatio 21, solo 5 deputati repubblicani avrebbero sostenuto la risoluzione pro-provetta. Tra di essi, ovviamente, il controverso falco Lindsey Graham.
«Dopo la sentenza, gli apologeti dell’industria della fecondazione in vitro e gli alleati della lobby dell’aborto hanno agito rapidamente per rendere la fecondazione in vitro una questione nazionale, mentre i democratici hanno tentato di alimentare i timori degli elettori sulle restrizioni della fecondazione in vitro e sfruttare l’opportunità per approvare l’AFBA» riporta LifeSiteNews, che ricorda che «anche numerosi repubblicani si sono affrettati a dichiarare il loro sostegno alla pratica, tra cui l’ex presidente e presunto candidato alle presidenziali del 2024 Donald Trump».
Le «cliniche della fertilità» in Alabama hanno sospeso le loro operazioni di fecondazione in vitro in risposta alla decisione dell’Alta Corte di determinare se continuarle le avrebbe messe in pericolo legale.
Secondo Sarah Holiday di The Washington Stand, l’AFBA va ben oltre il semplice obbligo agli Stati di consentire la fecondazione in vitro che di fatto legalizzerebbe anche «la clonazione umana, l’editing genetico per produrre designer babies, la creazione di ibridi animale-umani (“chimere”), la maternità surrogata, e il traffico e la distruzione di embrioni umani».
Inoltre, la legge darebbe al Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti (DOJ) il potere di intentare un’azione civile contro chiunque tenti di limitare una qualsiasi di queste pratiche.
È stato stimato che più di un milione di embrioni vengono immagazzinati sotto azoto liquido negli Stati Uniti dopo la fecondazione in vitro e che ben il 93% di tutti gli embrioni creati attraverso la fecondazione in vitro alla fine vengono distrutti.
In Cina il Partito Comunista Cinese sta spingendo pazzamente per la riproduzione artificiale per evitare l’implosione demografica. Se ogni anno in Cina nascono oltre 200.000 bambini con fecondazione in vitro, ciò significa che milioni di embrioni possono essere congelati durante la conservazione. Un ospedale di Zhengzhou, una città di 10 milioni di abitanti, sostiene di avere in gestione 100 mila embrioni congelati. La megalopoli, di badi bene, costituisce solamente l’1% della popolazione cinese.
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In Italia, secondo una stima dell’Istituto superiore di Sanità, nel 2020 gli embrioni abbandonati erano 37.500. «Ognuno dei 320 centri italiani – in Lombardia sono 51 – è tenuto a conservarli e a custodirli in bidoni di azoto liquido a -196° per mantenerli vitali. Fino a quando? Non si sa. Il “problema” è stato affrontato varie volte dalla politica e dai tribunali ma mai risolto» scrive un’inchiesta dello scorso ottobre la giornalista Gioia Locati.
Nel processo di riproduzione artificiale, ora a carica della Sanità pubblica, alcuni embrioni sani vengono impiantati, nella speranza che almeno uno «attecchisca» cioè si sviluppi. A volte attecchiscono due, tre o più: i tanti parti plurigemellari di cui sentite, e tanti dei bambini gemelli eterozigoti che magari vedete al parchetto, provengono direttamente dalla provetta che uccide, ogni anno, più di 170 mila embrioni.
Come ripetiamo su Renovatio 21, in altri casi gli embrioni impiantati vanno a fondersi, formando quelle che si chiamano chimere umane: esseri composti da tessuti e organi di due DNA diversi; molte persone sono chimere senza saperlo, e hanno parti di loro (i genitali, perfino) che in realtà derivano da un fratello mai nato.
La Chiesa cattolica insegna, basandosi sul diritto naturale, che la fecondazione in vitro è gravemente immorale perché separa l’atto sessuale dalla procreazione e viola il diritto del bambino a nascere da un’unione coniugale.
Tuttavia, possiamo dire che lo stato in cui si trovano gli embrioni crioconservati non è ancora stato definito teologicamente: congelati nell’azoto liquido, questi milioni di esseri affogati nel gelo non si trovano solo negli ospedali e nelle «biobanche». Essi sono situati, letteralmente, in un «limbo» – e non parliamo solo di un limbo sanitario, giuridico, sociopolitico ma soprattutto teologico.
Sono vivi o sono morti? Le Pontificie Accademie non hanno ancora dato risposta. In realtà, sapendo come stanno le cose a Roma, abbiamo molta paura che la diano ora.
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Immagine di pubblico dominio CC0 via Wikimedia
Eugenetica
«Pratiche eugenetiche discriminatorie»: allarme del bioeticista contro nuovo test sugli embrioni FIVET

