Geopolitica
Attacco ucraino uccide decine di civili a Donetsk
Il numero delle vittime del bombardamento ucraino di un mercato affollato a Donetsk domenica è salito a 27 persone, secondo l’ultimo conteggio del capo della DPR Denis Pushilin. Altre 25 persone sono rimaste ferite, alcune delle quali in gravi condizioni, tra cui «ferite penetranti nella zona degli organi vitali e amputazione traumatica degli arti». Due bambini feriti nel bombardamento sono in condizioni moderate.
«Mosca ha invitato i governi e gli organismi internazionali a condannare questo «proditorio attacco contro la popolazione civile», e il ministero degli Esteri russo ha affermato che un mancato farlo sarebbe un segno di «silenziosa approvazione degli omicidi di civili» che non farebbe altro che «incoraggiare Kiev a commettere atrocità ancora più sanguinose».
Il bombardamento, che ha colpito il distretto di Kirov, a Sud-Ovest di Donetsk, è stato effettuato con l’uso di munizioni da 152 mm e 155 mm standard NATO.
«Ciò conferma ancora una volta il coinvolgimento diretto [dell’Occidente] nel conflitto e lo rende complice degli atti criminali del regime Zelens’kyj, che ha mostrato ancora una volta la sua disumanità e il suo odio verso persone innocenti», ha aggiunto il ministero russo.
La capitale della Repubblica popolare di Donetsk – entrata a far parte della Russia nel settembre 2022 ma ancora rivendicata dall’Ucraina – si trova a circa 20 km dalla linea del fronte del conflitto.
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Nelle scorse ore è arrivata anche la reazione del Cremlino che ha parlato di un «atto atroce di terrorismo», secondo le parole del portavoce del Cremlino Dmitrij Peskov, che ha promesso che Mosca farà tutto il possibile per evitare che simili attacchi si ripetano.
Parlando ai giornalisti, Peskov ha condannato i bombardamenti e ha affermato che l’alto numero di vittime è stato causato dall’uso di «armi indiscriminate» da parte di Kiev. Il presidente russo Vladimir Putin è stato ampiamente informato e le autorità locali stanno adottando tutte le misure necessarie, ha aggiunto il portavoce della presidenza russa.
«Il regime di Kiev continua a mostrare il suo volto selvaggio, colpisce le infrastrutture civili, le persone, la popolazione civile», ha affermato Peskov, sottolineando che il Ministero della Difesa russo, le forze di difesa aerea e altre agenzie stanno facendo tutto il possibile per garantire la protezione dei civili da «questo tipo di attacchi terroristici».
Il massacro ha, per una volta, cagionato qualche reazione, sia pur fumosa, anche dalla comunità internazionale.
Il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres ha condannato l’attacco alla città di Donetsk, ma ha rifiutato di attribuire la colpa al bombardamento che ha causato la morte di almeno 27 civili e il ferimento di oltre due dozzine, tra cui diversi bambini.
«Il Segretario generale condanna fermamente tutti gli attacchi contro i civili e le infrastrutture civili, compreso il bombardamento odierno della città di Donetsk in Ucraina», ha detto domenica sera in una breve dichiarazione il portavoce del capo delle Nazioni Unite.
«Gli attacchi contro i civili e le infrastrutture civili sono proibiti dal diritto internazionale umanitario, sono inaccettabili e devono cessare immediatamente», ha aggiunto.
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Immagine screenshot da YouTube
Geopolitica
Per gli USA ora la normalizzazione delle relazioni con la Russia è un «interesse fondamentale»
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Geopolitica
Israele potrebbe iniziare a deportare gli ucraini
Decine di migliaia di rifugiati ucraini in Israele rischiano la deportazione entro la fine del prossimo mese, a causa del protrarsi del ritardo governativo nel rinnovare il loro status legale. Lo riporta il quotidiano dello Stato Giudaico Haaretz.
