Vaccini
25 ragioni per evitare il vaccino Gardasil
Renovatio 21 pubblica questa traduzione su gentile concessione di Children’s Health Defense.
Sono passati 13 anni da quando la Food and Drug Administration (FDA) ha concesso l’autorizzazione in tempi rapidi al vaccino Gardasil della Merck – promosso per prevenire il tumore della cervice uterina e altri disturbi causati dai quattro tipi di papilloma virus umano (HPV). Inizialmente, l’agenzia autorizzò il Gardasil unicamente per le donne di età compresa tra i 9 e i 26 anni, ma nuove disposizioni della FDA consentono ora a Merck di somministrare il successore del Gardasil, il vaccino 9-valente Gardasil 9, sia a uomini sia a donne di una fascia d’età più ampia, dai 9 ai 45 anni.
Come risultato dell’espansione del mercato del Gardasil, non solo negli Stati Uniti ma nel mondo, il vaccino HPV è diventato il terzo prodotto più venduto della Merck, generando entrate globali per 3.2 miliardi di dollari. Nonostante ciò, il rapporto sulla sicurezza del Gardasil è un vero e proprio disastro. Children’s Health Defense e Robert Kennedy, Jr. hanno girato un video in cui illustrano dettagliatamente i tanti problemi nello sviluppo e sicurezza del Gardasil. Guarda e condividi il video in modo che tu e altri possiate comprendere perché Kennedy si riferisce alle metodologie della Merck come «chiacchiere fraudolente».
«Molte delle cose che dirò oggi sarebbero infamanti se non fossero vere. E se non fossero vere, Merck mi farebbe causa. Ma Merck non lo farà. E non lo farà perché negli Stati Uniti, la verità è la difesa assoluta contro la diffamazione» Robert J. Kennedy jr, video di presentazione del Gardasil Science Day
Quelli che seguono sono 25 fatti che riguardano il vaccino Gardasil/Gardasil 9, compresi dati sui test clinici dei vaccini ed esiti negativi osservati da quando Merck, i funzionari del sistema sanitario e i legislatori hanno imposto i vaccini ad una popolazione ignara.
Placebo e confronti inadeguati
- Un placebo dovrebbe essere una sostanza inerte che somiglia al farmaco da testare. Ma nei test clinici del Gardasil, Merck ha utilizzato un adiuvante neurotossico a base di alluminio denominato AAHS anziché un placebo salino inerte.
- Tra le ragazze e le donne a cui è stato somministrato il vaccino e tra le ragazze a cui è stato somministrato AAHS, un impressionante 2,3% di entrambi i gruppi ha sviluppato condizioni di «patologie autoimmuni sistemiche», molte manifestatesi poco dopo la somministrazione del Gardasil.
- Numerosi studi scientifici associano l’alluminio non solo a malattie autoimmuni ma anche ad autismo, morbo di Alzheimer, demenza e morbo di Parkinson, così come a comportamenti anomali negli animali.
- Merck mentì ai partecipanti allo studio, affermando falsamente che i test clinici non erano studi sulla sicurezza, che il vaccino era già stato dimostrato sicuro e che il placebo era una sostanza salina inerte. [Fonte: The HPV Vaccine on Trial (Prova fotografica, pp. 6 e 12)]
- Quando Merck condusse i test clinici per la nuova formulazione del vaccino, il Gardasil 9, utilizzò Gardasil come placebo nel gruppo di controllo, facendo affidamento sulla mancanza di un placebo inerte per mascherare problemi di sicurezza.
- I 500 microgrammi di alluminio usato come adiuvante (AAHS) nel Gardasil 9 sono oltre il doppio dell’alluminio presente nel Gardasil; questo fa emergere il dubbio se la comparazione del Gardasil 9 con il Gardasil sia giustificata.
- L’Organizzazione Mondiale della Sanità afferma che utilizzare un vaccino (anziché una sostanza inerte) come placebo crea uno «svantaggio metodologico» e rimarca altresì che potrebbe essere «difficile o impossibile» stabilire con certezza la sicurezza del vaccino senza l’uso di un placebo.
«Il rapporto sulla sicurezza del Gardasil è un vero e proprio disastro» Robert F.Kennedy jr
Criteri di inclusione ed esclusione inappropriati
- Per i test clinici del Gardasil nel gruppo target con un gruppo di controllo, meno di 1.200 bambini hanno ricevuto il vaccino e meno di 600 erano nel gruppo di controllo. Questo significa che meno di 1.800 bambini hanno posto le basi per la commercializzazione del vaccino a milioni di preadolescenti sani in tutto il mondo.
- I test del Gardasil avevano numerosi criteri di esclusione. Non erano idonei a partecipare persone con gravi allergie, risultati anomali nei pap test precedenti, che avevano avuto più di quattro partner sessuali nella vita, disturbi immunologici o altre malattie croniche, reazione agli ingredienti del vaccino, compresi alluminio, lievito e benzonasi, o precedenti di abusi di alcool e droghe. Ciononostante, Merck oggi raccomanda il vaccino per tutti questi gruppi.
