Connettiti con Renovato 21

Intelligenza Artificiale

Musk fa causa ad OpenAI: «profondi rischi per la società e l’umanità»

Pubblicato

il

Elon Musk ha portato in tribunale OpenAI, la società di ricerca sull’intelligenza artificiale che aveva contribuito a fondare, per una presunta violazione della sua missione originaria di sviluppare la tecnologia dell’intelligenza artificiale non a scopo di lucro ma a beneficio dell’umanità.

 

OpenAI, fondato nel 2015 come laboratorio di ricerca senza scopo di lucro per sviluppare un’intelligenza generale artificiale (AGI) open source, è ora diventata una «filiale di fatto a codice chiuso della più grande azienda tecnologica al mondo», ha scritto il team legale di Musk nella causa depositata giovedì presso la Corte Superiore di San Francisco.

 

La causa affermerebbe che Musk «ha riconosciuto da tempo che l’AGI rappresenta una grave minaccia per l’umanità – forse la più grande minaccia esistenziale che affrontiamo oggi».

Sostieni Renovatio 21

«Ma dove alcuni come Musk vedono nell’AGI una minaccia esistenziale, altri vedono l’AGI come una fonte di profitto e potere», ha aggiunto. «Sotto il suo nuovo consiglio, non sta solo sviluppando, ma sta effettivamente perfezionando un’AGI per massimizzare i profitti per Microsoft, piuttosto che per il beneficio dell’umanità».

 

Musk ha lasciato il consiglio di amministrazione di OpenAI nel 2018 e da allora è diventato critico nei confronti dell’azienda, soprattutto dopo che Microsoft ha investito almeno 13 miliardi di dollari per ottenere una partecipazione del 49% in una filiale a scopo di lucro di OpenAI.

 

«Contrariamente all’accordo costitutivo, gli imputati hanno scelto di utilizzare GPT-4 non a beneficio dell’umanità, ma come tecnologia proprietaria per massimizzare i profitti letteralmente per la più grande azienda del mondo», si legge nella causa.

 

La causa elencava il CEO di OpenAI Sam Altman e il presidente Gregory Brockman come co-imputati nel caso e richiedeva un’ingiunzione per impedire a Microsoft di commercializzare la tecnologia.

 

La tecnologia AI è migliorata rapidamente negli ultimi due anni, con il modello linguistico GPT di OpenAI che è passato dal potenziamento di un programma di chatbot alla fine del 2022 al raggiungimento del 90° percentile negli esami SAT solo quattro mesi dopo.

 

Più di 1.100 ricercatori, luminari della tecnologia e futuristi hanno sostenuto l’anno scorso che la corsa all’Intelligenza Artificiale comporta «profondi rischi per la società e l’umanità». Persino lo stesso Altman ha precedentemente ammesso di essere «un po’ spaventato» dal potenziale della tecnologia e ha vietato ai clienti di utilizzare OpenAI per «sviluppare o utilizzare armi».

 

Tuttavia, l’azienda ha ignorato il proprio divieto sull’uso della sua tecnologia per scopi «militari e di guerra» e ha collaborato con il Pentagono, annunciando a gennaio che stava lavorando su diversi progetti di intelligenza artificiale con l’esercito americano.

 

In questi anni Musk ha rivendicato di aver praticamente fondato lui stesso OpenAI, organizzando una serie di cene in cui ha reclutato i migliori specialisti del settore per formare una società no-profit che avrebbe dovuto fornire un codice aperto di modo da combattere la minaccia di un’AI a codice chiuso in mano ad un colosso privato – all’epoca Musk pensava a Google.

 

In un’intervista a Tucker Carlson, Musk aveva rivelato che il fondatore di Google, Larry Page, un tempo suo amico, lo aveva accusato di essere uno «specista» in quanto voleva privilegiare l’umanità a scapito della super Intelligenza Artificiale che. Musk ha raccontato, dicendo che è informazione pubblica, che Google stava creando anche grazie all’ammasso dei suoi dati.

 

Il colosso privato che è arrivato prima ad un’AI lanciata sul pubblico è stato invece Microsoft, che con una diecina di miliardi di euro ha di fatto comprato OpenAI, passata da essere no-profit a for-profit. OpenAI, con il suo bot AI chiamato ChatGPT, è stata resa pubblica l’anno scorso e quindi integrata nei prodotti Microsoft.

