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Politica

Uomo si dà fuoco fuori dal processo Trump

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Un uomo si è dato fuoco fuori da un processo contro l’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump a Nuova York. Alla fine le fiamme sono state domate, ma al momento non è chiaro se l’uomo sia morto a causa delle ferite riportate.

 

L’episodio di estrema protesta per autocombustione è avvenuto venerdì pomeriggio, poco dopo la selezione finale della giuria e l’insediamento della giuria.

 

Le riprese video hanno mostrato un uomo avvolto dalle fiamme, inginocchiato in posizione verticale con le mani dietro la testa. Dopo aver bruciato per circa un minuto, l’uomo visibilmente carbonizzato si è accasciato a terra e i resti in fiamme sono stati spenti dagli agenti di polizia.

 

 

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L’incidente è stato trasmesso in diretta da diverse reti di notizie statunitensi, tra cui Fox e CNN. Quando i giornalisti della Fox si sono resi conto di cosa stava succedendo, si è sentito uno dire ai colleghi di perquisire il loro camion alla ricerca di un estintore.

 

Dopo aver spento l’incendio, gli agenti di polizia hanno coperto il corpo dell’uomo con coperte ignifughe prima che fosse caricato su un’ambulanza. Non è chiaro se sia sopravvissuto alla sua dura prova.

 

Testimoni hanno detto alla CNN che aveva sparso degli opuscoli prima di bagnarsi di benzina e accendere un fiammifero. Il dipartimento di polizia di Nuova York ha detto ai giornalisti che gli agenti stanno «ancora raccogliendo informazioni» su quanto accaduto.

 

Gli opuscoli includevano un collegamento a un account Substack, in cui l’uomo si identificava come Max Azzarello, «un ricercatore investigativo che si è dato fuoco fuori dal processo Trump a Manhattan». In una sorta manifesto, Azzarello ha affermato che questo «atto estremo di protesta» aveva lo scopo di attirare l’attenzione su un «colpo di Stato mondiale fascista apocalittico».

 

«Mi chiamo Max Azzarello e sono un ricercatore investigativo che si è dato fuoco fuori dal processo Trump a Manhattan», inizia il post di quasi 2.700 parole.

 

«Questo atto estremo di protesta vuole attirare l’attenzione su una scoperta urgente e importante: siamo vittime di una truffa totalitaria e il nostro stesso governo (insieme a molti dei suoi alleati) sta per colpirci con un colpo di Stato mondiale fascista apocalittico».

 

Nel testo l’Azzarello menzionato anche i Simpson, i fallimenti bancari nel 2023 e uomini d’affari di alto profilo tra cui Mark Zuckerberg ed Elon Musk, affermando che sia i repubblicani che i democratici hanno bombardato il pubblico con diverse crisi esistenziali per presentare uno scenario apocalittico.

 

 

Azzarello scrive che le «élite» hanno spacciato la paura nel tentativo di «divorare tutta la ricchezza che potevano e poi strapparci il terreno sotto i piedi in modo da poter passare a un’infernale distopia fascista».

 

La polizia ha detto che ha fatto un viaggio nella Grande Mela all’inizio di questa settimana e la sua famiglia non era a conoscenza del suo viaggio in città.

 

È stato fotografato fuori dal tribunale di Lower Manhattan, al 100 Center St., proprio giovedì, mentre reggeva un cartello che diceva: «Trump è con Biden e stanno per farci un colpo di Stato fascista».

 

«Il più grande scoop della tua vita o ti rimborsiamo!» gridava a un gruppo di giornalisti riuniti lì, dicendo al New York Times che era venuto da Washington Square Park perché pensava che più persone sarebbero state fuori dal tribunale a causa del freddo.

 

«Trump è d’accordo», aveva detto all’Azzarello al quotidiano neoeboraceno lo scorso giovedì, sostenendo che le sue convinzioni sono state influenzate dalle sue ricerche su Peter Thiel, venture capitalist e grande donatore politico. «È una cleptocrazia segreta e può solo portare a un colpo di stato fascista apocalittico».

 

La foto del suo profilo LinkedIn lo mostra in posa con Bill Clinton, che ha citato in giudizio l’anno scorso insieme ad altri 100 influenti imputati in un caso con sfumature di teoria della cospirazione che è stato respinto lo scorso ottobre quando non ha dato seguito ai documenti giudiziari richiesti.