Monitoraggio insufficiente
- Alcuni partecipanti allo studio, ma non tutti, hanno ricevuto dei moduli per registrare le reazioni a breve termine, come prurito e arrossamento. I moduli registravano le reazioni solamente per i successivi 14 giorni e Merck non ha esaminato ulteriormente i partecipanti che hanno riportato gravi reazioni avverse come patologie autoimmuni sistemiche o disturbi mestruali.
- I partecipanti danneggiati hanno lamentato che Merck rifiutò di registrare le reazioni avverse. In molti casi, Merck ha sostenuto che «non erano dovute al vaccino».
- La metà (49,6%) dei partecipanti ai test che hanno ricevuto il Gardasil hanno riportato gravi condizioni mediche mesi dopo la somministrazione. Per evitare di classificare i danni come reazioni avverse, Merck le ha considerate come «nuove condizioni mediche».
Le morti annue dovute al cancro alla cervice negli Stati Uniti sono 2,3/100.000. Il tasso di morte dei test clinici del Gardasil è stato di 85/100.000, 37 volte superiore al cancro.
Il rapporto rischio/beneficio con il cancro non è favorevole
- L’età media della morte per tumore alla cervice uterina è 58 anni. Gardasil viene somministrato a preadolescenti e adolescenti sani il cui rischio di morire per il cancro è praticamente nullo. Gli interventi rivolti a persone sane devono avere un fattore di rischio pari a zero.
- Le morti annue dovute al cancro alla cervice negli Stati Uniti sono 2,3/100.000. Il tasso di morte dei test clinici del Gardasil è stato di 85/100.000, 37 volte superiore al cancro.
- Con 76 milioni di bambini vaccinati con le tre dosi del Gardasil a un costo medio di 420 dollari, la spesa per salvare una vita americana dal cancro alla cervice ammonta a 18,3 milioni di dollari. Per converso, il valore di una vita umana, secondo il National Vaccine Injury Compensation Program facente capo al Ministero della Salute e dei Servizi alla Persona, è di 250.000 dollari – la cifra massima che il governo abbia mai corrisposto per una morte causata da vaccino.
- Secondo il foglio illustrativo del Gardasil, le donne sono fino a 100 volte più predisposte a soffrire di gravi patologie in seguito alla somministrazione del vaccino Gardasil di quanto lo sono a contrarre il tumore alla cervice.
- Le probabilità di sviluppare malattie autoimmuni derivanti dal Gardasil, anche se il vaccino funziona, sono 1.000 volte superiori a quelle di essere salvate dalla morte da tumore cervicale.
- Nei test clinici del Gardasil, le donne che mostravano sintomi di infezione HPV in atto e una precedente infezione da HPV, mostravano il 44% di probabilità in più di sviluppare lesioni uterine o cancro in seguito al vaccino.
- Le donne che hanno ricevuto il vaccino Gardasil nella preadolescenza o nell’adolescenza sono più propense a evitare gli screening per il tumore alla cervice uterina da adulte, ritenendo erroneamente che la vaccinazione anti-HPV sia un sostituto del controllo e che il vaccino azzeri il rischio.
Da quando il Gardasil è stato immesso nel mercato statunitense nel 2006, sono state registrate oltre 450 decessi e oltre 61.000 patologie gravi derivanti dal vaccino anti-HPV al Vaccine Adverse Event Reporting System.
Effetti sulla fertilità
- Le prove raccolte finora mostrano i potenziali danni del Gardasil sulla fertilità, tra cui aborti spontanei e insufficienza ovarica precoce.
- Merck non ha mai testato gli effetti del vaccino sulla fertilità. Ad ogni modo, i test clinici su Gardasil e Gardasil 9 hanno mostrato alte percentuali di aborti spontanei, rispettivamente il 25% e il 27,4%, molto più alte del tasso naturale, che si attesta tra il 10% e il 15% nella fascia d’età esaminata.
- Il Polisorbato 80 e il borato di sodio (Borax) sono associati a infertilità negli animali. Entrambi sono ingredienti del Gardasil ed entrambi vengono elencati nel protocollo clinico in cui si dichiarava di utilizzare un placebo salino benigno.
Post-autorizzazione
- Nel 2015 la Danimarca ha aperto cinque nuove cliniche HPV per curare i bambini danneggiati dal Gardasil, che poco dopo l’apertura avevano già in cura 1.300 pazienti.
- Da quando il Gardasil è stato immesso nel mercato statunitense nel 2006, sono state registrate oltre 450 decessi e oltre 61.000 patologie gravi derivanti dal vaccino anti-HPV al Vaccine Adverse Event Reporting System (VAERS).
