Geopolitica
Trump definisce Netanyahu un «eroe di guerra»
Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha definito Benjamin Netanyahu «un eroe di guerra», mentre il primo ministro israeliano si trova ad affrontare una reazione globale alla crisi umanitaria di Gaza e alla continua campagna militare dello Stato Giudaico nell’enclave palestinese.
In un’intervista rilasciata martedì al commentatore conservatore ebreo Mark Levin, Trump ha definito Netanyahu «un brav’uomo» che, a suo dire, «sta combattendo».
«È un eroe di guerra. Immagino di esserlo anch’io… ma a nessuno importa… Ho mandato quegli aerei», ha aggiunto il presidente degli Stati Uniti, riferendosi agli attacchi americani contro gli impianti nucleari iraniani di giugno.
Trump says Israel’s Netanyahu is a “war hero.”
What a disgusting pedophiIe defending fraud. pic.twitter.com/JxCemA4jYg
— ADAM (@AdameMedia) August 20, 2025
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Trump si è anche attribuito il merito dei precedenti rilasci di ostaggi nella guerra tra Israele e Hamas, affermando: «sono io quello che ha liberato tutti gli ostaggi… Ho ricevuto tantissime lettere dai genitori, dai ragazzi stessi e dalle persone che sono riuscite a fuggire».
Nel frattempo, il governo di Netanyahu ha portato avanti i piani per una nuova offensiva militare per occupare la città di Gaza, che ha già subito distruzioni senza precedenti nelle ostilità seguite all’attacco a sorpresa di Hamas contro Israele nell’ottobre 2023.
Il piano, tuttavia, ha scatenato manifestazioni in tutto il paese , con decine di migliaia di persone scese in piazza in tutto Israele. Durante il conflitto, Netanyahu ha anche dovuto affrontare proteste pubbliche per quella che è stata vista come una riluttanza a dare priorità al rilascio degli ostaggi tenuti prigionieri da Hamas.
A livello internazionale, Netanyahu ha dovuto affrontare dure critiche per la critica situazione umanitaria a Gaza, nonché accuse di ostacolare gli aiuti umanitari. Gli uffici delle Nazioni Unite hanno avvertito che la fame a Gaza ha raggiunto livelli estremi, esortando Israele a ripristinare l’accesso alle organizzazioni umanitarie «per scongiurare la carestia». Secondo il Ministero della Salute palestinese, almeno 266 persone, tra cui 122 bambini, sono morte di fame nell’enclave.
A luglio, 30 nazioni, tra cui membri dell’UE, hanno affermato che «la sofferenza dei civili a Gaza ha raggiunto livelli mai visti prima», condannando al contempo quello che hanno definito «l’erogazione a goccia di aiuti e l’uccisione disumana di civili… nel tentativo di soddisfare i loro bisogni più elementari di acqua e cibo».
Le parole di Trump all’ebreo Levin – ritenuto la voce più istericamente, grottescamente filoisraeliana della stampa americana, al punto di lamentare che ad Israele non dovrebbe essere detto di nutrire i propri nemici – contraddicono notizie precedenti sul fatto che il presidente USA durante un meeting avrebbe urlato a Netanyahu (con cui il rapporto non è mai stato idillico) mentre questi cercava di minimizzare la fame a Gaza.
Due mesi fa si parlò di una «purga» dentro l’amministrazione con cui Trump mandava via i funzionari considerati troppo filoisraeliani.
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Come riportato da Renovatio 21, in passato Trump aveva attaccato Netanyahu arrivando a chiederne la sostituzione e ad ipotizzare tagli agli aiuti ad Israele.
Nel contesto di questi commenti aveva rivelato anche dettagli sull’assassinio del generale dei servizi iraniani Qassem Soleimani, suggerendo che fu indotto ad ordinarne la morte dagli israeliani, che poi però si tirarono indietro.
