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Bioetica

«Dopo i 75 anni non vale la pena di vivere», dice l’esperto di Etica Medica di Obama

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Nell’ottobre 2014, il dottor Ezekiel Emanuel ha pubblicato un saggio sull’Atlantico intitolato «Perché spero di morire a 75 anni». Siccome il dottor Emanuel è medico e presidente del Dipartimento di Etica Medica e Politica Sanitaria dell’Università della Pennsylvania, nonché capo architetto della cosiddetta Obamacare, l’articolo ha suscitato enormi controversie.

 

La dittatura della «qualità della vita», anche nella sua forma più becera, ha strutturato il pensiero di chi ha lavorato ad una immensa riforma sanitaria

«L’età media alla quale i fisici vincitori del Premio Nobel fanno la loro scoperta è di 48 anni» era una delle argomentazioni addotte dall’importante dottore. «Una volta che ho vissuto fino a 75 anni, il mio approccio all’assistenza sanitaria cambierà completamente. Non terminerò attivamente la mia vita. Ma non cercherò nemmeno di prolungarla».

 

Come riporta il MIT Technology Review, il dottor Emanuel ha ribadito di voler rifiutare non solo interventi medici «eroici» dopo aver compiuto 75 anni, ma pure antibiotici e vaccinazioni. La sua argomentazione: gli anziani americani vivono troppo a lungo in una condizione ridotta, sollevando la domanda, «se il nostro consumo vale il nostro contributo».

 

Gli anziani americani vivono troppo a lungo in una condizione ridotta, sollevando la domanda, «se il nostro consumo vale il nostro contributo», dice Emanuel

Emanuel è fa parte del famoso clan di ebrei israelo-americani. Suo fratello, il notissimo Rahm, ha recentemente completato due termini come controverso sindaco di Chicago, e prima è stato Capo di Gabinetto del Presidente Obama; un altro fratello, Ari, è un agente di Hollywood di alto profilo – anche qui con una certa dose di controversie, che va dall’accusa riguardo la gestione di siti pornografici a commenti omofobi e razzisti che avrebbe fatto anche a proposito di famosi attori hollywoodiani.

 

Il padre Benjamin, un sabra (cioè un ebreo nato in Israele) di Gerusalemme, prima di fare il pediatra in USA ha militato nell’Irgun, un’organizzazione paramilitare ebraica che operava nel mandato britannico in Palestina. L’Irgun è stata vista come un’organizzazione terroristica che ha compiuto atti terroristici. In particolare l’organizzazione «ha commesso atti di terrorismo e assassinio contro gli inglesi, che considerava occupanti illegali, ed era anche violentemente anti-araba» secondo l’Encyclopædia Britannica. Tali trascorsi della famiglia, come certe voci sul rapporto tra Rahm e Obama, non trovano spessissimo spazio sui grandi giornali.

 

Tuttavia sui giornali ora ci va ben volentieri, con il suo  fardello di Cultura della Morte da spalmare nelle quattro direzioni, il fratello Ezekiel, un oncologo che ha rapporti con le maggiori università americane (Wharton, Harvard) e può essere  considerato il faro della Bioetica dell’era Obama, di cui fu consulente per le riforme sanitarie.

 

Ezekiel Emanuel può essere  considerato il faro della Bioetica dell’era Obama, di cui fu consulente per le riforme sanitarie

Emanuel è stato consigliere speciale per la politica sanitaria di Peter Orszag, ex direttore dell’Ufficio di gestione e bilancio dell’amministrazione Obama. L’importanza delle sue idee è quindi, per il sistema sanitario americano (quello che può decidere la vita e la morte di un cittadino), capitale.

 

È quindi assolutamente necessario ascoltare le sue parole. Agendo come un impudico rivelatore della Cultura della Morte che striscia alle basi del sistema sanitario, rivela che sì, forse non vale la pena di vivere dopo i 75. Soprattutto, si diviene un peso per la società.