- Merck ha mentito al VAERS sulla morte di Christina Tarsell, affermando falsamente che il suo medico attribuì il decesso a un virus anziché al Gardasil [Fonte: The HPV Vaccine on Trial (p. 144).]
Il vaccino non doveva essere autorizzato
Come suggerisce la fine del libro pubblicato nel 2018 The HPV Vaccine on Trial, la commercializzazione del Gardasil in 125 paesi del mondo ha mostrato, in modo terribilmente vero e scioccante, il fenomeno che spinse Hans Christian Andersen a scrivere I vestiti nuovi dell’Imperatore. Nel mondo, sono state riportate alla FDA e all’OMS oltre 100.000 reazioni avverse legate al Gardasil, mentre continuano a moltiplicarsi scandali, cause legali, gravi danni e decessi.
Per quasi 200 anni, la storia di Andersen ha insegnato ai lettori l’importanza di raccontare la verità, di fare attenzione all’evidenza e di ascoltare i bambini. La bella favola creata per il pericoloso vaccino Gardasil non deve più esistere. È tempo, per usare le parole delle autrici di The HPV Vaccine on Trial, di proclamare ad alta voce che l’imperatore è nudo».
Il team di Children’s Health Defense
© 21 maggio 2019, Children’s Health Defense, Inc. Questo lavoro è riprodotto e distribuito con il permesso di Children’s Health Defense, Inc. Vuoi saperne di più dalla Difesa della salute dei bambini? Iscriviti per ricevere gratuitamente notizie e aggiornamenti da Robert F. Kennedy, Jr. e la Difesa della salute dei bambini. La tua donazione ci aiuterà a supportare gli sforzi di CHD.
Vaccini
Stanford conferma come i vaccini anti-COVID causino danni al cuore, ma continua a difenderli
I ricercatori della Stanford Medicine affermano di aver identificato il meccanismo attraverso il quale i vaccini anti-COVID-19 a base di mRNA possono causare danni cardiaci in uomini giovani e sani, pur continuando a sostenere che i vaccini sono complessivamente sicuri.
Il 10 dicembre, Stanford ha annunciato i risultati di uno studio condotto dal direttore dello Stanford Cardiovascular Institute, il dottor Joseph Wu, sui motivi per cui le iniezioni possono causare miocardite.
«Un rischio raro ma reale dei vaccini anti-COVID-19 a base di mRNA è la miocardite, ovvero l’infiammazione del tessuto cardiaco. I sintomi – dolore toracico, respiro corto, febbre e palpitazioni – compaiono in assenza di qualsiasi infezione virale», spiega il comunicato. «E si manifestano rapidamente: entro uno o tre giorni dalla somministrazione. La maggior parte delle persone colpite presenta elevati livelli ematici di una sostanza chiamata troponina cardiaca, un indicatore clinico consolidato di danno al muscolo cardiaco. (La troponina cardiaca si trova normalmente esclusivamente nel muscolo cardiaco. Quando circola nel sangue, indica un danno alle cellule del muscolo cardiaco)».
Iscriviti al canale Telegram ![]()
Nella speranza di ottenere un quadro più chiaro del processo, il team del Wu ha esaminato il sangue prelevato da soggetti vaccinati contro il COVID, compresi individui che avevano sviluppato miocardite, e lo ha confrontato con campioni non vaccinati. «Sono emerse due proteine, denominate CXCL10 e IFN-gamma. Pensiamo che queste due siano le principali cause della miocardite», ha affermato il dottor Wu. Il team ha successivamente confermato la propria ipotesi con esperimenti che prevedevano la vaccinazione di topi, riscontrando successivamente «livelli elevati di troponina cardiaca, il marcatore clinico ampiamente utilizzato per il danno al muscolo cardiaco».
Wu ha anche ipotizzato che l’effetto potrebbe essere mitigato con l’uso di «genisteina, una sostanza lievemente simile agli estrogeni derivata dalla soia», anche se probabilmente dovrebbe trattarsi di un integratore appositamente progettato perché la genisteina «viene assorbita solo debolmente se assunta per via orale».
Tuttavia, Wu ha tenuto a sottolineare che considerava ancora tali pericoli rari e solitamente lievi, e che i vaccini erano estremamente positivi. «I vaccini a mRNA hanno svolto un lavoro straordinario nel mitigare la pandemia di COVID», ha affermato.
Wu ha ammesso che alcune rare complicazioni hanno portato a ricoveri ospedalieri e decessi, ma ha continuato a insistere sul fatto che «il COVID è peggiore», sostenendo che il virus stesso aveva una probabilità 10 volte maggiore di causare miocardite. Tuttavia, diverse analisi degli ultimi cinque anni hanno indicato che il COVID rappresentava un pericolo minimo per chiunque, fatta eccezione per gli anziani e gli immunodepressi. L’anno scorso, un gran giurì della Florida ha stabilito che il COVID era «statisticamente quasi innocuo» per i bambini e la maggior parte degli adulti.