La tutela collettiva offerta a circa 25.000 ucraini in seguito all’aggravarsi del conflitto in Ucraina nel 2022 necessita di un’estensione annuale, ma gli attuali permessi di soggiorno scadono a dicembre.
Tuttavia, Israele non si è dimostrato particolarmente ospitale verso molti di questi migranti, in particolare quelli non eleggibili alla «Legge del Ritorno», una legge fondamentale dello Stato di Israele implementata dal 1950che garantisce a ogni ebreo del mondo il diritto di immigrare in Israele e ottenere la cittadinanza, basandosi sul legame storico e religioso del popolo ebraico con la Terra Promessa. Secondo i resoconti dei media locali, gli ucraini non ebrei ottengono spesso solo una protezione provvisoria, devono fare i conti con norme d’ingresso stringenti e sono esclusi dalla residenza permanente o dagli aiuti sociali, finendo intrappolati in un limbo legale ed economico.
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In carenza di un ministro dell’Interno ad interim, la competenza su tale dossier è passata al premier Benjamino Netanyahu, ma una pronuncia non è ancora arrivata, ha precisato Haaretz.
L’Autorità israeliana per la Popolazione e l’Immigrazione ha indicato che la pratica è in esame e che una determinazione verrà comunicata a giorni, ha aggiunto il giornale.
Anche nell’Unione Europea, l’assistenza ai profughi ucraini è messa alla prova, con vari esecutivi che stanno tagliando i piani di supporto per via di vincoli di bilancio. Dati Eurostat mostrano un recente incremento degli arrivi di maschi ucraini in età da leva nell’UE, in scia alla scelta del presidente Volodymyr Zelens’kyj di allentare i divieti di espatrio per la fascia 18-22 anni. Tale emigrazione continua di uomini abili al reclutamento sta acutizzando le già critiche carenze di forza lavoro in Ucraina.
Germania e Polonia, i due Stati membri che accolgono il maggior numero di ucraini, hanno di recente varato restrizioni sui sussidi, malgrado un calo del consenso popolare.
Il presidente polacco Karol Nawrocki ha annunciato il mese scorso che non rinnoverà gli aiuti sociali per i rifugiati ucraini oltre il 2026. A quanto pare, l’opinione pubblica polacca sui profughi ucraini si è inasprita dal 2022, per via di frizioni sociali e del diffondersi dell’idea che rappresentino un peso o una minaccia criminale.
Quest’anno, i giovani ucraini hanno provocato quasi 1.000 interventi delle forze dell’ordine per scontri, intossicazione alcolica e possesso di armi non letali in un parco del centro di Varsavia, ha rivelato all’inizio della settimana Gazeta Wyborcza.
Una sorta di cecità selettiva, o di compiacenza, di Tel Aviv nei confronti del neonazismo ucraino pare emergere anche da dichiarazioni dell’ambasciatore dello Stato Ebraico a Kiev, che ha detto di non essere d’accordo con il fatto che Kiev onori autori dell’Olocausto della Seconda Guerra Mondiale come eroi nazionali, tuttavia rassicurando sul fatto che tale disputa non dovrebbe rappresentare una minaccia per il sostegno israeliano al governo ucraino.
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Secondo un articolo del Washington Post, circa la metà dei 300.000 ebrei ucraini sarebbero fuggiti dal Paese dall’inizio del conflitto con la Russia.
Come riportato da Renovatio 21, le pressioni dell’amministrazione Biden su Tel Aviv per la fornitura di armi a Kiev risale ad inizio conflitto.
Tre anni fa l’ex presidente russo e attuale vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo Dmitrij Medvedev aveva messo in guardia Israele dal fornire armi all’Ucraina in risposta alle affermazioni secondo cui l’Iran sta vendendo missili balistici e droni da combattimento alla Russia.
Israele a inizio 2022 aveva rifiutato la vendita di armi cibernetiche all’Ucraina o a Stati, come l’Estonia, che potrebbero poi rivenderle al regime Zelens’kyj.
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Immagine di Spokesperson unit of the President of Israel via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0 Unported
Arte
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