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IVF
I sudcoreani eludono il divieto di fecondazione in vitro sesso-selettiva viaggiando all’estero

In Corea del Sud, dove il tasso di natalità, pur registrando un lieve aumento nel 2024 per la prima volta in dieci anni, rimane il più basso al mondo, alcune coppie stanno lasciando il Paese per sottoporsi alla fecondazione in vitro (IVF) con selezione del sesso del nascituro, una pratica vietata dalla legge nazionale. I sostenitori della legalizzazione della FIV selettiva ritengono che possa incentivare un aumento delle nascite, ma i critici esprimono forti dubbi.
Secondo il Korea JoongAng Daily, una donna sudcoreana sulla trentina, identificata con lo pseudonimo di Sohan per tutelarne la privacy, ha raccontato di essersi recata a Bangkok, in Thailandia, a giugno 2024, per scegliere un embrione maschile tramite IVF. Sohan e suo marito, già genitori di una figlia, desideravano un figlio maschio. Dieci mesi dopo, hanno accolto il loro secondo figlio. Tuttavia, il processo ha generato 16 embrioni, senza indicazioni sul destino di quelli non utilizzati.
«Ho saputo di questa possibilità anni fa, quando una parente di un’amica aveva provato a scegliere il sesso del bambino a Hong Kong», ha dichiarato Sohan.
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In Corea del Sud la «legge sulla bioetica e sulla sicurezza» del 2005 vieta la selezione del sesso tramite IVF, con pene fino a due anni di carcere o multe fino a 30 milioni di won (circa 18.333 euro) per i medici che violano la norma. La legge, introdotta per contrastare il femminicidio legato agli aborti selettivi, ha contribuito a ristabilire un equilibrio di genere, oggi in linea con quello dei paesi occidentali. Tuttavia, nessuna norma impedisce alle coppie di recarsi all’estero per accedere a questa pratica, legale in Paesi come Thailandia, Cipro e Stati Uniti.
La pressione per legalizzare la IVF selettiva in Corea del Sud cresce, con l’argomentazione che potrebbe stimolare le nascite. Tuttavia, la selezione del sesso è spesso associata a discriminazioni storiche, soprattutto verso le femmine, e a squilibri di genere. Secondo dati pubblici della CIA, in India il rapporto è di 100 femmine ogni 112 maschi, in Cina di 100 femmine ogni 111 maschi, mentre in Corea del Sud, prima delle misure correttive, si attestava a 110 femmine ogni 116,5 maschi.
Come riportato da Renovatio 21, in India, dove la proibizione dell’aborto sesso-selettivo arriva ad impedire di sapere il genere del figlio se non alla nascita, esistono racket che offrono il servizio, continuando la strage di milioni di bambine.
Il Parlamento del Canada quattro anni fa ha rifiutato di condannare l’aborto sesso-selettivo.
Rimane la curiosità: come le femministe, valchirie del feticidio, possono giustificare il genocidio del loro stesso gruppo?
Capitasse su Renovatio 21 una lettrice femminista, ci scriva e provi a spiegarcelo: vediamo già le contorsioni.
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Eugenetica
Provetta e Intelligenza Artificiale, il mondo nuovo è alle porte

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Il mondo nuovo
Questa è una replica esatta di quanto predetto da Aldous Huxley nel suo romanzo futuristico del 1931. Nel 1958, l’autore tornò su questo tema nel saggio Il mondo nuovo, dove osservò che il mondo stava iniziando ad assomigliare alla sua distopia, vecchia di oltre un quarto di secolo. Ammise in un’intervista che le cose si stavano muovendo molto più velocemente di quanto avesse mai immaginato. Ma è anche l’affermazione sempre più pressante dell’eugenetica a costituire la base del pensiero non cattolico in tutte le epoche. Questa eugenetica emerse negli ambienti pagani, come sottolinea Charles Camosy; scomparve poi sotto l’influenza del cattolicesimo, per riapparire nei paesi protestanti a partire dal XVIII secolo. Questa eugenetica riacquistò gradualmente una posizione dominante sotto l’influenza delle teorie di Charles Darwin e del cugino Francis Galton, nonché del malthusianesimo. L’eugenetica è attualmente la filosofia e la pratica degli ambienti medici che operano nel campo della riproduzione. (…) L’unico modo per opporsi a questa presa di possesso della vita come «materia da gestire» (dottor Pierre Simon), resta la dottrina cattolica, concepita nella sua interezza e senza concessioni. Articolo previamente apparso su FSSPX.News.Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
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