 

«Ricevo spesso, dalle persone che vogliono negare quanto dico, “Sai, mia zia Nellie, era arzilla come un grillo a 94 anni, e blah-blah-blah …” Ma come ho detto nell’articolo, queste sono anomalie. Non ci sono molte persone che continuano a essere attive e coinvolte e in realtà creative oltre i 75 anni. È un numero molto piccolo».

 

«Non ci sono molte persone che continuano a essere attive e coinvolte e in realtà creative oltre i 75 anni. È un numero molto piccolo»

L’intervista concessa alla rivista del MIT diviene a tratti paradossale, incomprensibile, ingiustificabile.

 

Quando l’intervistatore chiede cosa c’è di sbagliato nel godersi semplicemente una vita prolungata (70, 80, 90 anni), il rampollo bioetico della famiglia Emanuel risponde: «quando guardo a quello che “fanno” quelle persone, quasi tutto è ciò che io classifico come gioco. Non è un lavoro significativo. Stanno andando in moto; stanno facendo un’escursione. Che può avere valore, non fraintendetemi. Ma se è la cosa principale nella tua vita? Ummm, probabilmente non è una vita significativa».

 

Le persone di 70-80-90 anni «vanno in moto; fanno un’escursione. Ma è la cosa principale nella tua vita? Ummm, probabilmente non è una vita significativa»

Se il nonno va in Ducati, o va in montagna magari prenotandosi il solito viaggio in Nepal (grande classico per i pensionati italiani), non ha una vita degna, pare di capire. E ci chiediamo: avere una vita non significativa, significa non meritare di vivere?

 

In apparenza, visto che si propone di rifiutare le cure agli anziani, la risposta parrebbe essere sì. Arriviamo così in zona Lebensunwertes Leben (in italiano «vita indegna di essere vissuta») s’intende l’espressione popolare nella Germania nazista, con la quale venivano bollati quegli individui a cui, secondo la «bioetica» del III Reich, non doveva essere lasciato il diritto a vivere. Conoscete il resto della storia: uccisioni massive di handicappati (fermate in parte dall’eroica opposizione di un prelato tedesco, Clemens August Von Galen, «il Leone di Münster»), capi di concentramento, camere a gas.

Arriviamo così in zona Lebensunwertes Leben («vita indegna di essere vissuta»), espressionedella Germania nazista. Curioso che ne parli chi proviene da una famiglia ebrea

 

Curioso che chi parli di «vita significativa» (letteralmente Ezekiel dice «not probably a meaningful life») provenga da una famiglia ebrea con i trascorsi che abbiamo visto sopra.

 

Ezekiel all’inizio dell’intervista dice: «non sto chiedendo l’eutanasia».  Eppure nelle sue confessioni pare di percepire il contrario: «Temo la morte. Ma penso di temere di più di essere una specie di decrepito e di cadere a pezzi di più». È il ritornello della necrocultura eutanatica (quella del «muoio quando voglio io, prima del declino mentale») tipica di certi discorsi da bar.

 

Quando Renovatio 21 sostiene che la Necrocultura è oramai la base dell’Etica Medica moderna, ha forse torto?

La dittatura della «qualità della vita», anche nella sua forma più becera, ha informato chi ha lavorato ad una immensa riforma sanitaria, un professore di Etica Medica con immenso potere accademico, politico, amministrativo, famigliare.

 

Quando tra gli sghignazzi dei troll e dei saccenti Renovatio 21 sostiene che la Necrocultura è oramai la base dell’Etica Medica moderna, ha forse torto?

 

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Bioetica

Azienda americana pubblicizza kit per il furto di sperma

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Renovatio 21 traduce questo articolo di Bioedge.

 

Un’azienda del Texas che commercializza il suo «kit per l’inseminazione domestica» sui social media incoraggia le donne a utilizzare lo sperma del preservativo usato dal partner per rimanere incinta senza il suo permesso.

 

Secondo un articolo del New York Post, la società MakeAMom avrebbe pubblicizzato il suo kit da 250 dollari per il «furto dello sperma» come un modo per aggirare le leggi negli Stati Uniti che rendono illegale fare buchi nei preservativi all’insaputa di entrambi i partecipanti.