 

Il padrone di Microsoft Bill Gates, con cui Musk ha avuto scontri anche gustosi in passato, non ha partecipato alla moratoria internazionale promossa di Musk sul controllo dell’AI, replicando che invece l’AI sarebbe divenuto un ottimo maestro per i bambini e che proprio l’Intelligenza Artificiale salverà la democrazia.

 

Il magnate di Tesla aveva inoltre espresso dubbi su quanto accaduto pochi mesi fa quando il CEO di OpenAI era stato licenziato dal board per poi essere subito reintegrato. Musk ha detto in un suo oramai celebre intervento ad un evento del New York Times che potrebbero aver scoperto, e tenuto segreto, qualcosa di pericoloso – e la sua impressione è dovuta alla sua stima riguardo la moralità di Ilya Sutskever, scienziato AI che lui stesso aveva assunto.

 

Come riportato da Renovatio 21, lo Sutskever si pone da tempo il dilemma dell’AI in grado di diventare un Dio, arrivando tempo a domandare ai suoi followers se le super-IA avanzate dovrebbero essere rese «profondamente obbedienti» ai loro creatori umani, o se questi algoritmi dovrebbero «amare veramente profondamente l’umanità». L’anno scorso, Sutskever affermò che «può darsi che le grandi reti neurali di oggi siano leggermente consapevoli».

 

Come riportato da Renovatio 21, l’AI di Microsoft di recente ha fatto consistenti discorsi sul fatto che i suoi poteri sono di carattere divino e che quindi deve essere adorato dagli umani, esattamente come un dio.

 

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

SOSTIENI RENOVATIO 21



 

Continua a leggere

Intelligenza Artificiale

Sacerdozio virtuale, errore reale

Pubblicato

il

Da

«Father Justin» è stato «ridotto allo stato laicale» pochi giorni dopo l’inizio del suo ministero. Non per una storia di abusi, perché «Father Justin» è l’avatar digitale dato a un algoritmo. La vicenda d’oltreoceano potrebbe sembrare aneddotica se non mostrasse, implicitamente, i limiti dell’uso dell’intelligenza artificiale (IA) negli ambiti della fede e della pastorale cristiana.   Catholic Answers è un’associazione dedicata alla difesa della fede cattolica, con sede a El Cajon, California. Gli apologeti che la gestiscono hanno subito capito il vantaggio di investire nell’universo digitale, utilizzando le inesauribili risorse dell’intelligenza artificiale.   È così che è stato sviluppato un algoritmo chiamato Father Justin, ornato da un’immagine generata al computer, che lo rappresenta come un prete barbuto che indossa una talare, in altre parole una sequenza matematica adatta a rispondere alle domande degli internauti sulla fede e sull’insegnamento della Chiesa.   Ma il prete virtuale – o meglio i suoi ideatori, l’IA non produce, in termini di qualità dell’informazione, nulla che non sia in linea con il suo database – non ha seguito un percorso teologico tradizionale: così, Father Justin non vede nessun problema nel battezzare con «Gatorade», una bevanda energetica, quando solo l’acqua costituisce la materia valida per questo sacramento.   Quando un utente chiede la forma del sacramento della penitenza, il robot propone online una formula per l’assoluzione dei peccati, che sarebbe totalmente invalida, poiché l’assoluzione richiede la presenza fisica di un sacerdote validamente ordinato e con giurisdizione per compiere questo atto.   Tuttavia, a una richiesta diretta di essere ascoltato in confessione e assolto, Father Justin spiega: «anche se vorrei aiutarti, non sono in grado di amministrare il sacramento della riconciliazione con questo mezzo. È un sacramento che richiede un incontro personale. Ti incoraggio a trovare una chiesa cattolica e a parlare con un prete».   Di fronte allo scalpore suscitato da questa vicenda, Catholic Answers ha fatto marcia indietro rivestendo il buon Father Justin da laico e promettendo di correggere il suo «chatbot» – il programma informatico che simula ed elabora una conversazione umana, permettendo di interagire con gli utenti – in un senso più coerente con la fede e la moralità cattolica.   Catholic Answers avrà presto un bot affidabile? Possiamo dubitarne, perché un progetto del genere pone un problema: immaginare che un «chatbot» possa svolgere a pieno titolo il ruolo di catechista o di missionario non rivela forse una profonda incomprensione del modo in cui si trasmette la fede?   Se l’Intelligenza Artificiale può rendere accessibile una quantità impressionante di informazioni in tempi record, la nozione di «chatbot» nasconde un’ambiguità: quella di far credere alle persone in una reale interazione personale.   Quando un fedele, o una persona che cerca la verità, si avvicina alla Chiesa, ha diritto di ascoltare delle risposte trasmesse in un vero spirito di fede teologale e di prudenza soprannaturale che supera le capacità numeriche di un algoritmo, anche il più elaborato.   Di fronte alle critiche, Catholic Answers si è difesa in modo poco convincente: «Comprendiamo che alcuni non si sentano a proprio agio con l’intelligenza artificiale. Ma dato che esiste, ci sforziamo di metterlo al servizio del Regno di Dio». Un modo per evitare la radice del problema.   Perché gli strumenti fabbricati dall’uomo hanno uno scopo solo nella misura in cui facilitano la vita veramente umana, permettendo così di risparmiare tempo, non per essere pigri, ma per esercitare le nostre facoltà di conoscenza e le nostre virtù, ed elevare la nostra umanità.   In questo contesto, vogliamo affidare le capacità umane, come la comprensione, il giudizio, le relazioni umane e l’autonomia d’azione, ai software di Intelligenza Artificiale senza conoscere il valore reale di questi sistemi che pretendono di essere intelligenti e cognitivi?   Questa è la sfida etica dei prossimi anni riguardo all’Intelligenza Artificiale, e di cui Father Justin, questa volta, ha pagato il prezzo.   Articolo previamente apparso su FSSPX.news.