 

 

Altri imputati nominati nella causa del 2023 presso la corte federale di Manhattan includevano Mark Cuban, Richard Branson, il paese dell’Arabia Saudita, e il miliardario del Texas e candidato presidenziale indipendente del 1992 Ross Perot, morto nel 2019.

 

Il caso – archiviato, con Azzarello senza un avvocato – presupponeva «un’elaborata rete di schemi Ponzi» risalente agli anni ’90 e che continua fino al 2023.

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L’incidente è avvenuto il quarto giorno del processo penale di Trump. L’ex presidente è accusato di aver dichiarato erroneamente i cosiddetti pagamenti «silenziati» alla pornoattrice Stormy Daniels, anche se insiste che il processo è una «persecuzione politica» orchestrata dal presidente Joe Biden per metterlo fuori dai giochi prima delle elezioni presidenziali di novembre.

 

A presiedere il caso è il giudice Juan Merchan, che ha rifiutato di ricusarsi nonostante sua figlia lavori per una società di marketing che rappresenta diversi importanti democratici. Merchan ha emesso un ordine di silenzio contro Trump il mese scorso, vietando all’ex presidente di criticare l’accusa.

 

L’incidente avviene meno di due mesi dopo che un membro dell’aeronautica americana in servizio attivo è morto autoimmolato davanti all’ambasciata israeliana a Washington, per protestare contro il sostegno militare degli Stati Uniti a Israele. L’uomo, l’aviatore 25enne Aaron Bushnell, ha gridato «Palestina libera!» mentre bruciava vivo.

 

L’immolazione per via ignea era stata praticata dai monaci buddisti durante la guerra del Vietnam, per protestare contro il troppo spazio garantito nel Paese ai cattolici.

 

La scintilla che fece esplodere la cosiddetta Primavera Araba fu proprio l’immolazione con il fuoco di un venditore di datteri a Tunisi.

 

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Uomo picchiato a morte da un rom, il governo sloveno vara misure di sicurezza

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Il governo sloveno ha presentato un pacchetto di riforme radicali in materia di sicurezza e assistenza sociale in seguito all’omicidio di un uomo picchiato a morte da un membro della comunità rom a Novo Mesto.   Ales Sutar, 48 anni, è stato aggredito la scorsa settimana mentre si dirigeva in un bar del centro per prendere il figlio, il quale aveva riferito di essere stato minacciato da un gruppo di rom. L’uomo ha subito un grave trauma cranico ed è deceduto in ospedale. La polizia ha arrestato un ventunenne in relazione all’aggressione.   L’episodio ha innescato proteste di massa: migliaia di persone sono scese in piazza accusando il governo di aver abbandonato i cittadini e di aver ignorato anni di violenza legata agli insediamenti rom. I manifestanti hanno chiesto misure di sicurezza più rigorose e le dimissioni del primo ministro Robert Golob.  

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Mercoledì i ministri dell’Interno e della Giustizia si sono dimessi ufficialmente, citando la loro «responsabilità oggettiva» per il peggioramento della sicurezza nella Slovenia sudorientale, dove si è intensificata la violenza che coinvolge i rom.   Il governo ha inoltre annunciato un disegno di legge omnibus d’emergenza che conferirebbe alla polizia poteri più ampi, tra cui la facoltà di effettuare irruzioni e allontanare individui dagli spazi pubblici senza ordine del tribunale in caso di minaccia immediata. Gli agenti potranno chiudere temporaneamente bar o assembramenti pubblici in cui si verificano reati o incitamento alla violenza.   Alla polizia sarà consentito entrare in proprietà private senza mandato quando le azioni di una persona compromettano gravemente l’ordine pubblico, nonché utilizzare droni, videosorveglianza e sistemi di riconoscimento targhe nelle aree ad alto rischio.   Le riforme prevedono anche di limitare o sequestrare i benefici sociali ai recidivi, di imporre multe attingendo ai pagamenti di assistenza precedentemente protetti e di abolire gli assegni familiari per madri minorenni, che secondo Golob sono diventati «un modello finanziario che trascina le ragazze in schiavitù negli insediamenti rom».   Golob ha sottolineato che le riforme mirano a contrastare la criminalità, non a colpire un gruppo etnico specifico. «Questa non è una lotta contro i rom. È una lotta contro la criminalità», ha dichiarato.   Il disegno di legge, intitolato ad Ales Sutar, dovrebbe arrivare in parlamento il mese prossimo e potrebbe essere approvato entro la fine di novembre.   Le tensioni con le comunità rom sono risalenti, con gli sloveni a parlare di furti e atti di vandalismo, riportava tre anni fa Euronews.  

