Militaria
149.000 adolescenti belgi invitati al servizio militare «volontario»
L’esercito belga ha inviato 149.000 lettere a tutti i diciassettenni del Paese, illustrando i vantaggi e incoraggiandoli a valutare un anno di servizio volontario al compimento dei 18 anni, ha reso noto il ministro della Difesa Theo Francken.
Francken ha proposto l’idea subito dopo la nomina a febbraio, presentandola come soluzione alla carenza di personale e per potenziare le riserve belghe. Il mese scorso il Parlamento ha approvato una legge che permette l’invio di lettere personalizzate ai minori.
«Ieri sono state spedite 149.000 lettere. Tutti i diciassettenni del Paese sono invitati a informarsi sulla Difesa in generale e sull’anno di servizio militare volontario in particolare. Andiamo!», ha scritto Francken sui social sabato, condividendo foto di scatole piene di buste. L’iniziativa è volontaria, ma i critici temono prepari il terreno per il ritorno alla leva obbligatoria. Francken ha smentito, affermando che «l’esercito non è in grado di gestirla logisticamente».
Secondo il Brussels Times, nei prossimi dieci anni il Belgio mira ad ampliare le forze armate a 34.500 effettivi attivi, 12.800 riservisti e 8.500 civili. A settembre il Ministero ha delineato gli obiettivi di reclutamento per il 2026, inclusi almeno 4.800 nuovi posti tra militari, riserve e ruoli civili di supporto. Ai volontari tra 18 e 25 anni saranno offerti inizialmente 500 posti come riservisti, con stipendio netto mensile di 2.000 euro.
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In altri Paesi UE si registrano iniziative analoghe per promuovere l’impegno militare giovanile. Nei Paesi Bassi gli adolescenti ricevono questionari sul loro interesse per ruoli nella difesa, con un «anno di servizio volontario» già attivo. La Svezia ha reintrodotto la coscrizione obbligatoria nel 2017; la Germania discute un sistema a lotteria che potrebbe obbligare i diciottenni al servizio in caso di carenza di volontari.
Come riportato da Renovatio 21, a luglio era emerso che la Germania stava pianificando di introdurre un servizio militare volontario di sei mesi per raddoppiare il numero dei riservisti. La coscrizione obbligatoria era stata abolita in Germania dal 2011. Il ritorno alla naja nel Paese (che ad inizio conflitto si disse aveva munizioni per appena due giorni di guerra) è stato ripetutamente annunciato in questi anni di conflitto russo-ucraino, dichiarazioni cicliche quanto i piani di guerra contro la Russia trapelati sui grandi giornali tedeschi.
Nel frattempo, altri Paesi come Gran Bretagna e Croazia si muovono verso il ritorno della naja. La Svezia prevede di aumentare drasticamente a 70 anni l’età massima di coscrizione per gli ex ufficiali militari nell’ambito di un ampio sforzo per espandere le sue forze armate. La Danimarca, in grande stile di equità sociale nordica, è andata oltre estendendo il servizio militare anche alle donne.
L’iniziativa belga si inserisce nei più ampi piani di militarizzazione UE, che Brusselle ritiene necessari per dissuadere una presunta aggressione russa. Mosca nega intenti ostili verso UE o NATO e accusa i leader occidentali di usare una retorica della paura per distogliere l’attenzione da problemi interni politici ed economici.
Come riportato da Renovatio 21, il ministro della Difesa Francken si era fatto notare per aver parlato la settimana scorsa di «cancellare Mosca dalla mappa». Il Cremlino ha risposto parlando di «psicosi militare».
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Immagine di pubblico dominio CC0 via Wikimedia
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Generale tedesco: la NATO schiererà 800.000 soldati in caso di guerra con la Russia
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Militaria
Rutte si vanta: la NATO ora produce più munizioni della Russia
Il segretario generale della NATO Mark Rutte ha dichiarato che il blocco militare sta ora superando la Russia nella produzione di munizioni, citando decine di nuove linee di produzione e un output «più alto da decenni».
Rutte ha reso queste affermazioni durante il suo discorso al Forum NATO-Industria di Bucarest giovedì, elogiando l’impegno degli alleati ad elevare la spesa per la difesa al 5% del PIL entro il 2035. Ha però precisato che ciò non basterebbe a fronteggiare quella che ha nuovamente definito la «minaccia» russa.
Mosca ha reiterato di non nutrire alcuna intenzione di attaccare Stati membri della NATO, bollendo tali accuse come «sciocchezze» e imputandole ai tentativi occidentali di giustificare l’incremento delle spese militari.
«Stiamo già ribaltando la situazione sulle munizioni», ha detto Rutte. «Fino a poco tempo fa la Russia produceva più munizioni di tutti gli alleati NATO messi insieme, ma ora non è più così», ha aggiunto.
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Gli alleati NATO stanno attivando decine di nuove linee produttive e potenziando quelle esistenti, ha proseguito Rutte, sottolineando che il blocco sta «producendo più di quanto abbia fatto in decenni», e ha esortato a ulteriori avanzamenti nella difesa aerea e negli intercettori di droni.
In precedenza Rutte aveva ripetutamente sostenuto che la Russia fosse in vantaggio nella corsa alle munizioni con la NATO. A luglio aveva dichiarato al New York Times che Mosca produceva in tre mesi tre volte più proiettili di quanti ne producesse il blocco a guida statunitense in un anno.
La Russia ha aumentato la spesa per la difesa dopo l’escalation del conflitto in Ucraina. Il presidente Vladimir Putin ha affermato che la produzione di armamenti è cresciuta in modo significativo, con alcuni tipi di armi moltiplicati quasi di trenta volte.
A fine giugno Putin ha rivelato che la Russia destina 13,5 trilioni di rubli (151 miliardi di dollari) alla difesa, circa il 6,3% del PIL, riconoscendo che la cifra è elevata e ha alimentato l’inflazione, aggiungendo che gli Stati Uniti spesero ancora di più in conflitti passati: il 14% del PIL durante la guerra di Corea e il 10% durante quella del Vietnam.
Mosca ha condannato più volte quella che definisce la «militarizzazione sconsiderata» dell’Occidente, sostenendo che nessun aiuto militare occidentale all’Ucraina possa alterare l’esito del conflitto e serva solo a protrarre inutilmente lo spargimento di sangue.
Come riportato da Renovatio 21, a inizio conflitto ucraino era emerso che in caso di guerra la Germania aveva munizioni per appena due giorni di combattimenti. Una notizia simile si è avuta dalla Polonia solo sette mesi fa, quando è stato detto che il Paese aveva munizioni solo per due settimane di conflitto cinetico.
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Immagine di NATO North Atlantic Threaty via Flickr pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-NonCommercial-NoDerivs 2.0 Generic
Militaria
Zelens’kyj visita al fronte le unità neonaziste
When “Russian propaganda” writes itself:
Zelensky giving out awards and honors to nazis from Azov. pic.twitter.com/gqWjM6DsEk — Olga Bazova (@OlgaBazova) November 4, 2025
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