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Politica

Trump tiene un comizio vestito da netturbino

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Il candidato presidente americano Donald J. Trump ha tenuto una conferenza stampa improvvisata dall’interno di un camion della spazzatura dotata di scritte della sua campagna e bandiere USA.

 

Si tratta di una risposta alla dichiarazione di Joe Biden secondo cui i sostenitori del MAGA sono «spazzatura». Biden aveva così definito gli elettori di Trump commentando la battuta del comico Tony Hinchcliff che aveva definito Porto Rico come una «grande isola di spazzatura che galleggia nell’oceano».

 

«Come vi sembra il mio camion della spazzatura?» ha chiesto il candidato repubblicano ai giornalisti. «Questo camion è in onore di Kamala e Joe Biden».

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Il camion della nettezza urbana ha poi seguito Trump al suo comizio di Green Bay, Wisconsin, dove ha indossato un gilet da netturbino arringando alla folla: «250 milioni di americani non sono spazzatura… Senza dubbio, i miei sostenitori sono di qualità molto più alta di Crooked Joe [Biden, ndr] o Lyin’ Kamala [Harris «bugiarda», ndr]».

 

Joe Biden non si è scusato per la sua dichiarazione, e la Harris ha dichiarato che il suo presidente avrebbe già precisato di non essersi rivolto agli elettori ma al singolo comico sostenitore. Kamala, tuttavia aveva definito Trump come «fascista» in recenti dichiarazioni pubbliche, supportata da una campagna dei media dell’establishment con ex collaboratori che riferivano di improbabili frasi di apprezzamento dello Hitler da parte del Trump e giornalisti che hanno ripetuto che 80 anni fa proprio al Madison Square Garten di Nuova York, dove ha Donald ha tenuto uno dei capitoli più trionfali della campagna, i simpatizzanti americani della Germania nazista avevano tenuto un evento.

 

Al Madison Square Garden Tony Hinchcliff, comico «roaster» (cioè, specializzato in battute cattive) noto per le sue serate dette «Kill Tony» in cui ospita aspiranti stand-up comedian, aveva fatto la battuta su Porto Rico come insieme di spazzatura dopo averla sottoposta alla campagna Trump, ha rivelato il collega Joe Rogan, che lo conosce bene e vi collabora, in un recente podcast, dove ha spiegato anche che la battuta nasce da un problema reale di smaltimento rifiuti dell’isola e che quando fa quella battuta durante gli spettacoli nei locali la gente ride.

 

Lo Hinchcliff era stato crocifisso, con accuse sul fatto che aveva rovinato la campagna Trump. Ora, dopo che la palla è stata ribattuta da Biden con il suo insulto all’intero elettorato di Trump, Hinchcliff, dopo la reazione poderosa da part del Trump-spazzino, rischia di aver servito alla campagna repubblicana un match point clamoroso.

 

I video circolanti in rete sono semplicemente irresistibili.

 

 

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La transizione dal suo jumbo privato – il «Trump Force One» – al camion della spazzatura è di per sé un capolavoro di surrealismo politico di livello inaudito.

 

 

Il comizio in tenuta da netturbino supera ogni limite e proietta The Donald nell’Olimpo della comunicazione politica. Trump, dopo essersi trasformato in commesso di McDonald’s, ora affonda definitivamente nella materia popolare americana, senza timore alcuno di associarsi direttamente all’immondizia, e anzi rivendicandone la tomistica realtà.

 

Al microfono Trump si è lasciato andare nel racconto della trovata, un racconto definito da alcuni più divertente di una serie Netflix. Dice di aver avuto paura di non riuscire a salire sul camion – trovato a tempo record da collaboratori a quanto pare eccezionali, sussurra – perché gli scalini erano troppo alti, ma per fortuna è riuscito a tirarsi su.

 

 

Poi spiega di essere entrato nell’arena del comizio con la giacchetta fluorescente da operatore ecologico, e di aver chiesto di avere invece la sua giacca. Epperò quando gli è stato detto che così sembrava più magro, ha deciso di tenersela addosso, minacciando di rinunziare per sempre alle giacche blu.

Esilarante.