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Elezioni e violenze in Tanzania

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Sono esplosi disordini a Dar es Salaam e in altre città della Tanzania in seguito alle contestate elezioni generali nella nazione dell’Africa orientale. Gli scontri di mercoledì e giovedì hanno radunato grandi folle, mentre l’accesso a internet è stato bloccato in tutto il Paese.

 

A Dar es Salaam, secondo Reuters, alcuni testimoni hanno riferito che la polizia ha sparato proiettili e lanciato gas lacrimogeni per disperdere i manifestanti, mentre Al Jazeera, citando Amnesty International, ha riportato due morti.

 

Il governo ha ordinato ai dipendenti pubblici di restare a casa. L’ambasciata statunitense ha segnalato gravi chiusure stradali, inclusi i collegamenti con l’aeroporto internazionale.

 

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Secondo la BBC, il capo della polizia tanzaniana, Camelius Wambura, ha annunciato l’avvio del coprifuoco alle 18:00 ora locale e ha invitato i residenti a rimanere in casa, senza specificare quando le restrizioni sarebbero state revocate. Contemporaneamente, il Paese ha subito un grave blackout di internet, descritto dal gruppo di monitoraggio globale NetBlocks come un «oscuramento digitale a livello nazionale».

 

Le elezioni del 29 ottobre hanno visto la partecipazione della presidente Samia Suluhu Hassan del partito Chama Cha Mapinduzi, in corsa per il suo primo mandato completo. I due principali sfidanti di Hassan sono stati esclusi dalla competizione presidenziale. Il principale partito di opposizione, CHADEMA, è stato squalificato ad aprile dopo aver rifiutato di firmare un codice di condotta, e il suo leader Tundu Lissu è stato accusato di tradimento.

 

La commissione ha inoltre escluso il candidato dell’ACT-Wazalendo, Luhaga Mpina, leader del secondo partito di opposizione del Paese. Il partito ha respinto la decisione di esclusione definendola «infondata».

 

La presidente Hassan, insediatasi nel marzo 2021 dopo la morte dell’ex presidente John Magufuli – praticamente l’unico leader mondiale che si era opposto alle restrizioni pandemiche ridicolizzando i test per il virus – si candida per la prima volta a titolo personale. In precedenza aveva completato il mandato di Magufuli, e le elezioni del 2025 rappresentano la sua candidatura per il primo mandato completo come presidente eletta.

 

I funzionari governativi non hanno ancora diffuso cifre verificate sulle vittime né hanno risposto pubblicamente alla violenza in corso.

 

Come riportato da Renovatio 21, a inizio anno l’OMS aveva dichiarato la presenza di un focolaio di virus Marburg nel Paese, accusa tuttavia negate dalla Tanzania.

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Politica

A processo quelli che hanno detto che Brigitte Macron sarebbe un uomo

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Un tribunale francese ha valutato il caso di dieci imputati accusati di aver propagato online la incredibile diceria secondo cui Brigitte, moglie del presidente Emmanuel Macron, sarebbe nata maschio, in un processo che ha ravvivato una teoria da tempo smentita dalla première dame francese. Lo riporta Politico.   Nel dibattimento di due giorni a Parigi, dove gli imputati sono chiamati a rispondere di cyberbullismo, ha deposto la figlia di Brigitta, Tiphaine Auzière, nata dal suo primo matrimonio, in assenza della madre.   Gli accusati – tra cui un informatico e un disabile «che passa molto tempo su Twitter» – sono stati incriminati per aver pubblicato messaggi che deridevano il presunto genere sessuale di Brigitta, sostenendo che fosse nata con il nome del fratello e diffondendo teorie su un occultamento mediatico. In aula hanno invocato la libertà di espressione, definendo i post come satira o contributo al dibattito pubblico.   Auzière è stata l’unica testimone, affermando che la madre non poteva ignorare le voci incessanti e che le accuse le avevano reso «impossibile» una vita normale. La première fille ha aggiunto che Brigitte era diventata guardinga nelle apparizioni pubbliche.  