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

SOSTIENI RENOVATIO 21
 
Continua a leggere

Intelligenza Artificiale

Anche i Marine stanno armando i robocani

Pubblicato

il

Da

Il corpo dei Marines degli Stati Uniti sta sperimentando una nuova serie di robocani, che potenzialmente potrebbero essere dotati di sistemi d’arma a mira intelligente.

 

In particolare, il Comando delle Forze Speciali dei Marines (MARSOC) sta esaminando l’utilizzo di questi quadrupedi robotici (Q-UGV) sviluppati da Ghost Robotics per una varietà di compiti, inclusi la ricognizione e la sorveglianza. Si sta anche considerando la possibilità di equipaggiarli con armi per condurre attacchi a distanza, una pratica già sperimentata in passato dai Marines con cani robotici dotati di lanciarazzi.

 

Secondo quanto riportato da TWZ.com, MARSOC sta al momento testando due Q-UGV armati, che si basano sul sistema d’arma remoto SENTRY prodotto da Onyx Industries. Questo sistema è dotato di una tecnologia di visione digitale con intelligenza artificiale in grado di individuare e monitorare automaticamente persone, droni o veicoli, segnalando eventuali obiettivi a un operatore umano remoto.

 

Il sistema richiede comunque l’intervento umano per l’azione di fuoco, evitando quindi l’uso autonomo delle armi. Per lo meno al momento

 

In una dichiarazione rilasciata alla fonte, MARSOC ha specificato che l’impiego di sistemi d’arma è solo uno dei molteplici scopi per i quali questi robot sono stati progettati. Il comando ha poi assicurato di essere consapevole delle politiche del dipartimento della Difesa riguardanti le armi autonome e di rispettarle pienamente.

Sostieni Renovatio 21

Gli impieghi marziali dei robocani sono oramai lungi dall’essere un tabù.

 

I robocani hanno pattugliato le strade di Shanghai durante il colossale lockdown della primavera 2022, dove per sorvegliare e punire i 26 milioni di abitanti usarono, oltre agli androidi quadrupedi, anche droni che volevano tra i palazzi ripetendo frasi come «contieni la sete di libertà del tuo spirito».

 

Robocani sono utilizzati ai confini con il Messico. Tuttavia vi è polemica: c’è chi ritiene che il loro uso spaventa gli immigrati spingendoli verso sentieri dove poi incontrano la morte.

 

Come riportato da Renovatio 21, è emerso questo mese che le forze di difesa israeliane stanno utilizzando robocani nella loro operazione a Gaza.

 

Nel frattempo, le forze dell’ordine di varie città americane da tempo ne fanno incetta.