Inoltre, sebbene sia ben accetto il riconoscimento generale del meccanismo attraverso il quale i vaccini contro il COVID causano la miocardite un’ampia mole di prove indica che i loro rischi sono più significativi di quanto descritto dal dottor Wu.
Il sistema federale americano di segnalazione degli eventi avversi vaccinali (VAERS) segnala, al 29 agosto, 38.773 decessi, 221.257 ricoveri ospedalieri, 22.362 infarti e 29.012 casi di miocardite e pericardite, tra le altre patologie. I casi segnalati al VAERS non sono di per sé casi comprovati, ma nel 2022 i ricercatori dei Centers for Disease Control & Prevention (CDC) statunitensi hanno riscontrato un «elevato tasso di verifica delle segnalazioni di miocardite al VAERS dopo la vaccinazione contro il COVID-19 a base di mRNA», portando alla conclusione che «la sottostima è più probabile» della sovrastima.
Un’analisi condotta su 99 milioni di persone in otto Paesi, pubblicata lo scorso anno sulla rivista Vaccine, ha «osservato rischi significativamente più elevati di miocardite dopo la prima, la seconda e la terza dose» di vaccini COVID a base di mRNA, nonché segnali di un aumento del rischio di «pericardite, sindrome di Guillain-Barré e trombosi del seno venoso cerebrale» e altri «potenziali segnali di sicurezza che richiedono ulteriori indagini».
Nell’aprile 2024, il CDC è stato costretto a pubblicare per ordine del tribunale 780.000 segnalazioni di gravi reazioni avverse, precedentemente non divulgate, e uno studio giapponese ha rilevato «aumenti statisticamente significativi» nei decessi per cancro dopo la terza dose di vaccini COVID-19 a base di mRNA e ha proposto diverse teorie per un nesso causale. Più recentemente, studi pubblicati sull’International Journal of Infectious Diseases e sull’International Journal of Medical Science hanno sollevato la possibilità che i vaccini comportassero rischi non solo di malattie respiratorie, ma persino di lesioni renali.
Da allora, molti hanno osservato attentamente e dibattuto animatamente su cosa avrebbe fatto il presidente Donald Trump al suo ritorno in carica, dato che l’iniziativa Operation Warp Speed della prima amministrazione Trump li ha preparati e rilasciati in una frazione del tempo impiegato per sviluppare e testare qualsiasi altro vaccino precedente.
Sebbene non abbia mai sostenuto gli obblighi vaccinali come ha fatto l’ex presidente Joe Biden, per anni Trump si è rifiutato di rinnegare le vaccinazioni, con grande disappunto della sua base, considerando l’Operation Warp Speed uno dei suoi più grandi successi. Allo stesso tempo, durante la sua ultima corsa, ha abbracciato il movimento «Make America Healthy Again» e il suo diffidente nei confronti dell’establishment medico in senso più ampio.
Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
Finora, la seconda amministrazione di Trump ha ritirato diverse raccomandazioni per i vaccini, ma non li ha ancora ritirati dal mercato, nonostante abbia assunto diversi critici accesi dell’establishment COVID e abbia posto il Dipartimento della Salute e dei Servizi Umani sotto la guida del più importante sostenitore anti-vaccino degli Stati Uniti, Robert F. Kennedy Jr. Più di recente, l’amministrazione ha deciso di lasciare i vaccini attuali facoltativi, ma non ha sostenuto il lavoro per sviluppare quelli successivi.
In un’intervista di luglio, il commissario della FDA Marty Makary ha chiesto pazienza a coloro che non erano soddisfatti della gestione dei vaccini da parte dell’amministrazione, insistendo sulla necessità di più tempo per studi clinici approfonditi e ottenere dati più definitivi.
Secondo quanto riferito, la FDA ha iniziato a riconoscere i decessi infantili causati dai vaccini, ma allo stesso tempo, il Dipartimento di Giustizia di Trump è in tribunale per opporsi alla ripresa della causa intentata da un informatore contro Pfizer.
Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
Epidemie
Epidemia di morbillo riaccende il dibattito sul vaccino MPR
Sostieni Renovatio 21
Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
Il vaccino MPR responsabile di lesioni «catastrofiche»
I dati del DPH mostrano che la copertura vaccinale contro il morbillo, la parotite, il morbillo e la rosolia tra gli scolari della Carolina del Sud è diminuita da circa il 96% nel 2020 al 93,5% quest’anno. Secondo NBC News, la vaccinazione contro morbillo, parotite, rosolia e morbillo nella contea di Spartanburg, una delle aree più colpite dall’ultima epidemia, è stata del 90% per l’anno scolastico 2024-25. Nella conferenza stampa di mercoledì, Bell ha attribuito «l’elevata copertura vaccinale» all’eliminazione della trasmissione in corso nel Paese. Ha esortato il pubblico a «considerare l’efficacia del vaccino e la possibilità che questa malattia scompaia sostanzialmente». Ha affermato che l’epidemia potrebbe concludersi se più persone si vaccinassero. Il Post ha riferito che anche un «piccolo calo delle vaccinazioni può aumentare significativamente la probabilità di un’epidemia», citando i dati dei Centers for Disease Control and Prevention (CDC) che indicano che una dose del vaccino MPR è efficace al 93% contro il morbillo e la serie di due dosi è efficace al 97%. Hilliard ha affermato: «Il modo migliore per proteggersi dal morbillo è la vaccinazione contro morbillo, parotite e rosolia (MPR). Il CDC incoraggia le persone a consultare un medico per sapere qual è la vaccinazione più adatta a loro». Brian Hooker, Ph.D., direttore scientifico di Children’s Health Defense (CHD), concorda sul fatto che il vaccino MPR sia il modo migliore per prevenire il morbillo, ma si chiede se sia necessario prevenirlo in primo luogo. «Prima dell’introduzione del vaccino, la mortalità per morbillo era di 2 casi su 10.000», ha affermato Hooker. «Non credo che sia necessario evitare di contrarre il morbillo, a differenza del rischio correlato al vaccino». Polly Tommey, conduttrice del programma «Good Morning CHD» su CHD.TV, ha intervistato genitori i cui figli sono rimasti feriti o sono morti a causa di una reazione avversa al vaccino MPR. «La devastazione causata da questo particolare vaccino è catastrofica», ha affermato.Iscriviti al canale Telegram ![]()
Aiuta Renovatio 21
Gli esperti mettono in discussione la narrativa «spaventosa» dei media tradizionali sul morbillo
Il Post ha riportato che il peggioramento della crisi del morbillo in Carolina del Sud è la prova che gli Stati Uniti stanno «vacillando per la recrudescenza di una malattia prevenibile e altamente contagiosa». L’organizzazione giornalistica ha citato le epidemie di morbillo di quest’anno nel West Texas e in altre regioni, che sarebbero costate la vita a tre persone non vaccinate, come prova del prezzo da pagare per l’esitazione vaccinale. Ma Hooker ha affermato che «la narrativa “spaventosa” nei media tradizionali è alimentata dall’evidente impennata del 2025 e dalle false notizie sui tre decessi erroneamente attribuiti al morbillo». «Sappiamo che le due ragazze decedute nel West Texas sono morte a causa di una polmonite batterica curata in modo improprio. E nel terzo caso, un adulto del New Mexico, l’individuo ha negato ogni trattamento medico ed è stato diagnosticato con il morbillo solo tramite RT-PCR durante l’autopsia», ha detto Hooker. Jablonowski ha affermato che le due ragazze del Texas «non sono morte di morbillo, ma a causa degli ospedali, delle infezioni contratte in ospedale e della fatale parzialità degli operatori sanitari». Secondo la CNN, in Texas non sono stati segnalati nuovi casi di morbillo da agosto. Il CDC ha registrato 1.912 casi di morbillo negli Stati Uniti quest’anno.Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
«Nessun vaccino garantisce un’immunità del 100%»
Perro ha affermato che, sebbene l’attuale epidemia venga attribuita ai non vaccinati, tali epidemie «hanno storicamente coinvolto sia persone vaccinate che non vaccinate». «Nessun vaccino garantisce un’immunità al 100%, e in letteratura è stato documentato un fallimento secondario del vaccino, ovvero la perdita dell’immunità anni dopo la vaccinazione. I casi di recrudescenza sono generalmente più lievi, ma si verificano, e comprendere questi modelli è essenziale per un quadro epidemiologico completo», ha affermato Perro. Hooker ha citato preoccupazioni sulla sicurezza del vaccino MPR, osservando che nel 1999 la Merck «ha iniziato ad aumentare segretamente il contenuto di virus nel vaccino MPR a livelli che potrebbero eclissare quelli che erano stati adeguatamente testati sulla sicurezza». Ciò ha coinciso con un «drammatico aumento delle segnalazioni di decessi e anafilassi dovuti al vaccino» inviate al Vaccine Adverse Event Reporting System (VAERS), il sistema governativo statunitense. Il National Childhood Vaccine Injury Act del 1986 prevede una copertura di responsabilità per i produttori di vaccini inclusi nel programma di immunizzazione infantile del CDC. Di conseguenza, i produttori hanno meno incentivi a produrre vaccini sicuri, ha affermato Perro. «Negli ultimi quarant’anni i produttori avrebbero potuto puntare su formulazioni più pulite, come prodotti senza alluminio, stabilizzanti migliorati o sistemi di distribuzione alternativi, ma senza responsabilità e supervisione normativa, l’incentivo semplicemente non c’era», ha affermato Perro.Aiuta Renovatio 21
