Cina
Xinjiang, viaggio di «educazione patriottica» del Partito Comunista Cinese per preti cattolici e vescovo del Sinodo
Renovatio 21 pubblica questo articolo su gentile concessione di AsiaNews. Le opinioni degli articoli pubblicati non coincidono necessariamente con quelle di Renovatio 21.
I sacerdoti del Fujian hanno compiuto un viaggio nella provincia delle repressioni contro gli uiguri per «educare lo spirito patriottico» e «crescere nel cammino della sinicizzazione». A guidarli mons. Vincenzo Zhan Silu, uno dei due vescovi cinesi che parteciperanno al Sinodo. La promozione turistica come via scelta dal Partito per coprire la detenzione di figure come Ilham Tothi e altre violazioni dei diritti umani.
Il Partito Comunista Cinese coinvolge anche i sacerdoti cattolici nella sua campagna per contrastare le denunce sullo Xinjiang, la provincia più occidentale della Cina, da tempo al centro delle preoccupazioni delle organizzazioni per i diritti umani sul tema dell’assimilazione forzata degli uiguri, la locale popolazione musulmana.
Gli organismi ecclesiali locali controllati dal Partito della provincia del Fujian – una di quelle dove la presenza cattolica è storicamente più forte in Cina – hanno promosso alla fine dello scorso mese di agosto un viaggio nello Xinjiang riservato a un gruppo di sacerdoti e religiosi cattolici. Obiettivo dichiarato: «educare lo spirito patriottico» e crescere «nel cammino della sinicizzazione delle religioni» tracciato da Xi Jinping.
A rilanciare la notizia è stato ieri il sito americano China Aid, da sempre in prima linea sul tema della libertà religiosa in Cina, che riprende i contenuti di un comunicato apparso su chinacatholic.cn, il sito cattolico ufficiale dell’Associazione patriottica.
Nella nota – accompagnata anche da alcune foto del viaggio – si riferisce che il gruppo era guidato da mons. Vincenzo Zhan Silu, il vescovo della diocesi che per il Vaticano si chiama Funing e che il governo di Pechino chiama con il nome amministrativo di Mindong.
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Mons. Zhan Silu è uno dei due vescovi che papa Francesco ha nominato per l’ormai imminente seconda sessione dell’Assemblea ordinaria del Sinodo ed è atteso dunque a giorni in Vaticano. Ordinato senza mandato pontificio con uno strappo del governo cinese il 6 gennaio 2000, è uno degli otto vescovi tornati in comunione con Roma nel 2018 in occasione della firma dell’Accordo provvisorio tra Pechino e la Santa Sede sulla nomina dei vescovi, di cui si attende in queste settimane il rinnovo.
Mons. Zhan Silu è anche vice-presidente del Consiglio dei vescovi cattolici cinesi, l’organismo collegiale non riconosciuto ufficialmente dalla Santa Sede.
«Attraverso queste attività pratiche di educazione patriottica – si legge nel comunicato diffuso dagli organismi ecclesiali del Fujian – i partecipanti hanno riconosciuto che lo Xinjiang è una parte inseparabile del territorio cinese e che tutti i gruppi etnici dello Xinjiang sono strettamente legati alla nazione cinese». Viene riferito anche che il vescovo Zhan Silu, commentando il viaggio, avrebbe auspicato che possa servire far crescere un clero «politicamente affidabile, religiosamente solido, moralmente convincente e in grado di svolgere il proprio dovere in momenti critici».
Dal maggio 2014, il governo della Repubblica popolare cinese ha lanciato una «campagna anti-terrorismo» nello Xinjiang, che prende di mira gli uiguri e gli altri musulmani turchi che vivono in questa provincia con politiche che includono detenzioni di massa e arbitrarie, lavori forzati, separazioni familiari e tortura.
Proprio in questi giorni Human Rights Watch ha lanciato un nuovo appello per Ilham Tohti, economista e attivista uiguro, condannato al carcere a vita con l’accusa di «separatismo» per aver fondato il sito internet «Uighurs Online». Figura simbolo della battaglia degli uiguri per il rispetto della propria identità, insignito del Premio Sacharov, dal 2017 alla sua famiglia non è consentito nemmeno visitarlo e si ritiene sia confinato in isolamento.
Nel 2022, l’Ufficio dell’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani – dopo ripetuti tentativi di Pechino di impedirlo – ha pubblicato un rapporto in cui conclude che gli abusi sugli uiguri «possono costituire crimini contro l’umanità».