 


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Nel frattempo, in un momento davvero orwelliano, la Casa Bianca ha tentato di cancellare la dichiarazione sugli elettori «spazzatura» di Joe Biden mercoledì, mentendo sul suo linguaggio in una trascrizione ufficiale del lapsus freudiano del presidente di martedì sera.

 

«L’unica spazzatura che vedo fluttuare là fuori è la demonizzazione dei suoi sostenitori, la sua, la sua demonizzazione dei latinoamericani è inaccettabile ed è antiamericana», recitava falsamente la trascrizione, aggiungendo un apostrofo a «sostenitori» per travisare il significato delle parole di Biden.

 

Un portavoce della Casa Bianca ha promosso la disinformazione dell’amministrazione, affermando erroneamente che «il presidente si è riferito alla “retorica d’odio” al raduno del Madison Square Garden come «spazzatura», non ai sostenitori di Trump.

 

La dichiarazione di Biden potrebbe rivelarsi la più grande «sorpresa di ottobre» di queste elezioni. Il veterano sondaggista Frank Luntz ha detto alla CNN mercoledì che la dichiarazione «spazzatura» di Joe Biden potrebbe essere il «punto di svolta» che porta alla vittoria di Trump, prevedendo che le ramificazioni dell’errore potrebbero essere «enormi».

 

«Sarà enorme perché non si tratta di un comico che dice qualcosa di stupido e offensivo a un comizio… Questo è il presidente degli Stati Uniti che appoggia il suo vicepresidente», ha detto Luntz. «E ho già visto Trump coglierlo. Il “paniere dei deplorevoli” era significativo, era significativo nel 2016» dice il sondaggista, ricordando la nota definizione di Ilaria Clinton dei trumpiani come «basket of deplorables». «Nel 2024, posso promettervi che questo guiderà l’affluenza di Trump… Sono sicuro che ci saranno annunci pubblicitari su questo argomento già stasera».

 

I democratici sono preoccupati che l’attacco di Biden possa alienare gli elettori indecisi, spingendoli a votare contro il suo vicepresidente per risentimento e dispetto. Le loro preoccupazioni sono giustificate.

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Nel frattempo, anche l’alleato di Trump ed ex candidato alle presidenziali Vivek Ramaswami si è dedicato alla nettezza urbana in quello che potrebbe diventare un trend inarrestabile.

 


Trasformare la spazzatura in grande spettacolo politico ed un ulteriore superpotere di Donald Trump, capace non solo di schivare le pallottole, ma pure di trasformare la rumenta in oro elettorale.

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Politica

Legge marziale in Sud Corea

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Il presidente della Corea del Sud Yoon Suk Yeol ha annunciato che revocherà la «legge marziale d’emergenza» poche ore dopo averla introdotta, in seguito al voto unanime del Parlamento contro la misura.   Lo Yoon ha fatto l’annuncio a sorpresa martedì, citando la minaccia delle «forze filo-nordcoreane» e accusando la maggioranza parlamentare di attività anti-stato.    