È «assurdo» dare la colpa a RFK Jr. per le epidemie di morbillo
I resoconti dei media hanno anche suggerito che le politiche di Kennedy come segretario dell’HHS abbiano contribuito all’«esitazione vaccinale» e all’aumento della diffusione del morbillo. Secondo il Post, «un aumento della disinformazione sui vaccini che, a volte, si è propagata sui social media e tra alcuni funzionari pubblici, tra cui il presidente Donald Trump e il suo candidato per il segretario alla Salute, Robert F. Kennedy Jr.» ha contribuito alle epidemie. Ma Perro ha affermato che i dati del CDC mostrano che i casi di morbillo negli Stati Uniti «sono in aumento da diversi anni, da 59 casi nel 2023 a 285 nel 2024, e ora sono oltre 1.900 i casi segnalati nel 2025 in 43 giurisdizioni». Ha affermato che queste tendenze «sono antecedenti all’attuale leadership dell’HHS». «L’idea che una sola figura politica abbia ‘causato’ tutto questo non è supportata dai dati a lungo termine», ha affermato Perro. Secondo Hilliard, i 1.912 casi di morbillo segnalati finora quest’anno negli Stati Uniti sono significativamente inferiori al numero di casi segnalati in Canada (5.298) e Messico (5.089). Entrambi i paesi hanno una popolazione sostanzialmente inferiore a quella degli Stati Uniti. Tommey ha affermato che è «assurdo» incolpare Kennedy per le epidemie di quest’anno. «I genitori non vaccinano perché vedono la carneficina totale di chi di noi si è vaccinato. L’hanno vissuta o vista in prima persona… Una volta che sai, sai: ecco perché i tassi di vaccinazione sono in calo», ha affermato. Michael Nevradakis Ph.D. © 11 dicembre 2025, Children’s Health Defense, Inc. Questo articolo è riprodotto e distribuito con il permesso di Children’s Health Defense, Inc. Vuoi saperne di più dalla Difesa della salute dei bambini? Iscriviti per ricevere gratuitamente notizie e aggiornamenti da Robert F. Kennedy, Jr. e la Difesa della salute dei bambini. La tua donazione ci aiuterà a supportare gli sforzi di CHD. Renovatio 21 offre questa traduzione per dare una informazione a 360º. Ricordiamo che non tutto ciò che viene pubblicato sul sito di Renovatio 21 corrisponde alle nostre posizioni.Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
Intelligence
Il Congresso USA potrebbe costringere le agenzie di spionaggio a declassificare le prove sulle origini del COVID
Renovatio 21 traduce questo articolo per gentile concessione di Children’s Health Defense. Le opinioni degli articoli pubblicati non coincidono necessariamente con quelle di Renovatio 21.
Nascosto nel vasto National Defense Authorization Act per l’anno fiscale 2026, c’è un testo che richiede al direttore dell’intelligence nazionale di condurre una revisione di declassificazione con i responsabili delle agenzie di intelligence federali delle informazioni su coloro che hanno finanziato la ricerca sul coronavirus e su ciò che si sa sul rischioso lavoro di «acquisizione di funzione» svolto presso il Wuhan Institute of Virology.
Per quasi sei anni, la battaglia per scoprire cosa sanno realmente le agenzie di spionaggio statunitensi sulle origini del COVID-19 si è svolta nelle aule dei tribunali, nelle lunghe file del Freedom of Information Act (FOIA) e nei PDF pesantemente censurati.
Ora è inserito in un disegno di legge sulla difesa.
Nascosta nel vasto National Defense Authorization Act per l’anno fiscale 2026 c’è una disposizione breve ma incisiva: «Declassificazione dei dati di intelligence e ulteriori misure di trasparenza relative alla pandemia di COVID-19».
Sostieni Renovatio 21
Il testo chiave del disegno di legge, che sarà votato questa settimana alla Camera e al Senato, incarica il Direttore dell’intelligence nazionale (DNI) di condurre congiuntamente una revisione della declassificazione con i responsabili delle agenzie di intelligence federali su due fronti principali: informazioni sulla ricerca sul coronavirus nei laboratori cinesi, comprese informazioni su coloro che l’hanno finanziata e ciò che si sa sul rischioso lavoro di «acquisizione di funzione» svolto presso il Wuhan Institute of Virology (WIV), e informazioni sul controllo da parte di Pechino delle informazioni sulla pandemia, incluso il modo in cui i funzionari cinesi potrebbero aver bloccato, ritardato o plasmato le prime narrazioni sulle origini della pandemia e sulla sua diffusione iniziale.
La revisione della declassificazione deve essere effettuata entro 180 giorni dall’approvazione del disegno di legge.