Come riportato da Renovatio 21, un livello grottesco del rapporto tra Netanyahu e Trump è stato raggiunto a febbraio quando il primo ha fatto dono a quest’ultimo di un cercapersone come quelli fatti esplodere in Libano. Più che un dono diplomatico, a qualcuno può essere sembrata una minaccia vera e propria.
Come riportato da Renovatio 21, a gennaio Netanyahu ha annullato il viaggio per la cerimonia di insediamento di Trump. Prima dell’insediamento l’inviato di Trump Steve Witkoff, in Israele per chiedere la tregua, aveva avuto con Netanyahu un incontro riportato come «molto teso».
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Geopolitica
Attacco aereo pakistano uccide nove bambini afghani
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Geopolitica
Trump pronto a parlare con Maduro
Il presidente statunitense Donald Trump intende avviare un dialogo diretto con il presidente venezuelano Nicolás Maduro, nonostante la recente designazione di quest’ultimo come capo di un’organizzazione terroristica straniera da parte di Washington. Lo riporta Axios citando fonti dell’amministrazione.
Gli USA hanno ufficialmente etichettato il «Cartel de los Soles» – una presunta rete criminale operante all’interno dei servizi segreti venezuelani – come entità terroristica straniera, equiparandolo ad Al-Qaeda e all’ISIS. L’annuncio è arrivato lunedì dal Dipartimento del Tesoro, che ha ribadito le accuse di lunga data secondo cui Maduro – la cui legittimità è contestata da Washington – dirigerebbe il gruppo.
Sempre secondo Axios, questa mossa di Trump segna un’inversione di rotta nella sua «diplomazia delle cannoniere» verso il Venezuela e potrebbe segnalare che, nel breve termine, sono improbabili attacchi missilistici o operazioni terrestri americane.
«Nessuno ha intenzione di sparargli o rapirlo, a questo punto. Non lo escluderei mai, ma non è il piano attuale», ha confidato ad Axios un funzionario anonimo al corrente dei fatti. «Nel frattempo, faremo saltare in aria le imbarcazioni che trasportano droga. Fermeremo il traffico di stupefacenti», ha aggiunto.
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Non è ancora stata fissata una data per la possibile telefonata tra Trump e Maduro, che è «in fase di pianificazione», ha precisato un’altra fonte USA.
La decisione giunge dopo quasi due mesi di raid aerei americani su piccole navi al largo delle coste venezuelane, che il Pentagono descrive come operazioni contro il «narcoterrorismo» e che hanno causato circa 80 morti.
Il termine «Cartello dei Soli» è emerso negli anni Nonvanta per la presunta corruzione tra ufficiali venezuelani che ostentavano spalline a forma di sole. Nel 2020, durante il primo mandato di Trump, gli USA hanno incriminato Maduro e 14 alti funzionari (attuali o ex) per narcotraffico e criminalità organizzata, accusandoli di gestire collettivamente la rete. Maduro ha sempre smentito le imputazioni e ha avvertito Washington contro una «guerra folle».
Secondo indiscrezioni, Trump ha anche autorizzato una serie di misure per incalzare Caracas e prepararsi a un’eventuale campagna militare su scala più ampia, inclusi operazioni clandestine della CIA contro il regime di Maduro.
Caracas ha denunciato l’accrescimento della presenza militare USA come un’aggressione alla sovranità nazionale e un tentativo di golpe, ponendo le sue forze in allerta massima. Maduro, dal canto suo, ha dichiarato che il Venezuela è pronto a negoziati «faccia a faccia» con Washington.
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Geopolitica
Candace Owens afferma che il governo francese ha dato il «via libera» al suo assassinio
🚨 URGENT Two days ago I was contacted by a high-ranking employee of the French Government. After determining this person’s position and proximity to the French couple, I have deemed the information they gave me to be credible enough to share publicly in the event that something…
— Candace Owens (@RealCandaceO) November 22, 2025
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