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Nel giro di poche ore, 190 legislatori che hanno potuto accedere all’edificio dell’Assemblea nazionale hanno votato all’unanimità per revocare il decreto. I militari hanno risposto che la legge marziale sarebbe rimasta in vigore «finché il presidente non avesse detto diversamente».   Poco dopo le 4 del mattino, ora locale, lo Yoon ha annunciato che avrebbe posto fine allo stato di emergenza.   Il leader del Partito Democratico all’opposizione, Lee Jae-myung, ha condannato la dichiarazione di Yoon definendola «incostituzionale» e ha invitato l’esercito e la polizia a riprendere le loro normali funzioni.   Come riportato da Renovatio 21, mesi fa il Lee fu accoltellato al collo in un attentato. Il politico, non nuovo a esperienze di sciopero della fame, è stato oggetto di mozioni di arresto negli anni passati.   La scorsa settimana il partito di Lee ha votato contro il bilancio 2025 di Yoon e ha chiesto che vengano avviate indagini su diversi scandali che coinvolgono la moglie del presidente e altri alti funzionari.   Secondo l’AP, il tasso di approvazione di Yoon è crollato negli ultimi mesi e lui ha avuto difficoltà a promuovere la sua agenda politica in un parlamento controllato dal partito avversario. Il presidente sudcoreano è entrato in carica nel 2022 ed è membro del conservatore Partito del Potere Popolare. L’opposizione proviene dal Partito Liberal Democratico, che ha combattuto i conservatori sul disegno di legge di bilancio dell’anno prossimo.     Come riportato da Renovatio 21, due anni fa, appena salito al potere, il presidente Yoon aveva dichiarato la volontà di Seul di entrare nella «NATO globale». Nel 2022 la Corea del Sud è diventata il primo stato membro asiatico del Centro di eccellenza per la difesa informatica cooperativa (CCDCOE) della NATO. In pratica, Seoul è già fusa con gli atlantici per quando riguarda ciberarmi e hacking di Stato.   La Corea del Sud ha una lunga storia di dittatura militare, che ha ancora importanti cascami nella società e nella politica. L’anno scorso un uomo è stato mandato in prigione per aver scritto una poesia che elogiava la Corea del Nord.   Nelle scorse settimane Seul ha accusato il Nord Corea di prepararsi a far saltare in aria le strade del Paese.

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Come riportato da Renovatio 21, il sindaco di Seul Oh Se-hoon due mesi fa ha dichiarato che la Corea del Sud deve dotarsi di un deterrente nucleare per tenere sempre a bada il suo vicino settentrionale. Tuttavia, il presidente sudcoreano Yoon Suk Yeol ha affermato che Seul non cerca di creare le proprie armi nucleari, ribadendo il suo impegno a raddoppiare gli sforzi per affinare una strategia di deterrenza nucleare con gli Stati Uniti, che hanno fornito a Seul un ombrello nucleare sin dagli anni Cinquanta.   Nelle scorse settimane palloni di spazzatura presumibilmente mandati da Pyongyang hanno colpito un palazzo governativo sudcoreano.   Come riportato da Renovatio 21 in settimana Kim ha dichiarato che la Corea del Nord sta divenendo una «superpotenza militare» nucleare.   La tensione alle stelle tra le Coree, e dentro le Coree, è – dopo Ucraina, Siria, Gaza, Georgia etc. – l’ennesimo regalo che ci fa la fine della demente presidenza di Joe Biden.

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Politica

Il governo francese potrebbe cadere in settimana

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Il primo ministro francese Michel Barnier potrebbe trovarsi ad affrontare un voto di sfiducia entro mercoledì in una controversia di bilancio che riguarda la spesa sociale. Lo riporta il sito Politico.

 

Il presidente Emmanuel Macron aveva nominato il Barnier a settembre, facendo infuriare il blocco goscista del Nouveau Front Populaire (NPF), usato per mettere da parte il partito di destra Rassemblement National (RN) di Marina Le Pen nelle elezioni parlamentari anticipate di quest’estate.

 

Il governo di minoranza sostenuto da Macron si è aggrappato al potere mettendo entrambe le parti l’una contro l’altra da allora.

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Tuttavia, un bilancio imminente ha costretto le fazioni parlamentari a un conflitto aperto. Il bilancio proposto da Barnier è «una punizione» che renderà i francesi più poveri, e il RN voterà contro il governo «salvo un miracolo dell’ultimo minuto», ha detto lunedì alla radio RTL il giovane leader del partito lepeniano Jordan Bardella.

 

La Francia, seconda economia della zona euro, ha «una montagna di debiti», secondo Politico, mentre «il suo governo non è così fragile né il suo Parlamento così frammentato da una generazione».

 

Per evitare una crisi politica e finanziaria, il governo abbisogna dell’approvazione del bilancio della previdenza sociale dell’anno prossimo da parte dell’Assemblea nazionale. Il deficit della Francia dovrebbe raggiungere il 6,1% del PIL l’anno prossimo.

 

La proposta originale di Barnier era di tagliare la spesa di 40 miliardi di euro e aumentare le tasse di 20 miliardi di euro. Il suo problema, secondo Politico, è che entrambe le opzioni per approvare il bilancio richiedono la cooperazione di RN.