Successivamente, il DNI deve «rendere pubblici i prodotti di Intelligence» identificati per la divulgazione, apportando solo le modifiche necessarie a proteggere le fonti e i metodi di intelligence, e che sono concordate con l’ agenzia da cui provengono i prodotti di Intelligence.
Il DNI deve inoltre presentare una versione non censurata dei prodotti di intelligence declassificati alle commissioni di intelligence del Congresso.
Scoprire cosa sa la comunità di intelligence statunitense su come è iniziata la pandemia potrebbe aiutare a definire tutto, dalla regolamentazione dei laboratori al modo in cui viene supervisionata la rischiosa ricerca virologica, fino alla serietà con cui i governi prendono la possibilità che la prossima epidemia possa iniziare dietro le porte chiuse di un laboratorio di ricerca.
Secondo alcuni esperti di biosicurezza, la divulgazione pubblica di tali informazioni potrebbe aiutare i decisori politici a stabilire quali misure di sicurezza adottare per impedire che si verifichi una prossima pandemia.
Per anni, organismi di controllo e redazioni hanno indagato sulle tracce lasciate dalla comunità dell’intelligence sulla pandemia, cercando cablogrammi, analisi genomiche, rapporti di allerta precoce e deliberazioni interne, tra una lista di documenti segreti. Hanno presentato richieste FOIA a quasi tutte le principali agenzie di intelligence, per poi seguire tali richieste fino ai tribunali federali, quando le agenzie hanno risposto con ritardi, smentite o pagine piene di omissioni.
Anche quando il Congresso approvò il COVID-19 Origin Act del 2023, ordinando al DNI di declassificare le informazioni sui possibili collegamenti tra il WIV e l’inizio della pandemia, il pubblico ottenne poco più di un breve riassunto dell’Office of the Director of National Intelligence (ODNI) che delineava la posizione di ciascuna agenzia di intelligence sulla questione.
Il rapporto li divideva in due schieramenti: la maggior parte delle agenzie sosteneva l’ipotesi di un’origine naturale, mentre altre erano favorevoli allo scenario secondo cui il SARS-CoV-2, il virus che ha causato la pandemia, sarebbe fuoriuscito da un laboratorio.
Ma le prove di base, le valutazioni, le email degli analisti e le analisi tecniche sono rimaste per lo più nascoste al pubblico.
Ora, con l’attesa proposta di legge sull’autorizzazione alla difesa, il Congresso è pronto a riprovarci, chiedendo alle agenzie di intelligence di rivelare pubblicamente ciò che sanno sull’inizio di una pandemia che, secondo alcune stime, ha ucciso più di 20 milioni di persone in tutto il mondo.
Aiuta Renovatio 21
Declassificazione delle registrazioni grezze
Il linguaggio operativo sulla declassificazione delle informazioni di Intelligence sulle origini del COVID-19 è contenuto in più di 2.200 pagine del disegno di legge, all’interno della sezione che stabilisce le regole e gli ordini di marcia per la comunità di intelligence degli Stati Uniti e dove il Congresso approva i budget per le spie, le politiche sull’intelligenza artificiale e le tutele dei whistleblower.
Quest’autunno, le commissioni di intelligence sia della Camera che del Senato hanno prodotto rispettivi progetti di legge di autorizzazione all’intelligence, che hanno elaborato gran parte del linguaggio che ora popola quella sezione nascosta nel disegno di legge sulla difesa.
Una delle principali differenze tra le due versioni iniziali era che la proposta della Camera conteneva una disposizione volta a garantire che l’ambito delle informazioni declassificate includesse «la possibilità di origini zoonotiche del COVID-19», una clausola che è sopravvissuta nel testo finale compromesso in vista delle votazioni in aula.
Ciò che non è sopravvissuto è stato l’obbligo, nella versione del Senato, di rendere pubblici al DNI «i nomi dei ricercatori che hanno condotto ricerche sui coronavirus, nonché le loro attuali sedi di lavoro».
La versione di compromesso che ora è pronta per l’adozione inasprisce anche l’obbligo di rendere pubblici i prodotti classificati delle agenzie di intelligence, anziché un rapporto su di essi, come inizialmente richiesto dal disegno di legge del Senato.
Ciò significa che il Congresso non chiede più un altro riassunto rifinito, ma chiede alla comunità dell’intelligence di tornare alla documentazione originale e decidere cosa può essere declassificato.
Finora, l’unica valutazione completa da parte di un elemento dell’intelligence statunitense ad essere resa pubblica è stata fatta all’inizio di quest’anno, quando l’organizzazione statunitense Right to Know ha estratto una valutazione genomica del SARS-CoV-2 risalente a cinque anni prima, preparata dal National Center for Medical Intelligence della Defense Intelligence Agency.
