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Catastrofi

Terremoto uccide oltre 60 persone nelle Filippine: le immagini

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Un forte terremoto ha colpito le Filippine centrali nella tarda serata di martedì, causando la morte di almeno 69 persone e il ferimento di molte altre, secondo quanto riferito mercoledì dalle autorità locali.

 

Le squadre di soccorso hanno lavorato per salvare i sopravvissuti intrappolati sotto le macerie, mentre le autorità si sono impegnate per ripristinare l’erogazione di acqua ed elettricità, interrotte dal sisma.

 

Il terremoto, di magnitudo 6,9, ha colpito la parte settentrionale di Cebu, vicino alla città costiera di Bogo, abitata da circa 90.000 persone, ed è stato seguito da quattro scosse di assestamento di magnitudo pari o superiore a 5,0.

 

I soccorritori, tra cui militari, polizia e volontari con escavatori e cani da ricerca, hanno setacciato le macerie per trovare superstiti. Le autorità hanno dichiarato lo stato di calamità in alcune aree di Cebu, dove il sisma ha causato il crollo di edifici, l’interruzione dell’energia elettrica e forti oscillazioni di un ponte, costringendo i motociclisti ad aggrapparsi alle ringhiere per non cadere.

 

 

 

 

 

 

 

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L’ospedale principale di Bogo è stato gravemente danneggiato dal terremoto superficiale che ha colpito la città, situata a soli 19 km dall’epicentro. Le autorità hanno avvertito che il numero delle vittime è destinato ad aumentare.

 

Secondo i funzionari locali incaricati della gestione delle catastrofi, oltre una dozzina di persone sono morte nella vicina Medellin a causa del crollo di soffitti e pareti delle loro abitazioni.

 

A San Remigio, cinque persone hanno perso la vita quando i muri sono crollati mentre cercavano di sfuggire da una partita di basket, come riportato dal sindaco Alfie Reynes ai media locali.

 

La governatrice di Cebu, Pamela Baricuatro, la cui provincia conta 3,4 milioni di abitanti ed è un’importante meta turistica, ha dichiarato che l’entità reale dei danni a Bogo e nelle città settentrionali limitrofe sarà chiara solo all’alba.

 

«Potrebbe essere peggio di quanto pensiamo», ha avvertito Baricuatro in un videomessaggio su Facebook.

 

L’Istituto Filippino di Vulcanologia e Sismologia ha emesso un’allerta tsunami, invitando i residenti di Cebu e delle province vicine di Leyte e Biliran a evitare le coste. L’allerta è stata successivamente revocata, non essendo stata rilevata alcuna attività ondosa anomala.

 

Il terremoto è avvenuto meno di una settimana dopo le tempeste consecutive Bualoi e Ragasa che hanno colpito la regione. Le Filippine, situate sulla «Cintura di Fuoco» del Pacifico, sono tra i Paesi più vulnerabili ai disastri naturali, frequentemente colpiti da terremoti ed eruzioni vulcaniche.

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Catastrofi

Sciame di terremoti in Venezuela: le immagini

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Almeno dieci forti terremoti hanno colpito il Venezuela nordoccidentale tra mercoledì e giovedì mattina, causando scosse avvertite in tutto il paese sudamericano, fino alla capitale Caracas.   Secondo lo United States Geological Survey (USGS) e la Venezuelan Foundation for Seismological Research (Funvisis), diverse scosse hanno superato la magnitudo 5,8, incluse due con magnitudo superiore a 6.   L’epicentro è stato localizzato vicino a Mene Grande, nello stato di Zulia, ricco di giacimenti petroliferi, a circa 600 km a ovest di Caracas. Il sisma più intenso, di magnitudo 6,3, si è verificato alle 17:21 ora locale.

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Nelle ultime sette ore sono state registrate almeno 21 scosse di assestamento. I sismologi locali stanno monitorando l’attività sismica in corso nella regione.   Non sono state segnalate vittime, ma foto e video condivisi online mostrano crepe nei muri dei grattacieli e danni alle strade.   Le scosse sono state percepite con maggiore intensità negli stati occidentali, in particolare a Maracaibo, dove i residenti hanno evacuato gli edifici a causa della comparsa di crepe.                    

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Il governatore dello Zulia, Luis Caldera, ha riferito che alcuni ospedali e la storica chiesa di Santa Barbara hanno subito danni, con immagini online che mostrano una croce caduta da una delle sue cupole. Valera ha segnalato crepe strutturali e scosse avvertite nelle città andine di San Cristobal e Merida.   Il terremoto è stato percepito anche a Caracas, dove gli edifici hanno tremato e molti residenti hanno lasciato i loro appartamenti, secondo quanto riportato dai media locali. «Non sono state registrate perdite umane e il presidente Nicolas Maduro ha dispiegato un sistema di gestione dei rischi in tutto il Paese dal posto di comando», ha dichiarato mercoledì sera.   La vicepresidente Delcy Rodriguez ha annunciato che la Protezione civile e le forze militari sono state mobilitate in tutto il Paese per supportare le evacuazioni e gestire i danni. L’Unità nazionale per la gestione del rischio di catastrofi ha confermato che non esiste alcun rischio di tsunami.   Il Venezuela si trova su diverse faglie tra le placche tettoniche caraibiche e sudamericane. Circa l’80% della sua popolazione vive in aree sismiche. Nel secolo scorso, il paese è stato colpito da cinque forti terremoti, tra cui uno di magnitudo 7,2 al largo della costa settentrionale nel 2018. L’ultimo terremoto mortale si è verificato a Cariaco nel 1997, causando 73 vittime.  