 

Il partito lepenista ha posto delle «linee rosse» che includono l’eliminazione di un aumento proposto della tassa sull’elettricità e il ritardo pianificato dell’adeguamento annuale dell’inflazione alle pensioni. I lepeniani vogliono anche che Parigi «tagli drasticamente» l’assistenza sanitaria finanziata dallo stato per gli immigrati clandestini e negozi con l’UE per ridurre i contributi finanziari della Francia a Bruxelles.

 

Secondo Politico, anche la stessa Marine Le Pen vorrebbe una vittoria simbolica, perché Barnier ha presentato le sue concessioni come estranee alle loro richieste.

 

«Vogliono i nostri voti, ma non i nostri volti associati a loro», ha detto all’agenzia AFP lo scorso fine settimana, definendo l’atteggiamento di Barnier nei colloqui «estremamente ottuso e settario» e ha detto che aveva tempo fino a lunedì per soddisfare le richieste di NR o affrontare un voto di sfiducia.

 

Il ministro del Bilancio Laurent Saint-Martin, tuttavia, sembra aver respinto l’idea di qualsiasi concessione. «Non c’è modo di garantire il ripristino delle finanze statali se andiamo oltre quanto abbiamo già fatto», ha detto a Le Parisien in un’intervista pubblicata domenica. «Il compromesso non è un ricatto, non può esserci un ultimatum».

 

Se il premier Barnier dovesse riuscire ad assicurarsi il sostegno del Rassemblement National e a mantenere il potere per qualche settimana in più, osserva Politico, si troverà ad affrontare lo stesso problema più avanti questo mese, quando verrà discusso il bilancio generale per il 2025.

 

Dimissione del premier francese erano state ventilate ancora due mesi fa.

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Come riportato da Renovatio 21, il governo del Barnier ha valutato l’aumento delle tasse per le grandi aziende, mentre l’agenzia di rating Moody’s un mese fa ha deciso di non declassare la Francia, ma ha lanciato un avvertimento sull’outlook negativo del Paese.

 

A fine estate si erano registrate proteste di massa contro il nuovo primo ministro. Le forze politiche di sinistra hanno inoltre lanciato una risoluzione per l’impeachment dello stesso presidente Macron.

 

Come riportato da Renovatio 21, il neopremier Barnier, ex commissario europeo, aveva teorizzato uno stop all’immigrazione per «tre o cinque anni».

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Immagine di European People’s Party via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 2.0 Generic

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Politica

Biden grazia il figlio Hunter. Trump e i repubblicani reagiscono

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Il presidente uscente degli Stati Uniti Joe Biden è tornato sulla sua parola e ha graziato il figlio Hunter Biden, condannato all’inizio di quest’anno per aver violato le leggi federali sulle armi e sulle tasse.   A giugno, il giovane Biden è stato condannato per tre reati gravi relativi all’acquisto di un revolver nel 2018. Secondo i pubblici ministeri, ha mentito sulla documentazione per l’acquisto dell’arma, affermando di non essere dipendente o di non usare droghe illegali.   In un caso separato, Hunter si è dichiarato colpevole di tre reati fiscali gravi e sei reati fiscali minori a settembre. La sentenza per entrambe le condanne avrebbe dovuto essere pronunciata questo mese.   In una dichiarazione rilasciata domenica sera, il presidente ha affermato che il «perdono completo e incondizionato» copre i reati che suo figlio «ha commesso o potrebbe aver commesso o a cui ha preso parte durante il periodo dal 1° gennaio 2014 al 1° dicembre 2024, inclusi ma non limitati a tutti i reati accusati o perseguiti».