Ottenuta tramite una causa FOIA, l’analisi di giugno 2020 si è presentata sotto forma di una presentazione tecnica di diapositive preparata da tre scienziati governativi che hanno esaminato le caratteristiche genetiche del virus e hanno esposto le capacità di ricerca del WIV per concludere che era plausibile che il SARS-CoV-2 fosse «un virus progettato in laboratorio» che «è sfuggito al contenimento».
Questa opinione non è mai apparsa nel rapporto pubblico dell’ODNI ai sensi della legge del 2023, che si basava sui livelli di fiducia dell’agenzia e minimizzava l’idea che il SARS-CoV-2 potesse essere stato progettato. È rimasta invece in un canale riservato, accessibile ad alcuni decisori politici ma non al pubblico le cui vite sono state sconvolte dal virus.
L’ultima richiesta di declassificazione è, per molti versi, una risposta al divario tra ciò che esiste sulla carta e ciò che le persone esterne al sistema sono autorizzate a vedere.
E non è l’unica parte del disegno di legge che guarda agli insegnamenti tratti dalla pandemia.
Un’altra disposizione incarica il direttore dell’intelligence nazionale di stabilire una politica per «semplificare la declassificazione o il declassamento e la condivisione delle informazioni di intelligence relative agli sviluppi e alle minacce biotecnologiche», compresi gli sforzi da parte di avversari stranieri di trasformare la ricerca biologica in un’arma.
Rivolto a future pandemie e minacce biologiche, riecheggia la clausola COVID-19, secondo cui il Congresso vuole che queste informazioni vengano tenute meno segrete ai decisori politici e all’opinione pubblica.
Iscriviti al canale Telegram ![]()
Arrivare a vedere le prove
A sei anni dai primi casi di Wuhan, le origini del COVID-19 restano incerte.
Sebbene all’inizio di quest’anno l’amministrazione Trump abbia creato una pagina web accattivante sul sito della Casa Bianca intitolata Lab Leak: The True Origins of COVID-19, non ha pubblicato alcuna nuova prova sostanziale che dimostri che il virus sia emerso da un laboratorio e la posizione ufficiale della comunità dell’Intelligence rimane quella secondo cui l’origine del COVID-19 è incerta e controversa.
Alcune agenzie propendono ancora per una ricaduta naturale, altre per un incidente di laboratorio, e molte si collocano a metà strada, esprimendo scarsa fiducia nelle proprie valutazioni.
Ma la questione non è più solo quale ipotesi vincerà. È se il pubblico avrà mai accesso alle prove e ai dibattiti che hanno plasmato quei giudizi interni. Tali informazioni potrebbero essere utili per elaborare nuove politiche in grado di prevenire la prossima pandemia, affermano alcuni esperti.
Delle oltre 200 richieste di accesso ai documenti pubblici presentate negli ultimi sei anni dall’organizzazione statunitense US Right to Know su questo argomento, decine sono ancora aperte presso le agenzie di intelligence statunitensi.
Diverse richieste hanno dato luogo a cause legali contro l’FBI, la CIA, la DIA, l’ODNI e il Dipartimento dell’Energia degli Stati Uniti. Anche quando i giudici ordinano a queste agenzie di consegnare i documenti, molti di questi arrivano sepolti sotto censura.
Fino alla scorsa settimana, sette mesi dopo aver richiesto alla DIA la «valutazione più recente» sulle origini del COVID-19, l’agenzia ha prodotto solo 12 pagine. Inizialmente aveva affermato che non esistevano tali documenti. Solo dopo una causa legale ha restituito quelle 12 pagine, 11 delle quali sono così pesantemente censurate che non si riesce quasi a leggere nulla di sostanziale.
Lewis Kamb
Pubblicato originariamente da US Right to Know.
Lewis Kamb è un giornalista investigativo specializzato nell’uso delle leggi sulla libertà di informazione e dei registri pubblici per scoprire illeciti e chiamare i potenti a risponderne.
Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
Immagine di Ureem2805 via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International
-



Politica2 settimane faIl «Nuovo Movimento Repubblicano» minaccia i politici irlandesi per l’immigrazione e la sessualizzazione dei bambini
-



Persecuzioni2 settimane faFamosa suora croata accoltellata: possibile attacco a sfondo religioso
-



Spirito2 settimane fa«Rimarrà solo la Chiesa Trionfante su Satana»: omelia di mons. Viganò
-



Fertilità2 settimane faUn nuovo studio collega il vaccino contro il COVID al forte calo delle nascite
-



Vaccini1 settimana faIl vaccino antinfluenzale a mRNA di Pfizer associato a gravi effetti collaterali, soprattutto negli anziani
-



Senza categoria1 settimana faI malori della 49ª settimana 2025
-



Spirito1 settimana faNotre-Dame brucia e la Madonna viene privata del suo titolo
-



Pensiero4 giorni faDi tabarri e boomerri. Pochissimi i tabarri














