Politica
Trump nuovamente indagato

L’ex presidente americano Donald J. Trump ha dichiarato di essere nuovamente indagato dalla giustizia dell’amministrazione Biden.
Secondo quanto dichiarato sul suo social media Truth, l’oggetto dell’indagine sarebbe la «box hoax», come la definisce, cioè la «bufala degli scatolini», un riferimento ai documenti secretati che il Trump avrebbe portato con sé dalla Casa Bianca alla sua residenza floridiana a Mar-a-Lago, dove a inizio anni l’FBI compì un raid – situazione totalmente inedita considerando che si tratta della casa di un ex presidente.
«La corrotta amministrazione Biden ha informato i miei avvocati che sono stato incriminato, apparentemente per la bufala delle scatole, anche se Joe Biden ha 1850 scatole all’Università del Delaware, altre scatole a Chinatown, DC [la capitale Washington, ndr], con ancora più scatole all’Università della Pennsylvania, e documenti sparsi su tutto il pavimento del suo garage dove parcheggia la sua Corvette, e che è “protetto” solo da una porta del garage sottilissima e aperta per la maggior parte del tempo» scrive Trump su Truth.
«Sono stato convocato a comparire presso il tribunale federale di Miami martedì alle 15:00. Non avrei mai creduto possibile che una cosa del genere potesse accadere a un ex Presidente degli Stati Uniti, che ha ricevuto molti più voti di qualsiasi Presidente in carica nella Storia del nostro Paese, e che attualmente guida di gran lunga tutti i candidati, sia Democratici che Repubblicani nei sondaggi delle elezioni presidenziali del 2024. SONO UN UOMO INNOCENTE!»
«Questo è davvero un GIORNO OSCURO per gli Stati Uniti d’America. Siamo un Paese in grave e rapido declino, ma insieme faremo di nuovo grande l’America!»
Trump ha pubblicato anche un videomessaggio, dove parla di «militarizzazione del sistema giudiziario» e annuncia che «il Paese sta andando all’inferno». «Il Paese è in declino… siamo una Nazione in fallimento».
I AM AN INNOCENT MAN. THE BIDEN ADMINISTRATION IS TOTALLY CORRUPT. THIS IS ELECTION INTERFERENCE & A CONTINUATION OF THE GREATEST WITCH HUNT OF ALL TIME. MAKE AMERICA GREAT AGAIN!!! pic.twitter.com/kQxMDBBLTM
— Trump War Room (@TrumpWarRoom) June 9, 2023
«È interferenza elettorale. Distruggono la mia reputazione così da vincere le elezioni».
Trump era stato incriminato il mese scorso a Manhattan con l’accusa di aver falsificato le spese aziendali per nascondere pagamenti in denaro alla pornostar Stormy Daniels. «Gli USA sono diretti all’inferno» aveva ripetuto l’ex inquilino della Casa Bianca.
Come riportato da Renovatio 21, a seguito del raid a Mar-a-Lago l’FBI aveva eseguito perquisizioni presso almeno 35 alleati di Trump. È emerso anche che il giudice che aveva firmato il mandato di perquisizione era tra i difensori dell’entourage di Jeffrey Epstein.
Nessun presidente degli Stati Uniti in carica in precedenza è mai stato incriminato in un tribunale federale. Se il gran giurì accetterà di procedere con il caso, non è difficile immaginare che si scatenerà una battaglia legale senza precedenti che senza dubbio si farà strada fino alla Corte Suprema, gettando un’ombra sulle elezioni del 2024.
Secondo alcuni sondaggi, Trump è in testa al gruppo dei candidati repubblicani di ben 50 punti. Nemmeno il governatore della Florida Ron DeSantis, pure molto popolare presso la base del partito, sembra riuscire a tener testa al biondo costruttore del Queens.
Droni
Il capo della Ryanair chiede le dimissione dell’«inutile» Ursula von der Leyen