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Il presidente ha sostenuto che suo figlio è stato perseguito «selettivamente e ingiustamente» a causa dei suoi legami familiari. Ha affermato che «le persone non vengono quasi mai processate per reati gravi solo per come hanno compilato un modulo per le armi».   «È chiaro che Hunter è stato trattato in modo diverso», ha detto. Il presidente ha continuato affermando che le accuse contro suo figlio sono state presentate «solo dopo che diversi dei miei oppositori politici al Congresso li hanno istigati ad attaccarmi e a opporsi alla mia elezione». Ha accusato i repubblicani di sabotare «un patteggiamento attentamente negoziato» che sarebbe stato una «ragionevole risoluzione dei casi di Hunter».   «Nessuna persona ragionevole che esamini i fatti dei casi di Hunter può giungere ad altra conclusione se non che Hunter è stato individuato solo perché è mio figlio, e questo è sbagliato», ha detto il presidente. «Nel tentativo di spezzare Hunter, hanno cercato di spezzare me, e non c’è motivo di credere che si fermeranno qui. Basta così».   La decisione è un’inversione della precedente posizione di Biden, poiché lui e il suo team hanno ripetutamente affermato in passato che avrebbe accettato il verdetto della giuria e non avrebbe perdonato suo figlio. Quando ABC News gli ha chiesto a giugno se avrebbe accettato l’esito del processo e se avrebbe escluso la grazia per suo figlio, il presidente ha risposto «sì» a entrambe le domande.   Nella sua dichiarazione di domenica, Biden ha confermato che la sua opinione sulla questione è cambiata. «Credo nel sistema giudiziario, ma mentre ho lottato con questo, credo anche che la politica cruda abbia infettato questo processo e abbia portato a un errore giudiziario», ha affermato.   Hunter Biden ha rilasciato la sua dichiarazione poco dopo l’annuncio della grazia. «Ho ammesso e mi sono assunto la responsabilità dei miei errori durante i giorni più bui della mia dipendenza, errori che sono stati sfruttati per umiliare e svergognare pubblicamente me e la mia famiglia per sport politico», ha affermato.   «Non darò mai per scontata la clemenza che mi è stata concessa oggi e dedicherò la vita che ho ricostruito ad aiutare coloro che sono ancora malati e sofferenti».   Hunter Biden è stato oggetto di molte critiche durante il mandato del padre, poiché i repubblicani hanno sostenuto che avrebbe agito come «portaborse» del presidente in presunti accordi corrotti con Paesi come l’Ucraina e la Cina.   Il presidente aveva negato le accuse di corruzione e ha pubblicamente sostenuto il figlio, descrivendolo come «l’uomo più intelligente che conosca». Durante il dibattito elettorale con Trump nel 2020 Biden mentì dicendo che la storia del laptop di suo figlio era disinformazione.   Il presidente eletto degli Stati Uniti Donald Trump e i repubblicani del Congresso hanno attaccato duramente il Joe Biden per aver graziato il figlio Biden. I repubblicani, che da tempo accusano l’amministrazione Biden di azioni penali motivate politicamente, hanno condannato la grazia.   Nonostante avesse dichiarato pubblicamente che non avrebbe interferito nei casi del figlio, il presidente è tornato sui suoi passi e ha annunciato la grazia domenica sera. Ha definito le condanne come «un errore giudiziario», sostenendo che Hunter Biden è stato «preso di mira» a causa dei suoi legami con il presidente.