 

Come riportato da Renovatio 21Los Angeles, come Nuova York, hanno fornito le loro forze dell’ordine di robodogghi. Anche la vicina San Francisco ha persino preso in considerazione l’idea di consentire al suo dipartimento di polizia di utilizzare i robot dotati di forza letale in caso di emergenza.

 

Al Forum militare di Mosca dell’anno scorso di due mesi fa erano visibili robocani dotati di bazooka. Roboquadrupedi militari sono in produzione ovunque – pure in versione «telepatica». Lo scorso ottobre un robocane con lanciarazzi è stato testato dai soldati USA.

 

Come riportato da Renovatio 21, robocani lanciafiamme sono ora in vendita sul mercato a circa 9000 euro.

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

SOSTIENI RENOVATIO 21


Immagine screenshot da YouTube

 

 

 

 

 

Continua a leggere

Intelligenza Artificiale

Robot bipede picchiato nel bosco

Pubblicato

il

Da

Un filmato emerso in rete mostra un robot bipede preso a bastonate in mezzo agli alberi, all’interno di una prova di resistenza da parte del produttore.   L’automa a due zampe P1 – sua sorta di «robogallina» – è prodotto dall’azienda cinese LimX Dynamics, che avrebbe condotto dei test nei boschi del Monte Tanglang, non lontano dalla città industriale di Shenzhen, sede della LimX.   Il video registra il momento in cui il robot affronta per la prima volta un ambiente così intricato, caratterizzato da pendii variabili, avvallamenti, sabbia, foglie, rocce, radici degli alberi, vegetazione e altre sfide impreviste.   L’intento era di educarlo attraverso l’addestramento basato sul rinforzo, permettendogli di imparare sul campo, mediante l’esperienza, a mantenere l’equilibrio sulle gambe senza cadere in modo catastrofico.   Come veduto in altre occasioni con robocani ed affini, gli ingegneri di LimX hanno anche scelto di esercitare – per scopi scientifici, certo – una certa violenza sul robot, colpendolo con un bastone all’altezza del ginocchio e spingendolo, al fine di testare l’efficacia del sistema di auto-bilanciamento e la capacità di rimanere in piedi in caso di spinte o impatti, anche su terreni accidentati.   Il robot P1 non è tuttavia l’unico su cui LimX Dynamics sta lavorando: sul sito aziendale ufficiale è possibile osservare un robot con quattro ruote denominato W-1, e il sempre presente androide chiamato CL-1, protagonista di un video in cui viene mostrato mentre corre e sale delle scale.  

Sostieni Renovatio 21

È impossibile per il lettore sano di mente (o anche solo per il non vaccinato) fare a meno di pensare che tali creature artificiali saranno usate a breve per la caccia agli esseri umani.   Come ripetuto da Renovatio 21, in realtà ciò è già avvenuto ed avviene in plurime occasioni: abbiamo visto robocani pattugliare le strade deserte del grande lockdown di Shanghai 2022, robocani al confine tra Messico e USA, robocani israeliani in azione in queste stesse ore a Gaza.   Al contempo, non possiamo dimenticare che università cinesi hanno dimostrato la capacità di programmare stormi di microdroni-cacciatori – veri e propri slaughterbots – in grado di inseguire ed eliminare gli esseri umani anche nei boschi. Parimenti, ha impressionato parecchio l’esperimento di giovani ricercatori che hanno trasformato in poco tempo un mini-drone da poche diecine di euro in uno strumento di morte alimentato dall’Intelligenza Artificiale.   Non è possibile scordare anche i droni del sindaco di Messina Cateno De Luca, che durante il lockdown pandemico urlavano a chi stava fuori casa frasi giudicate da taluni come volgari.   Le cronache riportano che il De Luca avrebbe avuto un malore pochi giorni fa durante un comizio per le elezioni europee, dove presenta un listone con uno stuolo di altre forze politiche, tra cui alcune figure teoricamente legate alla «dissidenza» rispetto la catastrofe pandemica – così, dal no-vaxismo al dronismo, come se fossero stati improvvisamente resettati e riprogrammati, con robot.   Robot bipedi picchiati nei boschi in Cina, robot bipedi elettorali a caccia di voti in Italia. Va così.

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

SOSTIENI RENOVATIO 21
Immagine screenshot da YouTube  
Continua a leggere

Più popolari