L’amministratore delegato di Ryanair, Michael O’Leary, ha aspramente criticato Bruxelles per non aver difeso gli aeroporti dell’Unione dai droni, chiedendo le dimissioni della presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen. Ha sostenuto che i droni non autorizzati, causa di interruzioni al traffico aereo, dovrebbero essere abbattuti.
Nelle ultime settimane, misteriosi avvistamenti di droni hanno colpito l’Unione, con alcuni media e funzionari occidentali che ipotizzano un coinvolgimento della Russia, ipotesi respinta da Mosca. Von der Leyen ha proposto l’idea di un «muro di droni» nel suo discorso sullo stato dell’Unione il mese scorso, un concetto ripreso durante un vertice informale dell’UE in Danimarca questa settimana.
In un’intervista a Politico, pubblicata mercoledì, O’Leary ha liquidato la proposta. «Non credo che un muro di droni abbia alcun effetto», ha dichiarato, sottolineando che i responsabili potrebbero facilmente operare dall’interno del paese interessato. O’Leary ha accusato Bruxelles di inattività e ha richiesto misure più drastiche contro la presunta minaccia dei droni.
«Perché non abbattiamo questi droni? Sono destabilizzanti e chiediamo un intervento», ha affermato. «Non ho fiducia nei leader europei che se ne stanno seduti a bere tè e mangiare biscotti… Non ho fiducia in von der Leyen. È inutile e dovrebbe dimettersi».
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Come riportato da Renovatio 21, O’Leary nel 2024 aveva attaccato la politica dell’immigrazione UE affermando che il sistema di asilo è «una truffa completa» e che tali individui «non sono rifugiati» perché arrivano da Paesi sicuri e poi gettano i loro passaporti nel water.
«Sì, perché li scaricano nel WC, arrivano all’aeroporto di Dublino e li scaricano nel WC», aveva dichiarato il CEO della celebre aerolinea irlandese alla radio Newstalk. «Si presentano qui… è una truffa completa e questi non sono rifugiati, una delle cose che mi fa impazzire in Irlanda è che trattiamo le persone come rifugiati che provengono dal Regno Unito o dalla Francia», si era lamentato il notissimo managerro.
«Nessuno è arrivato in Irlanda dall’Afghanistan o dal Kenya o dalla Nigeria o dalla Siria con un volo diretto perché non ce ne sono, quindi non stai fuggendo dalle persecuzioni nel Regno Unito o in Germania», aveva aggiunto l’O’Leary.
«Dovremmo prenderci cura dei rifugiati, ho grande simpatia per gli ucraini, ma le persone che arrivano qui dal Regno Unito, dalla Francia o da altri Paesi dell’UE, dovremmo rimandarle indietro dicendo, qui, nei paesi dell’UE da cui provieni».
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Immagine di World Travel and Tourism Council via Flickr pubblicata su licenza CC BY 2.0
Politica
Una cattolica esclusa dalle elezioni presidenziali irlandesi

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Politica
Merz contro la Von der Leyen

Il cancelliere tedesco Friedrich Merz sta cercando di limitare l’autorità decisionale della presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen. Lo riporta Bloomberg, che cita fonti diplomatiche informate.
Una delle fonti ha rivelato che Merz, sempre più critico verso Bruxelles, desidera che Berlino eserciti maggiore influenza sulle questioni che coinvolgono direttamente gli Stati membri dell’UE.
Merz si è opposto a diverse proposte di von der Leyen, come l’introduzione di nuove tasse a livello europeo e il piano per inviare forze di pace in Ucraina. Inoltre, ha avuto divergenze con lei su un accordo tariffario con gli Stati Uniti e sulle normative climatiche.
«Dobbiamo mettere un freno a questa macchina a Bruxelles», ha dichiarato Merz venerdì scorso ai leader aziendali, secondo quanto riportato da Bloomberg.
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In vista del vertice informale dei leader dell’UE a Copenaghen di mercoledì, Merz ha ribadito la necessità di una «correzione fondamentale» di quella che ha definito una regolamentazione eccessiva, affermando: «È semplicemente troppo», come riportato dall’agenzia di stampa tedesca.
Quest’anno, la Commissione Europea ha adottato diverse misure per ridurre la burocrazia, tra cui il Defense Readiness Omnibus, che mira a semplificare le procedure del mercato della difesa dell’UE. Tale iniziativa si inserisce nell’obiettivo più ampio di von der Leyen di mobilitare fino a 800 miliardi di euro in investimenti per l’acquisto di armi e munizioni entro il 2030.
Come noto, la Von der Leyen è stata ministro della Difesa della Repubblica Federale Tedesca, con alcune controversie legate al suo operato al dicastero.
Come riportato da Renovatio 21, nel settembre 2022 la Von der Leyen sembrò «ordinare» al governo tedesco di fornire Kiev di tutte le armi che desiderava. «L’Ucraina dovrebbe ottenere tutto il materiale militare di cui ha bisogno» aveva dichiarato recandosi a Kiev, in quello che sembrava un aperto rimprovero al suo Paese di origine.
Come riportato da Renovatio 21, dopo la tornata di luglio, Ursula dovrà affrontare due distinte nuove mozioni di sfiducia al Parlamento Europeo.
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Immagine di European People’s Party via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 2.0 Generic
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