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«La fallita caccia alle streghe contro il presidente Trump ha dimostrato che il Dipartimento di Giustizia controllato dai democratici e altri procuratori radicali sono colpevoli di aver trasformato il sistema giudiziario in un’arma», ha affermato in una nota il portavoce di Trump, Steven Cheung.   «Quel sistema di giustizia deve essere sistemato e il giusto processo deve essere ripristinato per tutti gli americani, che è esattamente ciò che il presidente Trump farà quando tornerà alla Casa Bianca con un mandato schiacciante da parte del popolo americano», ha aggiunto.   Trump ha paragonato il trattamento riservato al figlio del presidente all’azione penale contro i suoi sostenitori che hanno preso d’assalto il Campidoglio degli Stati Uniti il ​​6 gennaio 2021, sperando di ribaltare i risultati delle elezioni presidenziali del 2020. «La grazia concessa da Joe a Hunter include gli ostaggi J-6, che sono stati imprigionati per anni? Un tale abuso e un tale errore giudiziario!» ha scritto su Truth Social.   Molti dei più importanti esponenti repubblicani del Congresso sono rimasti inorriditi, tra cui il senatore Chuck Grassley che ha dichiarato di essere «scioccato» dalla decisione di Biden.   «Questa grazia è l’ammissione di Joe Biden che Hunter è un criminale», ha scritto la deputata Marjorie Taylor Greene su X. La Greene è nota per aver mostrato cartelloni con screenshot del laptop di Biden jr. che lo ritraevano nudo ed intento in quelli che sembravano atti sessuali durante un’audizione del Congresso USA.   La Greene accusa ancora una volta Hunter di aver infranto la legge FARA, che regola gli agenti stranieri in America. Parimenti, lo accusa di aver trafficato donne per sesso tra Stati dell’Unione.     Il deputato Andy Biggs ha scritto che «Joe Biden passerà alla storia come uno dei presidenti più corrotti nella storia americana». In un post successivo, il Biggs ha scritto che «Joe Biden è una disgrazia per la presidenza americana».   «Si tratta di un oltraggioso abuso dello stato di diritto, tutto per proteggere l’attività della famiglia Biden di vendita di accesso e influenza», ha scritto il senatore Josh Hawley su X. In un post successivo, il senatore ha scritto che: «Non dimenticate mai: mentre Hunter vendeva l’accesso al “big guy”, l’amministrazione di Joe Biden inviava squadre SWAT [cioè di assalto, ndr] nelle case dei pro-life; reclutava spie nelle parrocchie cattoliche; trattava i genitori come terroristi interni; e processava Trump. L’amministrazione più illegale della storia».  

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La Commissione per la vigilanza e la responsabilità della Camera, controllata dai repubblicani, ha rilasciato una dichiarazione in cui afferma che «l’abuso di potere senza precedenti di Joe Biden è una macchia sull’onore della presidenza degli Stati Uniti».   Come riportato da Renovatio 21, un mese fa Trump si era detto pronto a graziare Hunter Biden.   Nel 2020, il contenuto del portatile personale di Hunter Biden, che avrebbe smarrito in un negozio di riparazioni del Delaware, è trapelato online, mostrando immagini del rampollo che si droga (sembra piacergli il crack, le cui pene per il consumo furono severamente alzate per volontà politica del padre anni fa) o fa sesso con prostitute (immagini finite anche in un’audizione del Congresso USA grazie alla deputata Marjory Taylor-Greene) e implicando la famiglia Biden in molteplici schemi di corruzione estera. Da allora, i funzionari dell’Intelligence statunitense hanno cercato di denunciare lo scandalo come «disinformazione russa», nonostante il contenuto del portatile sia stato verificato come autentico.   Di recente è emerso che lo Hunter avrebbe ricevuto danaro da un oligarca romeno.   Come riportato da Renovatio 21, la famiglia Biden era stata accusata al Congresso USA di aver preso mazzette dalla Russia. La Commissione di supervisione della Camera afferma di aver identificato 20 milioni di dollari in pagamenti da fonti estere alla società di Hunter Biden, che descrivono come una copertura per vendere l’accesso al «network Biden» mentre suo padre era vicepresidente di Barack Obama dal 2009 al 2017.   In particolare danari sarebbero arrivati dall’oligarca russa Yelena Baturina, vedova del controverso sindaco di Mosca Yurij Luzhkov, a Rosemont Seneca Thornton, una società di comodo gestita da Hunter Biden e dal suo socio in affari Devon Archer. Dei 3,5 milioni di dollari trasferiti dalla Baturina, 1 milione di dollari è stato trasferito direttamente ad Archer, mentre il resto è stato utilizzato per avviare Rosemont Seneca Bohai, un nuovo account utilizzato per ricevere più finanziamenti dall’estero, ha affermato la Commissione camerale.   Accuse per il giro di corruzione dei Biden in Ucraina sono arrivate da Igor Shokin, il procuratore di Stato che a Kiev che investigava, tra le altre cose, sul colosso gasiero Burisma, che aveva assunto nel board l’inesperto Hunter Biden. Il vicepresidente Joe Biden si è vantato in pubblico di averlo fatto licenziare durante un suo breve viaggio diplomatico, in cui praticò estorsione nei confronti di presidente e premier ucraini.