 

Uno dei suoi annunci su X sottolinea che mentre fare dei buchi nei preservativi all’insaputa di entrambi i partner sessuali è illegale nella maggior parte degli Stati, «rubare il preservativo a sua insaputa» «non è illegale in nessuno stato».

 

La pubblicità del prodotto su X rasenta l’oscenità.

 

«Una donna ruba silenziosamente un preservativo dalla spazzatura per eseguire l’inseminazione domestica mentre il suo partner dorme nell’altra stanza. Cosa ne pensi di questo? È legale? Dovrà ancora il mantenimento dei figli?» dice un post su X. Un altro dice: «Devo dirgli che è suo figlio?» e «Non hai bisogno del suo permesso per rimanere incinta».

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Gli annunci sono stati ripresi dalla giornalista investigativa Samantha Cole, della cooperativa giornalistica di notizie tecnologiche 404Media. Ha scoperto che le credenziali di MakeAMom erano altamente sospette. Interrogato sulla sua etica, l’apparente CEO dell’azienda ha risposto: 

 

«Sembra che ci sia stato un grave malinteso riguardo ai nostri contenuti di marketing e all’etica della nostra azienda. Ci assumiamo la piena responsabilità per questo e stiamo attualmente rivedendo le nostre strategie pubblicitarie per garantire che riflettano il nostro impegno verso pratiche etiche».

 

«La nostra intenzione è sempre stata quella di dare potere alle persone nel loro viaggio verso la genitorialità, ma non a scapito del consenso e dell’integrità morale».

 

La FDA ha approvato un paio di altri kit per l’inseminazione domestica, ma non quello di MakeAMom. 

 

Michael Cook

 

Renovatio 21 offre questa traduzione per dare una informazione a 360º. Ricordiamo che non tutto ciò che viene pubblicato sul sito di Renovatio 21 corrisponde alle nostre posizioni.

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Bioetica

Biden fa il segno della croce durante una manifestazione a sostegno dell’aborto

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Il presidente americano Joe Biden, ad un evento politico in Florida, si è fatto il segno della croce quando la signora con lui sul palco, la presidente del Partito Democratico della Florida, si è espressa a favore dell’aborto. Lo riporta Modernity News.   La vicenda ha generato sconvolto tra la comunità cristiana internazionale.   La candidata governativa fallita Nikki Fried stava sollecitando la rielezione di Biden quando ha fatto commenti su Ron DeSantis e Donald Trump che spingevano per maggiori restrizioni sull’aborto.   La prossima settimana in Florida entrerà in vigore un divieto di aborto di sei settimane, e questo sarebbe uno dei motivi per cui Biden si è fermato nello Stato. La Fried aveva dichiarato la scorsa settimana che Biden sa che deve trascorrere del tempo in Florida per dimostrare quanto le cose siano diventate «estreme» sotto DeSantis. «Capisci che se dobbiamo combattere contro l’estremismo dei repubblicani MAGA, devi venire al ventre della bestia».

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Mentre Biden era al suo fianco, la Fried ha dichiarato che «Ron DeSantis sentiva di dover candidarsi alla presidenza, quindi quindici settimane non erano sufficienti, dovevamo arrivare a sei settimane», sottolineando la sua opposizione alla legge sull’aborto.   È a questo punto che Biden, sulla carta secondo presidente «cattolico» della storia USA (e forse l’unico, che nonostante gli acciacchi, porterà al termine mandato: il primo è stato JFK e sappiamo come è andata a finire) si è fatto il segno della croce.   La reazione della rete è stata immediata, con commenti che davano del «vile» al vegliardo del Delaware. «Biden, l’autodefinito “cattolico devoto”, fa il segno della croce a sostegno del desiderio di questa donna di uccidere i bambini fino ai 3 mesi di gravidanza» scrive Buck Sexton. «Totalmente malvagio e sacrilego» ha twittato LifeNews. «Davvero da vomitare. Disgustoso. Insulto. Blasfemo» hanno scritto ancora su Twitter. Ancora: «Joe Biden si fa il segno della croce mentre promuove l’aborto! Questo è il male!».   Il fatto è avvenuto a pochi giorni dalla sostituzione della Pasqua della Casa Bianca con la giornata mondiale di visibilità trans.   La Fried, già Commissario per l’Agricoltura della Florida, grande sostenitrice dell’aborto, è anche esplicita riguardo alla sua pratica del giudaismo. Mentre era al liceo, partecipava al B’nai B’rith, la famigerata organizzazione ebraica. La donna ha preso anche attivamente in considerazione l’idea di fare aliya – cioè di andare a vivere in Israele –e di unirsi alle forze di difesa israeliane.   Dopo la sua elezione a commissario per l’agricoltura, Fried ha prestato giuramento utilizzando la prima Bibbia ebraica pubblicata negli Stati Uniti.