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Catastrofi

Voragine si apre per strada a Bangkok: le immagini

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Mercoledì, un tratto di strada è crollato nella capitale thailandese Bangkok, formando una voragine di grandi dimensioni che ha interrotto i servizi pubblici e costretto a evacuazioni, secondo quanto riferito dalle autorità thailandesi.

 

La cavità, profonda 50 metri, copre circa 900 metri quadrati davanti all’ospedale di Vajira e vicino a una stazione di polizia, causando il blocco del traffico nell’area.I video diffusi sui social media mostrano la strada che cede progressivamente, trascinando con sé i pali della luce mentre l’acqua fuoriesce da un tubo di drenaggio.

 

Le autorità hanno chiarito che l’edificio dell’ospedale non ha subito danni, anche se i servizi ambulatoriali sono rimasti sospesi per due giorni. La stazione di polizia nelle vicinanze e altri edifici sono stati evacuati per precauzione.Le autorità ritengono che il crollo possa essere stato provocato dai lavori in corso per una linea ferroviaria sotterranea.

 

 

 


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«La terra proveniente dai lavori di costruzione della metropolitana stava scivolando dentro», ha detto il premier tailandese Anutin Charnvirakul a Reuters, aggiungendo che non sono stati segnalati morti o feriti. Tre veicoli sono rimasti danneggiati.

 

L’incidente rappresenta l’ultimo di una serie di problemi infrastrutturali in Thailandia. A marzo, una trave di cemento di un progetto di autostrada sopraelevata è crollata su una strada, causando la morte di almeno cinque persone.

 


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Nell’ottobre 2024, una buca profonda tre metri si è formata in un trafficato incrocio di Bangkok, probabilmente causata dalla rottura di una conduttura dell’acqua. All’inizio dello stesso anno, un motociclista e un bambino sono precipitati in una voragine a Nonthaburi, mentre nel novembre 2023, una strada a Bangkok ha ceduto sotto il peso di un camion pesante, ferendo due motociclisti.

 

Anche diversi crolli di minore entità verificatisi negli ultimi anni sono stati collegati a problemi di drenaggio e guasti ai servizi sotterranei.

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Catastrofi

Confine Afghanistan-Pakistan, devastante terremoto con oltre 800 morti

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Un violento terremoto di magnitudo 6.0 ha scosso nella notte le regioni montuose al confine tra Afghanistan e Pakistan, lasciando dietro di sé una tragica scia di distruzione. Secondo fonti ufficiali afghane citate dal New York Times, il sisma ha causato almeno 800 morti e oltre 2.500 feriti, ma il bilancio delle vittime potrebbe aggravarsi nelle prossime ore, con molte persone ancora intrappolate sotto le macerie.   L’epicentro è stato localizzato vicino a Jalalabad, città afghana di 200.000 abitanti, con i danni più gravi registrati nella provincia di Kunar, a nord. Qui, frane e il crollo di abitazioni in fango e mattoni hanno amplificato la devastazione, secondo quanto riportato dal Wall Street Journal. Tra le vittime, molte sono donne e bambini, sorpresi nel sonno al momento del sisma.   Le operazioni di soccorso sono ostacolate dall’isolamento delle aree colpite e dalle strade distrutte dalle frane. L’ospedale provinciale di Kunar, con soli 200 posti letto, è al collasso, con feriti costretti a ricevere cure all’aperto. Il portavoce dei talebani, Zabiullah Mujahid, ha confermato l’alto numero di feriti, sottolineando la gravità della situazione.  

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Il governo talebano ha mobilitato squadre di soccorso e organizzato voli speciali per trasportare le vittime. Le Nazioni Unite e l’Organizzazione Mondiale della Sanità stanno fornendo aiuti di emergenza, mentre centinaia di giovani afghani si sono radunati per donare sangue all’ospedale regionale di Nangarhar. India e Pakistan hanno offerto condoglianze e assistenza, sebbene il Pakistan non abbia riportato danni significativi o vittime sul proprio territorio.   L’Afghanistan, situato su una faglia tra le placche tettoniche araba, euroasiatica e indiana, non è nuovo a eventi sismici di questa portata. Nell’ottobre 2023, due terremoti avevano causato 2.400 morti, mettendo a dura prova le capacità di risposta del Paese.   Anche questa volta, i talebani affrontano un test cruciale, con risorse limitate che potrebbero spingerli a utilizzare gli elicotteri abbandonati dagli Stati Uniti nell’ignominiosa, allucinante, sanguinaria fuga orchestrata dall’amministrazione Biden.

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