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Come riportato da Renovatio 21, la scorsa estate Viktor Medvedchuk, un politico ucraino e del partito Piattaforma di Opposizione – Per la Vita, ora in esilio in Russia dopo essere stato arrestato dal regime Zelens’kyj e scambiato con Mosca, ha accusato Kiev di essere la «mangiatoia» per la corruzione del clan Biden.   Renovatio 21 aveva segnalato una pista kazaka ancora a inizio 2022 quando il Kazakistan fu oggetto di disordini, e riaffiorò una foto dei Biden con oligarchi di Astana, ripubblicata da organizzazioni locale anti-corruzione che chiedono la restituzione dei miliardi dei corrotti, politica poi abbracciata dall’attuale presidente Tokaev.   Un’altra parte consistente della corruzione del clan Biden riguarderebbe la Cina, con affari che comprendono anche investimenti in centrali atomiche, con legami con personaggi legati all’Intelligence della Repubblica Popolare così come, si è ipotizzato, il network interno di Xi Jinpingo.   Sull’origine del capitale del fondo internazionale di Hunter Biden fece un’ammissione un professore pechinese ad una conferenza pubblica appena dopo le elezioni 2020.     «Ora vediamo che Biden è stato eletto. L’élite tradizionale, l’élite politica, l’establishment sono molto vicini a Wall Street, giusto? Trump ha detto che il figlio di Biden ha una sorta di fondo globale. Lo avete sentito? Chi lo ha aiutato a mettere in piedi il fondo?» dice Di Dongsheng, un professore all’Università Renmin di Pechino, nel discorso finito in TV.   Si tratta, ad ogni modo, solo della punta dell’iceberg di un giro di «truffe» dei Biden che il senatore del Wisconsin Ron Johnson ha definito «sconvolgente».   Come riportato da Renovatio 21, la costante presenza in questi giorni di Hunter vicino al padre anche in riunioni in cui non dovrebbe stare potrebbe indicare il fatto che, forse per tentare di salvare il salvabile prima della defenestrazione del padre, l’uomo sia penetrato nella stanza dei bottoni.   Nel frattempo, Mosca ha avviato un’indagine su una società ucraina collegata a Hunter Biden che sarebbe stata utilizzata per attacchi terroristici in Russia.

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Nel marzo 2022 quotidiano britannico Daily Mail aveva ottenuto messaggi di posta elettronica che confermavano, almeno in parte, accuse russe secondo cui il figlio di Joe Biden, Hunter, è coinvolto nel finanziamento di laboratori di armi biologiche in Ucraina.   Come riportato da Renovatio 21, poco dopo lo scoppio dello scandalo, Wikipedia avrebbe rimosso la voce per Rosemont Seneca Partners, la società di investimento collegata a Hunter Biden e ai suoi presunti traffici in Ucraina.   A luglio era stato riportato che dopo il disastroso dibattito elettorale di Biden con Trump della scorsa estate, il figlio Hunter aveva iniziato a prendere parte alle riunioni della Casa Bianca insieme al padre Joe Biden. In pratica, Hunter era entrato nella stanza dei bottoni.   La quantità di scandali in cui è coinvolto Hunter Biden – dal lavoro in Ucraina (che tocca perfino l’affare dei biolaboratori) al business con pericolose centrali nucleari cinesi fino alle illazioni in rete sulla cocaina alla Casa Bianca – è impressionante. Basti pensare che tempo fa si disse che chiunque consultasse il materiale rinvenuto nel suo laptop – che è finito online – poteva incorrere in un reato orrendo, mentre Hunter, che è proprietario di quel computer ed è presente in quelle immagini, rimane tranquillamente libero.   In particolare, riguardo alla droga, c’è da considerare come il senatore Joe Biden fu firmatario di una legge che inaspriva duramente le leggi per i consumatori di crack, portando alla carcerazione di decine di migliaia di persone (magari appartenenti a minoranze…), mentre suo figlio si riprende svariate volte mentre fuma la droga o la pesa durante uno dei festini con quelle che sembrano escort, con amplessi registrati e forse, è stato riportato, caricati su Pornhub.

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Immagine di pubblico dominio CC0 via Flickr
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