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Bioetica

L’India approva l’aborto alla 30ª settimana

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Renovatio 21 pubblica questo articolo su gentile concessione di AsiaNews. Le opinioni degli articoli pubblicati non coincidono necessariamente con quelle di Renovatio 21.

 

La Corte Suprema di New Delhi ha dato il via libera «in via eccezionale» all’interruzione di gravidanza di una quattordicenne vittima di uno stupro. Dr. Carvalho: «Il trauma e la violenza subita dalla ragazza è innegabile, ma resta il fatto che la vita più indifesa viene uccisa».

 

Una vicenda molto delicata sta facendo discutere in India sul tema del diritto alla vita. La Corte Suprema ha accordato a una quattordicenne vittima di violenza sessuale di interrompere la gravidanza ormai di quasi 30 settimane.

 

Una corte guidata dal presidente del massimo organo giudiziario, D Y Chandrachud, l’ha definito un «caso davvero eccezionale in cui dobbiamo proteggere la ragazza» e ha scelto di avvalersi dei poteri speciali garantiti alla Corte suprema dall’articolo 142 della Costituzione indiana.

 

La minorenne è venuta a conoscenza delle sue condizioni solo in una fase molto avanzata. La madre della ragazza vittima dello stupro si è rivolta alla Corte Suprema dopo che l’Alta Corte di Bombay aveva negato il consenso all’aborto essendo trascorso il termine ultimo di 24 settimane previsto dalla legge indiana.

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Commentando la vicenda il dr. Pascoal Carvalho, membro della Pontificia Accademia per la Vita, ha dichiarato ad AsiaNews: «il trauma della minorenne sopravvissuta allo stupro è innegabile e la Corte Suprema ha preso la sua decisione sottolineando l’eccezionalità delle circostanze, ma resta il fatto che la vita più vulnerabile e indifesa viene uccisa. Anche il recente documento vaticano Dignitas Infinita elenca l’aborto tra le “gravi violazioni” della dignità umana, collegandolo giustamente all’erosione di “basi solide e durature per la difesa dei diritti umani”».

 

Carvalho ricorda che in India, le Missionarie della Carità accolgono i bambini indesiderati: «stiamo combattendo l’aborto con l’adozione», ripeteva sempre Madre Teresa.

 

Inoltre, fornirebbero anche alla vittima dello stupro un sostegno sociale e un trattamento terapeutico adeguato.

 

«I meccanismi istituzionali per la protezione dell’infanzia ci sono – osserva ancora il dr. Carvalho, membro del Comitato per la Vita umana dell’arcidiocesi di Mumbai. Il Paese ha adottato tante leggi e politiche per garantire la protezione e il miglioramento della situazione dei bambini. Ma non potrai essere uno sforzo completo se si escludono gli indifesi che necessitano di cure e protezione».

 

Invitiamo i lettori di Renovatio 21 a sostenere con una donazione AsiaNews e le sue campagne.

Renovatio 21 offre questo articolo per dare una informazione a 360º. Ricordiamo che non tutto ciò che viene pubblicato sul sito di Renovatio 21 corrisponde alle nostre posizioni.

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