In risposta a queste denunce – che pongono anche il problema dell’utilizzo del lavoro forzato degli uiguri nelle catene di approvvigionamento di grandi gruppi multinazionali – negli ultimi anni Pechino ha puntato molto sulla promozione dello Xinjiang come meta turistica, utilizzando lo stesso folklore locale per diffondere l’immagine di una convivenza pacifica in un contesto pienamente integrato al resto della Cina.
Uno sforzo al quale ora anche il clero cattolico è chiamato a collaborare.
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Cina
Litio, gli USA accusano la Cina di concorrenza sleale
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Cina
App cattolica rimossa dall’AppStore cinese
Hallow, una delle applicazioni di preghiera più popolari sull’AppStore, non può più essere scaricata in Cina, dopo che i suoi contenuti sono stati dichiarati «illegali» dai Mandarini Rossi. Una decisione che indica un certo nervosismo del regime cinese di fronte alla crescita del cristianesimo spesso visto come una minaccia per il regime in carica.
Hallow rappresenta, secondo il suo ideatore Alex Jones, 18 milioni di download in più di 150 Paesi, 500 milioni di preghiere, 200.000 recensioni a «cinque stelle». Questo strumento dedicato alla trasmissione delle preghiere cattoliche è addirittura diventato l’applicazione numero uno nell’AppStore sei anni dopo il suo lancio nel 2018, e finora tollerato dalle autorità cinesi.
Ma la storia si complica nel primo trimestre del 2024, quando il saggista George Weigl viene avvicinato da Alex Jones che gli chiede di poter trasmettere alcuni passaggi della sua biografia su Papa Giovanni Paolo II, con l’aiuto di Jim Caviezel, attore e regista divenuto un’icona del cattolicesimo in America.
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Così verrà trasmessa nell’estate del 2024 la serie Giovanni Paolo II Testimone della Speranza, arricchita dalle meditazioni guidate da mons. James Shea, presidente della Holy University-Marie de Bismarck (Nord Dakota, Stati Uniti).
Unico lato negativo, ma significativo per il regime comunista cinese: la serie evoca il ruolo del papa polacco nel crollo del comunismo nel suo Paese, con le conseguenze che conosciamo in Europa. Tanto da spaventare i censori fedeli al pensiero del Grande Timoniere, che si sono affrettati a dichiarare il contenuto «illecito» e si sono affrettati a bloccare l’applicazione a partire dal 15 luglio.
«Continueremo a cercare di servire i nostri fratelli e sorelle in Cristo Gesù che sono in Cina nel miglior modo possibile attraverso il nostro sito e i contenuti dei nostri social media, e soprattutto con le nostre preghiere», ha detto Alex Jones alla Catholic News Agency, astenendosi dal dire cautela dal commentare le ragioni del ritiro della sua domanda.
L’atteggiamento delle autorità cinesi rivela una certa eccitazione? È quanto sostiene George Weigl dalle colonne del National Catholic Register: «I controlli sociali sempre più invadenti del regime mostrano una popolazione più spaventata che entusiasta per il modello sociale promosso da Xi Jinping».
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«Il dinamismo della democrazia di Taiwan è un rimprovero vivente all’affermazione secondo cui i cinesi possono essere governati solo in modo autocratico. E nonostante la repressione e la persecuzione, il cristianesimo cinese continua a crescere, anche se il regime stringe la sua presa su di esso», sottolinea il saggista.
Per non parlare della depressione economica che regna in Cina, dove gli operatori economici esitano a investire, della crisi immobiliare che dura da tre anni, dell’innalzamento dell’età pensionabile: tanti temi che potrebbero mettere in discussione la legittimità e la governance del Partito Comunista Cinese.
Da parte di Santa Marta il tono è più ottimista. Sull’aereo che lo riportava da Singapore, il 12 settembre, il Papa ha dichiarato: «Sono soddisfatto del dialogo con la Cina. Il risultato è buono. (…) È un grande Paese, ammiro la Cina, la rispetto. È un Paese che ha una cultura antica, una capacità di dialogo per comprendere se stesso, che va oltre i diversi sistemi di governo che ha conosciuto». Ma anche in diplomazia il metodo Coué [autosuggestione terapeutica, ndt] ha i suoi limiti…
Articolo previamente apparso su FSSPX.news.
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Immagine screenshot da YouTube
Cina
Taiwan annuncia che riconoscerà i matrimoni omosessuali che coinvolgono cittadini della Cina comunista
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