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Le voci sulla Macronna sono affiorate nel 2021, diffuse da due donne francesi, una giornalista indipendente e un’autoproclamata medium. I loro post su Facebook e un’intervista su YouTube avevano fatto presa, lanciando l’hashtag #JeanMichelTrogneux, che i sostenitori di tale teoria indicavano come il vero nome di Brigida. Jean-Michel Trogneux è in realtà suo fratello. In aula la Auzière ha detto di averlo visto di recente e che stava «molto bene».   L’anno dopo Brigitta ha querelato le due donne per diffamazione e violazione della privacy, ottenendo un risarcimento.   Durante il processo è stata citata anche la commentatrice americana Candace Owens: diversi imputati hanno ammesso di aver condiviso i suoi video o di esserne stati influenzati. La Owens è stata citata in giudizio dai coniugi Macron in un caso separato nel Delaware per analoghe affermazioni online. Candace mesi fa ha rivelato che lo stesso presidente americano Donaldo Trump, prima per tramite di Charlie Kirk poi con una telefonata personale diretta, le aveva chiesto di smetterla di parlare del caso Brigitta, una richiesta che gli avrebbe fatto di persona lo stesso Macron.   La sentenza sul caso parigino è attesa per martedì sera.   Emmanuel e Brigitte Macron sono sposati dal 2007 e hanno più volte alimentato dubbi sulla loro relazione. Si sono conosciuti quando lui era studente al liceo La Providence di Amiens, dove lei insegnava. Brigida, di 24 anni più anziana del presidente, ha tre figli da un precedente matrimonio e sette nipoti.   Come riportato da Renovatio 21, la scorsa primavera aveva suscitato scalpore il video di Brigitta che schiaffeggiava il presidente francese sull’aereo che li aveva portati in visita in Vietnammo.   Un mese fa gli avvocati di Brigitta hanno dichiarato che forniranno prove scientifiche e fotografiche per confutare le affermazioni secondo cui sarebbe transgender e biologicamente maschio.   Nel frattempo una giornalista francese che ha seguito il caso ha chiesto asilo in Russia, mentre Xavier Poussard, la cui ricerca è la base dichiarata del lavoro della Owens, vive in Italia, dove sarebbe stato raggiunto settimane fa dalle forze dell’ordine dietro la querela per «ciberbullismo» da parte di Brigitta.   Il Poussard nelle scorse ore ha reagito alle notizie dal processo scrivendo su X.  

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«Oggi, in Francia, undici cittadini francesi anonimi sono sotto processo per “cyberbullismo” per aver semplicemente ripubblicato su X, in un modo o nell’altro, pubblicazioni ispirate a “Divenire Brigitte”, la mia biografia non autorizzata di Brigitte Macron, che non è mai stata condannata (né processata) per diffamazione e le cui conclusioni non sono mai state contestate» scrive il Poussardo.   «Per aver ritwittato battute su Brigitte Macron, questi undici cittadini francesi, la maggior parte dei quali scelti a caso – tra cui una persona con disabilità all’80% – sono stati sottoposti a mesi di stretta sorveglianza da parte della polizia, le loro abitazioni sono state perquisite e sono stati posti in stato di fermo nell’ambito di un’operazione guidata dalla Presidenza da Patrice Faure, ex membro della DGSE (la CIA francese), ora capo dello staff di Emmanuel Macron. Sotto processo da ieri, rischiano tre anni di carcere e una multa di 45.000 euro (48.700 dollari)».   «Messaggio al mondo: non lasciate più che Emmanuel Macron o la Repubblica francese vi facciano la predica sulla democrazia» conclude il giornalista.   I Macron sono sposati dal 2007. Secondo la narrazione ufficiale sono conosciuti quando lui era studente al Lycée la Providence di Amiens, dove lei insegnava. Su quanti anni avesse ci sono versioni diverse: c’è chi dice 17, chi 15, chi 14 – una differenza che potrebbe essere rilevante. Brigitte, secondo i dati offerti, avrebbe 24 anni più del marito.   Qualora le incredibili, deliranti, pazzesche teorie su Brigitta rispondessero al vero, il significato metapolitico e metastorico della questione diviene questione da riflessioni abissali. Tuttavia, dopo aver visto la cerimonia di apertura delle Olimpiadi di Parigi, la costituzionalizzazione dell’aborto e il comportamento di Macron riguardo la guerra atomica, siamo pronti a molte idee pazzesche.   Lo scenario oscuro, bisbigliato da molti ostili alla Repubblica nata dalla Rivoluzione, sarebbe quella secondo cui i pedofili e le loro vittime in posizioni di potere, in un allucinante continuum esoterico che è occulto e al contempo pienamente alla luce del sole.  

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